venerdì 30 agosto 2013

Cameron Diaz Day: Essere John Malkovich (1999)


Oggi non è il John Malkovich Day. No, quello arriverà, spero, a Dicembre. Come avrete capito dal banner "nasone ma figaccione" di Pio, oggi è il Cameron Diaz Day ma chissà perché alla bella e brava Camerona, che per inciso compie 41 anni, pungeva vaghezza di calarsi nei panni dell'eclettico e pelato attore in questo Essere John Malkovich (Being John Malkovich), diretto dal bravo Spike Jonze nel 1999 e, soprattutto, sceneggiato da quel genio di Charlie Kaufman!!


Trama: Craig, un burattinaio frustrato, scopre una porta collegata direttamente alla mente di John Malkovich. Possedendo l'attore e muovendolo come uno dei suoi pupazzi cercherà di ottenere il successo e l'amore della collega Maxine, che però è già oggetto del desiderio della moglie Lotte...


Se ho scelto Essere John Malkovich per celebrare Cameron non è solo perché amo John e adoro questo film ma perché, per una volta, la bionda attrice di origini cubane è brutta. Sì, oddio, brutta come potrei essere io tirata a lucido per un matrimonio ma comunque inguardabile rispetto al suo solito standard. Ed è brava, bravissima. Soprattutto perché il pazzo Kaufman ha creato un personaggio difficilissimo da interpretare senza sforare in una cialtronata sopra le righe. Immaginate una tizia che vive per i suoi animali, che ha trasformato la casa in uno zoo per sopperire all'istinto materno frustrato da un marito mollo ed inconcludente. Immaginate che la tizia in questione, dopo essersi fatta un viaggio nella mente di Malkovich, senta risvegliarsi il proprio lato maschile lo assecondi con entusiasmo, arrivando persino a concupire la donna amata dal marito e accendendo così una surreale rivalità tra le mura domestiche. Non vado avanti per non togliervi la sorpresa ma, anche così, vi sarete fatti un'idea di come un personaggio simile rischi di diventare borderline e perlomeno ridicolo. Invece Cameron Diaz riesce ad infondergli un candore e una dolcezza incredibili anche nei momenti di delirio, quando Lotte viene inebriata dall'esperienza Malkovich e, come un'adolescente, comincia ad entusiasmarsi ed abbracciare la sua nuova natura. Nascosta da un'improbabile capigliatura riccia e infagottata in abiti meno che glamour, la Diaz diventa così un importante e delicato tassello del rompicapo messo in piedi da Jonze e Kaufman, indimenticabile come il resto dei personaggi che popolano questo strano film.


Quanto ad Essere John Malkovich in sé, dovete vederlo perché nessuna recensione potrebbe mai rendergli giustizia. Potrei parlarvi della delicata e disperata poesia dei burattini di Craig, dei dialoghi al fulmicotone, della delirante scena in cui Malkovich incontra un universo di cloni, dell'assurda idea che possa esistere un passaggio segreto per la mente dell'attore, dell'esilarante comparsata di Charlie Sheen nei panni di sé stesso, dell'incredibile interpretazione di un John Cusack in stato di grazia, dell'indiscutibile abilità registica di Jonze, della bellezza della colonna sonora (Bjork, oh Bjork!!), della profondità di sentimenti (anche negativi) che caratterizza ognuno dei personaggi ritratti, tanto che alla fine chi conduce l'esistenza più banale di tutti è proprio l'oggetto del titolo, della storia del settimo piano e mezzo o del trauma infantile dello scimpanzé Elijah... ma il vero piacere sta nello scoprire tutte queste cose e moltissime altre durante la visione di Essere John Malkovich. Io lo amo con tutto il cuore ma credo sia un film facile ad odiarsi, sicuramente sarà un'esperienza che non dimenticherete facilmente e che, se la ripeterete, vi aprirà ogni volta la mente su un mondo assurdo e sempre diverso. Come Malkovich. E come Cameron Diaz, che nel Bollalmanacco è già comparsa in altre vesti...

The Mask - Da zero a mito (1994), il suo film d'esordio. Bionda e bellissima, ruba il cuore di un Jim Carrey in formissima!

Paura e delirio a Las Vegas (1998) una semplice comparsata nei panni di una reporter che, in ascensore, viene turbata dai deliranti protagonisti.
  
Shrek - E vissero felici e contenti (2010) dove la voce di Cameron da vita all'orchessa Fiona, una delle principesse più toste mai create!

E il Cameron Diaz Day non finisce qui!! Ecco i link delle recensioni degli altri compagni d'avventura... ENJOY!!

Movies Maniac
Scrivenny
Recensioni Ribelli
Era meglio il libro
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Pensieri cannibali
Coocking Movies
Montecristo

giovedì 29 agosto 2013

(GIO)We, Bolla! del 29/8/2013

Buon giovedì a tutti! Finalmente le uscite tornano al solito giorno dopo gli sconvolgimenti estivi e il multisala si lancia in proposte persino ardite. Forse le mie maledizioni hanno fatto effetto? Chissà. Intanto devo ancora recuperare Red 2 quindi mi sa che le tre novità del giorno dovranno aspettare, ma nel frattempo… ENJOY!!

