domenica 4 ottobre 2015

The Green Inferno (2013)

Dopo lunghe e travagliate vicissitudini anch'io sono riuscita finalmente ad andare a vedere The Green Inferno, diretto e co-sceneggiato da Eli Roth nel 2013 ma rimasto a frollare in un limbo distributivo per due anni.


Trama: un gruppo di studenti universitari si reca in Ammazonia per salvare alcune tribù della foresta pluviale, minacciate dalle ruspe di una ditta senza scrupoli. A causa di un incidente aereo i ragazzi finiranno proprio persi nei territori di queste tribù che, ahiloro, si riveleranno cannibali...


Il ritorno dell'exploitation horror cannibale sul grande schermo dopo più di 30 anni bastava già di per sé a fomentarmi tantissimo, ancora prima della visione di The Green Inferno. Non prendetemi per pazza se vi dico che al primo pezzo di carnazza finito sotto i denti della vecchia capatribù ho frenato l'applauso, interamente dedicato alla faccia tosta di Eli Roth, che ha avuto l'ardire di riproporre un genere che, a ben vedere, non era mai sparito del tutto dalla scena horror ma era sempre stato mescolato a perversioni incestuose, ad ambienti degradati appena fuori dal passetto di casa, oppure completamente trasformato in una riflessione filosofica sull'homo homini lupus. E invece Eli ri-tira fuori dall'immaginario collettivo la tribù completamente sconosciuta agli occhi del mondo, tutta ossa nel naso e pelle colorata di rosso o giallo, che non aspetta altro che farsi una bella scorpacciata di buana bianchi e pronti a salvare un mondo al quale non frega una benemerita cippa di loro. Mancava solo il pentolone (ma c'è il forno!), per il resto The Green Inferno ha persino il sale e le erbe aromatiche da utilizzare per cucinare gli incauti bianchi, vittime di indigeni che non sono cattivi o pazzi ma seguono semplicemente i loro incomprensibili usi e costumi tribali, davanti ai quali l'uomo moderno può adattarsi oppure soccombere nel peggiore ed ingiusto dei modi. Con buona pace di maiali, mucche e galline che hanno imparato a fare loro il gesto dell'ombrello, ovviamente. The Green Inferno, con le motivazioni "innocenti" che spingono i mostri (o presunti tali), della pellicola, riporta al cinema l'horror ignorante che getta letteralmente in pasto allo spettatore dei bagni di sangue per il solo gusto di schifarlo e divertirlo e in questo do ragione a Stephen King, che ha definito il film di Roth "un ritorno al cinema da drive-in della sua giovinezza"; che potrebbe essere un complimento come no, ovviamente. Personalmente, come dicevo a Lucia (andate a leggere il suo post in merito, please!) trovo che il film più bello e maturo di Eli Roth sia Hostel 2, sia per il modo in cui il regista riusciva a farci affezionare alle protagoniste sia per la sua capacità di cambiare bruscamente e in maniera inaspettata le prospettive di tutti i coinvolti mostrando anche il punto di vista dei "torturatori", mentre The Green Inferno ha dei personaggi tagliati con l'accetta e mediamente insopportabili, oltre ad essere anche troppo lineare nel dipanarsi della trama.


