venerdì 24 giugno 2011

Identità violate (2004)

Normalmente non mi sbatto a cercare e guardare questo genere di film, ma siccome qualcuno mi ha consigliato di vedere Identità violate (Taking Lives), diretto nel 2004 dal regista D.J. Caruso, ecco che mi trovo a doverne scrivere la recensione.



Trama: un’agente dell’FBI viene assegnata ad un caso legato ad un maniaco pluriomicida che si appropria dell’identità delle sue vittime. Un giorno però il killer viene riconosciuto per la prima volta da un testimone che, così, rischia di diventare la prossima vittima…



Come potrete capire dalla trama in Identità violate non c’è niente di troppo innovativo. E’ il classico film americano a base di superagenti dell’FBI che cercano di catturare un malvivente praticamente inafferrabile, con tutto il contorno di inseguimenti, indagini e diffidenza dei poveri sbirri “normali” che fanno il loro lavoro facendo la figura dei fessi davanti all’FBI. In questo caso particolare le atmosfere sono un po’ debitrici da quel capolavoro che è Il silenzio degli innocenti, perché la protagonista principale è donna (e che donna! direbbero alcuni) e la sfida tra lei e il killer affonda le radici proprio in questo e anche nel suo essere agente dotata di caratteristiche non comuni: coglie qualsiasi dettaglio della personalità altrui grazie ad un minimo gesto, si infila nelle fosse per capire com’è stata uccisa una vittima, vive circondata da foto di cadaveri e, ovviamente, è schiva, solitaria e non la da manco a morire pur essendo una strafiga da primato. Ecco, questa è l’unica differenza tra lei e la povera Clarice, che aveva dalla sua solo un cervello della madonna e veniva presa in giro da Hannibal per l’aspetto campagnolo.



Ma tornando su un piano più serio, bisogna dire che, nonostante avessi capito l’identità del killer più o meno verso metà film, Identità violate non è male. Innanzitutto ha un ritmo parecchio sostenuto e non ricorre a mezzucci come sparatorie lunghe delle ore o inseguimenti in macchina che paiono non finire più. Inoltre, l’idea di un “predatore” di identità che viene mostrato da giovanissimo solo nell’incipit iniziale offre la possibilità di creare un senso di angoscia e di pericolo imminente non da poco perché, in effetti, il killer potrebbe essere davvero chiunque. Senza contare che un paio di scene mi hanno fatta saltare dalla sedia, soprattutto nel finale, che mostra una Jolie stranamente vulnerabile, un maniaco anche troppo bastardo e che offre l’unico, vero ed inaspettato colpo di scena dell’intera pellicola. Gli attori in generale non sono malaccio e per una volta non fanno da mero contorno alla sempre bella Angelina, a proposito della quale farei una piccola osservazione femminile: all’interno di un thriller posso quasi capire perché mi ci infili una scena di sesso nemmeno troppo inutile… ma perché lui è talmente vestito che vien da chiedere come faccia a copulare e lei invece è completamente nuda? Alla domanda non viene data risposta, ma pare esista il Director’s Cut dove la scena è talmente lunga e dettagliata che alla buona Jolie si vedono anche le tonsille e non solo, visto che la mostrano pure sotto la doccia. Uomini, ingegnatevi e procuratevela, a me basta la versione normale.



Di Kiefer Sutherland ho già parlato qua, mentre un piccolo excursus della carriera di Angelina Jolie lo trovate qua. Già comparso sul Bollalmanacco anche Tchéky Karyo, più precisamente qua.

D.J. Caruso è il regista della pellicola. Ha diretto episodi di Più forte ragazzi, Dark Angel, Smallville e i film Disturbia e Io sono il numero Quattro. Americano, anche produttore, ha 56 anni.



Ethan Hawke interpreta Costa. Ex marito di Uma Thurman e attore molto attivo e famoso soprattutto negli anni ’90, lo ricordo per film come Explorers, L’attimo fuggente, Alive – Sopravvissuti, Giovani carini e disoccupati, l’inguardabile e tedioso Prima dell’alba e Gattaca – La porta dell’universo. Per la TV ha partecipato a un episodio di Alias e ne ha doppiato uno di Robot Chicken. Americano, anche regista, sceneggiatore e produttore, ha 41 anni e sei film in uscita.



Gena Rowlands interpreta la Signora Asher. Americana, moglie del regista John Cassavetes, la ricordo per film come Qualcosa di cui… sparlare, She’s so Lovely – Così carina, Paulie – Il pappagallo che parlava troppo, Scherzi del cuore, The Skeleton Key. Ha inoltre partecipato a serie come Alfred Hitchcock presenta, Colombo e Numb3rs. Anche sceneggiatrice, ha 81 anni e un film in uscita.



Tra gli interpreti segnalo anche Justin Chatwin, già nominato per quella bruttura di Dragonball Evolution, qui nei panni del bulletto sognatore che compare all’inizio del film. Se Identità violate vi è piaciuto ma cercate comunque un thriller con un colpo di scena davvero degno di questo nome, e volete impazzire per capire l’identità dell’assassino, io consiglierei il bellissimo Identità. E ora vi lascio con il trailer originale del film... ENJOY!!

5 commenti:

  1. un buon thriller secondo me, lo vidi al cinema e ne conservo un bel ricordo.
    il finale è azzeccatissimo

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  2. Io lo adoro questo film! anche io sono saltata dalla sedia un paio di volte alla fine e la scena in cui si palesa il killer mi ha fatto rabbrividire...

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    Risposte
    1. Siccome non lo guardo da anni dovrei rivederlo ma il finale è da brividi, hai ragione! :D

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