mercoledì 25 gennaio 2012

Paura nella città dei morti viventi (1980)

Era un po’ che non parlavo del divino Fulci, ma rimedio subito visto che in questi giorni sono riuscita a guardare Paura nella città dei morti viventi, da lui diretto nel 1980.


Trama: nella cittadina di Dunwich un prete si impicca, causando così l’apertura di una delle porte dell’Inferno. Una medium ha una visione dell’accaduto e decide così di impedire che il male si riversi sulla terra…


Come si può non amare Fulci? Semplice, basta avere dieci anni di meno e guardare i suoi film con amici che ridono per ogni inezia e la mente ancora piena di ammereganate. Sì perché questo Paura nella città dei morti viventi avevo già avuto modo di guardarlo ma, come potrete immaginare, mi aveva fatto poco meno che schifo. Riguardandolo ora, sola soletta, a mente fresca come si suol dire, mi sono lasciata prendere dall’atmosfera e mi sono goduta quello che altro non è se non il fratellino minore del mio film fulciano preferito, il bellissimo E tu vivrai nel terrore… l’aldilà. Le similitudini infatti sono tantissime (d’altronde entrambe le sceneggiature sono state scritte da Dardano Sacchetti), a partire dalla protagonista Catriona McCall, ma ci sono anche parecchie imperfezioni ed ingenuità che mancano ne L’aldilà, come se Paura nella città dei morti viventi fosse una sorta di embrione, di esperimento, la nota iniziale della sinfonia del terrore che il regista avrebbe espresso nella sua Trilogia della morte.


In entrambi i film il male viene scatenato su un’intera comunità dal gesto di un singolo e la sua natura non è mai ben definita, nonostante esista un libro che ne parla (il libro di Eibon ne L’aldilà, il libro di Enoch in Paura nella città dei morti viventi, anche i nomi sono simili). Sono dei morti viventi quelli che attaccano i cittadini, ma talvolta essi sono intangibili e perfidi come fantasmi, altre famelici e solidi come veri e propri zombi romeriani, ma in ogni caso hanno poteri sovrannaturali che mancano ai loro cugini americani, come quello di fare sputare ad un essere umano le sue stesse viscere oppure quello di teleportarsi da un posto all’altro. I protagonisti non sono eroi o persone dotate di chissà quali conoscenze ed intelletto superiori, anzi: la maggior parte delle volte fanno delle figure barbine quando non vengono trucidati nei modi peggiori e, a prescindere dal fatto che riescano o meno a risolvere il mistero, il male troverà sempre il modo di vincere e condannarli per l’eternità quando meno se lo aspettano. Nemmeno i bambini trovano scampo da questi inferni scatenati da Fulci e rischiano di diventare i peggiori veicoli delle forze maligne, ingannando spettatori e protagonisti con le loro faccine innocenti e le lacrimucce da novelli orfani, mentre il buon Fabio Frizzi sottolinea ogni momento clou con le sue adattissime e particolari musiche (la colonna sonora de L’aldilà è insuperabile, ma anche quella di Paura nella città dei morti viventi è molto bella).


Certo, la trama è sicuramente da mani nei capelli così come la recitazione di buona parte dei coinvolti, per non parlare degli effetti speciali. Eppure, conoscendo l’entusiasmo e i mezzi con cui Lucio e i suoi collaboratori realizzavano i film bisognerebbe chinare il capo e vergognarsi di storcere il naso. Infatti sono l’amore per il cinema e la voglia di scioccare il pubblico italiano ancora “vergine” a trasparire da ogni singolo fotogramma. Poco importa, quindi, che il primo cadavere ritrovato somigli ad un ammasso di cavoli scotti, che il giornalista decida di liberare dalla bara la povera medium (peraltro sepolta viva dopo essere stata imbalsamata, ma come minchia è possibile?!) utilizzando un piccone a rischio di infilarle la punta nel cranio, che i morti viventi a volte decidano di non uccidere le persone, scomparendo appena loro chiudono gli occhi, che un rispettabile padre di famiglia decida d’amblé di fare fuori il pervertito del villaggio trapanandogli la testa, che Dunwich sembri popolata da scimmie urlatrici che ogni tanto emettono il loro verso nascoste sugli alberi manco fossimo in una giungla, che la scritta in inglese sulla tomba, durante i titoli di testa, non rispecchi assolutamente la traduzione italiana e si concluda con il nome della cittadina a mo’ di firma ("L'anima che anela all'eternità deve sottrarsi al giogo della morte. Tu, o viandante alle soglie delle tenebre, vieni. Dunwich" Concorderete con me che ha del surreale).