Elysium
Reazione a caldo: Mi perplime
Bolla, rifletti!: Francamente, non so se andare a vederlo o no. L’ho già sentito più e più volte nominare dai fan del genere fantascienza (e da chi ha amato District 9, che devo ancora vedere!!) e ho visto un paio di trailer al cinema ma ancora non riesco a capire se questo film che, mi si dice, richiama parecchio le atmosfere di Alita, potrebbe piacermi. Magari aspetto un paio di recensioni, alla fine Matt Damon e Jodie Foster non mi dispiacciono come attori, quindi…

In Trance
Reazione a caldo: evviva l’ignoranza!
Bolla, rifletti!: Nemmeno sapevo che Danny Boyle avesse girato un nuovo film. Vabbé. Le recensioni me lo danno come stilosetto nonostante la trama un po’ risibile (l’assistente di una casa d’aste, impelagato in un furto, dimentica dove ha nascosto il quadro e i complici, invece di rovinarlo di mazzate, lo ipnotizzano per scoprire il nascondiglio), ma a me chemmefrega? Ora che Vincenzo Cassöla si è mollato con la Bellucci dovrò preparare il mio futuro matrimonio e andare a vedere questo bell’omino al cinema potrebbe essere un ottimo inizio.

Shadowhunters – Città di ossa
Reazione a caldo: ma anche no.
Bolla, rifletti!: Ho capito che la mia aMMora Nageki sta leggendo il libro e ne ha detto meno peggio di quanto pensassi (pur con qualche dettaglio orrendo della trama che mi terrebbe lontana persino se l'avesse scritto King), ma lo stesso il film non m’ispira e qualche motivazione in merito l’ho addotta QUI.

martedì 27 agosto 2013

Monsters University (2013)

Domenica sera siamo andati con una coppia di amici (io ero la figlioletta viziata, ovviamente) a vedere il seguito dell'amato Monsters & Co., Monsters University del regista Dan Scanlon.


Trama: Mike Wazowki ha una sola aspirazione nella vita, cioé andare alla Monsters University e diventare il miglior spaventatore esistente. Per dimostrare il proprio valore dopo essere finito nei guai per colpa del bulletto fancazzista Sulley, il nostro eroe decide di partecipare ad una sorta di olimpiadi dello spavento mettendo su una squadra a dir poco sgangherata....


L'ho sempre detto, fin dalla prima visione di Monsters & Co.: Mike è il mio personaggio preferito e meriterebbe un film tutto suo. Ecco, con Monsters University sono stata accontentata perché il monocolo verde è diventato praticamente il protagonista assoluto e i realizzatori si sono divertiti ad indagarne il carattere adorabile, scoppiettante e deciso. Il cartone animato è uno dei migliori racconti di formazione che abbia mai visto su grande schermo, in primis perché non si concede al facile happy ending e poi perché, per una volta, non incoraggia i bambini ad impegnarsi per realizzare un sogno assurdo (che so, mi vengono in mente le sciacquettine di quei film sulla danza che, dal nulla, diventano le più brave della scuola tanto per...) bensì li spinge a tirare fuori il meglio di sé stessi per diventare quello per cui sono più portati anche se questo cozza con le loro speranze e, cosa ancora più importante in questo mondo dove viene celebrato il successo a tutti i costi, insegna ad accettare con filosofia un eventuale fallimento. Imbastendo una trama divertente ed emozionante gli sceneggiatori si sono collegati perfettamente al primo film non solo con rimandi e citazioni, come l'apparizione di Roz o i titoli di testa animati, ma anche tramite un filo logico che spiega come, quando e perché Sulley, Mike e Randal sono diventati i personaggi che abbiamo conosciuto in Monsters & Co.


Assieme ai personaggi vecchi, ovviamente, ne troviamo anche di nuovi, uno più bello dell'altro. Per una volta, a dire la verità, i villain sono un po' insipidi e poco divertenti ma compensano tutti i membri della Oozma Kappa con le loro assurde trovate, soprattutto il meraviglioso, cicciosissimo Squishy che, peraltro, io e la Noruzza abbiamo indicato come il più spaventoso in assoluto e, dall'alto del suo aplomb britannico, anche la temibile rettrice Tritamarmo si becca tutta la mia ammirazione. Gag a profusione, dunque, e momenti in cui ci si riesce a commuovere, sebbene senza lacrimuccia, rendono Monsters University, assieme al suo messaggio edificante, un film adattissimo per i bambini con alcuni regali anche per noi grandi, tutti sull'onda del citazionismo vintage: Animal House, La rivincita dei nerds, Carrie e il ritorno di una delle icone degli anni '80, la terribile bibliotecaria dei Ghostbusters! Per quanto riguarda la tecnica, invece, sono stati fatti dei passi da gigante e i personaggi sono più belli, colorati e realistici che mai, senza contare la meraviglia degli edifici esterni del campus e l'interno dell'inquietante, splendida sala dove i nostri fanno lezione la prima volta.


