mercoledì 5 ottobre 2016

Profondo rosso (1975)

Qualche sera fa su Iris davano Profondo rosso, diretto e co-sceneggiato da Dario Argento nel 1975 e, siccome non lo vedevo da decenni, mi è venuta voglia di riguardarlo.


Trama: una medium viene assassinata dopo aver percepito la presenza di un killer all'interno del teatro che la vedeva protagonista di una conferenza. Un pianista, suo vicino di casa, comincia ad indagare assieme ad un'intraprendente giornalista...



Guardando Profondo Rosso, la prima cosa che ho pensato e che mi sono sentita di esternare al mondo è stata: ma come diamine ha fatto Argento a ridursi in questo modo e girare SOLO film di infima qualità? Non può essere solo la vecchiaia unita ai tempi che cambiano in peggio, non quando ad imperitura memoria della bravura di costui c'è un film come Profondo rosso, perfetto dall'inizio alla fine e, soprattutto, con 40 anni sul groppone portati benissimo. Quand'è che le inquietanti inquadrature di finestre, corridoi, luoghi bui e "claustrofobici" spazi aperti sono diventati maniera? Quand'è che i momenti di commedia leggera sono diventati un inno al trash? Quand'è che gli assassini sono diventati la parodia di loro stessi? Quand'è che si è cominciato a preferire l'effettaccio digitale da due lire (mantide, oh mantide!) a fantasiose soluzioni artigianali? Soprattutto, quand'è che gli attori sono diventati così mediocri? Probabilmente la risposta esiste ma non riuscirò mai a trovarla, quindi tanto vale limitarmi a godere dell'eredità argentiana, che indubbiamente tocca il suo apice con Profondo rosso e Suspiria. Come già la precedente "trilogia degli animali", Profondo Rosso (che, peraltro, avrebbe dovuto intitolarsi se non erro La tigre dai denti a sciabola) segue gli archetipi del giallo all'italiana, con una mano ignota che uccide ignare vittime senza mai mostrare il suo volto, tuttavia l'opera di Argento in questo caso sconfina spesso e volentieri nell'horror, a partire dall'inizio: una medium percepisce un assassino, viene travolta dall'orrore di fatti compiuti nel passato ma nonostante i suoi poteri di sensitiva non riesce ad impedire al killer di ucciderla nella maniera più sanguinosa possibile. A questo timido passo nel sovrannaturale si aggiungono burattini semoventi, un'inquietante nenia infantile, bambini sadici, quadri assai simili all'Urlo di Munch e misteri sepolti che rendono Profondo rosso quasi più horror che giallo, ma non è solo quella la peculiarità che lo distingue da altre opere simili.


La bellezza di Profondo rosso sta nel fatto che lo spettatore attento (e vi posso STRA-giurare che non avevo notato quel lapalissiano particolare durante la prima visione del film) sa già chi si nasconde sotto l'impermeabile e i guanti del killer, eppure lo stesso gode della ricerca della verità da parte di Marcus, che deve non solo districarsi tra gli indizi lasciati dalla medium ai suoi compagni ma anche, e soprattutto, compiere un viaggio all'interno della propria memoria, ricercando quel "qualcosa" di fondamentale alla risoluzione del caso. Il percorso di Marcus tocca tutti i topoi del gotico italiano, deliziando lo spettatore non soltanto attraverso alcune delle morti più cruente e, ahimé, "comprensibili" della storia del cinema (comprensibili nel senso che io non ho idea del dolore che possa provocare un colpo di pistola ma se vedo qualcuno a cui viene bruciata la faccia nella vasca da bagno o a cui spaccano i denti contro lo spigolo di un caminetto comincio a fremere per il fastidio, ricordando esperienze simili da contatto con acqua calda o con le sante manine di un dentista) ma anche con la visione di case abbandonate che nascondono inquietanti disegni, villette di campagna isolate della città, eleganti piazze poco illuminate nonostante la bellezza dei monumenti che ospitano e, soprattutto, finestre che spaziano su un'oscurità angosciante. Profondo rosso è così bello e ben girato, oltre che ben scritto, che mi diverto persino a guardare i siparietti amorosi tra Hemmings e la Nicolodi, perfettamente affiatati e in grado di arricchire con tocchi di lieve umorismo la terribile vicenda raccontata da Argento; vero è che il personaggio di Gianna talvolta è quasi fastidioso nella sua testardaggine, reiterata nonostante la morte di chiunque abbia anche solo lontanamente a che fare con Marcus, tuttavia il suo "Ma sono davvero così bruttina?" rimane impresso come tutti i simpatici dialoghi messi in bocca alla giornalista. I bei tempi in cui la Nicolodi non era ancora la trashissima ombra di se stessa, anche se la palma di miglior interprete va a... nah, mica voglio fare spoiler a chi non avesse ancora visto questo capolavoro! Anche perché tra le scene che vedono protagonista il personaggio in questione e le musiche incredibilmente azzeccate dei Goblin non so davvero cosa mi tenga più sveglia la notte!!


