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domenica 14 gennaio 2018

In Bruges - La coscienza dell'assassino (2008)

L'uscita e il successo internazionale di Tre manifesti a Ebbing, Missouri (che dovrei andare a vedere proprio stasera...), mi ha portato la consapevolezza di non avere mai visto un film di Martin McDonagh. Spinta da commenti positivi ho così recuperato In Bruges - La coscienza dell'assassino (In Bruges), diretto e sceneggiato nel 2008 proprio dal regista inglese.


Trama: dopo un lavoro finito malissimo, il killer Ray si rifugia a Bruges assieme al collega Ken su richiesta del loro spietato boss ma il paese non è proprio di suo gradimento...


Conoscevo Bruges solo di nome, per un paio di motivi. Primo, a un certo punto di Austin Powers in Goldmember il Dr. Male saluta tutti i suoi homies di Bruges, città dove il malvagio è cresciuto; secondo, da alcuni anni a Natale, un corriere di cui non farò il nome omaggia me e alcuni altri dipendenti della ditta dove lavoro con uno "scrigno" di cioccolatini Jeff De Bruges, sopraffine specialità del Belgio che solo a nominarle perdo venti litri di bava (agevolo il sito. Non avete idea di cosa sia mangiare uno di questi cioccolatini). Guardando il film di McDonagh ho deciso, assieme al Bolluomo, che prima o poi andremo a Bruges perché, per parafrasare il cattivissimo Harry, lì "sembra di stare in una fiaba": cigni, canali, strade acciottolate, chiese gotiche, opere d'arte, un'adorabile atmosfera medievale che mi ha ricordato molto Praga, benché con meno caos. Insomma, su di me la cittadina ha sortito l'effetto opposto rispetto a Ray, protagonista del film, il quale fin dall'inizio odia Bruges con tutto sé stesso proprio per i motivi che spingerebbero me a visitarla. Ray è un killer che, poveraccio, alla sua prima missione ha scazzato nel peggiore dei modi e, "tutorato" dal collega Ken, viene spedito dal boss a Bruges per far calmare le acque; la strana coppia di assassini, anche troppo buoni e umani per il lavoro che fanno, cercano così di passare il tempo tra una birra e una visita al museo, parlando di passato e futuro, inferno e paradiso, vita e morte, colpa e redenzione. In Bruges è un film molto dialogato, permeato da un umorismo grottesco che ricorda molto quello dei Coen e che culla lo spettatore nella falsa illusione di avere davanti una commedia, almeno finché il sangue non comincia a scorrere riportandolo alla brusca realtà di un mondo popolato da assassini e uomini d'onore ciechi alle suppliche persino degli amici di una vita, desiderosi di fare giustizia pur nel loro modo perverso. Piccolo purgatorio in guisa di bomboniera europea, luogo da favola in cui accadono le cose più assurde, Bruges diventa il posto ideale ove attendere il giudizio per le colpe commesse in vita e spalancare le porte dell'inferno o del paradiso (benché per Ray l'inferno sia proprio l'idea di vivere a Bruges e per Harry l'esatto contrario), una città dalla quale è impossibile fuggire e dove ogni azione, anche la più semplice, causa una reazione capace di manifestarsi anche dopo ore o giorni, formando un perfetto cerchio sul finale.