Come avrete capito, Monsters University è un film godibile quasi quanto il capostipite e ve lo consiglio senza riserve, avvertendovi di rimanere fino alla fine dei lunghissimi titoli di coda (anche dopo i nomi dei doppiatori italiani) per una simpatica scena post credits. E detto questo, lasciatemi spendere due parole anche per il delizioso corto che, come da tradizione Pixar, precede la pellicola, ovvero The Blue Umbrella di Saschka Unseld. La storia dell'ombrellino blu è pura poesia condensata ed effettivamente non dispone al meglio ad affrontare la strabordante cazzoneria di Monsters University ma la vista della città felice ed accarezzata dalla pioggia, la semplicità di uno sguardo e un tocco tra un ombrello blu e un'ombrellina rossa e la musica delicata che accompagna questo corto sono dei grandissimi esempi di come basti davvero poco a prendere il cuore e la mente dello spettatore ed accompagnarli lontano, lontano...


Billy Crystal (Mike), John Goodman (Sulley), Steve Buscemi (Randy), Helen Mirren (Abigail Tritamarmo – Dean Hardscrabble in originale), Joel Murray (Don), Charlie Day (Art), Nathan Fillion (Johnny Worthington) e Bonnie Hunt (Mrs. Graves) li trovate tutti ai rispettivi link.
 
Dan Scanlon è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo secondo film. Americano, anche doppiatore, animatore e produttore, ha 36 anni.


Sean Hayes presta la voce a Terri, che da noi è doppiato da Francesco Mandelli (mentre la seconda testa Terry è doppiata dal Biggio). Indimenticabile Jack della serie Will & Grace, ha partecipato anche al film Il gatto… e il cappello matto e ad episodi di Scrubs e 30 Rock. Anche produttore e sceneggiatore, ha 43 anni.


Alfred Molina presta la voce al professor Knight. Inglese, lo ricordo per film come I predatori dell’arca perduta, Ladyhawke, Specie mortale, Boogie Nights – L’altra Hollywood, Magnolia, Chocolat, Identità, Spider-Man 2 e Il codice DaVinci, inoltre ha partecipato alle serie Miami Vice e Monk. Anche produttore, ha 60 anni e undici film in uscita. 


Pare che i realizzatori si fossero ricordati del piccolo particolare che ho notato durante la visione di Monsters & Co., ovvero quel dialogo in cui Mike rinfaccia scherzosamente a Sulley di essere stato geloso del suo aspetto sin dalle elementari, e che avessero provato ad inserire in Monsters University un breve incontro che sarebbe stato poi dimenticato da entrambi, ma l’idea è stata accantonata perché avrebbe distolto l’attenzione dal vero fulcro della storia. A parte questo, l’anno prossimo dovrebbe uscire un corto dal titolo Party Central con protagonisti tutti i mostri della Monsters University e che molto probabilmente finirà nel DVD del film principale. Nell’attesa, se il film vi è piaciuto recuperate Monsters & Co. oppure cambiate genere e buttatevi su Animal House e La rivincita dei Nerds. ENJOY!!

lunedì 26 agosto 2013

Get Babol! #75

Buon lunedì a tutti! Settimana magra quella che comincia oggi negli USA. E se il must see è ovviamente This is us, il film degli uandairecscion, che purtroppamente il sito GetGlue non mi consiglia o giuromicifiondavosubitoconlalacrimanellocchio (credici), la proposta è invece un film che sembra un po' una tamarreide... ENJOY!!

Getaway
Di Courtney Solomon
Con Ethan Hawke, Selena Gomez, Jon Voight
Trama (da Imdb): Brent Magna deve mettersi al volante e seguire gli ordini di un uomo misterioso per salvare la moglie rapita.

Il sito me lo consiglia perché mi sono piaciuti Drive e i primi tre capitoli della saga Die Hard. Diciamo subito che Selena Gomez, con quella sua faccetta da zoccolotta in fasce, mi sta sulle balle a livelli improponibili. L'idea di vedermela duettare per più di un'ora e mezza con Ethan Hawke, chiusi in una macchina a farsi minacciare da Jon Voight non mi solletica per nulla e il film non sembra neppure ironico quanto dovrebbe. Nessuna data di uscita italiana ancora ma non dubito lo distribuiranno con somma gioia!

domenica 25 agosto 2013

The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair (1999)

E finalmente ci siamo arrivati alla fonte di tutti i mali o, meglio, di tutti i mockumentary. Chi avrebbe mai detto, nel lontano 1999, che questo The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair (The Blair Witch Project) di Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez avrebbe aperto la via a miriadi di cineasti perlopiù inetti e alla crisi dell'horror classico?


Trama: tre studenti si recano a Burkitsville, ex Blaire, per indagare su una leggenda locale legata alla figura di una strega. Non torneranno mai più a casa, ovviamente, ma di loro rimarrà un'ultima, terribile testimonianza.


Nel 1999 televisioni, internet e giornali sono stati invasi dalle foto di Heather, Josh e Mike, tre ragazzi andati nei boschi per girare un documentario e mai più rivisti da allora. E' bastato questo semplice escamotage pubblicitario per spingere milioni di persone in tutto il mondo a riversarsi nei cinema per guardare i documenti che ne testimoniavano la presunta scomparsa, fatti passare per vero girato e gettati in pasto al pubblico in gran parte credulone. Seppure conscia che non si sarebbe trattato di una storia vera, c'ero anche io quell'anno in mezzo alla bolgia di spettatori, curiosa di vedere questa ultima frontiera dell'horror e accompagnata da amici che, dopo l'esperienza, non avrebbero mai più guardato nessun film appartenente al genere. Anzi, ricordo distintamente che, alla fine della proiezione, una di loro si era girata verso di me e mi aveva chiesto "Ma alla fine il cavallo peloso cosa c'entrava? E' stato lui?" mentre io ero ancora intenta a farmi passare la tachicardia che mi aveva abbattuta nel 10 minuti finali. Questo per dire che The Blair Witch Project è un film imperfetto che, probabilmente, all'epoca aveva deluso i più sia per la mancanza di gore che per la novità di quelle riprese che sono davvero al limite dell'amatoriale... ma vi assicuro che, anche dopo più di 10 anni, risulta più efficace di tanti altri mockumentary recenti.