Del regista e co-sceneggiatore Dario Argento ho già parlato QUI mentre Daria Nicolodi, che interpreta Gianna Brezzi, la trovate QUA.

David Hemmings interpreta Marcus Daly. Inglese, lo ricordo per film come Blow-Up, Barbarella, Il gladiatore, Gangs of New York e La leggenda degli uomini straordinari, inoltre ha partecipato a serie come A-Team, Magnum P.I. e La signora in giallo. Anche regista, produttore e sceneggiatore, è morto nel 2003, all'età di 62 anni.


Gabriele Lavia interpreta Carlo. Nato a Milano, lo ricordo per film come Chi sei?, Inferno, Zeder, La leggenda del pianista sull'oceano e Non ho sonno. Anche regista e sceneggiatore, ha 74 anni.


Clara Calamai interpreta Marta. Nata a Prato, ha partecipato a film come Ettore Fieramosca, Boccaccio, Capitan Fracassa, Caravaggio il pittore maledetto, La cena delle beffe, Ossessione, Vespro siciliano, Le notti bianche e Le streghe. E' morta nel 1998, all'età di 89 anni.


Se Profondo rosso vi fosse piaciuto recuperate Suspiria, Inferno, Sei donne per l'assassino e L'uccello dalle piume di cristallo. ENJOY!

18 commenti:

  1. E' il primo film di Dario Argento che abbia mai visto e quello a cui sono indissolubilmente legata. Lo rivedrei anche ogni sera senza mai annoiarmi, tutte le volte che lo guardo mi inquieta ancora, ancora adesso, a distanza di anni dalla mia prima visione! Quei quadri, li ho avuti negli incubi. E della nenia infantile vogliamo parlare? Quello che però mi ha sempre spaventata più di tutto il resto é la voce dell'assassino, da brividi.

    Ammetto di non capire niente di cinema, ma sono riuscita ad apprezzare anche gli ultimi lavori di Argento, anche se ovviamente li reputo assai inferiori ai suoi primi film. Eppure, Dracula non me lo ricordo così malaccio... be', tranne quell'orrenda cavalletta/mantide/insetto realizzato con una CGI che io con ms dos forse facevo di meglio.
    Ma questo é solo il mio assolutamente ignorante parere, da completa profana!

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    1. Secondo me l'ultimo Argento (e per ultimo intendo dai tempi dell'orrido Il fantasma dell'Opera) è stato condannato soprattutto da attori cani e mancanza di fondi, oltre che da trame facilone e a tratti imbarazzanti. Probabilmente ai tempi di Profondo Rosso c'era tutto un altro clima anche in fase di produzione e realizzazione, chissà...

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  2. Io l'ho visto per la prima volta solo di recente, recuperato per la preziosa Notte Horror di quest'estate.
    E confermo che si tratta sempre di un grandissimo film. I suoi 40 anni se li porta bene dal punto di vista cinematografico, però da quello della tensione e della paura forse qualche colpo con l'età l'ha perso. O, se non altro, io dopo averlo visto non ho avuto problemi a dormire. :)

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    1. A me fa sempre paura come la prima volta ma tra finestre che danno sul buio, pupazzi e nenie infantili credo Argento vinca facile! :D

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  3. A me ha fatto venire due palle tante sto film,ma è perchè di cinema non ne capisco una fava,probabilmente.L'ho trovato noiosissimo!Tra le maledizioni del Khal che lo considera un capolavoro ;)

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    1. Mah, secondo me il cinema è una delle cose più soggettive che esistano al mondo. Ci sono un sacco di film considerati unanimemente capolavori che a me hanno lasciato freddissima, quindi... siamo in due a non capire una ceppa!! :P

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  4. La decadenza di Argento è uno dei misteri più inspiegabili e studiati degli ultimi decenni. La mia personale risposta è che probabilmente la decadenza è cominciata con la separazione con la Nicolodi, che se non ricordi male lavorava spesso come coautrice dell'Argento nazionale, separata la coppia rotti tutti gli equilibri creativi.

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    1. Dici che la Nicolodi, che io pesterei a sangue per partecipazioni a film innominabili quali Paganini Horror, è parte del problema? Tutto può essere!!!

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  5. Mi hanno sempre detto: "Se vuoi dormire, non guardarti Profondo Rosso"...
    E da buon fifone ancora non l'ho visto... Ma so che devo farlo, per cultura personale!

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  6. Quanta tristezza T.T me senza tirare fuori la mantide, basterebbe solo la partita a poker finale de "Il cartaio"...

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    1. Io alla fine del Cartaio non sono nemmeno arrivata. Per dire :( Era peggio della partita a carte de Il fantasma di Sodoma?

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    2. io ho visto il cartaio per tv da un terzo circa alla fine,a parte che c'è Muccino che raglia che non si può sentire,la partita alla fine è TERRIBBBILE XD

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    3. Mi fate venire voglia di finirlo!!!

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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