Tutto questo non importa, dicevo, perché concorre a rendere particolare il film, assieme agli efficacissimi primi piani degli occhi di Catriona McCall, a quelle prolungate attese che alimentano l’ansia ed anticipano il momento shock, alle mani degli zombi che strizzano la nuca delle loro vittime fino a fare uscire i cervelli dal cranio, alla pioggia di vermi (veri, signore Iddio, palesemente veri!!) lanciata senza scrupolo sui poveri attori schifati ed urlanti, allo sguardo allucinato di un satanico prete, preludio di una delle scene più gore della storia del cinema, omaggiata persino in uno degli albi migliori di Dylan Dog, Golconda. E poi, quel meraviglioso, ambiguo finale dove, proprio quando pensavamo ad un happy ending, esplodono delle urla raccapriccianti che mandano tutto in pezzi, persino l’inquadratura. Tutto questo è Paura nella città dei morti viventi. Tutto questo è Fulci. E, come dicono negli USA, come dovremmo dire più spesso noi… Fulci Lives. Fulci vive.


Del regista Lucio Fulci (che compare anche nei panni del Dr. Thompson) ho già parlato qui, mentre di Catriona MacColl, che interpreta Mary, ho già parlato qua. Christopher George, che interpreta Peter, lo trovate invece qui.

Carlo De Mejo interpreta Gerry. Romano, figlio della grande attrice Alida Valli, ha partecipato a film come Quella villa accanto al cimitero e Manhattan Baby. Ha 67 anni.


Antonella Interlenghi interpreta Emily. Romana, ha partecipato a film come Vacanze di Natale, Vacanze in America e Matrimonio con vizietto. Ha 52 anni.


Giovanni Lombardo Radice interpreta l'ambiguo Bob. Romano, ha partecipato a film come Apocalisse domani, Cannibal Ferox, Deliria, La chiesa, La setta, Ricky e Barabba, Gangs of New York e Omen - Il presagio, oltre ad un episodio della serie Don Matteo. Anche sceneggiatore, ha 57 anni e cinque film in uscita, tra cui il seguito del cult anni '80 La casa sperduta nel parco, sempre diretto da Ruggero Deodato e una roba chiamata Mondo Holocausto!, che dal titolo parrebbe un revival dei mondo movies. Ovviamente entrambi i progetti sono appena entrati in pre-produzione, quindi campa cavallo.


Luca Venantini interpreta il piccolo John-John. Nato a New York ma di origini italiane (il padre è Venantino Venantini, anche lui tra i partecipanti al film) lo ricordo per pellicole come Apocalisse domani, Superfantagenio, Fantaghirò 5 (ebbene sì, c'era anche lui un po' più cresciutello!!) e per la serie Classe di ferro. Ha 42 anni.


Michele Soavi interpreta Tommy. Milanese, più conosciuto come regista che come attore, ha partecipato a film come Tenebre, Phenomena, Dèmoni, Opera, Il gatto nero, Deliria, La chiesa, La setta e Dellamorte Dellamore (questi ultimi quattro film li ha diretti lui). Anche sceneggiatore e produttore, ha 55 anni.


Venantino Venantini (vero nome Enrico Venantino Venantini) interpreta Mr. Ross. Originario di Fabriano, ha partecipato a film come Il vizietto, Piedone d'Egitto, Apocalisse domani, Cannibal Ferox, lo splendido Ladyhawke, Superfantagenio e alle serie I ragazzi della 3 C, Classe di ferro, I ragazzi del muretto, Un medico in famiglia, Il maresciallo Rocca e I Cesaroni. Ha 82 anni.