Tra le rimostranze dei DIlusi dell'epoca ce n'erano due in particolare che venivano spesso ripetute: "non succede niente" e "mi fa venire da vomitare". Oh, erano condivisibili entrambe, in effetti. Nel film non succede davvero niente per più di metà della durata, sta allo spettatore mettersi nei panni dei tre protagonisti e agitarsi per i rumori lontani, per le macabre scoperte nei boschi, per i momenti in cui lo schermo diventa completamente buio e si sente solo parlare o urlare, perché la presenza della strega Elly Kedward è palpabile benché invisibile, come se fosse nascosta tra le fronde ad osservarli maligna, facendoli perdere e litigare o peggio. Quanto alle riprese da mal di mare concorrono ovviamente a dare al tutto un tocco più realistico perché sono state effettuate dagli stessi attori, assolutamente inesperti nell'arte della regia e, spesso e volentieri, realmente terrorizzati grazie alla bastardaggine dei due registi che, magari, li svegliavano in piena notte scuotendo la tenda a loro insaputa. Però, nonostante questo (anzi, proprio per questi motivi) The Blair Witch Project ha inaugurato un nuovo modo di fare cinema, a me era piaciuto all'epoca ed è piaciuto anche dopo averlo rivisto in DVD. Probabilmente guardandolo in salotto mi ha fatto meno paura... ma adesso bisogna vedere per quanto tempo ancora mi si staglieranno nella mente le terribili immagini del devastante finale tutte le volte che arriverò a casa, da sola, dopo una serata passata con gli amici.

Daniel Myrick è uno dei due registi della pellicola. Americano, dopo questo film ne ha diretti altri quattro, quasi tutti horror che tuttavia non conosco. Anche sceneggiatore, produttore e attore, ha 41 anni.


Eduardo Sánchez (Eduardo Miguel Sánchez-Quiros) è il secondo regista della pellicola. Cubano, ha diretto anche Altered - Paura dallo spazio profondo, Lovely Molly e V/H/S 2. Anche sceneggiatore, produttore e attore, ha 45 anni e un film in uscita. 


Heather Donahue interpreta Heather. Americana, ha partecipato a serie come Oltre i limiti, Taken e It’s Always Sunny in Philadelphia. Ha 39 anni.


Joshua Leonard interpreta Josh. Americano, ha partecipato a film come Hatchet, Che la fine abbia inizio e a serie come Oltre i limiti, CSI: NY, CSI: Miami, Numb3rs, Bones e Criminal Minds. Anche regista e sceneggiatore, ha 37 anni e sei film in uscita.


Michael C. Williams interpreta Mike. Americano, dei tre protagonisti è quello che ha fatto meno carriera, infatti ha partecipato al film Altered - Paura dallo spazio profondo e alla serie Senza traccia. Ha 40 anni.


I due finali scartati prevedevano Mike impiccato o legato in guisa degli omini fatti coi legnetti nel bosco... e per fortuna i realizzatori hanno rinunciato alla scellerata idea di far inseguire i tre protagonisti proprio da uno di questi omini formato gigante! A parte questo, del film esiste un seguito, il mediocre Il libro segreto delle streghe: Blair Witch 2 che, a sua volta, ha dato origine al mockumentary televisivo Shadow of the Blair Witch, andato in onda sul canale Sci Fi nel 2000. Inoltre, durante la conferenza stampa di Lovely Molly, Sánchez si è lasciato scappare di essere interessato a girare un terzo capitolo della saga, quindi staremo a vedere.Nel frattempo, se il film vi fosse piaciuto consiglio la visione dei tre REC. ENJOY!!

venerdì 23 agosto 2013

Kick-Ass 2 (2013)

E fu così che qualche sera fa sono riuscita ad andare a vedere il primo dei film che attendevo di più quest’anno: Kick-Ass 2, diretto dal regista Jeff Wadlow e tratto dal fumetto omonimo di Mark Millar e John Romita Jr. L’attesa è stata ripagata? Nì.