La furberia di Eli Roth, quindi, non è tanto quella di mostrare macellate fuori dal comune (ero al cinema col mio ragazzo digiuno di horror e il suo commento è stato "il film non mi è piaciuto ma le immagini non mi hanno fatto così tanto schifo") quanto quella di saper creare l'attesa e fomentare l'aspettativa dello spettatore scafato, un'aspettativa che spesso, e per fortuna, rimane estremamente delusa; sinceramente, dopo il primo banchetto mi aspettavo cose fuori dalla grazia di Dio ma se riuscite a superare quello molto probabilmente potrete arrivare alla fine del film senza vomitare, piuttosto la cosa peggiore è stata per me "ricamare" e fare congetture sul destino delle tre donne superstiti, sopratutto dopo gli argomenti che vengono toccati a inizio film. La parte centrale di The Green Inferno è infatti una supercazzola quasi simpatica, con un paio di trucchi da cartone animato che sciolgono la tensione in un'inopportuna risata, nell'attesa che il personaggio più odioso della pellicola, l'infame Alejandro di quell'Ariel Levy che in Aftershock era invece una delle persone più gradevoli, faccia una fine devastante. Le uniche emozioni che The Green Inferno è in grado di suscitare sono in effetti un odio mortale per tale Alejandro e tanta, tanta pena per la povera Lorenza Izzo, ricca figlia di papà dal cuore d'oro, i cui occhioni terrorizzati testimoniano non tanto l'orrore celato nella foresta, quanto la malvagità insita nell'animo di chi si approfitta della bontà altrui ed è pronto a sacrificare chiunque per fare soldi e pubblicità. A parte queste considerazioni, c'è da dire che Eli, rimasto più o meno sempre uguale come sceneggiatore (qui è aiutato da Guillermo Amodeo, autore del già citato Aftershock e dell'imminente Knock Knock, sempre prodotto da Roth), è invece migliorato molto come regista, diventando in qualche modo più "riflessivo" e attento alla bellezza delle immagini; le panoramiche della foresta e le sequenze ambientate nel fiume, dove peraltro la Izzo ha rischiato davvero di annegare, sono piuttosto inusuali per il mio amato cialtronetto, così come alcune riprese della vita quotidiana dei veri indigeni, da me molto apprezzate. Se a questo aggiungete gli effetti splatter superiori di Nicotero & Berger avrete tra le mani un ottimo film di genere, non esagerato quanto vogliono fare credere giornalisti, divieti ai minori di 18 anni ecc., né sicuramente meritevole di entrare nella top 5 di fine anno ma sicuramente divertente e godereccio, almeno per gli amanti di questo tipo di horror.


Del regista e co-sceneggiatore Eli Roth ho già parlato QUI mentre Richard Burgi, che interpreta Charles, lo trovate QUA.

Lorenza Izzo (vero nome Lorenza Izzo Parsons) interpreta Justine. Fortunatissima moglie di Eli Roth, la ricordo per il film Aftershock e tornerà sul grande schermo con l'imminente Knock Knock. Cilena, ha 26 anni e due film in uscita. 


Ariel Levy interpreta Alejandro. Cileno, lo ricordo per il film Aftershock. Ha 31 anni e sei film in uscita. 


Anche Nicolás Martínez, che interpreta Daniel, e Matías López, Carlos, avevano partecipato al film Aftershock; quindi, se The Green Inferno vi fosse piaciuto recuperatelo e aggiungete Cannibal Holocaust, Cabin Fever, Hostel e Hostel 2. ENJOY!

31 commenti:

  1. A me Eli piace proprio perché cazzaro e un po' tamarro, diciamo pure terra terra, quindi penso che mi divertirò parecchio. Sperando di vederlo a breve. ;)

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    1. Non è così cazzaro e terra terra come puoi pensare ma è comunque molto divertente :)

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  2. Tu sei più Rothiana di me, ma anche io credo che sia il suo film più solido, al netto di personaggi come dici giustamente tu tagliati con l'accetta e momento scemi da cui Roth proprio non riesce ad emanciparsi (l'erba... Sob!), a me ha divertito, Eli ammazza Americani fuori casa con una coerenza dimostrata da pochi ;-) Cheers!

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    1. Come ho detto, gli ho preferito di parecchie lunghezze Hostel 2 però per quel che riguarda la regia tanto di cappello!

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    2. Cassidy, la pensi come Lucia, in pratica? Stranerrimo! :3

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  3. Sono curioso, se ne sta parlando in molti modi, e i film di questo genere fomentano parecchio.
    Spero di recuperarlo quanto prima.

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    1. Guarda, io lo ritengo un buon film di genere, magari non tra i più entusiasmanti ma comunque emozionante, almeno sul grande schermo. Poi tutto dipende da quanto desiderassi rivedere dei cannibali veri al cinema!

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  4. e niente...non l'ho ancora visto...ormai mi sa che aspetterò altre modalità..in compenso non riesco a togliermi la maledetta canzone di "descendans" dalla testa..."if only...if ooooonlyyyyyyyy!!!!"....

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    1. Mannaggia e io che speravo una recensione combinata T__T
      E maledetti Descendants!!!

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    2. Per ora Descendants lo hanno visto solo i bacarosps (io sentivo la maledetta canzonetta intanto che ero in altre faccende affaccendata...) e han detto che "si, carino, ma niente di che"...nel fine settimana conto però di buttarci un'occhiata pure io...

