martedì 24 gennaio 2017

Train to Busan (2016)

Tante volte mi chiedo a cosa serva amare il Cinema e l'horror se riesco a non guardare per mesi perle come Train to Busan (Busanhaeng), diretto e sceneggiato nel 2016 dal regista Yeon Sang-Ho, ritrovandomi così a stilare classifiche di fine anno incomplete. Disonore su di me e sulla mia mucca!!!


Trama: durante il viaggio verso la città di Busan, Seok-Woo e la figlioletta Soo-An si ritrovano in un treno zeppo di passeggeri diventati zombi famelici, mentre tutte le città della Corea cominciano a cadere sotto gli effetti della terribile epidemia...



La zombie mania è tornata in auge con la prima stagione di The Walking Dead, risalente ormai a sette anni fa, e da allora è stato un fiorire continuo di horror o parodie a tema, al punto che credevo nessun film dedicato ai morti viventi (lenti o veloci, umani o animali, dotati o meno di poteri) potesse più toccarmi nel profondo. Poi è arrivato Yeon Sang-Ho, dalla lontana Corea del sud, tirandomi un poderoso ceffone in faccia e ribadendomi che sì, zitta Bolla, c'è speranza anche per un genere stra-abusato come quello dello zombie movie, basta solo che i realizzatori ci mettano anima e cuore e non il semplice gusto per delle frattaglie ormai stantie oppure dialoghi interminabili da soap opera (sceMeggiatori, sto parlando con voi). Train to Busan ha la trama più vecchia e stra-abusata del mondo, soprattutto nell'ambito dei film catastrofici: un genitore e suo figlio devono raggiungere una città mentre attorno a loro il mondo si sgretola e terribili eventi mettono a repentaglio la loro stessa esistenza. Facendo uno scomodissimo paragone recente, la storia di Train to Busan è assai simile a quella di Cell, in cui un gruppo di sopravvissuti deve raggiungere il figlio del protagonista passando attraverso orde di persone fuori di testa e dalla volontà omicida, tuttavia Cell fa schifo mentre Train to Busan è uno degli horror recenti più belli mai visti e quindi cos'è che lo rende tale? Per esempio, oltre ad essere realizzato benissimo (e ne parlerò dopo), Train to Busan fa un enorme lavoro sui personaggi e sui legami che intercorrono tra loro, al punto che lo spettatore arriva a sentirsi coinvolto dalla loro storia, a preoccuparsi per la loro sopravvivenza, a chiedersi come fosse la loro vita prima della piaga, a piangere come un vitello davanti alle inevitabili tragedie che un film simile reca con sé. Soprattutto, ogni azione compiuta dai personaggi che popolano il film ha un senso, una motivazione che può essere o meno condivisibile ma che comunque ci racconta qualcosa di più della personalità di chi la sta compiendo, che sia il gesto disperato di un'anziana che tenta di "vendicare" l'ingiustizia subita dalla sorella oppure le azioni altruistiche di un grebano dal cuore d'oro; i protagonisti di Train to Busan non sono dei pezzi di carne da macello e ad evolvere e cambiare, nel corso della storia, non è solo il freddo ed egoista businessman Seok-Woo bensì tutti coloro che hanno la sventura di trovarsi ad affrontare gli zombi assieme a lui e alla tenerissima figlioletta Soo-An (una patatina davanti al cui sguardo accusatore credo si sentirebbe male persino il più convinto dei terroristi, figuriamoci un padre che nella prima parte del film non ci fa proprio una bellissima figura).


L'interesse che si arriva a provare per le sorti dei personaggi, ovviamente, aumenta il senso d'ansia avvertito durante la visione. Siccome non vogliamo che a Seok-Woo e compagnia succeda nulla, ogni apparizione dei dinoccolati e velocissimi zombi che infestano Train to Busan è un colpo alle coronarie, anche perché Yeon Sang-Ho ha un modo tutto suo di presentarli sulla scena. Lo zombi che fa paura può essere quello contorsionista appena morso, che si risolleva da terra usando movimenti "a scatto" capaci di agghiacciarmi per giorni, oppure può essere l'apocalittica marea umana che si avventa sui protagonisti senza pietà alcuna e probabilmente grazie all'ausilio di una CGI per nulla invasiva e, se posso permettermi, utilizzata mille volte meglio rispetto a ciò che spesso si vede nelle grandi produzioni USA (qualcuno ha detto World War Z?). Di fatto, Train to Busan ha il respiro epico dei grandi blockbuster ma ha anche il non trascurabile vantaggio di non essere l'accozzaglia di effetti speciali e tamarrate assortite che solitamente l'accezione occidentale del termine reca con sé: tutto nel film di Yeon Sang-Ho è realizzato benissimo e senza lasciare nulla al caso, dalla breve scena action in cui i personaggi sono costretti a lottare contro i singoli zombi (e lì la fa da mattatore Ma Dong-seok, vero esperto di arti marziali che tira pugni ai morti viventi con talmente tanto gusto che è una goduria da guardare) alle devastanti scene di morte e distruzione che coinvolgono stazioni e città, ma anche i momenti più "riflessivi" in cui ai protagonisti bastano pochi sguardi e qualche inquadratura azzeccata per comunicare più di mille parole. Se poi siete come me, ovvero persone imbecilli alle quali basta, che so, sentire cantare Aloha Oe in coreano da una bambina in lacrime per cominciare a piangere a vostra volta come vitelli, vi avviso già da ora che la visione di Train to Busan vi lascerà devastati neanche vi foste fatti una maratona di Edward mani di forbice e Papà ho trovato un amico, quindi astenersi non solo stomaci deboli (qualche scena gore c'è, nulla di troppo "Saviniano" ma c'è, tra l'altro il make-up degli zombi è particolarmente realistico) ma anche spettatori dalla lacrima facile.

Yeon Sang-Ho è il regista e sceneggiatore della pellicola. Originario della Corea del sud, ha diretto pellicole che non conosco, quali The King of Pigs, The Fake e Seoul Station, tutti a disegni animati. Anche produttore, ha 39 anni.


Il lungometraggio animato Seoul Station, diretto sempre da Yeon Sang-Ho, funge da prequel al film ed è ambientato un giorno prima di Train to Busan; conto di recuperarlo il prima possibile assieme a The Host e The Wailing, che non ho ancora visto ma mi paiono abbastanza simili. ENJOY!

12 commenti:

  1. Vero, molto toccante.
    Mi era piaciuto tantissimo, e che bimba carina. :)

    RispondiElimina
  2. Ho dovuto googlare grebano. Con te imparo sempre qualcosa anche quando leggo le recensioni di film che con ogni probabilità non vedrò mai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah la colpa è mia che non uso un linguaggio universale :P Però secondo me se ti armerai di coraggio e della presenza della pelosa metà potresti anche goderti un bel film, sai? :)

      Elimina
  3. Un film che rivaluta il genere.. per me i film di zombie erano ormai diventati
    una barzelletta su cui farsi una risata! xD

    RispondiElimina
  4. Piaciuto tantissimo anche a me.
    Mitico il marito stazzato e spaccaculi.
    Uno dei migliori zombie movies degli ultimi anni e non solo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lui è davvero un grandissimo personaggio, gli ho voluto bene dall'inizio alla fine :D

      Elimina
  5. Non ce n'è uno a cui non sia piaciuto. Mi sa che recupero alla svelta, anche se so che i bambini orientali mettono il mio povero cuore in grande difficoltà!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non dirlo a me, guarda. Ho pianto persino vedendo la piccolina che scappava in Pacific Rim! XD

      Elimina
  6. Me lo sono segnato che altri blog che ne hanno parlato davvero molto bene.
    Spero di vederlo presto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io invece ora punto a Seoul Station, ma temo dovrò attendere la fine della "febbre da Oscar" XD

      Elimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...