Trama: Dave Lizewski torna ad indossare il costume di Kick-Ass ma questa volta non è solo perché l’idea degli eroi “fai da te” ha portato alla nascita di un gruppo chiamato Justice Forever. E mentre Dave si diverte a combattere i criminali con i nuovi amici, la povera Hit Girl è costretta a dismettere il costume e ad affrontare la dura vita di un’adolescente. Nel frattempo, purtroppo per tutti, si profila all’orizzonte la minaccia di MotherFucker…


Poteva essere un capolavoro questo Kick-Ass 2 e invece sono uscita dal cinema un po’ tanto DIlusa, forse perché sono entrata in sala dopo aver letto e amato (anche se non tanto quanto il primo, son sincera) il secondo capitolo della serie di Millar. A dire la verità l’entusiasmo mi è un po’ sceso nel corso della seconda parte della pellicola perché la prima parte l’ho trovata invece frizzante, interessante e divertente quasi quanto il primo, geniale film. Mi è piaciuto infatti il modo graduale in cui gli spettatori vengono preparati a quello che avrebbe dovuto essere il momento clou della pellicola e introdotti alle nuove realtà di Dave, Mindy e Chris; se i due ragazzi non hanno imparato una benemerita mazza dagli eventi di Kick-Ass ma, anzi, vanno peggiorando nella loro ossessione, la ragazzina viene invece costretta da un tutore amorevole ma severo a diventare un’adolescente "normale" con tutto quello che ne consegue. Ci vengono presentati quindi gli improbabili membri della Justice Forever (tra i quali spicca un Jim Carrey che vale da solo il prezzo del biglietto), possiamo ridere della stupidità di un Motherfucker a dir poco tragicomico nel suo patetico tentativo di diventare supercriminale e, soprattutto, possiamo ammirare la bravura con la quale Chloë Grace Moretz affronta il mondo degli adolescenti di oggi, preso spietatamente in giro dal regista/sceneggiatore anche grazie ad un esilarante video che praticamente è la summa di tutte quelle cose che mandano in brodo di giuggiole le Beliebers e le Directioners di questo povero mondo. Tutto questo e l’incredibile, devastante presenza della culturista ucraina Olga Kurkulina, assolutamente perfetta per il ruolo di Mother Russia, uno dei personaggi più riusciti, riescono ad ficcare di forza Kick-Ass 2 nell’ambito della sufficienza e sicuramente a qualche spettatore è anche piaciuto quasi ai livelli del primo… ma io il pressapochismo non posso tollerarlo, abbiate pazienza.


Ora, capisco che gli adattamenti cinematografici non debbano essere pedissequi. Ne risentirebbe l'originalità dell'opera cartacea, soprattutto a danno di chi l'aveva già letta, inoltre si parla di due linguaggi e due tipi di pubblico spesso completamente differenti. QUI sta il difficile e, di conseguenza, è estremamente importante l'abilità di regista e sceneggiatore (in questo caso, tu guarda, la stessa persona) perché altrimenti, bello mio, non sceglievi questo mestiere e andavi a lavorare in un ufficio come me. Non è che, solo perché il tuo è un lavoro "artistico", ci devi mettere meno impegno rispetto all'impiegato delle poste, per dire. Il problema di Kick-Ass 2 è proprio questo: si è voluta ricercare la soluzione facilona o comica a tutti i costi, senza capire che ci sono modi (e non sta a me trovarli né diro, per la miseria, è perlappuntamente il lavoro dello sceneggiatore!!) per mantenere intatto il significato dell'opera originale e la natura dei personaggi rimanendo nei limiti del PG-17. Perdonatemi gli SPOILER che seguiranno ma a 'sto giro sono necessari.


Nel secondo volume di Kick-Ass Millar spinge l'accelleratore della farsa e del cattivo gusto per rendere ancora più straniante questa vicenda che, sostanzialmente, parla di un gruppo di alienati scontenti che perseguono l'insano sogno di diventare supereroi o supercriminali. La questione viene parzialmente centrata nel film con il personaggio di Hit Girl, impossibilitata a integrarsi con le compagnette stronze e condannata per colpa del padre ad avere una visione distorta di sé stessa e del mondo. Perché dico parzialmente? Perché visto l'escamotage usato per avere vendetta sulle stronze della scuola direi che il prossimo Kick-Ass 3, se mai ci sarà, lo faranno direttamente sceneggiare da John Waters o dai Vanzina, mentre per il finale (Gesù, quell'orrendo finale!!!!) chiameranno Moccia. Sembra infatti che Wadlow non riesca a staccarsi dalla folle idea di voler far ridere a tutti i costi anche quando c'è davvero poco per cui stare allegri o che l'eroe della storia debba essere per forza un finto-nerd in realtà palestrato e figo e il cattivo invece un demente da avanspettacolo. Per dire, che nel primo film Dave riuscisse alla fine ad uscire con Katie in barba al pessimismo Milleriano non mi era dispiaciuta come idea, ma c'è un limite a tutto, non lo si può trasformare in atletico stallone: Kick-Ass è e deve rimanere uno sfigato, un incapace che fa solo casini, costretto a ricorrere ad una ragazzina per cavarsi dagli impicci, un umanissimo ragazzo che, preda della disperazione e del desiderio di vendetta, spinge un coetaneo giù da un palazzo rendendolo paraplegico, altro che integerrimo eroe dal cuore d'oro! Alla fine del secondo ciclo di Kick-Ass Mindy viene giustamente arrestata perché colpevole di avere ucciso quasi un centinaio di persone, seppure a fin di bene, ma viene comunque osannata dalla folla perché capace di fare tutte quelle cose che un super dovrebbe poter fare, quindi anche l'unica in grado di far sognare la gente comune e tirarla fuori dalla grigia esistenza quotidiana. Il nocciolo di Kick-Ass, lo spunto di riflessione dell'intera serie, è tutto qui. Non vanno bene le pacchianate, non va bene dipingere Motherfucker come un povero bimbominchia (cit.): Chris D'Amico è Hit Girl senza la mano salda di Big Daddy, è un pericoloso e viziatissimo nerd convinto di voler essere un supercriminale ed è lo specchio di tutti quei freddi mocciosi che violentano, uccidono e picchiano riprendendosi coi cellulari e bullandosi con gli amici. Non esiste redenzione nel fumetto per Motherfucker, non dopo aver ucciso intoccabili come cani e bambini, non dopo aver ripetutamente violentato Katie (altro che la stupida scena in cui vorrebbe stuprare Night Bitch ma non riesce, altro che "non siamo mica barbari"). MotherFucker è il livello più estremo delle storie allucinanti che sentiamo un giorno sì e l'altro anche ai TG e fa paura proprio per il suo essere sfigato ed infantile tanto quanto Kick-Ass. Ma questo Wadlow non l'ha capito e, peggio ancora, non l'ha fatto capire al pubblico.


Ecco, lo sapevo. Mi sono arrabbiata e ho cominciato a sproloquiare, rendendomi così conto che Kick-Ass 2 mi è piaciuto meno di quanto io stessa avessi pensato. La sufficienza la merita comunque anche se, riflettendoci, nemmeno la colonna sonora e i combattimenti (tranne quelli di Mother Russia) mi hanno entusiasmata. Mi rimangono, oltre ai citati Carrey e Moretz, un Mintz-Plasse sempre da antologia... e beh, e poi la foto trash dell'anno. L'unica cosa che da sola vale a cancellare tutto il nervoso, tutta la voglia che avrei di picchiare forte Jeff Wadlow. E sapete cosa faccio? Siccome su Facebook si sono tanto prodigati per procurarmela ve la metto qui. Così potete decidere se andare a vedere Kick-Ass 2 nonostante i miei strali o accontentarvi di vedere la cosa più bella del film sul Bollalmanacco. Ah, nel caso decidiate comunque di accingervi alla visione, ricordatevi di rimanere fino alla fine dei titoli di coda, non fate come tutti quei pirla in sala che sono usciti di corsa come un branco di pecore lasciando praticamente solo me e i miei amici a spernacchiarli e irriderli.

... senza parole!! XDXDXD
Di Aaron Taylor – Johnson (Dave Lizewski/Kick-Ass), Chloë Grace Moretz (Mindy McReady/Hit Girl), Donald Faison (Dr. Gravity), Lyndsy Fonseca (Katie Deuxma), Christopher Mintz-Plasse (Chris D’Amico/Motherfucker), John Leguizamo (Javier), Jim Carrey (Colonnello Stars and Stripes) e Andy Nyman (The Tumor) li trovate ai rispettivi link.

Jeff Wadlow (vero nome Jeffrey Clark Wadlow) è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto anche Nickname: Enigmista e probabilmente tra qualche anno si cimenterà nella realizzazione di X-Force. Anche produttore e attore, ha 37 anni.


Morris Chestnut interpreta il Detective Marcus Williams. Americano, ha partecipato a film come L’ultimo boyscout – Missione sopravvivere, Soldato Jane, Io sono tu, The Call e a serie come Freddy’s Nightmare, E.R. Medici in prima linea, Bones, V e American Horror Story, inoltre ha doppiato un episodio di American Dad!. Anche produttore, ha 44 anni e un film in uscita.


Probabilmente in pochi lo ricorderanno ma Evan Peters, ovvero il Tate e Kit di American Horror Story, nel primo Kick-Ass interpretava Todd ma per impegni con la terza stagione della mia adorata serie ha lasciato il posto al meno conosciuto Augustus Prew. Aspettando che il buon Evan si faccia vedere nei panni di Quicksilver in X-Men: Giorni di un futuro passato, nel caso Kick-Ass 2 vi fosse piaciuto recuperate assolutamente il fumetto da cui è tratto (in questi giorni tra l’altro per la Planet Comics esce lo spin-off Hit Girl) e buttatevi su Super, un film che devo ancora vedere ma di cui mi hanno parlato benissimo. ENJOY!!

giovedì 22 agosto 2013

Open Grave (2013)

La nuova stagione cinematografica sta iniziando ma in sala c'è ancora qualche rimasuglio estivo. E se tutti i rimasugli fossero di questa caratura il mondo sarebbe un posto migliore perché Open Grave, diretto nel 2013 dal regista Gonzalo López-Gallego, è davvero un ottimo film.


Trama: un uomo si sveglia in una fossa piena di cadaveri. Ferito e senza memoria alcuna, viene tratto in salvo da una misteriosa ragazza che lo conduce da altre persone rifugiate in una casa e nelle sue stesse condizioni. Mentre gli sventurati protagonisti cercano di ricordare cosa li avesse portati lì i boschi circostanti cominciano a palesare oscuri e pericolosissimi segreti...


