martedì 31 luglio 2012

Iron Sky (2012)

Di tanto in tanto mi capita di leggere trame o vedere trailer di film che mi lasciano talmente sconvolta da diventare una sorta di “chiodo fisso”. E’ successo con The Human Centipede – First Sequence, con One – Eyed Monster e adesso anche con Iron Sky, diretto proprio quest’anno dal regista Timo Vuorensola.


Trama: dopo la seconda guerra mondiale i nazisti non sono scomparsi, ma si sono rifugiati sulla Luna, da dove hanno progettato per anni l’invasione della Terra e la restaurazione del Reich. E ora il momento di tornare al pianeta natio è giunto…


Finalmente sono riuscita nell’intento di guardare questo Iron Sky, di cui (quasi) tutti avevano parlato benissimo e che, molto probabilmente, mai giungerà nelle sale italiane. Sinceramente, forse perché mi ero creata davvero troppe aspettative, l’ho trovato un gradevole e demenziale divertissement ma niente più. L’idea di una manica di nazisti che vivono come se si trovassero ancora nel terzo Reich e che progettano di invadere la Terra con una flotta di astronavi antidiluviane e dai nomi altisonanti va sicuramente a braccetto col trash e la presenza di Udo Kier era una sorta di garanzia, quindi sulla carta Iron Sky avrebbe dovuto essere perfetto, tuttavia qualcosa non mi ha convinta né per quanto riguarda la trama né per quanto riguarda la realizzazione. Sicuramente, la pellicola è più di quel che appare, perché al di là dell’aspetto demenziale gli sceneggiatori hanno deciso di fare un bel po’ di satira neppure troppo velata nei confronti dell’attuale situazione mondiale, dove gli USA spadroneggiano con un governo apparentemente illuminato imponendo alle altre nazioni regole e limiti travestiti da obblighi morali che loro stessi disattendono allegramente: emblematica l’idea di creare un presidente donna sboccatissimo e praticamente identico a Sarah Palin, il cui motto è “Yes SHE Can” e che vede nella guerra contro gli invasori nazisti l’egoistica opportunità di venire rieletta, a scapito delle vite di milioni di americani e, ovviamente, della pace mondiale.


Purtroppo, Iron Sky risulta però debole proprio in quello che dovrebbe differenziarlo dalle altre pellicole, ovvero nella sua assurda idea di base. Per carità, le sequenze in cui Renate mostra ai suoi allievi Il Grande Dittatore composto solo dalla scena in cui Chaplin gioca a palla con il mappamondo oppure quelle in cui i Nazi si confrontano per la prima volta con una realtà fatta di potentissimi telefonini cellulari in grado di far muovere astronavi enormi sono geniali quanto l'astronauta nero "albinizzato" per mano dello scenziato pazzo, tuttavia l'ironia viene parecchio diluita per colpa di personaggi troppo caricaturali e interpretati da attori poco sopra il livello della mediocrità (Udo a parte, ma lui si vede davvero poco...) e, soprattutto, verso il finale il tono della pellicola cambia diventando amaro, serio e quasi triste, come se i realizzatori si fossero pentiti a metà strada e non avessero avuto il coraggio di abbracciare totalmente la serie Z trash come forse avrebbero dovuto fare. Inoltre, a fronte di una colonna sonora davvero splendida e divertente, al limite della parodia, le scene madri che contemplano invece l'uso degli effetti speciali, come quelle degli attacchi con i meteoriti o della "rinascita" dell'impronunciabile arma finale Götterdämmerung, assomigliano parecchio a quelle di un videogioco e risultano in qualche modo rallentate e fasulle. Splendidi, invece, fotografia e costumi, sicuramente un tocco di classe in una produzione indipendente come questa. In poche parole, Iron Sky è un film molto particolare che comunque merita una visione. Ma purtroppo non è riuscito ad assurgere al ruolo di cult, maledizione!


Di Udo Kier, che interpreta Wolfgang Kortzfleisch, ho già parlato qui.

Timo Vuorensola è il regista della pellicola. Finlandese, ha già diretto un corto e un'altra pellicola di pseudo-fantascienza. Anche attore, musicista e tecnico degli effetti speciali, ha 33 anni e due film in uscita.


Götz Otto interpreta Klaus Adler. Tedesco, ha partecipato a film come Schindler's List, Il domani non muore mai, La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler e alla serie TV I pilastri della terra. Anche sceneggiatore, ha 44 anni e cinque film in uscita, tra cui l'ennesimo live action dedicato ai Galli di Goscinny e Uderzo, Asterix e i bretoni.


Christopher Kirby interpreta James Washington. Americano naturalizzato australiano, ha partecipato a film come La regina dei dannati, Matrix Reloaded, Matrix Revolutions, 'Salem's Lot e alle serie Neighbours, Flipper, Willy il principe di Bel Air e Incubi e deliri. Ha due film in uscita.


Se il film vi fosse piaciuto consiglierei la visione di alcuni classici di fantascienza pseudo - demenziale come Balle spaziali, Men in Black, Paul e Galaxy Quest... oppure cambiate proprio genere e buttatevi sul capolavoro Inglorious Basterds. ENJOY!

lunedì 30 luglio 2012

Get Babol! #30

Siamo arrivati al trentesimo appuntamento con la rubrichetta che da uno sguardo alle uscite d'oltreoceano con l'ausilio del sito Getglue!. Questa settimana c'è poca roba di cui parlare, ma sembrerebbe tutta molto interessante... ENJOY!

Ruby Sparks
Di Jonathan Dayton e Valerie Faris
Con Paul Dano, Zoe Kazan e Annette Bening.
Trama (da Imdb): Uno scrittore in crisi trova l'amore nel modo più strano: creando un personaggio femminile che potrebbe amarlo e, in seguito, desiderando che diventi reale.

Il sito me lo consiglia perché mi sono piaciuti Il ladro di orchidee, Pleasantville e Be Kind Rewind. Solitamente i film romantici non mi piacciono, ma le commedie con un pizzico di particolarità e fantasia spesso mi sorprendono. Questo Ruby Sparks, diretto dallo stesso regista del meraviglioso Little Miss Sunshine, sembra molto carino e divertente, e l'idea che uno scrittore possa dare realmente vita al personaggio di un suo romanzo è in qualche modo affascinante. L'unica cosa, temo un finale meno che lieto, mentre guardavo il trailer ho avuto un brivido... Ho paura che questo potrebbe essere uno di quei film talmente commoventi da farmi stare male. La data di uscita italiana, purtroppo, è ancora sconosciuta.


Killer Joe
Di William Friedkin
Con Matthew McConaughey, Emile Hirsch e Juno Temple.
Trama (da Imdb): Quando un giovane si ritrova in pericolo per colpa di un debito, decide di far uccidere la madre crudele per impadronirsi della sua assicurazione sulla vita.

Il sito me lo consiglia perché mi sono piaciuti Leon e A History of Violence. A occhio e croce, questa è una pellicola che potrei arrivare ad adorare, perché dal trailer mi sembra violenta, inquietante e con degli attori in parte (anche se McConaughey non mi è mai piaciuto troppo...). Certo, il fatto che sia anche una commedia mi perplime, perché di divertente non ci ho visto proprio nulla, ma le commedie nere di solito sono quelle che preferisco. E poi, Friedkin non è proprio l’ultimo dei registi, eh. In Italia è stato presentato all’ultimo Festival del Cinema di Venezia, ma l'eventuale data di uscita nostrana è ancora sconosciuta.


domenica 29 luglio 2012

Final Destination 5 (2011)

La mia epica impresa è finalmente arrivata alla sua degna conclusione e ora potrò dire di avere visto tutte le pellicole della serie Final Destination! Oggi, last but not least, parlerò di Final Destination 5, diretto nel 2011 dal regista Steven Quale.


Trama: durante un viaggio aziendale, uno degli impiegati ha una premonizione e, insieme ad altri colleghi, riesce ad uscire dal pulman prima che il ponte sospeso su cui si trovano crolli nel fiume sottostante. La morte se ne laverà le mani e li lascerà stare? Figuriamoci!


Dopo l'orrendo The Final Destination 3D, summa di tutta la stanchezza accumulata dalla saga nel corso degli anni, questo Final Destination 5 riesce a recuperare la freschezza del primo, storico capitolo e si piazza a sorpresa in seconda posizione nella mia personale classifica. I motivi della riuscita del film sono principalmente due: gli sceneggiatori hanno deciso, molto intelligentemente, di fare piazza pulita delle odiose e spesso stupide premonizioni che consentivano ai sopravvissuti di capire in che modo sarebbero morti in seguito all'incidente principale, garantendo così un po' di tensione in più, inoltre i personaggi rimangono inconsapevoli, almeno fino a metà pellicola, dell'esistenza di un "piano" della morte, quindi lo spettatore può giustamente assistere a reazioni leggermente più naturali e alle vicende di persone con le quali potersi tranquillamente immedesimare e, conseguentemente, provare un minimo di pietà e simpatia in più. Altra novità introdotta, sebbene leggermente meno efficace delle due già citate, è il modo in cui le vittime dovrebbero sconfiggere la morte, ovvero uccidendo altre persone affinché l'equilibrio si ristabilisca. Ma, dite la verità... se a venire a darvi questa soluzione fosse un uomo con la faccia di Tony Todd vi fidereste? Ecco, appunto.


Parlando degli incidenti mortali, che sono poi il motivo principale per cui la gente va a vedere i vari Final Destination, quello iniziale è forse il migliore e più terrificante dell'intera saga, difficile da sostenere per chi, come me, soffre un po' di vertigini. Le varie morti che seguono, che ovviamente non descriverò per evitare spoiler, sono simpaticamente ingannevoli e giocano con le convinzioni dello spettatore, disattendendone spesso e volentieri le aspettative ma regalando comunque sangue a secchiate e almeno un momento in cui tapparsi gli occhi o andare a farsi un giro nella stanza attigua. Ovviamente, c'è il solito riferimento ai film precedenti, ma questa volta gli sceneggiatori hanno giocato d'astuzia e il collegamento non è campato in aria come accadeva nelle ultime pellicole della  saga, anzi. Direi che è quasi fondamentale. A sdrammatizzare poi le crude vicende narrate interviene un'ironia assai più marcata rispetto al passato, soprattutto grazie ai personaggi del capoufficio (calvo, rompipalle e smidollato) e dello sfigato cellularedipentente (cicciotto e donnaiolo, la scena all'interno del centro benessere cinese è a dir poco esilarante), inoltre devo ammettere che questa volta anche gli attori sono abbastanza bravi ed espressivi. Purtroppo, anche Final Destination 5 difetta leggermente nel campo degli effetti speciali, resi meno realistici da un uso eccessivo e quasi cartoonesco della CG in alcune scene, ma considerato che la pellicola è nata per essere proiettata in 3D al cinema e io l'ho guardata invece su un piccolo schermo non posso stare troppo a sottilizzare.


In conclusione, per riassumere la mia esperienza con Final Destination, vi consiglierei di non perdere assolutamente il primo e l'ultimo capitolo della saga, che potrebbero accontentare sia i fan dell'horror sia chi volesse cominciare ad approcciarsi al genere senza rimanerne traumatizzato. Per dovere di completezza sarebbe meglio guardare anche Final Destination 2, visto che conclude definitivamente le vicende narrate nel primo film, mentre il terzo e il quarto capitolo sono evitabilissimi e, sicuramente, non sono fondamentali per comprendere e gustarsi Final Destination 5. E anche la saga della Morte è andata, ammisci... se avrò voglia di impelagarmi in qualche altra sanguinosa, storica serie horror sarete i primi a saperlo!!


Di Emma Bell, che interpreta Molly, ho già parlato qui.

Steven Quale è il regista della pellicola. Americano, prima di Final Destination 5 ha diretto un corto, un film per la TV e un documentario. Anche aiuto regista, sceneggiatore e produttore, ha un film in uscita.


Nicholas D'Agosto interpreta Sam. Americano, ha partecipato a serie come E.R. Medici in prima linea, Six Feet Under, Cold Case, Dr. House, Supernatural e Heroes. Ha 32 anni e un film in uscita.


Miles Fisher (vero nome James Leslie Miles Fisher) interpreta Peter. Americano, ha partecipato a film come Superhero - Il più dotato fra i supereroi e J. Edgar. Ha 29 anni. 


P.J. Byrne interpreta Isaac. Americano, ha partecipato a film come Una settimana da dio, Dick & Jane - Operazione furto, Be Kind Rewind, Come ammazzare il capo... e vivere felici e a serie come E.R. - Medici in prima linea, Desperate Housewives, Bones e Hannah Montana. Anche regista e sceneggiatore, ha 38 anni e tre film in uscita.


David Koechner interpreta Dennis. Americano, ha partecipato a film come Austin Powers - La spia che ci provava, Man on the Moon, Anchorman: The Legend of Ron Burgundy, Hazzard, Talladega Nights: The Ballad of Ricky Bobby, Snakes on a Plane, Paul e Piranha 3DD, inoltre ha partecipato alle serie Innamorati pazzi, Dharma & Greg, Greg the Bunny, Hannah Montana e doppiato episodi di American Dad! e Beavis and Butt-Head. Anche sceneggiatore e produttore, ha 50 anni e cinque film in uscita, tra cui il seguito di The Anchorman.


Tony Todd (vero nome Anthony Tiran Todd) interpreta William Bludworth, il coroner. Habitué della serie Final Destination fin dal primo episodio (ha partecipato a tutti meno al quarto) e icona horror dai tempi dello storico Candyman - Terrore dietro lo specchio, lo ricordo per film come Platoon, Colors - Colori di guerra, La notte dei morti viventi (1990), Il corvo, L'inferno nello specchio (Candyman 2), The Rock, Wishmaster - Il signore dei desideri, Candyman - Il giorno della morte, inoltre ha partecipato a serie come Simon & Simon, 21 Jump Street, MacGyver, X - Files, La signora in giallo, Beverly Hills 90210, Xena principessa guerriera, Hercules, Angel, Smallville, Streghe, CSI: Miami, Masters of Horror, Senza traccia, 24. Anche produttore, ha 58 anni e undici film di prossima uscita.






venerdì 27 luglio 2012

WE, Bolla! del 27/07/2012

Dopo una settimana all'insegna del "quel che viene viene", nonostante le millemila uscite valide odierne il multisala di zona offre solo un film nuovo. E che film...


Contraband
Reazione a caldo: vabbé, qui ormai è come sparare sulla croce rossa...
Bolla, rifletti!: Uscito negli USA a gennaio, remake di un film islandese, popolato da attori validissimi del calibro di Mark Wahlberg, Giovanni Ribisi e Lukas Haas, mi è sembrato comunque un po' troppo banalotto e fracassone per incontrare i miei gusti. Sicuramente potrebbe andare bene per una serata scacciapensieri, ma con questa bella stagione è meglio uscire, e poi mi sono già immolata abbastanza con "perle" come Biancaneve e il cacciatore e La leggenda del cacciatore di vampiri.

Al cinema d'élite mantengono la programmazione di Detachment, invece. Dopo che tutti me lo hanno straconsigliato, chissà che non decida di fare un salto in settimana!! ENJOY e buon weekend (o buone vacanze, se siete già partiti!!)

giovedì 26 luglio 2012

The Final Destination 3D (2009)

Perseverando con una costanza quasi maniacale siamo arrivati al quarto capitolo della saga dedicata alla morte, The Final Destination 3D (The Final Destination), diretto nel 2009 dal regista David R. Ellis. Inforcate l’apposito occhialetto, prego, o non riuscirete a leggere il post.


Trama: il solito gruppo di ragazzi scampa alla solita strage mortale (questa volta ambientata in un autodromo) e la solita, zuzzurellona Signora con la falce cerca poi di mettere una pezza e farli fuori uno a uno, rigorosamente rispettando l’ordine preciso, prendere il numero e mettersi in fila, grazie.


Come avrete capito ho raggiunto il limite di sopportazione. Dopo tre gloriosi (per modo di dire…) episodi passati tutto sommato indenni, il quarto capitolo della saga riversa sullo spettatore tutta la stanchezza, la camurrìa, la pochezza accumulata negli anni causando il primo vero incidente mortale, quello della testa che sbatte violentemente contro lo schermo per un attacco di sonnolenza. La presenza del tanto decantato 3D non aiuta, anzi, concorre a rendere The Final Destination 3D il peggiore per quanto riguarda gli effetti speciali, fasulli quanto gli schiaffoni sonorizzati che Bud Spencer e Terence Hill assestavano ai loro avversari: per ottenere la tridimensionalità, infatti, la maggior parte degli oggetti contundenti (a partire dai motori volanti all’inizio, che rendono la solitamente spettacolare strage d’apertura il momento più malfatto dell’intera pellicola) sono stati palesemente creati al computer e al protagonista viene dato il potere di prevedere la morte delle persone attraverso brevi visioni girate ad hoc, piene di elementi che, probabilmente, al cinema davano l’illusione di uscire dallo schermo, ma visti su una tv non rendono veramente una cippa. E questa è solo la punta dell’iceberg di un episodio stanco, a tratti ridicolo e fondamentalmente noioso.


Sorvolando sugli orrendi effetti speciali e sugli ancor più orrendi titoli di testa e di coda girati sulla falsa riga del video Hey Boy, Hey Girl dei Chemical Brothers, arriviamo a parlare un po’ della trama (degli interpreti no, credo abbiano toccato il fondo anche in tal senso, vi dico solo che una delle vittime è il povero Bubba di Forrest Gump, l’unico personaggio con un minimo di dignità… ) e di ciò che interessa lo spettatore, ovvero gli incidenti mortali che decretano il fato dei protagonisti. Ormai gli sceneggiatori non ci credono più nemmeno loro alla storia della visione che impedisce alla gente di morire, quindi non si sbattono nemmeno più a renderla verosimile. Ogni personaggio, dunque, decide o di credere ciecamente al protagonista o di mandarlo a spigolare a seconda di quello che gli fa comodo e a prescindere da ciò che gli è già capitato, senza un briciolo di coerenza: emblematica, in tal senso, l’amichetta dei due personaggi principali che, nonostante abbia avuto la sventura di venire quasi decapitata e annegata in un autolavaggio, se ne sbatte altamente degli avvertimenti degli altri perché, cavoli, sto guardando un film al cinema (rigorosamente con gli occhiali 3D, fulgido esempio di metacinema, blah blah blah)! Il resto degli incidenti sono privi della verve e dell’inventiva che solitamente li caratterizzava nei precedenti capitoli, il che li rende abbastanza ripetitivi e a tratti imbarazzanti, si veda per esempio il ragazzo aspirato dallo scarico della piscina; l’unica sequenza effettivamente pregevole, invece, è quella ambientata nella sala cinematografica prima e nel centro commerciale poi, dove la Morte si scatena senza freni. Aggiungo infine che ormai anche il gioco dei riferimenti ai film precedenti e degli omaggi ai vari maestri dell’horror ha stufato, tanto da non intrigare più neppure gli appassionati all’ultimo stadio. Concludendo, evitatelo.


Del regista David R. Ellis ho già parlato qui, mentre Mykelti Williamson, che interpreta George, lo trovate qua.

Bobby Campo (vero nome Robert Joseph Camposecco) interpreta Nick. Americano, ha partecipato a serie come Law & Order e CSI: Miami. Ha 29 anni e due film in uscita.


Se, nonostante la mia recensione negativa, The Final Destination 3D (intitolato così, con l’articolo determinativo davanti perché avrebbe dovuto essere l’ultimo e definitivo) vi fosse piaciuto, recuperate gli altri prima di passare, come farò io, a Final Destination 5, oppure cambiate lievemente rotta e guardatevi Snakes on a Plane, filmaccio cazzutissimo e divertentissimo a cui il regista David R. Ellis rende un subdolo omaggio durante una delle visioni di Nick. ENJOY!!!

mercoledì 25 luglio 2012

La leggenda del cacciatore di vampiri (2012)

L’estate continua, cinematograficamente parlando, all’insegna di “quel che passa al convento”. L’altra sera, quindi, sono andata a vedere La leggenda del cacciatore di vampiri (Abraham Lincoln: Vampire Hunter) del regista Timur Bekmambetov, tratto dall’omonimo libro dello scrittore e sceneggiatore Seth Grahame – Smith.


Trama: un giovane Lincoln vede la sua famiglia sterminata da un vampiro. Desideroso di vendetta, incontra sul suo cammino Henry Sturges, un uomo che gli insegna a diventare un cacciatore provetto, ma nella mente di Lincoln cominciano anche a profilarsi idee di libertà e giustizia per gli schiavi…


La leggenda del cacciatore di vampiri è tutto quello che mi aspettavo, ovvero un innocuo fumettone estivo, poco horror e molto fracassone, che prende la storia americana, la mastica, la digerisce e la sputa riadattandola a favore di un pubblico di decerebrati, con un occhio alle mode del momento. Timur Bekmambetov dirige con la stessa grazia che avrebbe un metallaro strafatto all’Opera di Parigi, fulminando lo spettatore con scene d’azione velocissime, mosse al ralenti, accettate che staccano teste e inondano la scena di mucchi di sangue, grandiose sequenze catastrofiche e molti, troppi effetti che avrebbero reso solo inforcando gli occhiali 3D (per una volta, invece, dalle mie parti questa dubbia tecnologia è stata snobbata), mentre come al solito la sceneggiatura di Seth Grahame – Smith ignora con allegria alcuni passaggi fondamentali e rende la trama lacunosa e piena di personaggi che saltano fuori senza motivo e senza coerenza.


Premesso questo, La leggenda del cacciatore di vampiri si conferma comunque un buon prodotto di intrattenimento, a patto di non andare a cercare troppo il pelo nell’uovo come ho fatto io. I personaggi sono simpatici e il nocciolo della storia è interessante, soprattutto nella prima parte del film, che si concentra sulla gioventù di Abramo Lincoln e cerca, anche se spesso in modo un po’ forzato, di giustificare le scelte del vero uomo politico rivedendole in chiave fantahorror, con questa cricca di vampiri “sudroni” che approfittano della schiavitù per pasteggiare indisturbati. Assistiamo così all’”educazione” del futuro presidente per mano di un esilarante personaggio che sembra essere stato creato apposta per Robert Downey Jr. (cialtrone, alcolizzato, a modo suo figo) e ai primi approcci al mestiere, con dovizia di zanne, accettate, sparatorie e sangue. Se il film si fermasse dopo la prima ora, lasciando in sospeso il futuro di Lincoln, forse il mio giudizio sarebbe stato totalmente positivo, nonostante alcune insostenibili tamarrate registiche di cui parlerò; il problema è che poi Seth Grahame – Smith comincia a perdere il controllo della sua creatura, crea una sorta di banda di cacciatori di vampiri nata dal nulla, ci presenta un Lincoln ormai cinquantenne e truccato malissimo, santo cielo!!, non chiarisce cosa possano fare i vampiri agli umani (sicuramente si nutrono delle persone, ma diventa vampiro solo chi vogliono loro, forse il loro sangue è velenoso, non possono attaccarsi a vicenda ma la cosa viene contraddetta sul finale… insomma, un gran casino) e, sinceramente, se discendessi da qualche povero contadinasso che ha combattuto all’epoca per il Sud mi infurierei non poco, visto che lo sceneggiatore ha deciso di dipingere i sudisti come un branco di carogne che non esitavano ad usare i vampiri per negare la libertà agli schiavi.


Passando ad aspetti più tecnici, la regia di Timur Bekmambetov è adrenalinica come al solito e, nonostante non mi faccia impazzire come stile, è sicuramente la più adatta per un film simile, lo ammetto. Ho molto apprezzato la sequenza in cui le immagini sembrano un quadro dipinto in movimento, ho ammirato le coreografie dei vari combattimenti, affascinata dai movimenti d’accetta di Lincoln e dai balzi felini della vampiressa, inoltre la battaglia finale sul treno, con i personaggi che combattono immersi nelle scintille di fuoco, è davvero notevole, ma ogni sentimento mi è caduto durante la sequenza girata in mezzo ad un branco di cavalli impazziti. Ecco, lì la definizione di sboroneria non rende l’idea di cos’è questa tamarrata: Lincoln contro uno dei vampiri che saltano sui cavalli in corsa, immersi nella polvere, combattendosi talvolta a colpi di cavallo (giuro…), con l’umano che si vede piombare addosso più di 100 chili di bestia e non si spezza neppure la schiena. Un’incredibile str***ata, grossa quanto l’idea che basti provare odio verso qualcosa per spaccare con un sol colpo d’accetta un albero. Peccato per queste cadute di stile, perché se dovessi dire la verità ho trovato molto validi anche tutti gli attori coinvolti e gli effetti speciali nonostante, come ho detto, il trucco che invecchia i personaggi segnando il passare degli anni faccia davvero schifo. Purtroppo La leggenda del cacciatore di vampiri è penalizzato anche da quintali di insopportabile retorica filoamericana, cosa che trovo assolutamente fastidiosa, il che mi spinge a dare comunque un voto negativo all’intera operazione e a consigliarvi di non spendere soldi per la pellicola, a meno che davvero non abbiate voglia di spararvi un’ora e fischia di calci, sangue, botti e “God bless the USA”… ma per quello arriveranno a breve I mercenari, non temete!


Del regista Timur Bekmambetov ho già parlato qui, mentre Mary Elizabeth Winstead, che interpreta Mary Todd, la trovate qua.

Benjamin Walker interpreta Abramo Lincoln. Americano, ha partecipato a film come Flags of Our Fathers. Ha 30 anni e tre film in uscita.


Dominic Cooper interpreta Henry Sturges. Inglese, ha partecipato a film come La vera storia di Jack lo squartatore, Mamma Mia!, Capitan America: il primo vendicatore e Marilyn. Ha 34 anni e sei film in uscita.


Anthony Mackie interpreta Will Johnson. Americano, ha partecipato a film come 8 Mile, Million Dollar Baby, I guardiani del destino e Real Steel. Anche sceneggiatore, ha 33 anni e sette film in uscita, tra cui Captain America: The Winter Soldier.


Rufus Sewell interpreta Adam. Inglese, ha partecipato a film come Hamlet, Dark City, La mossa del diavolo, L’ultimo cavaliere e La leggenda di Zorro. Ha 45 anni e tre film in uscita.


Marton Csokas interpreta Jack Barts. Neozelandese, ha partecipato a film come Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’Anello, xXx, Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re, Alice in Wonderland e alle serie Hercules, Cleopatra 2525 e Xena principessa guerriera. Ha 46 anni e due film in uscita.


Tom Hardy avrebbe dovuto interpretare Lincoln, ma siccome stava già girando Il ritorno del Cavaliere Oscuro non se n’è fatto nulla. Altri due nomi eccellenti che hanno rinunciato a partecipare al film sono Joaquin Phoenix per il ruolo di Henry e Trent Reznor, che avrebbe dovuto scrivere dei pezzi per la colonna sonora e anche comparire nella pellicola. Meglio così per tutti loro, mi sa. ENJOY!!

lunedì 23 luglio 2012

Get Babol! #29

Quest'oggi ho deciso di cominciare la rubrica in un modo un po' diverso dal solito. Lo faccio ricordando le vittime della strage compiuta a Denver durante la prima del film Il cavaliere oscuro - Il ritorno, povera gente che ha trovato la morte in un luogo che dovrebbe essere una "fabbrica di sogni", dove allontanarsi per un paio d'ore dalle brutture della vita, rilassarsi, divertirsi. Augurandomi che una simile tragedia non venga spettacolarizzata o strumentalizzata in alcun modo e che i sopravvissuti e i familiari delle vittime possano riuscire a rimettere insieme le loro vite e ad andare avanti, non indugio oltre e vado a cominciare.


The Dark Knight Rises
Di Christopher Nolan
Con Christian Bale, Michael Caine, Gary Oldman e Joseph Gordon - Levitt.
Trama (da Imdb): Dopo otto anni, un nuovo terrorista, Bane, minaccia Gotham City e il Cavaliere Oscuro ritorna per proteggere una città che lo ha marchiato come nemico.

Il sito me lo consiglia perché mi sono piaciuti La lega dei gentiluomini straordinari, Batman, Batman - Il ritorno, Watchmen e Road to Perdition. Come ho già avuto modo di dire più volte, i Batman di Nolan non mi hanno mai fatta impazzire e sono sempre rimasta molto fedele a quelli ben più fiabeschi e a tratti trash di Tim Burton. Non sono quindi una di quelle persone che aspetta con ansia l'uscita di questa pellicola, di cui peraltro avevo già visto il trailer senza rimanerne affatto impressionata: il Bane di Tom Hardy non mi dice nulla e la Selina/Cat Woman di Anne Hathaway è semplicemente una bestemmia per chi, come me, è cresciuta adorando Michelle Pfeiffer nei panni della donna gatto. Nonostante questo, andrò a vedere The Dark Knight Rises in funzione di Joseph Gordon - Levitt e Marion Cotillard, oltre che per capire come finisce sta benedetta e osannatissima trilogia nolaniana. Salvo ulteriori ripensamenti/ritardi, in Italia il film uscirà il 29 agosto col titolo Il cavaliere oscuro - Il ritorno.


Hara - Kiri : Death of a Samurai
Di Takashi Miike
Con Kôji Yakusho, Naoto Takenaka e Eita
Trama (da Imdb): Un racconto di vendetta, onore e disgrazia, incentrato su un samurai ormai decaduto che scopre qual è stato il destino del suo figliastro ronin, mettendo così in moto una crudele vendetta contro la casa di un signore feudale.

Il sito me lo consiglia perché mi sono piaciuti Hero e L'ultimo samurai. Basterebbe solo il nome di Takashi Miike per spingermi a vedere questo film, anche se si tratta del remake di una pellicola del 1962, diretta da Masaki Kobayashi, e l'idea che uno dei miei registi preferiti si cimenti in un altro remake mi deprime un po'. E mi perplime il fatto che esca in 3D. Detto questo, il trailer è qualcosa di epico, doloroso, violento e poetico che invoglia senza indugio alla visione, se Hara - Kiri manterrà quello che promette c'è il rischio di trovarsi davanti un capolavoro. Il film è stato presentato l'anno scorso al festival di Cannes, ma per quanto riguarda la distribuzione italiana siamo ancora in alto mare, ovviamente.

venerdì 20 luglio 2012

WE, Bolla! del 20/7/2012

Venerdì piovoso, sfigato e nervosetto, il clima ideale per riconfermare l’ormai cronica mancanza di film validi in uscita dalle mie parti. Rimangono stabili al loro posto Spiderman, Rock of Ages e Biancaneve e il Cacciatore e si aggiunge una new entry… ENJOY!


La leggenda del cacciatore di vampiri
Reazione a caldo: certo che con tutti gli horror che potevano uscire…
Bolla, rifletti!: non mi nascondo dietro un dito. Molto probabilmente andrò a vedere quello che si preannuncia un innocuo e imbecillissimo fumettone dove il buon Abramo Lincoln si reinventa ammazza vampiri. D’altronde, l’astinenza da sala cinematografica è una brutta bestia, e solo questo passa al convento. Ma se possibile mi aspetto ancor meno di quanto mi aspettavo da Biancaneve e il cacciatore, il che è tutto dire!

Bestemmio copiosamente alla vista di ciò che propone, invece, il cinema d’élite…


Detachment – Il distacco
Reazione a caldo: ormai non ho nemmeno più la forza di arrabbiarmi…
Bolla, rifletti!: mi sembra giusto che uno dei pochi film degni usciti negli ultimi due mesi venga relegato ben lontano dal multisala. Dopo questo, prometto che nel 2013 mi faccio la tessera ARCI e chi s’è visto s’è visto. Tornando a Detachment, sul film ho letto recensioni positivissime, il regista è lo stesso di American History X e pare finalmente che Brody sia tornato ai livelli di grande attore con i quali aveva esordito. Tutti validi motivi per recuperarlo il prima possibile, anche se non mi fa impazzire l’abusato tema degli studenti e delle scuole “impossibili” da gestire.

giovedì 19 luglio 2012

Final Destination 3 (2006)

Terzo capitolo della saga della morte, siore e siori! Oggi parlerò di Final Destination 3, diretto nel 2006 dal regista James Wong. Tutti pronti a cantare Love Rollercoaster e occhio agli spoiler!


Trama: appena prima di salire sulle montagne russe col fidanzato e alcuni amici, la giovane Wendy ha una premonizione nella quale vede morire lei e tutti i passeggeri del vagoncino. La sua decisione di non salire salva lei ed altri ragazzi, ma il piano della Morte non può essere raggirato così facilmente…


Il terzo capitolo della franchise nel complesso non è male, ma non si differenzia poi molto da quelli precedenti. Lo schema è sempre identico, con la visione del megaincidente all’inizio e le macchinose morti che fanno piazza pulita dei pochi sopravvissuti, ma questa volta gli sceneggiatori hanno deciso di fornire una sorta di “supporto tecnologico” alla protagonista, che cerca di anticipare il destino dei sopravvissuti guardando le foto scattate poco prima dell’incidente. Purtroppo questa novità si conferma anche la belinata più grande dell’intera pellicola, visto che gli indizi presenti nelle foto, oltre ad essere al 90% inutili, sono anche delle incredibili forzature. Tolto questo e la solita mancanza di carisma dei vari interpreti, però, Final Destination 3 si riconferma un prodotto abbastanza godibile e, se devo essere sincera, gli incidenti di apertura e di chiusura sono i migliori visti finora.


Il fatto è che soprattutto l’incidente iniziale mi tocca molto da vicino, visto il mio atavico terrore per le altezze e la diffidenza nei confronti delle montagne russe. La sequenza è girata molto bene e riesce a infondere allo spettatore un senso di ineluttabilità e di panico che difficilmente ho provato guardando altri horror, e anche il finale è molto apprezzabile visto che, a differenza dei due episodi precedenti, fa piazza pulita dell’intero cast in maniera a dir poco grandiosa e claustrofobica. Questi due exploit iniziali e finali, però, sono le uniche cose che elevano la pellicola rispetto alla mediocrità e al piattume, perché gli altri incidenti vanno dall’accettabile al WTF? Simpatica, e a suo modo terribile, l’idea (ripresa poi in Urban Legend 3, se non sbaglio) di fare morire due incaute zoccolette ustionate dalle lampade abbronzanti al ritmo di Love Rollercoaster, ma le altre morti sono fiacche, prevedibili e assai simili tra loro e il “gioco degli indizi” comincia a diventare un po’ troppo sfacciato. Comunque sia, anche questa volta la serie Final Destination riesce nel suo intento di regalare una serata di intrattenimento, ma qualche sbadiglio comincia a profilarsi all’orizzonte. Three down, two to go! 


Del regista James Wong e di Kris Lemche, che interpreta Ian, ho già parlato nei rispettivi link. Tony Todd invece presta la voce al Diavolo della giostra.

Mary Elizabeth Winstead interpreta Wendy. Americana, ha partecipato a film come The Ring 2, Black Christmas – Un Natale rosso sangue, Grindhouse – A prova di morte, Die Hard – Vivere o morire, Scott Pilgrim vs. The World (nei panni di Ramona, nientemeno!!) e La cosa (remake), oltre che a un episodio della serie Tru Calling. Anche produttrice, ha 28 anni e due film in uscita, tra cui l’imminente La leggenda del cacciatore di vampiri.


Ryan Merriman interpreta Kevin. Americano, ha partecipato a film come Halloween – La resurrezione, The Ring 2 e a serie come Jarod il camaleonte, Taken e Smallville. Ha 29 anni e ben sette film in uscita.


Il DVD del film contiene un’opzione che permette allo spettatore di “manovrare” alcune scelte dei protagonisti, cambiando così il corso degli eventi. All’inizio, scegliendo croce quando Jason e Kevin lanciano in aria la moneta per decidere chi deve stare davanti sul vagone, Wendy l’afferra a mezz’aria e scappa di corsa prima ancora di salire sulla giostra. I tre amici la seguono e ovviamente, non essendosi mai seduti, si salvano tutti e il film finisce lì. Altre scelte permettono di far morire diversamente le due zoccolotte nel salone, di salvare il maniaco pelato e di modificare altre morti; inoltre, è possibile scoprire che i due sopravvissuti del film precedente alla fine sono stati risucchiati da un tritalegna difettoso mentre cercavano di non essere colpiti da una macchina in corsa. Tantaffortuuuuna!!! Se il genere vi piacesse, ovviamente consiglio un recupero dei primi due capitoli di Final Destination e delle serie Scream o Saw. ENJOY!!

mercoledì 18 luglio 2012

Biancaneve e il cacciatore (2012)

Galvanizzata dalla visione dell’incredibile, trashissimo, spacchiuso trailer di The Expendables 2, ieri sera mi sono sparata per intero Biancaneve e il cacciatore (Snow White and the Huntsman) di Rupert Sanders. Occhio agli SPOILER e alle inquietanti foto che corredano il post!


Trama: in un regno lontano, la malvagia strega Ravenna riesce a salire al trono uccidendo re Magnus dopo averlo sposato. La figlia di quest’ultimo, Biancaneve, viene rinchiusa in una torre, ma  al raggiungimento della maggiore età riesce a fuggire prima che la strega decida di ucciderla in quanto “più bella del reame”. Per evitare di venire sconfitta, Ravenna mette sulle tracce della fanciulla un cacciatore, che non tarderà a prendere le difese di Biancaneve…

Versione: merluzzo fresco di giornata sìori, venghino!
 Da questo Biancaneve e il cacciatore mi aspettavo le peggio cose. Le mie aspettative non sono state deluse, ovviamente, quindi non vi starò a consigliare di andarlo a vedere, ma prima di cominciare a lanciare strali lasciatemi spendere due righe sulle poche cose valide della pellicola. I motivi per cui Biancaneve e il cacciatore non merita di venire messo definitivamente al bando nemmeno fosse un Video Nasty sono essenzialmente cinque: Charlize Theron, i costumi, le scenografie, gli effetti speciali e le battaglie. Partendo dal fondo, gli scontri tra gli eserciti, soprattutto quello finale, sono a dir poco epici e molto ben coreografati, con poco da invidiare a, giusto per citare due titoli, quelli presenti in 300 o Il signore degli anelli. Anche gli scontri singoli non sono male, Chris Hemsworth ha sicuramente il phisique du role e anche l’abilità di arciere del Principe regala alcuni momenti di pura “arte guerriera”. Gli effetti speciali, inutile dirlo, rappresentano il cinquanta per cento del valore del film e non potrebbe essere altrimenti quando la trama contempla l’uso della magia. Le trasformazioni della strega Ravenna, i guerrieri fatti di frammenti di vetro nero, lo stesso Specchio che interagisce con la Regina come fosse un inquietante idolo dorato sono una gioia per gli occhi e sono talmente ben fatti da sembrare veri; ad incrementare ulteriormente la spettacolarità del tutto concorrono le splendide scenografie, che alternano scorci di paesaggi reali a dir poco mozzafiato ad ambienti creati ad hoc come l’inquietante Foresta Nera, e ovviamente gli incredibili costumi creati da Colleen Atwood, che si è sbizzarrita soprattutto per quanto riguarda gli abiti indossati da Charlize Theron. Per quanto riguarda quest’ultima, neanche a dirlo, voto UNDICI. Al di là del fatto che darei un braccio per essere bella anche solo la metà di quanto lo è lei in versione vecchia rugosa, il personaggio di Ravenna, nonostante il nome buffo per un pubblico italiano, è sicuramente il migliore e più sfaccettato dell’intera pellicola: a fronte della banalità di una fanciulla candida e pura, di un cacciatore ubriacone ma fondamentalmente buono, di nani burberi ma dal cuore tenero, di un principe mollo come la panissa, gli sceneggiatori offrono invece un’inedita rilettura del classico personaggio della Regina cattiva, trasformandola in una creatura segnata dal rancore verso gli uomini e consapevole del potere che la sua bellezza e femminilità possono esercitare su questi ultimi. E’ difficile non provare pietà per questa strega così crudele e invincibile ma anche, paradossalmente, così umana e fragile, segnata da un passato di morte e sopraffazione. Sicuramente come personaggio è molto più carismatico e affascinante di quello della protagonista, e con questo chiudiamo la parentesi positiva e ci sfoghiamo brutalmente condannando Biancaneve e il cacciatore all’oblio, come merita.

Versione berluscona, con le orecchie paraboliche
 Innanzitutto vi sorprenderò dicendo che Kristen Stewart (nonostante il servizio fotografico che, come vedete, le sto dedicando) non è il primo ed unico elemento che affossa definitivamente il film. Ovvio, ‘sta ragazza è un mostro, non si può guardare. Inespressiva ed assente come una sadopapera di gomma, come un merluzzo essiccato, come la drogata che chiede gli spicci all’angolo della stazione, la ragazzetta ha solo due modi di esprimere le mille emozioni che dovrebbero passare per la testolina di Biancaneve: sguardo scazzato e bocca semiaperta oppure, sul finale, sguardo talmente arrapato che Chris Hemsworth si è ritrovato stuprato senza nemmeno accorgersene. True story. Non esagero quando dico che durante i primi piani della Stewart mi giravo dall’altra parte allargando le braccia sconsolata, soprattutto quando il regista e i montatori, con il tatto di un branco di elefanti, pretendevano di alternare le sue immagini a quelle della Theron, roba da denunciarli per manifesta bastardaggine. Ma, come ho detto, ci sono cose ben più terribili di una protagonista sciapa. Per esempio, otto nani che nani non sono. Ma sant’Iddio, con tutti gli attori “diversamente alti” che ci sono perché prendere volti arcinoti del cinema, sacre icone come Bob Hoskins, Nick Frost e Toby Jones, solo per fare tre nomi, e rimpicciolirli deformandoli, creando così i nani più imbarazzanti e ridicoli della storia del cinema? Per la funzione poi che hanno ‘ste creature, poi… uno schiatta per la gioia dei puristi, lasciando Biancaneve con i canonici SETTE nani, gli altri si limitano ad incoronarla Regina del mondo, Prescelta, novella Gandalf, Fenice dei poveri, Lady Saori di ‘sta ceppa, insomma, mettete il nome di una figura mitica e carismatica a caso, tanto è la stessa, perché la storia mica contemplava una chissà quale dimensione cristologica o salvifica per la fanciulla, anzi: sapevate che nella fiaba originale Biancaneve non viene né avvelenata né risvegliata dal bacio del principe ma, più banalmente, soffoca perché le rimane un pezzetto di mela in gola che riuscirà poi a sputare quando la muoveranno con la bara? Immaginate quindi quanto sia plausibile che una così demente possa essere definita salvatrice del mondo intero anche solo per sbaglio…

Versione: drogata scappata di casa con l'impepata di cozze sullo stomaco, lì lì per smarmottare
 Riallacciandoci a questa immagine di eroina senza macchia e paura arriviamo al punto più basso, triste e camp dell’intera pellicola: l’orrenda parentesi bucolica durante la quale i personaggi si immergono in un mondo verde e fasullo come una moneta da 3 euro, zeppo di animaletti disneyani, fate, orridi esseri dalle orecchie puntute, farfalle, tartarughe fatte d’erba, cervi albini pluricornuti e chi più ne ha, più ne metta. Della serie, se l’incoronazione di Biancaneve a regina significa la nascita di un mondo simile, come effettivamente ci spiega Orbolo, il nano cieco, decapitatela subito e buonanotte. Ancora adesso, tra l’altro, mi chiedo se è peggio questa tremenda “pausa” dal generale clima gotico/bimbominkico/fantasy che permea Biancaneve e il cacciatore, lo sfacciato plagio della scena de La storia infinita in cui Atreiu perde il fido destriero nelle paludi della tristezza (tra l'altro: Biancaneve fuggendo dal castello trova l'unico cavallo bianco nel giro di kilometri che l'aspetta lì? E che poi schiatta nelle paludi solo per poi ricomparire alla fine come se niente fosse???), oppure gli osceni, banalissimi dialoghi messi in bocca ai personaggi nei due momenti chiave del film, ovvero quando il Cacciatore insegna a Biancaneve a uccidere i nemici (“Guardali negli occhi finché non vedi scomparire l’anima” – a cacciatò, mavvaaaaaffff…..!) e quando quest’ultima, dopo essere risorta in tutto il suo splend…mfgghggffbluargh…ore rifila all’adorante marmaglia in cortile uno spiegone totalmente privo di senso ed ispirazione per convincerli a seguirla in battaglia. Basta, finisco qui la recensione che non ne posso più di sprecare tempo per questa belinata. Chiudo gli occhi e mi ripeto come un mantra i titoli di tutte le belle cose che usciranno nei prossimi mesi: Django Unchained, Le belve, The Brave, Ralph Spaccatutto, Prometheus, The Man With the Iron Fists, Frankenweenie, The Expendables 2…. Uuh, mi sento già meglio! Via, via, camurrìa!

Versione: minchiaohcioé sto 'n bottissima...! Che, ce l'hai un saffi?
 Di Chris Hemsworth (il cacciatore), Bob Hoskins (il nano Muir), Ian McShane (il nano Beith), Ray Winstone (il nano Gort), Toby Jones (il nano Coll), Nick Frost (il nano Nion) e Noah Huntley (Re Magnus) ho già parlato nei rispettivi link.

Rupert Sanders è il regista della pellicola. Inglese, alla sua prima prova da regista, dovrebbe dirigere anche il seguito di Biancaneve e il cacciatore, annunciato ma ancora privo di una data di uscita.


Kristen Stewart interpreta Bianca Neve. Attrice (vabbé…) americana che non credevo sarebbe mai neppure entrata nelle mie solite “minimonografie” di fine blog, assurta al ruolo mondiale di divinità cinematografica e merluzzo.. ehm.. figa spaziale dopo l’insulso ruolo di Bella nell’insulsa saga di Twilight, ha partecipato anche ad altri film come Panic Room, The Messengers e Into the Wild. Anche produttrice, ha 22 anni e tre film in uscita, tra cui l’episodio conclusivo di quella minchiata dove i vampiri brillano e il probabile seguito di Biancaneve e il cacciatore.

Versione: un tamarro dietro un angolo voleva in***armi la Vespa
Charlize Theron interpreta Ravenna. Di origini Sudafricane, sicuramente una delle più belle e capaci attrici al mondo, la ricordo per film come L’avvocato del Diavolo, La moglie dell’astronauta, Le regole della casa del sidro, 15 minuti – Follia omicida a New York, La maledizione dello scorpione di Giada, The Italian Job, Monster, North Country (due film che le sono valsi, rispettivamente, la vittoria e la nomination all’Oscar come miglior attrice protagonista) e Prometheus, inoltre ha doppiato un episodio di Robot Chicken. Anche produttrice, ha 37 anni e quattro film in uscita tra cui, OMG, un nuovo episodio della serie Mad Max dal titolo provvisorio Mad Max: Fury Road

Oh specchio, ma dove ce li hai gli occhi??
Eddie Marsan (vero nome Edward Maurice Charles Marsan) interpreta il nano Duir. Inglese, ha partecipato a film come Gangster No. 1, Gangs of New York, V per vendetta, Mission: impossible III, Miami Vice, Sherlock Holmes e Sherlock Holmes – Gioco di ombre. Ha 44 anni e cinque film in uscita.  


Johnny Harris interpreta il nano Quert. Inglese, ha partecipato a film come Gangster No.1, Rocknrolla, Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il Diavolo, Dorian Gray e Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni. Ha 38 anni e due film in uscita.


L’ottavo nano, per citare una geniale trasmissione televisiva, è nientemeno che il figlio di Brendan Gleeson, Brian, mentre il principe William è interpretato da Sam Claflin, che in Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare interpretava il ragazzetto innamorato della sirena. Sempre rimanendo in tema di casting, vi interesserà sapere che sia Viggo Mortensen che Hugh Jackman erano stati interpellati per interpretare il Cacciatore ma hanno giustamente fatto una leva tanta all'intera produzione, mentre la carinissima Lily Collins è stata scartata in favore del merluzzo essiccato ma è poi finita ad interpretare Biancaneve nel sicuramente più trash ma tanto più simpatico e bello Mirror, Mirror di Tarsem Singh che, ovviamente, vi consiglio di recuperare! ENJOY!

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