mercoledì 28 gennaio 2009

Bolla Wannasee: Dragonball Evolution

Ultimamente non sono troppi i film che vorrei vedere, sia perché sono tutti più o meno uguali (vedi Il Mai Nato oppure Il Sussurro del Diavolo, solo per citarne due di prossima uscita dai trailer ispiranti ma che già temo siano banali e già visti…) sia perché in effetti nessuno merita di essere discusso.



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Ma Dragonball Evolution, in uscita questa primavera beh… promette di essere abbastanza trash e contemporaneamente attesissimo!

Per chi non conoscesse il manga Dragonball di Akira Toriyama e la serie televisiva che ne è nata, lunga come la Quaresima e replicata su Italia Uno ininterrottamente dai lontani anni ’90, composta da Dragonball, Dragonball Z e relativo orrendo spin-off Dragonball GT, questa è, in breve, la trama, possibilmente priva di spoiler: Son Goku è un bambino dotato di coda da scimmia e una forza sovraumana. Dopo la morte del nonno adottivo incontra una ragazza di nome Bulma, alla ricerca di sette oggetti misteriosi chiamati Sfere del Drago (Dragonball appunto). La leggenda narra che queste sette sfere riunite tutte assieme possano richiamare il Drago ed esaudire un desiderio.. e da questo semplice presupposto nasce una trama che si sviluppa tra ricerche, pericoli, duelli, arti marziali, eserciti, mostri, alieni e quant’altro, seguendo la crescita di Goku, Bulma e degli altri personaggi che a mano a mano verranno introdotti.






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Premesso che a partire dalla Saga dei Sayan quello delle sfere e del Drago diventa un mero pretesto per raccontare una storia di guerrieri esperti in arti marziali, la prima parte del manga/anime è fresca ed innocente come può essere la mente fantasiosa di un bambino. E dal trailer che ho visto mi pare che il periodo che gli sceneggiatori hanno deciso di mostrare al pubblico USA sia questo, a partire dall’incontro con Bulma. Un’introduzione, quindi, sebbene Goku sia già adulto (sarebbe stato assurdo, a mio avviso, fare il film con un bambino…) o comunque ragazzo, che mescola i primi episodi del manga agli ultimi della prima serie, con l’avvento di un Grande Mago Piccolo in gran forma e giovine, interpretato nientemeno che da quel gran pezzo di Ubaldo che è James Marsters (Spike in Buffy The Vampire Slayer).






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Il cast, oltre al suddetto gran fico, conta attori del calibro di Chow Yun Fat nel ruolo del maestro Roshi (il Genio delle Tartarughe? Un po’ troppo giovane…), dragonball-fat-roshiEmily Rossum, ovvero la Christine del Phantom Of The Opera diretto da Joel Shumacher, sarà una Bulma con le extention e senza capelli color acquamarina. untitled

Nei panni di Goku uno sbarbatello semisconosciuto che risponde al nome di

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mentre il regista è James Wong, che ci ha già regalato Final Destination e il suo terzo seguito. Tra gli altri personaggi presenti e presi paro paro dal manga ci sono Chi Chi, Yamcha e il nonno di Goku, mentre mancano gli animaletti Pual e Olong, così come il fido Crilin.

 

La cosa buona è che costumi e make up sono stati aggiornati al buongusto comune e resi meno pacchiani, come già è successo per gli X-Men, Spiderman, Fantastici 4 ecc., a differenza del vecchio Dragonball – Il film (Dragonball: The Magic Begins), una produzione taiwanese del 1989 che prima o poi recensirò perché davvero trash… vedere per credere!!







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Insomma un film che attendo con trepidazione, se non altro per farmi due risate. A voi il trailer… ENJOY!




 

venerdì 23 gennaio 2009

The Grudge (2004)

I film che me l’hanno veramente fatta fare sotto si contano sulle dita di una mano. Indubbiamente, The Grudge è uno dei primi in classifica, che sia l’originale (Ju On, indubbiamente superiore e decisamente più inquietante) o questo remake, comunque entrambi dello stesso regista, Takashi Shimizu.


La trama è questa: in Giappone l’infermiera Karen si trova a dover badare ad un’anziana malata dopo che la sua collega è misteriosamente scomparsa senza lasciare traccia di sé. Presto scoprirà che nella casa della donna si è creata una maledizione generata dal rancore (The Grudge, appunto) di tre creature innocenti uccise proprio lì, una maledizione letale che toccherà chiunque oserà mettere piede in quel luogo..