La recensione di Open Grave sarà brevissima e assolutamente priva di spoiler perché l'unico modo di godersi appieno la pellicola è quello di non sapere nulla della trama o del genere di "orrore" che i protagonisti andranno ad affrontare. Questo perché, un po' come succedeva in Quella casa nel bosco, la forza di Open Grave sta nel modo in cui la sceneggiatura asseconda i cliché a cui sono abituati gli aficionados del genere e gioca con essi creando un piacevole effetto spiazzante. Lo spettatore scafato, quale penso di essere, si diverte così a snocciolarsi nella mente le ipotesi più probabili, ad indovinare la natura del pericolo che i protagonisti devono affrontare e a cercare di capire chi dei "sopravvissuti" è buono e chi è cattivo. Vi assicuro che Open Grave riesce ad interessare, incuriosire, inquietare e sorprendere per più di metà della sua durata; solo verso le ultime battute si riesce più o meno a prevedere dove andrà a parare il finale ma fino a quel momento ci si è appassionati così tanto che questo difetto (così come un altro paio di soluzioni "comode" che spuntano qua e là nel corso del film) viene facilmente perdonato.


Per quanto riguarda la realizzazione, chapeau. Quando ho capito dove avevo già sentito il nome di Gonzalo López-Gallego sono rimasta stupita perché non avrei mai collegato la regia fluida, le inquadrature per nulla banali, un paio di sequenze dove colonna sonora e ralenti si fondono alla perfezione e la bellezza di alcuni flashback al quel grezzume scuro che era Apollo 18. Certo, qui è anche merito di una fotografia nitida e pulitissima, ma il salto di qualità è comunque notevole. E' interessante anche come sia la regia che la sceneggiatura si soffermino spesso su dettagli e ripetizioni apparentemente inutili che acquistano invece maggior senso mano a mano che il film prosegue, inoltre anche gli attori coinvolti sono molto bravi. Detto questo, non mi va di aggiungere altro perché ho paura di sciupare l'importante effetto sorpresa. Se avete un minimo di fiducia nel Bollalmanacco ciò dovrebbe bastarvi per spingere a recuperare questo delizioso horror indipendente (che tra l'altro credo sia uscito solo in Italia, possibile??), imprevista e gradita chicca di un'altrimenti DIludente estate cinematografica!


Del regista Gonzalo López-Gallego ho già parlato qui. Sharlto Copley, che interpreta John, lo trovate qua.

Joseph Morgan interpreta Nathan. Inglese, ha partecipato a film come Master and Commander, Alexander e alla serie The Vampire Diaries. Anche produttore, sceneggiatore e regista, ha 32 anni e due film in uscita. 


Thomas Kretschmann interpreta Lukas. Tedesco, ha partecipato a film come La sindrome di Stendhal, Blade II, Il pianista, La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler, King Kong, Wanted – Scegli il tuo destino, Hostel III, il Dracula di Dario Argento e alle serie L’ispettore Derrick, Relic Hunter e 24, inoltre ha lavorato come doppiatore per Cars 2. Ha 51 anni, cinque film in uscita e parteciperà all’imminente serie Dracula nei panni di Van Helsing.


Tra gli altri attori, Josie Ho (la straniera muta) aveva già partecipato a Contagion mentre Max Wrottlesley (Michael) è comparso in Hugo Cabret. Il film non dev’essere inoltre confuso con Open Graves, horror del 2009 con Mike Vogel ed Eliza Dushku, che il bellissimo blog CinemaOut definisce addirittura scadente, cosa che invece non è Open Grave. Quindi attenzione e… ENJOY!!


mercoledì 21 agosto 2013

WE, Bolla! del 21/8/2013

Buon mercoledì a chi è ancora in ferie (dannati!!) e a chi invece è tornato a lavorare (avete tutta la mia solidarietà...). Con il fatto che ad agosto i film escono un giorno prima del previsto ho rischiato di non andare a vedere Kick-Ass 2 ma per fortuna il Multisala è stato magnanimo ed illuminato. Stasera quindi vado a godermi le ultime avventure dell'eroe meno super che ci sia, dopodiché mi aspetterà parecchio ben di Dio, come vedrete... ENJOY!!!

Monsters University
Reazione a caldo: E uno!
Bolla, rifletti!: dopo la recensione di Monsters & Co. credevate non mi sarei fiondata sul seguito o, meglio, sul prequel? Tra l’altro, Lisa ha anche detto che val la pena guardarlo, quindi è aggiudicato!

Red 2
Reazione a caldo: E due!
Bolla, rifletti!: come ho già detto QUI, non posso perderlo. Anche perché dopo aver saputo che Bruce Willis ha pesantemente snobbato I mercenari 3 in qualche modo dovrò perdonarlo. L’unico problema è che non ho trovato un maiale di peluche da camallarmi al cinema per l’occasione…

The Conjuring – L’evocazione
Reazione a caldo: E tre!
Bolla, rifletti!: Quello che si preannuncia come l’horror più “càgati in mano” dell’anno. Lucia ne ha detto bene ma quello che mi ha preoccupata maggiormente è questo articolo. Visto il mio atavico terrore nei confronti di bambole, burattini e pupazzi in generale temo di non riuscire a sopravvivere alla visione ma… continuiamo così, facciamoci del male!

Turbo
Reazione a caldo: E quattro! (seeh, ve lo credevate…)
Bolla, rifletti!: Ribadisco quello che ho scritto QUI. Le lumache velociste le lascio volentieri allo zoccolo duro degli appassionati di cartoni animati, ai genitori con figli.. o ad Antonella Clerici, guest voice per l’occasione.

martedì 20 agosto 2013

Cujo (1983)

Basta con le classifiche e le recensioni sdolcinate, ri-buttiamoci sull'horror vintaggio che piace tanto a noi non-giovani e parliamo di Cujo, diretto nel 1983 dal regista Lewis Teague e tratto da quell'omonimo romanzo che il re King scrisse nel 1981.