Se il film vi fosse piaciuto suggerisco di recuperare le altre due pellicole che compongono la cosiddetta “trilogia della morte” fulciana, di cui fa parte anche questo Paura nella città dei morti viventi: L’aldilà e Quella villa accanto al cimitero. Anche guardare Zombi 2 e la trilogia de La casa di Raimi non sarebbe una brutta idea.

13 commenti:

  1. Che film, che film, che film. Non posso che ripetere questo milioni di volte. Fulci non è stato certo un virtuoso, ma un poeta come pochi.

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  2. aaaaaaaaah mi hai presa nel bel mezzo di una scoperta Babol, recentemente di fulci ho visto il bellissimo non si sevizia un paperino e sono in cantiere sette note in nero e tu vivrai nel terrore l'aldilà...quest'anno sarà un anno di scoperte fantastiche :)

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  3. @frank
    Come darti torto?
    Con tutti i suoi difetti, il buon Lucio ha comunque contribuito a fare la storia del cinema italiano!

    @arwen
    Sette note in nero e L'aldilà sono due dei più bei film mai girati, sicuramente i miei preferiti di Fulci.
    Goditi la nuova scoperta allora!!

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  4. Fulci mi piace tantissimo come autore di gialli/trhiller:non si sevizia un paperino,sette note in nero,una donna con la pelle da lucertola.Ha diretto due bellissimi,splendidi western:il macabro,malinconico i 4 dell'apocalisse è splendido.Poi anche una bella versione di Zanna Bianca
    Come regista di horror,invece non mi prende molto.Ha diretto una bellissima opera come L'Aldilà,poi un deccentissimo quella villa accanto al cimitero.Mi ha divertito con aenigma,ma ha diretto anche molti film mal riusciti.
    Non sono un suo fan ,però gli riconosco un ruolo tuttosommato importante nel genere.

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    1. Ecco, come regista Western non lo conosco, lo ammetto, quanto a Zanna Gialla non amo il genere.
      I molti film mal riusciti... poveraccio, bisogna anche dire che metterci la passione non sempre paga, davanti alla mancanza di mezzi e alla rottura di palle dei produttori, soprattutto quando poi è subentrata la TV commerciale.

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    2. si,per quei problemi che dici tu e anche perchè dopo sacchetti non ha mai incontrato uno sceneggiatore degno di nota.Rapporto burrascoso quello dei due quanto pare,con Fulci intenzionatissimo a farla pagare all'ex solidale.Cose che si sentono in giro.Tuttavia autore da rispettare assolutamente perchè ha fatto cinema di ogni tipo e genere.Uno dei pochissimi che merita una sana e moderata ammirazione

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  5. Come dice Frank lissù, Fulci è un poeta. Fulci è quello che ti spalanca le porte dell' Altrove e ti ci butta dentro a calci.
    E noi lo amiamo di amore eterno e disperato.

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    1. E continueremo a riguardarne in film (tranne Il fantasma di Sodoma, quello è veramente un insulto u__u) finché non li avremo apprezzati completamente!!!

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  6. Esatto, un gran poeta, e suoi film hanno quei lati surreali che mandano ad una dimensione non sempre definibile, difetti che diventano caratteristiche. E sempre W Dardano!
    Gli amici che ridono meritano la fine del pervertito del villaggio!

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    1. W Dardano sì, soprattutto come collaboratore Fulciano!
      E gli amici, come si fa... sono miscredenti!!!
      Però è divertente anche guardarli con occhio inorridito questi film, la risata è garantita se si è nello spirito giusto!!

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  7. con tutti i suoi difetti, altro filmone fulciano scoperto da ragazzo in una videoteca, era della domovideo, addirittura quelle a dimensione extralarge, e visto a ripetizione con gli amici. belli i tempi quando entravi nelle videoteche e scoprivi film impensabili e belli.erano gli anni 80

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    1. Quando ho cominciato a frequentare la videoteca io, Fulci era già superato e ci spaventavamo con gli horror tipo La casa. Il Maestro l'ho scoperto solo alle superiori, grazie a un amico appassionato!

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