Remake prodotto dal divino Sam Raimi (La Casa, Spiderman), The Grudge è un film che non si discosta affatto dall’originale, ma mantiene intatto il suo carattere “giapponese” a partire, banalmente, dall’ambientazione e dalla troupe, per volere dello stesso regista. E’ ancora più efficace, in questo senso, l’introduzione di attori americani e della quintessenza dell’ “occidentalità” incarnata da Sarah Michelle Gellar, che rende perfettamente l’idea già mostrata da Lost in Translation dello smarrimento in una società che è così diversa dalla nostra, misteriosa e in qualche modo per questo pericolosa, dove ben pochi parlano inglese.


Proprio questo mantenimento delle caratteristiche prettamente “giapponesi” della pellicola la rende ancora più inquietante. La storia affonda le radici negli antichi miti feudali e nelle storie di fantasmi assai popolari in Giappone. In particolare, in uno di questi racconti, un nobile crudele, dopo aver perso a scacchi contro un suo servo, decide di sterminargli la famiglia, figlio e gattino compresi, e verrà perseguitato dal demone nato dalla fusione degli spiriti rancorosi di questi ultimi.


Shimizu prende quindi le paure ancestrali della sua cultura, assai diverse dalle nostre, e anche la consapevolezza che a simili forze nessun essere umano potrà mai opporsi, e crea qualcosa di inaspettato per un pubblico occidentale. Se ci si pensa, a partire dall’Ash de La Casa, proprio di Sam Raimi, l’americano che fa? Davanti a mostri, demoni, case infestate si sbatte, impugna le armi, affronta di petto la situazione e, dopo un bagno di sangue più o meno cruento, riesce a sconfiggere o comunque a sedare l’inopportuno mostro. Il regista giapponese mette subito in chiaro che con una maledizione non c’è scampo… possiamo anche provare ad opporci, ma alla fine siamo del gatto, e qui non è tanto per dire. L’unico che davvero tenta di fare qualcosa in The Grudge è l’ispettore ( e più per rabbia che per reale speranza di risolvere la questione..), gli altri fanno quello che farebbe un qualsiasi essere umano davanti a cose simili: altro che caccia, altro che seghe elettriche o esorcisti, la gente normale si chiude in casa, si suicida, si nasconde nel letto e chi più ne ha più ne metta!
Passando invece all’aspetto più “tecnico” della pellicola, è interessante notare che gli effetti speciali sono ridotti al minimo, quasi inesistenti. Takako Fuji, ovvero ’interprete di Kayako, la mostrA, per intenderci, è una bravissima contorsionista che neppure ha bisogno di scalini di gommapiuma per muoversi a scatti come fa, e anche la mano che esce dalla testa di Sarah Michelle Gellar sotto la doccia non è Computer Graphic, ma proprio la mano di Takako che, dopo mille prove è riuscita ad ottenere il ciak giusto. Realizzazione artigianale tipica delle produzioni orientali che rende questo film ancora più incredibile ed inquietante.


Un remake bello anche se non all’altezza dell’originale, assai più devastante, penalizzato da interpreti un po’ sottotono, Sarah Michelle Gellar in primis. Se non l’avete ancora visto merita decisamente un’occhiata ma state all’occhio, fa davvero paura…

Takashi Shimizu è il nipponico regista di questo film e anche dell’originale da cui è tratto, Ju On. Tra i suoi film figurano anche i seguiti delle due pellicole, Ju On 2 e The Grudge 2, nei quali lo spavento non viene assolutamente meno. Ha 37 anni e due film in uscita.


Sarah Michelle Gellar interpreta la sfortunata Karen. La bionda attrice è sicuramente rimasta impressa nell’immaginario collettivo del pubblico per lo splendido telefilm Buffy The Vampire Slayer, dove ha interpretato per ben sette gloriose serie la protagonista ammazzavampiri (e non posso fare a meno di chiedermi cosa avrebbe fatto Buffy davanti a un simile incubo…). Tra i suoi film, per la maggior parte horror, ricordo l’orrendo ma famosissimo So cosa hai fatto, Scream 2, Cruel Intentions, Scooby Doo, Scooby Doo 2 – Mostri scatenati, The Grudge 2, TMNT (dava la voce ad April O'Neal). Per la TV ha partecipato a Angel, Sex and the City , I Simpson, Robot Chicken. E' sposata con l'attore Freddie Prinze Jr. con il quale ha recitato in Scooby Doo, ha 32 anni e tre film in uscita.