Trama: una madre e suo figlio rimangono bloccati in macchina e braccati dal san bernardo Cujo, malato di rabbia e trasformato in un'implacabile e folle assassino.


Mentre guardavo Cujo pensavo a due cose in particolare. Una era il film Penny Dreadful, un'incredibile palla dove una ragazzetta rimane bloccata in macchina a causa di un maniaco che vuole farla fuori, un'ora e mezza di noia e non ho detto gioia. L'altra era la camurriosissima serie Under The Dome, che prende uno dei romanzi migliori di King e, puntata dopo puntata, ne seleziona le cose più noiose ed inverosimili e le scodella al pubblico, buttando nel cestino qualsiasi elemento che potrebbe invece renderla più interessante. Nel 1983 il regista Lewis Teague e gli sceneggiatori Don Carlos Dunaway e Lauren Currier riuscivano invece a trarre una pellicola assolutamente dignitosa da una delle opere più angoscianti e crudeli di King mantenendone praticamente intatto lo spirito, lasciando lo spettatore con il cuore in gola a più riprese e usando in tutto due dollari e pochi effetti speciali. Poi dicono che i tempi cambiano in meglio, eh. Per carità, non voglio con questo dire che Cujo sia IL film horror per eccellenza, né la miglior trasposizione Kinghiana del mondo, però fa la sua porchissima figura nonostante siano passati 30 anni dalla sua realizzazione... e nonostante lo abbia visto in questi giorni per la prima volta!!


Non rileggo Cujo ormai da qualche anno ma mi ha fatto molto piacere che il film non si concentrasse esclusivamente sul cane del titolo ma mantenesse il parallelo tra mostri di fantasia e mostri reali senza sforare nel sovrannaturale come succedeva in parte nel romanzo. La terribile e realistica crudeltà di Cujo risiede interamente nella figura del piccolo Tad (interpretato magistralmente da un pargolo in grado di far accapponare la pelle per quanto urla e piange in maniera realistica.. secondo me il cane gli faceva davvero paura, poverino) e nei suoi normalissimi terrori infantili, come il mostro sotto il letto o il ba-bau nell'armadio. Per un bambino anche il percorso al buio dalla porta della camera al lettino è una traversata immane e zeppa di pericoli ed è bellissima la sequenza girata al ralenti dove tutto ciò che circonda Tad sembra essere grande e minaccioso. I genitori possono "ingannare" i piccoli, creare delle parole magiche per cacciare i mostri, ma cosa succede quando poi questi ultimi escono dall'armadio e minacciano fisicamente le vite dei bambini? Il senso d'impotenza di una madre indifesa viene reso perfettamente dal viso stravolto della bravissima Dee Wallace, fisicamente impossibilitata a tenere testa ad un enorme e sanguinario San Bernardo che, trasfigurato quasi in un terribile demone guardiano, impedisce a lei e al figlio di respirare aria fresca, bere, dormire, condannandoli così ad una lenta e terribile agonia.


Come il romanzo, anche il film costruisce il senso di terrore a poco a poco, preparando lo spettatore alle inevitabili sequenze clou scavando nella psicologia dei personaggi (i Cambers madre e figlio che scappano dal LORO ba-bau, il freddo e dispotico meccanico, Donna che "condanna" il figlio anche a causa delle sue scappatelle...) e trasformando il docile Cujo da San Bernando giocherellone a incubo a quattro zampe sporco, insanguinato, malato e pazzo, mentre i colori della fotografia si fanno sempre più virati su rosso, giallo e marrone a mano a mano che la macchina in cui sono rinchiusi Donna e Tad diventa prima fornace poi bara. E se anche il finale della pellicola è diverso da quello del romanzo (ma quanto diverso? A noi spettatori non è dato sapere precisamente quale sarà il destino di madre e figlio...) non importa, perché l'importante è che lo spirito del Cujo kinghiano non sia andato perduto e che lo spettatore possa soffrire e tornare a sentirsi un piccolo bimbo alle prese con mostri più grandi di lui. Per le calde sere estive e per tutti gli amanti di King, questo è un film perfetto.


Di Dee Wallace (Donna Trenton) e Ed Lauter (Joe Camber) ho già parlato ai rispettivi link.

Lewis Teague è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come L'occhio del gatto, Il gioiello del Nilo, Hazzard vent'anni dopo ed episodi della serie Nash Bridges. Anche attore, sceneggiatore e produttore, ha 75 anni.


Christopher Stone interpreta Steve Kemp. Marito di Dee Wallace, ha partecipato a film come L'ululato e a serie come Hunter, Wonder Woman, La donna bionica, Chips, Hazzard, Dallas, A-Team, MacGyver, La signora in giallo e Lassie. Anche regista, è morto nel 1995 all'età di 53 anni.


Se il film vi fosse piaciuto, oltre a consigliarvi caldamente la lettura di Cujo, vi direi di recuperare un paio di pellicole "a tema" come Il cane infernale e Il migliore amico dell'uomo (che ricordo da qualche Notte Horror anni '90) oppure Monkey Shines - Esperimento nel terrore e Christine - La macchina infernale. ENJOY!!


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