Tra nani attori e scorci da cartolina, McDonagh scrive una sceneggiatura surreale e piena di rimandi ad opere d'arte e cinema, rendendo Bruges protagonista fondamentale, tanto quanto i personaggi umani e forse anche di più; come regista, l'inglesotto dimostra di saper gestire al meglio sia le sequenze più action e sanguinose sia quelle più leggere o "intimiste" e, sul finale, si concede persino una scena surreale che ai cinefili potrebbe ricordare A Venezia un dicembre rosso shocking mentre un cultore dell'arte riconoscerà personaggi usciti dritti dal Giudizio universale di Bosch, con un'atmosfera parimenti angosciante e "spirituale" che fa a pugni col registro più allegro di inizio film. Passando agli attori, In Bruges ha la fortuna di vedere coinvolto un terzetto mica da ridere, oltre a un gruppo di caratteristi a dir poco ottimi. Colin Farrell mostra una sensibilità incredibile e offre l'interpretazione divertente ma non superficiale di un giovane killer alle prese con un senso di colpa soverchiante e col desiderio di non pensare, neppure per un secondo, alle circostanze che lo hanno portato a Bruges; gli fa da spalla un Brendan Gleeson perfetto, capace di combinare un atteggiamento da vecchio zio borbottante a quello di criminale (riluttante) perfettamente consapevole delle regole del gioco ma anche stanco di sottostare a persone fuori di testa, per i quali l'onore viene prima di ogni cosa ma che, in sostanza, rasentano la psicopatia, come il superbo Harry interpretato da Ralph Fiennes (mai così cattivo neppure nei panni di Voldemort ma perlomeno coerente con le sue scelte di vita). Nonostante siano passati dieci anni ringrazio quindi tutti quelli che, con infinita pazienza verso la mia manifesta ignoranza, mi hanno parlato di In Bruges - La coscienza dell'assassino in occasione dell'uscita di Tre manifesti a Ebbing, Missouri; ho trovato un film decisamente nelle mie corde, ironico, assurdo e anche malinconico come piace a me, con un terzetto di attori in formissima. E ora tocca a Sette psicopatici, nonostante tutti lo reputino inferiore... ma al titolo non si comanda!


Di Colin Farrell (Ray), Ralph Fiennes (Harry), Brendan Gleeson (Ken) e Ciarán Hinds (il prete) ho già parlato ai rispettivi link.

Martin McDonagh è il regista e sceneggiatore della pellicola. Inglese, ha diretto 7 psicopatici e Tre manifesti ad Ebbing, Missouri. Anche produttore, ha 47 anni.


Zeljko Ivanek interpreta il canadese. Sloveno, ha partecipato a film come Donnie Brasco, Hannibal, Argo, 7 psicopatici, X-Men: Apocalisse, Tre manifesti ad Ebbing, Missouri e a serie quali X-Files, La signora in giallo, Millenium, Ally McBeal, E.R. Medici in prima linea, 24, CSI - Scena del crimine, Bones, Cold Case, Lost, Numb3rs, Doctor House e Heroes. Anche produttore, ha 60 anni.


Clémence Poésy, che interpreta Chloe, era Fleur Delacourt nella versione cinematografica di Harry Potter mentre il nano Jordan Prentice ha vestito i panni leggendari di Howard il Papero in Howard e il destino del mondo. In una delle scene eliminate c'era l'undicesimo Dottore Matt Smith ad interpretare un giovane Harry, impegnato a decapitare un poliziotto corrotto reo di aver ucciso una donna (la sequenza è stata eliminata in quanto la CGI della decapitazione era imbarazzante); inoltre, lo script mostra come Ray non muoia alla fine del film. Detto questo, se In Bruges vi fosse piaciuto recuperate Lock & Stock - Pazzi scatenati, Snatch - Lo strappo e Burn After Reading - A prova di spia. ENJOY!

25 commenti:

  1. Anche noi in settimana andremo a vedere "Tre manifesti a Ebbing, Missouri", pur non avendo visto questo film interessante, con un buon cast. Cercheremo di recuperare anche questo, grazie della dritta ... e perché no, un giretto a Bruges, fosse solo per quei cioccolatini :)

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    1. Questo è facilmente recuperabile e, se devo essere sincera, mi sono innamorata più di Bruges che di Ebbing, per quanto bellissimo :)

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  2. Mi fa piacere che abbia subito provveduto a recuperare “In Bruges” e che ti sia piaciuto (ma non poteva essere altrimenti).
    Non so se si possano fare paragoni fra i due film che hanno in comune, è vero, sceneggiatore/regista e sono entrambi pervasi da humour nero, spesso non politically correct, ma le diverse ambientazioni (una antica città d’arte europea vs un paesino del midwest americano “in the middle of nowhere”) permettono a Martin McDonagh di dare tutt’altro taglio agli ottimi dialoghi in quanto a livello culturale e ritmo.
    Comunque, penso che “Three Billboards ...” debba essere digerito con calma e, chi ha buona memoria, dovrebbe continuare ad analizzare tanti dettagli credo per niente casuali e chiedersi: ci sarà un sequel? McDonagh non ha lasciato una porta aperta, ma tante e secondo me non a caso.
    Anch'io ho in lista d'attesa "7 psicopatci"

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    1. Three Billboards è molto bello ma forse ho preferito In Bruges. Qualcosa, proprio nella sceneggiatura dell'ultimo film di McDonagh, non mi ha colpita, forse un eccesso di faciloneria in alcune scelte narrative, non saprei. Quel che è certo è che la McDormand è divina e Rockwell interpreta alla perfezione un personaggio più complesso di quel che pare. Francamente, spero che un sequel non ci sia, il finale (non consolatorio né risolutivo) lo trovo perfetto così.

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  3. Mi ero innamorato della città, ma il film lo ricordo poco, anche se doveva essermi piaciuto. 7 Psicopatici, invece, troppo sopra le righe, non molto...

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    1. 7 psicopatici spero di recuperarlo presto. Organizziamo un bel viaggio di blogger a Bruges nel frattempo? :)

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    2. Oh beh che sia al di fuori delle righe si nota subito dal fatto che i protagonisti stanno a guardare Violent Cop di Kitano. Ma quel registro di dialettica in salsa pulp irlandese (o oer meglio dire europeo) è così affascinante. Anche suo fratello John Michael non è male The Guard (da noi Un poliziotto da happy hour) di un umorismo nero d'annata e non solo per la oresenza di Don Cheadle. ;)

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    3. Ora ho ancora più voglia di guardare 7 psicopatici!!

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  4. Anche tu come Lisa, certo che da entrambi non credevo potesse succedere di aver visto io un film prima di voi due grandi cinefile :D
    Comunque contento sia piaciuto anche a te, anche perché proprio le sfumature alla Coen mi hanno conquistato ;)

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    1. Ma va! Non so Lisa ma io rimango indietro come i gamberi, altro che cinefila XDXD
      Davvero bello, ringrazio anche te per i suggerimenti e sì, le atmosfere "alla Coen" sono sempre adorabili :)

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  5. Già, pure io sono arrivata alla visione dei Tre manifesti senza conoscere McDonagh e mi sono sentita un pesce fuor d'acqua a Venezia... per fortuna, ho recuperato, ed è stata una conferma!
    Però, a questo gioiellino che mi ha fatto venir voglia di partire per il Belgio, ho preferito i 7 psicopatici, questione di sceneggiatura nella sceneggiatura, che sempre mi frega.

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    1. 7 psicopatici è nelle prossime visioni, qualcuno dice che è peggio, qualcuno dice che è meglio... a prescindere gli darò fiducia, anche perché McDonagh è un autore che mi piace moltissimo!

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  6. "Quei cazzo di cigni" è leggendario...=)

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  7. anche a me era piaciuto tanto!! e pure i cioccolatini che citi...

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    1. I cioccolatini sono una delizia, li sto centellinando!

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  8. Lo adoro, è un gioiellino che tutti dovrebbero riscoprire.
    Bello grottesco, con tante situazioni anche stranamente comiche. Per non parlare del finale, che mi ha lasciato incollato allo schermo. Davvero un ottimo film!

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    1. Sì, io adoro la scelta di farlo commedia (per quanto drammatica) e poi farlo scivolare nel dramma più nero pur mantenendo un minimo di assurdità :)

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  9. Questo lo devo recuperare, lo farò prestissimo ^_^

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  10. Io ho fatto l'ordine inverso: psicopatici, Bruges e ora mi mancano i manifesti...gran bel regista, riesce sempre a stravolgere il punto di vista, qualsiasi cosa racconti

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    1. Assolutamente vero! Ecco, 7 psicopatici ancora manca: dopo il periodo Oscar lo recupererò!

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    2. io ormai ho abbandonato tutti i festival e i premi: preferisco farmi consigliare da amici/conoscenti/lettori/blogger....

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    3. Quello anche io ma sono come gli anziani col Festival di Sanremo quando si tratta di Oscar :PP

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    4. auhahuahuhuahuahuahua mi spiace per te...pregherò per gli anziani con sanremo e per te con gli oscar ^_^

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