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    3. No ma perché ti vuoi fare del male? Lascia correre XD

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  5. Avendo vagamente detestato i due Hostel (il terzo me lo risparmio) questo film mi interessa davvero poco. Ma conoscendomi prima o poi lo vedrò per farmi un'idea.
    Peccato che lo splatter non sia così insostenibile come lo hanno pubblicizzato :(

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    1. Beh ma il terzo con Roth regista non c'entra. Comunque se ti hanno fatto schifo gli Hostel evita pure XD

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  6. Me ne stanno parlando in molti, ma anche qui lo salterò (nonostante la stima che abbia per Eli Roth.
    Mi hanno detto che la rievocazione di Cannibal Holocaust è davvero forte: in molto hanno apprezzato.

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    1. Questo non te lo so dire: i vari horror italiani a sfondo cannibale mi hanno sempre un po' intimorita :P

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  7. Ovviamente ce lo schiafferemo prima possibile!!!

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    1. Ovviamente vi piacerà un botto! :)

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    2. Sai che non ci ha entusiasmato,alla fine?Caruccio ma troppo innocuo,per i nostri gusti.Non ci ha spaventato,non ci ha schifato,non ci ha disturbato.
      Non.
      Un film sui cannibali "per famiglie",dove l'unico momento che davvero mi ha fatto dire "eeeeeeww",è stato quando credevo facessero quella roba brutta lì alla Izzo.Eppure,anche lì manca il coraggio di andare fino in fondo,con la sceneggiatura;questo film è un leone senza unghie,qualcosa che promette di essere minaccioso/pericoloso,ma non è.Sì c'è qualche scena gore bella,ma nulla di più.Deludente.

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    3. Secondo me è proprio questo il punto, nonché l'ennesima riprova della furberia di Roth: il film gioca molto sull'attesa, sulla pubblicità ingannevole, fa più paura per quello che si pensa possa succedere piuttosto che per quello che effettivamente succede. Io tenendo a mente questo mi sono divertita ma capisco possa essere diludentissimo per chi si aspettava chissà cosa :)

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    4. Noi con tutto che non ci aspettavamo molto,siamo rimasti delusi.Proprio una stronzatina che non trasmette nulla.Tempo perso.

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  8. Io ti odio ufficialmente per essere riuscita a vederlo.

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    1. Un po' mi odio anche io ma non disperare, ce la farai!!!! T___T

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  9. Devo trovare il tempo per vederlo, siete in troppi ormai a parlare bene. :-)

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    1. Una visione la merita di sicuro, soprattutto se ti piace il genere :)

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  10. Come ti ho accennato più volte, la ritengo una pellicola che diverte a chi piace il sottogenere "Cannibalico" (che io non amo), ben girata, con una buona fotografia (nelle scene ambientate nella foresta) ed una evocativa colonna sonora, ma oltre a questo resta ben poco: sceneggiatura scarna, oltre mezzora di attesa con dialoghi inutili prima che succeda qualcosa, personaggi tagliati con l'accetta ed insopportabili, antropologicamente inattendibile e abbastanza prevedibile.
    Aspetto di vedere "Knock Knock" (il nuovo film di Roth) la settimana prossima al Festival di Sitges, intanto per chi volesse sapere qualcosa di più sul making del film, qui c'è la mia intervista a Eli Roth ;-)

    http://www.throughtheblackhole.com/the-green-inferno-intervista-a-eli-roth/

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    1. Io non ne vado matta ma, non so, vederlo sul grande schermo mi ha emozionata in qualche modo :)
      Non sai quanto ti invidio per la visione in anteprima di Knock Knock, qui lo stiamo aspettando con ansia mista a panico!!! :D (non sto neanche a dirti di salutarmi Roth, che abbiamo capito non essere troppo simpatico!)

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  11. Devo ancora vederlo...ma è veramente così crudo?

    http://pietrosabaworld.blogspot.it/

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    1. Se hai letto il post avrai capito che non è poi così crudo come vogliono dare a intendere :)

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    2. Ho letto solo l'inizio..non mi piacciono gli spoiler..forse hai ragione, però la carne è cruda.. ;)

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  12. Visto ora, finalmente.

    che ti devo dire, mi ha colpito di più rivedere Cannibal Holocaust (sarà per il formato mockumentary), però spezzo una lancia per i miei compaesani e tutto sommato il film si lascia guardare.

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    1. Beh, alla fine è una supercazzola, laddove Cannibal Holocaust si prendeva tremendamente sul serio. Comunque Roth sta imparando!

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