Ted Raimi è il fratello attore del più famoso regista e produttore Sam, e interpreta Alex, un collega di Karen. Ha una serie sterminata di comparsate più o meno lunghe in film perlopiù horror come La casa, La casa 2, Sotto shock, Darkman, Candyman, L'armata delle tenebre, Wishmaster, Spider man, Spiderman 2, Spiderman 3. Ha inoltre partecipato a telefilm storici come ALF, I segreti di Twin Peaks, Baywatch, Hercules, Xena, Masters of Horror. Ha 44 anni e due film in uscita.


William Mapother interpreta Matthew Williams, il povero disgraziato che affitta la casa assieme alla famiglia subito dopo la tragedia, finendo per esser tra le prime vittime. Costui è entrato a far parte del cast di Lost come uno degli "altri", anzi l'"altro" per eccellenza dopo Ben: Ethan. Prima ancora ha recitato in Nato il 4 Luglio, Vanilla Sky, Minority Report, World Trade Center e, per la TV, nell'ormai onnipresente Robot Chicken. Ha 54 anni e due film in uscita.


Una curiosità: l'attore Jason Behr, che qui interpreta Doug, il ragazzo di Karen, era già stato un ex fidanzato di Buffy in un episodio del telefilm, mentre Clea DuVall, che qui interpreta la moglie di Matthew, era stata nella stessa serie una commovente ragazza invisibile che cercava vendetta sulla cinica Cordelia.

E ora vi lascio al trailer di The Grudge 3, che uscirà quest'anno per il mercato dell'Home Video ad opera del semisconosciuto Toby Wilkins, già responsabile degli effetti speciali per Scooby Doo 2 - Mostri scatenati. Sarà davvero l'ultimo? Sperando di sì... ENJOY!


lunedì 19 gennaio 2009

28 giorni dopo (2002)

Dopo parecchio tempo ho rivisto 28 giorni dopo (28 Days Later…) di Danny Boyle, intenzionata a vedere anche il seguito per me ancora sconosciuto, 28 settimane dopo.

La trama è assai semplice: ai nostri giorni alcuni militanti di un gruppo animalista penetrano in un laboratorio per liberare i poveri scimpanzè che fanno da cavie per gli esperimenti e finiscono per scatenare sull’intera Inghilterra un virus che si trasmette col sangue e la saliva rendendo gli esseri umani delle bestie rabbiose. Ventotto giorni dopo il fattaccio Jim si risveglia dal coma, solo in un ospedale vuoto, e, una volta compreso che l’Inghilterra è ormai una terra di nessuno infestata dagli infetti, cerca con altri superstiti di raggiungere quello che parrebbe l’unico luogo sicuro…



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Girato interamente con la videocamera digitale, questo film è colmo di immagini splendide e contemporaneamente devastanti. Manchester che brucia, la singola goccia di sangue che infetta colpendo l’occhio di uno dei malcapitati, il viaggio in mezzo ai campi di fiori (degno di un quadro impressionista), l’enorme scritta in mezzo alle campagne inglesi, il volo del jet mentre gli infetti muoiono di fame, Hannah che corre vestita di rosso e si nasconde dietro allo specchio come una novella Alice, la pioggia battente come in un film di guerra, talmente nitida che si può sentire la sensazione di bagnato e freddo sulla pelle… questo non è un comune film di pseudo-zombie, è forse una delle pellicole più curate che abbia mai visto, l’unica che riesce a fondere immagini da videoclip, personaggi profondi e temi puramente horror unendoli con delle musiche splendide ed azzeccatissime.



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Chi legge Stephen King sa cosa intendo. Questa è la storia di persone normali catapultate in una situazione assurda, che non si improvvisano supereroi né organizzano chissà quali difese. E’ la storia di persone che si ritrovano sole in un universo sconvolto, che devono fare ripartire in qualche modo l’umanità, sopravvivere e magari, se possibile, ritrovare anche un nucleo di affetti e una parvenza di felicità e speranza. Comportamenti credibili, personaggi verosimili che rispecchiano il modo in cui potremmo comportarci tutti, rendendo più facile allo spettatore l’immedesimazione e di conseguenza aumentando il senso di disagio, paura, tristezza (eh sì, ci ho speso anche la lacrimuccia per questo film). Anche i “mostri” che in qualunque horror spunterebbero come funghi in ogni scena (un film per tutti: La notte dei morti viventi) lasciano invece parecchio spazio ai personaggi e spesso non si vedono neppure, ma ogni loro comparsa è funzionale alla trama, a spingere Jim, Selena e gli altri verso nuovi destini e nuove sventure che inevitabilmente cambieranno la loro visione del mondo.



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Nella pellicola non ci sono personaggi buoni o cattivi, anche se la diversità tra il gruppo di Jim e i soldati che gestiscono l’ultimo avamposto è palese. Come viene detto a un certo punto della pellicola, ci sono due possibilità di affrontare la situazione: tra sopravvivere e vivere ovviamente è auspicabile la seconda ma spesso è impossibile perché anche l’ingenuo e dolce Jim alla fine si trova costretto a trucidare un bambino infetto e a spargere il virus tra i soldati sopravvissuti per salvare Selena ed Hannah dalla violenza. Però quanto possono essere condannabili in una situazione simile dei soldati privi di cibo e braccati dagli infetti, che rifiutano la sopravvivenza e vorrebbero una parvenza di vita vera che, per l’uomo, si traduce nella compagnia di una donna? Alcuni di loro, il comandante per esempio, sono dei pazzi condannabili senza appello, ma il ragazzino che alla fine viene impalato da Jim è solo un debole trovatosi in una situazione più grande di lui.



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Il finale è un’iniezione di speranza dopo una traumatica interruzione segnata dalla scritta “28 giorni dopo…”. La speranza di libertà è simboleggiata ovviamente da un paio d’ali, seppur di metallo, e da un enorme HELLO scritto sul terreno da una sorta di nucleo familiare ormai ricostruito. “Hello” è la parola chiave del film, ed è sensato perché se ci si pensa il saluto è l’inizio di ogni contatto umano. Quando nessuno risponde, soprattutto in quel di Londra, o l’unico suono di replica sono dei grugniti… allora è davvero la fine del mondo. Un film splendido e assolutamente da vedere, anche per chi non è amante del genere.

 

Danny Boyle è un talentuosissimo regista di Manchester, diventato famoso con il controverso e ormai mitico Trainspotting. Tra le altre pellicole ricordo ben volentieri Piccoli omicidi tra amici, e un po’ meno volentieri The Beach. Con l’ultimo film, The Millionaire, ha vinto quattro Golden Globes, come miglior regista, film, sceneggiatura e colonna sonora aprendosi la strada per un possibile Oscar perlomeno agli attori. Ha 53 anni.



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Cillian Murphy interpreta Jim. Si può dire che questo è il film che ha portato alla notorietà l’attore irlandese, tra gli altri ricordo La ragazza con l’orecchino di perla, Ritorno a Cold Mountain, Batman Begins (era Scarecrow, una botta di paura!), Red Eye, Il cavaliere oscuro. Ha 33 anni e cinque film in uscita.



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Brendan Gleeson, anche lui irlandese, interpreta Frank, e sicuramente i fan di Harry Potter lo riconosceranno come il Malocchio Moody della versione cinematografica dei romanzi. Ha recitato in Braveheart, Michael Collins, A.I. Intelligenza artificiale, Gangs of New York, The Village, La leggenda di Beowulf. Ha 54 anni e quattro film in uscita, tra cui Harry Potter e i doni della morte – parte I.



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Vi lascio con il trailer, sperando non lo tolgano come molti video XDXD

ENJOY!















venerdì 16 gennaio 2009

2001 Maniacs (2005)

Tant’è, alla fine l’ho trovato, ce l’ho fatta. La curiosità era troppa, e mi sono messa a guardare 2001 Maniacs! di Tim Sullivan dopo averlo erroneamente definito una schifezza dalle letture che hanno preceduto la visione di 2000 Maniacs di Herschell Gordon Lewis, di cui questa pellicola è il remake.


 



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La trama è pressoché identica, aggiornata al nuovo secolo: durante lo Spring Break tre ragazzetti in cerca di gnagna e passabili di espulsione dall’università cercano di raggiungere Palm Beach ma trovano una deviazione e finiscono a Pleasant Valley, in tempo per essere gli ospiti d’onore del Guts and Glory Jubilee (più guts che glory aggiungerei) assieme ad una triade di ninfomani/bisessuali e una multietnica coppia di motociclisti/sadomasochisti. Ovviamente i pittoreschi abitanti della cittadina sudista cercheranno di non fare uscire vivi i maledetti nordisti…





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I remake mi fanno sempre un po’ storcere il naso, soprattutto quelli dei film che ho amato. Bisogna però dire che ormai i primi gore anni ’70 sono apprezzabili in senso filologico, ma offrono davvero poco allo spettatore odierno che, ovviamente, è abituato a ben altre prodezze. Belli ed interessanti, assolutamente indispensabili per mostrarci e farci apprezzare i pionieri del genere, ma spesso poco divertenti e poco piacevoli da rivedere. I remake troppe volte li rendono ancora più insipidi, regalandoci solo una patinata fotografia da videoclip ed interpreti belli, sconosciuti e spesso incapaci. Non è il caso di questo 2001 Maniacs! che offre allo spettatore gag alla Porky’s, carismatici caratteristi d’eccezione come Robert Englund e Peter Stormare, un umorismo nero decisamente esilarante (basta anche solo citare il cammeo iniziale di Eli Roth armato di armadillo, ho riso per mezz’ora!) e ovviamente gore a palate.





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Molti elementi della pellicola originale vengono mantenuti, ma viene il tutto aggiornato ai giorni nostri. E i giorni nostri per il vecchio sud sono decisamente sconcertanti: basta vedere le facce dell’esilarante sindaco interpretato da Robert Englund quando si trova davanti una coppia formata da una cinese e un “negro”, impensabile negli anni della guerra di secessione ed assai rara anche ai tempi del primo film (anche se in I Drink Your Blood il binomio si presenta…), oppure il ragazzino bisessuale, nonostante i figli/nipoti del nostro non siano normalissimi, uno zoofilo (la pecora Jezebel è un mito) e uno altrettanto omosessuale suo malgrado, senza contare il piccolo difetto del cannibalismo. E’ interessante vedere come nel tempo lo stereotipo del campagnolo bifolco si sia radicato ed estremizzato. I sudisti del primo film erano strani e stereotipati ma neppure troppo. Il remake è un trionfo di relazioni incestuose (tra cugini, ovviamente), procaci donnine ingenue ma maiale, dentature scompagnate (che si trasformano per l’occasione in metalliche zannine), e viene citato sia a parole che in immagini anche il film Un tranquillo weekend di paura che ha sdoganato il modello del montanaro bifolco pervertito armato di pettorina e banjo.

Gli omicidi invece sono più o meno simili all’originale, ovviamente più gore e verosimili. Manca assolutamente il senso di “dubbio” che pervade il primo film, perché la natura dei 2001 Maniacs viene palesata a metà film e ribadita fino alla fine ed il finale è molto più cattivo di quello della prima pellicola. Il film viene privato di quell’”innocenza” che in qualche modo caratterizzava il film di Lewis tant’è che, se non sbaglio, uno dei ragazzini sudisti veniva ingannato con la promessa di un giro in macchina dal protagonista, espediente che qui viene riproposto ma fallisce.

Inoltre, per fortuna, è stato mantenuto l’azzeccatissimo “Rebel Yell” come colonna sonora e nella scena finale viene riproposto in stile Rammstein.





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Se cercate del “sano” divertimento horror questo è il film che fa per voi, nell’attesa degli inaspettati sequel 2001 Maniacs: Beverly Hellbillys e 2001 Maniacs: The Hillbillys Have Eyes, di prossima uscita, tutti diretti da Tim Sullivan e ovviamente interpretati da Robert Englund. Il regista americano non è nuovo nel mondo del cinema, soprattutto come produttore, ma la sua carriera di regista e scrittore è, si può dire, appena cominciata. Ha 45 anni e tre film in uscita, tra cui i due seguiti sopraccitati.



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Robert Englund interpreta il Maggiore Buckman, sindaco di Pleasant Valley. Quest’uomo può decisamente essere definito l’attore horror per eccellenza, colui che si cela sotto la maschera di Freddy Krueger in tutti e sette i film della saga di A Nightmare On Elm Street. La sua filmografia è sterminata, non sempre eccelsa ma quasi tutta di genere: Quel motel vicino alla palude, Un mercoledì da leoni, Le notti proibite del Marchese de Sade (oh, se lo recensirò prima o poi..), The Mangler – La macchina infernale, Wishmaster, Urban Legends, Freddie vs Jason, l’italianissimo Il ritorno di Cagliostro. Ha collezionato anche un’infinita serie di partecipazioni televisive, a partire dallo storico Visitors in cui, paradossalmente, interpretava Willie, l’alieno buono: Charlie’s Angels, Chips, Hunter, MacGyver, Supercar, Freddie’s Nightmares, Nightmare Café (due serie storiche che devo ritrovare), I Simpson (come voce di Freddie Krueger ovviamente), Streghe, Masters of Horror. Ha 62 anni e cinque film in uscita tra cui, ovviamente, i seguiti di questo 2001 Maniacs e, udite udite, la nuova serie di Visitors!! Holy crap!





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Lin Shaye interpreta la simpatica e folle Nonna Boone. L’attrice di Detroit ha già collaborato con Englund in Nightmare – Dal profondo della notte (dove interpretava un’insegnante), e Nightmare nuovo incubo (dove invece interpretava un’infermiera) e con i fratelli Farrelly per la maggior parte dei loro film (una donna da sposare, insomma). Ha partecipato a film come Critters, lo splendido L’Alieno, Palle in Canna, Una moglie per papà, Scemo e più scemo, Ancora vivo, Tutti pazzi per Mary, Snakes on a Plane. Per la TV ha lavorato in Ai confini della realtà e My Name is Earl. Ha 65 anni e ben dieci film in uscita, tra cui i succitati seguiti!






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Peter Stormare interpreta l’insegnante di storia, un ruolo veramente marginale, ma anche l’attore svedese ha un posto nel mio cuore, come ben sa chi mi conosce, soprattutto per la splendida interpretazione in Fargo, dei fratelli Coen. Tra i suoi altri film ricordo Fanny e Alexander, Risvegli, Il mondo perduto – Jurassic Park, Il grande Lebowsky, Codice Mercury, Armageddon, 8 MM – Delitto a luci rosse, The Million Dollar Hotel, Chocolat, Minority Report, Lo smoking, Constantine, The Brothers Grimm (no, non userò MAI il titolo italiano!!), Nacho Libre. Per la TV ha recitato in Prison Break e CSI. Ha 56 anni e sette film in uscita.






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Ecco il trailer, giusto per farvi un'idea e anche perché non riesco a trovare il Rebel Yell (sigh!!)... ENJOY!!!















lunedì 12 gennaio 2009

The Spirit (2008)

Qualche sera fa, spinta da entusiasmo altrui e curiosità mia sono andata a vedere l’ultimo film di Frank Miller, The Spirit, tratto dal fumetto di Will Eisner. Premesso che non ho mai letto quest’ultimo, diciamo che sono rimasta leggermente perplessa, nonostante l’indubbia bellezza formale e il cast stellare. Ma cominciamo dall’inizio.




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La trama: in un’epoca indefinita che mescola lo stile anni ’20 alla tecnologia all’ultimo grido, Danny Colt, poliziotto ucciso in servizio, torna dall’aldilà per servire la Sua Città nei panni di The Spirit, invulnerabile eroe ossessionato da due cose; le donne e soprattutto la sua nemesi Octopus.



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Date le premesse, Frank Miller e Will Eisner mi aspettavo tutta un’altra cosa. Intendiamoci, non è che il film sia brutto, questo non si può dire, sebbene personalmente avrei imposto un aut aut: o lasci l’effetto cartoon alla cravatta e alle scarpe di Spirit SEMPRE, come hanno fatto in Sin City, o eviti. Vederlo un po’ sì un po’ no, senza soluzione di continuità, è francamente fastidioso. Stilisticamente però è una pellicola ineccepibile, ha quella splendida fotografia dalle tonalità seppia, effetti visivi alla Sin City, costumi spettacolari e scenografie che fanno il paio.

Però… gratta gratta non c’è nient’altro.



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La trama è quanto di più semplice si possa immaginare, col vigilante che cerca di ripulire la città dal male e si scontra perennemente con l’arcinemico. E forse è proprio questa semplicità che, almeno per la prima mezz’ora, rende il film lento ed inconsistente, mentre lo spettatore si perde in dialoghi fatti di nulla (“Ti combatterò fino alla morte.” “No, tu non mi combatterai perché siamo uguali” “Lo vedremo” “Ma anche no, te lo assicuro!” “E invece io dico di sì” “ Non hai capito niente…” e via dicendo) e monologhi col gatto, nonostante la comparsa di Samuel L. Jackson e l’improbabile duello a colpi di cesso siano decisamente esilaranti. E qui il film, da noir supereroistico, comunque serio, vira verso l’ironico e il grottesco. Intanto vengono introdotti i meravigliosi servi clonati di Octopus, tutti col cervello di una nocciolina e con delle magliette recanti parole che finiscono tutte in OS (Pathos, logos, huevos, adios, amigos..), poi beh.. le gag cominciano a sprecarsi: dai deliranti travestimenti di Octopus e della sua cricca, agli approcci inevitabilmente perfetti di Spirit con le donne, passando per Eva Mendez che si fotocopia le chiappone fornendo un ottimo identikit alla polizia, arrivando ai monologhi su uova e gomme da masticare, psicologia spicciola, interviste dove si consiglia sempre di lavarsi i denti, definizioni quanto mai ambigue (“Sand faceva la dura ma in realtà dentro era calda.. e morbida… tutta donna…”) e personaggi assurdi. Tutto questo rende il film decisamente più dinamico e ovviamente divertente, però non soddisfa affatto.


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In sintesi non ho capito se l’ironia era voluta e Spirit è una stilosissima parodia del genere supereroistico, dialoghi pomposi e risibili compresi, oppure semplicemente si è scelto di dare un’impronta ironica che poi è decisamente sfuggita di mano. Non mi sento di non consigliarlo, però è molto particolare e certo non è un film per tutto il pubblico. Forse rivedendolo una seconda volta… chissà! Per ora il giudizio è neutro, tendente al positivo grazie alla magistrale performance di Samuel L. Jackson e Scarlett Johansson, che valgono da soli il prezzo del biglietto.



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Frank Miller  prima di essere regista è uno degli scrittori e fumettisti più apprezzati al mondo, e a ragione. Tra le sue opere figurano capolavori come la Graphic Novel Sin City (di cui è stato anche regista per il film omonimo assieme a Rodriguez e Tarantino) e Batman: il Cavaliere Oscuro, solo per citarne un paio, inoltre ha donato nuova vita a personaggi come Elektra, Wolverine e il già citato Batman con sequenze di racconti che hanno fatto la storia del fumetto supereroistico. Attivo anche come sceneggiatore, questo è il suo secondo lavoro come regista. Ha 52 anni e due film in uscita, i seguiti di Sin City.



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Gabriel Macht interpreta Danny Colt, alias The Spirit. Ha partecipato soprattutto a famosi telefilm come Beverly Hills 90210, Spin City, Sex and the City, Numb3rs, mentre nel suo curriculum cinematografico figurano Behind Enemy Lines e Bad Company – Protocollo Praga. Ha 37 anni e quattro film in uscita.



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Samuel L. Jackson interpreta, e magistralmente direi, Octopus. Indubbiamente uno degli attori più cool che ci siano in circolazione, nonché uno dei miei preferiti, ha una filmografia di tutto rispetto, grazie anche al divino Quentin. Tra i suoi film assolutamente da ricordare figurano: Il principe cerca moglie, Quei bravi ragazzi, Palle in canna, Jurassic Park, Una vita al massimo, Pulp Fiction (indimenticabile!), Il bacio della morte, Die Hard – Duri a morire, Mosche da bar, La baia di Eva (splendido…), Jackie Brown, Sfera, Out of Sight, Il negoziatore, Unbreakable, Kill Bill vol. 2, Gli Incredibili (era la voce di Frosone), Snakes on a Plane (il film cult del 2006, senza dubbio), 1408 e infine Iron Man. Ha 61 anni e sei film in uscita, tra cui l’ultimo del dio Quentin, Inglorious Bastard, che ovviamente attendo come un bambino fa con quel ciccione di Babbo Natale…



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Scarlett Johansson, la musa di Woody Allen, interpreta la scazzatissima Silken Floss. Nonostante la giovanissima età ha partecipato a moltissimi film tra i più importanti, come L’uomo che non c’era, Ghost World, Arac Attack (beh forse questo non è così importante..), Lost in Translation, Spongebob il film (dava la voce a Molly!), Match Point, The Island, Black Dahlia, The Prestige, Vicky Cristina Barcelona. Ha dato anche la voce ad alcuni episodi di Robot Chicken, la serie in stop motion di Seth Green. Ha 25 anni e un film in uscita.



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Di Eva Mendes, alias Sand Saref, ho già parlato qui. Menzione speciale merita però l’interprete dei cloni (ne ho contati almeno una ventina), ovvero Louis Lombardi. Come tutti gli attori Newyorkesi dal cognome italiano ha partecipato alla serie I Soprano, inoltre a film come Natural Born Killers, Ed Wood, I soliti sospetti, Wonderland e Spiderman 2. Per la TV ha partecipato anche a una stagione di 24. Ha 41 anni.



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Vi lascio con un elenco dei momenti peggiori del Film, una campagna per far ottenere almeno un Razzie Award, ovvero gli anti oscar consegnati solo ai peggiori dell'anno, al nostro... ENJOY e votate!







sabato 3 gennaio 2009

The Strangers (2008)

Sotto le feste bisognerebbe andare a vedere i cartoni animati, Aldo Giovanni e Giacomo, i film per famiglie (non i cinepanettoni, per carità...) ma i pervertiti che fanno? Vanno a vedere gli horror, ovvio! E questo è successo ieri sera quando la mia migliore amica e il suo ragazzo mi hanno proposto The Strangers, del novellino Bryan Bertino.


La trama è semplicissima: due fidanzati in crisi decidono nonostante tutto di passare la notte nella casa di campagna di lui. Intorno alle 4 di notte cominciano a venire assillati da tre loschi figuri con delle maschere a nascondere i volti. Inizia così un devastante gioco tra gatto e topo fino all'inevitabile e truculento finale...


Allora premesso che io riesco a sostenere dal più truculento degli Hostel al più infame dei Guinea Pig, ho comunque detestato questo film, perché è quanto di più inutilmente bastardo possa esserci al momento in programmazione. Al di là del fatto che pare sia tratto da una storia vera (non so come funzionano le leggi Americane in proposito ma io so per certo che non avrei mai dato il permesso di trasporre la mia storia sfigata in una pellicola simile) è privo di qualsivoglia ironia o elemento fantastico che ti può portare a pensare: ma che idiozia, non potrà mai succedere!


E' fin troppo facile immaginarsi, all'uscita del cinema, tre strepponcelli che decidono di comprarsi delle maschere e andare a "provare" l'ebbrezza di rompere le balle a due poveri cristi isolati per poi ucciderli. E sento già i più che diranno: è ovvio, ma può succedere per ogni horror. A mio avviso non è assolutamente vero, perché è assai difficile immedesimarsi in gente come Freddy, Jason, ecc. Persino film come Hostel sono talmente crudi ed improponibili nella realtà che giusto un deviato estremo potrebbe pensare di imitarli. E la differenza tra The Strangers e un film come Arancia Meccanica o persino Funny Games è data dall'assoluta mancanza di una riflessione sulla violenza mostrata, che non viene intesa né come filosofica scelta di libertà o ribellione rispetto agli schemi imposti, né come presa in giro dello spettatore "guardone" ma solo come stupido ed insensato rimedio alla noia. Alla domanda finale di Liv Tyler: "Perché lo fate? Perché noi??" la risposta della Bambolina è: "Perché eravate in casa". Allucinante eppure vero. Così come è allucinante pensare che questo sia uno dei miliardi di casi irrisolti in America, un massacro senza colpevoli che, puntualmente, la fanno franca e anzi, nella vita di tutti i giorni sono anche persone normali e persino credenti, come mostra l'ultima scena volutamente provocatoria quando i killer accettano i volantini di due ragazzini mormoni che invitano a redimersi dal peccato. "Così la prossima volta sarà più facile" dice una dei killer.


Per il resto, per carità... Nonostante la banalità della trama, la fotografia è eccellente, gli attori in parte, ci sono infarti in quantità industriale soprattutto grazie alla scelta di inserire tra le maschere un asettico sacco di iuta a mò di spaventapasseri, e persino una colonna sonora tra il country e l'assoluta assenza di suono che è praticamente perfetta. Se avete lo stomaco di vederlo, i miei auguri, Personalmente odio i divieti imposti, ma almeno un bel V.M. 14 ci stava tutto.

Bryan Bertino è il regista e sceneggiatore di questo film, che è la sua prima opera. Ha 31 anni e un altro horror in uscita a breve, Alone.


Liv Tyler interpreta Kristen. La famosissima figlia di Steven Tyler degli Aerosmith era un pò scomparsa dalle scene, ma ha partecipato a film come Rosso d'autunno, Io ballo da sola, Armageddon, la trilogia de Il signore degli anelli. Ha 31 anni.


Scott Speedman interpreta James, l'altra metà della coppia. Attore inglese trapiantato in Canada ha partecipato essenzialmente a telefilm come Piccoli Brividi e Felicity e a film come XXX 2 e Underworld: Evolution. Ha 33 anni e un film in uscita.


Vorrei svelare le identità dei tre idioti mascherati ma anche no! Vi lascio col trailer del film... ENJOY!

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