domenica 27 maggio 2018

Turbo Kid (2015)

Con un ritardo pazzesco e approfittando dell'edizione home video della Koch Media, ho recuperato Turbo Kid, diretto e sceneggiato nel 2015 dai registi François Simard, Anouk Whissell e Yoann-Karl Whissell.


Trama: negli anni '90 della post-apocalisse, un ragazzino senza nome vaga per le lande deserte cercando cibo e memorie di un'epoca ormai scomparsa, con un unico mito nel cuore: l'eroe dei fumetti Turbo Rider.


Nel 2016 quasi tutti i blogger che seguo avevano parlato di Turbo Kid, consacrandolo come uno degli omaggi più riusciti a quegli anni '80 di cui nell'anno del Signore 2018 gli spettatori sono ormai abbastanza saturi, io per prima. Credo che all'epoca questa voglia di eighties fosse appena esplosa o perdurasse giusto da un annetto e indubbiamente Turbo Kid profuma ancora oggi di nuovo, di una voglia di divertirsi con effetti artigianali cavalcando la nostalgia, di quelle cose che sicuramente hanno segnato l'infanzia dei registi prima ancora che del pubblico, di sangue a secchiate che ne tradisce la natura di opera nata da un corto destinato alla raccolta The ABCs of Death. Tutti enormi pregi che allo stesso tempo rischiano di essere anche grandi difetti di Turbo Kid, che funziona bene solo nel momento in cui chi lo guarda decide di stare al gioco, sorridendo indulgente davanti alle citazioni abilmente nascoste e asservite a una storia che più classica non si può, una storia che avrebbe il sapore post-apocalittico della saga di Mad Max se non fosse che i protagonisti vanno in giro su un altro simbolo degli anni '80, le BMX, invece che su veicoli ipertruccati. E come nei migliori film d'avventura di quell'epoca i protagonisti sono iconici, tagliati con l'accetta, per non parlare poi dei villain o dei personaggi secondari; il giovane eroe del film non ha neppure un nome da tanto è l'erede di tutti quei ragazzini simpatici, scavezzacollo e sognatori dei bei tempi andati, mentre la sua compagna è il trionfo dei colori "femminili" e stilosi tanto amati nella mia infanzia, un tale tripudio di violetti, rosa e azzurrini da far invidia a Barbie. I due cercano di sopravvivere mentre esplorano terre desolate dove l'umanità è condannata a bere acqua putrida ricavata dai cadaveri e dove a spadroneggiare è il malvagio Zeus, sanguinario capoccia del luogo affiancato da un braccio destro ancora più efferato, al quale si oppone (inutilmente, bisogna dirlo) la banda di desperados guidata da un emulo di Indiana Jones campione di braccio di ferro, anche lui personaggio che è la summa di tutti gli eroi che non devono chiedere mai, dal già citato Indy a Jack Burton a Jack T. Colton a Mr. Crocodile Dundee, giusto per fare due nomi.


Come e quando questo semplicissimo canovaccio si arricchirà della presenza di un supereroe sta a voi scoprirlo, nello stesso modo gioioso di un bambino che scopre una sorpresa all'interno dell'ovetto Kinder. Turbo Kid infatti, nonostante le splatterate di cui è costellato, è un'opera gioiosa e innocente, permeata da un desiderio di semplicità che non deve essere preso per incapacità o sciatteria, proprio per nulla, e che è ben distante dall'approccio commerciale di chi strizza l'occhio alla moda del momento. Non mi è ancora capitato di vedere Summer of '84, secondo lungometraggio del terzetto di registi, quindi non saprei se i tre sono rimasti "puri" (forse no visto che nel frattempo hanno messo in cantiere Turbo Kid 2), ma mi è sembrato che questo Turbo Kid fosse il frutto di un sincero desiderio di avere un film non "ispirato a quelli dell'epoca" ma piuttosto "COME quelli dell'epoca", zeppo di momenti "tristi e divertenti ma NON di momenti tristemente divertenti", come direbbe Caparezza, una pellicola capace di stupire e meravigliare lo spettatore proprio grazie alla sua fondamentale innocenza. Ed è qui, ovviamente, che entra in gioco la capacità del pubblico odierno di tornare bambino e abbracciare questa semplicità senza spaccare troppo il capello con approfondimenti psicologici, trame contorte, effetti speciali patinati o attori estremamente capaci perché, che diavolo, negli anni '80 questo genere di film mica era la fiera dello state of the art ed è forse questo il motivo per cui molti di noi (io per prima!) non osano addentrarsi nei recuperi di ciò che hanno amato in passato. Alla fine della visione di Turbo Kid che, per inciso, mi è piaciuto tantissimo, quello che mi è rimasto profondamente impresso sono gli occhi azzurri e il sorriso stralunato della bella Apple, che hanno suscitato in me il desiderio di poter tornare ad affrontare la vita e il cinema con lo stesso meravigliato ottimismo che muove ogni azione della fanciulla; sarebbe un buon modo per tenersi stretta la magia dell'infanzia e dell'adolescenza pur diventando adulti, senza scadere in una banale sindrome da Peter Pan né andare ad ingrossare le fila di quelli "con l'infanzia rovinata" dall'ennesimo remake o reboot a loro non gradito. La stessa magia che, probabilmente, ha consentito ai realizzatori di Turbo Kid di regalare al mondo un film così maledettamente esaltante!


Di Michael Ironside, che interpreta Zeus, ho già parlato QUI.

François Simard è il co-regista e co-sceneggiatore della pellicola, inoltre interpreta il padre di Turbo Kid. Canadese, anche produttore e tecnico degli effetti speciali, ha diretto Summer of '84 e il corto T is For Turbo e ha un film in uscita, Turbo Kid 2.
Anouk Whissell è la co-regista e co-sceneggiatrice della pellicola, inoltre interpreta la madre di Turbo Kid. Canadese, anche produttrice, animatrice e tecnico degli effetti speciali, ha diretto Summer of '84 e il corto T is For Turbo e ha un film in uscita, Turbo Kid 2.
Yoann-Karl Whissell è il co-regista e co-sceneggiatore della pellicola, inoltre interpreta la guardia pelata. Canadese, anche produttore, ha diretto Summer of '84 e il corto T is For Turbo e ha un film in uscita, