mercoledì 8 maggio 2013

Mei to Koneko basu (2002)

Chi segue da tempo il Bollalmanacco sa che non ho mai recensito dei corti. Questa volta, però, farò un'eccezione perché qui non si parla di un semplice corto, ma di un diamante che ha reso la mia visita in Giappone ancora più indimenticabile, ovvero il meraviglioso, dolcissimo Mei to Koneko basu (めいとこねこバス), scritto e diretto da Hayao Miyazaki nel 2002.


Trama: la piccola Mei incontra il cucciolo del Gattobus e con lui passa una notte in compagnia degli spiriti del bosco.


Come avrete capito, questa non sarà una recensione normale, perché quando parliamo de Il mio vicino Totoro non riesco ad essere obiettiva. Mei to Koneko basu (letteralmente, Mei e il piccolo Gattobus) è il seguito del meraviglioso anime del 1988 e, finora, non è mai stato editato in video, che io sappia. E' un piccolo regalo che Miyazaki ha deciso di fare a tutti i visitatori dell'incredibile Museo d'Arte Ghibli che si trova a Mitaka, appena fuori Tokyo. Inutile dire che, come i bambini, ho puntato i piedi e preteso di includere una visita a detto museo durante il viaggio in Giappone anche se i biglietti, in teoria, bisognerebbe prenotarli dall'Italia mesi prima... sempre che non si voglia affrontare la terribile macchinetta Loppi situata all'interno dei conbini Lawson, tutta in giapponese e virtualmente incomprensibile, nonché la possibilità di NON trovare posto in nessuno degli orari in cui è previsto l'ingresso al pubblico. Noi abbiamo giocato d'azzardo, e il Re Totoro ci ha graziati, consentendoci di ottenere l'ambito biglietto ed entrare nel Museo il giorno dopo il nostro arrivo a Tokyo.


Non sto a descrivervi l'incredibile meraviglia che è il Museo d'Arte Ghibli, vi dico solo che ad accogliere i visitatori c'è Totoro in persona e che il voucher ritirato dalla macchinetta si tramuterà all'ingresso in un fotogramma di un anime a caso tra quelli prodotti dallo studio (a me è toccato Nausicaa della Valle del Vento, la prima opera di Miyazaki che abbia mai avuto la fortuna di vedere!) e che al piano inferiore c'è una sala dove viene appunto proiettato Mei to Koneko basu. Ammetto di avere rischiato la morte o l'arresto per omicidio, perché appena arrivati davanti al cinema la zelante bigliettaia ci ha detto "No, non c'è più posto". Con il cuore spezzato e la lacrima nell'occhio ho dimenticato l'inglese e le poche nozioni di giapponese e ho emesso un lamentoso "No, La prego!!" che deve averla toccata comunque perché la poveretta si è affrettata ad aggiungere: "No ma viene replicato ogni 15 minuti!!". Ah, ok. Quindici minuti di paradisiaca visita al museo dopo, ci accingiamo ad entrare nella sala, io col batticuore a tremila, gli altri visitatori apparentemente composti e ordinati. La sala stessa è un capolavoro dal sapore anni '30, con un antiquato proiettore uscito dritto dritto dalle fantasie più belle di Miyazaki, ma non ho nemmeno il tempo di riflettere su queste nozioni di arte vintage perché puntuali come un orologio giapponese si spengono le luci e comincia la magia.


Mei to Koneko basu è uno splendido, piccolo tifone, che concentra in sé tutta la vitalità e l'innocenza della scatenata Mei, una bimbetta che insegue il vento e lo cattura, guadagnandosi la possibilità di avere uno spiritello in casa, il carinissimo cucciolo di Gattobus. E' una storia di amicizia e fiducia, entrambe guadagnate grazie a piccoli, importanti gesti di gentilezza che spalancano le porte di un mondo incantato e sconosciuto ai più. Un mondo che, per quanto meraviglioso, a una bimbetta piccina può fare paura perché si anima solo di notte, ed ecco allora l'importanza di avere sempre accanto una figura amica... e quale amico può essere più fantastico e grande del fidato Totoro? Quello stupefacente personaggio armato di ombrello che compare "solo" a metà corto e in un istante unisce tutti, italiani, giapponesi, bambini ed adulti in un "OOOOHHH!!!!" corale, perché tutti non aspettavamo altro che vedere lui, il peloso, gentilissimo spirito della foresta. Senza ritegno alcuno ho proseguito la visione del corto con la faccia inondata di lacrime di commozione, tirando su col naso come una mocciosa, senza cercare di capire i pochi dialoghi in giapponese che si sentono nel film perché tanto il cinema, quello vero, è dotato di un linguaggio universale e parla direttamente al cuore... o al bimbo che è dentro di noi, se preferite. Per tutta la durata di Mei to Koneko basu ci si dimentica di essere in una sala e si vola nel cielo con gli spiriti incantati della foresta, si ride con loro, si vive il sogno di una notte magica e si rimane con un sorriso ebete sulle labbra per molto, molto tempo. Cascasse un Totoro, quindi, non perdetevi questo piccolo capolavoro se mai dovesse capitarvi di andare in Giappone.


Del regista Hayao Miyazaki ho già parlato qui.

Come ho detto, Mei to Koneko basu si può vedere solo al Museo d'Arte Ghibli, ma nell'attesa consiglio la visione de Il mio vicino Totoro e di tutti gli altri capolavori dello Studio Ghibli. ENJOY!!

P.S. Le foto, a parte la prima, le ho scattate io. Per quanto maffe e sicuramente poco artistiche sono comunque un ricordo, quindi se volete usarle chiedete il permesso, arigatou gozaimasu! ^__*
I took these pictures, except for the first one. Of course they are lame but they're good memories anyway, so if you want to use them please ask first. Arigatou gozaimasu! ^__*  


10 commenti:

  1. Fantastico, meraviglioso, voglio vederlo anch'io! Che crudeltà non editare in video le varie chicche riservate ai visitatori del museo. Però forse è giusto così, fa parte della magia anche questo.

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    1. Guarda, se anche il Museo fosse una delusione (e non lo è!) varrebbe la pena andare e pagare il biglietto anche "solo" per questo Mei to Koneko basu <3

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  2. Magnifico!
    Deve essere stato tutto stupendo

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    1. Una meraviglia! Credo si emozionerebbe anche un sasso al Museo Ghibli...

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  3. Oooooohhhh!! Che bello che bello che bello!!
    Ecco, il Giappone non mi ha mai attratta ma per Totoro partirei anche domani!

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    1. Nuoooo ma comeee???
      Il Giappone è una terra stupenda a prescindere da Totoro!! ç__ç

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  4. quando si parla dello Studio Ghibli e dei Myazaki si parla e scrive di vere leggende.
    Ogni volta che vedo un loro film mi sento "più umano ,più vero..." citazione musicale eh,guarda La città incantata,la collina dei papaveri,il mio vicino totoro....ma altro che cinema è arte purissima

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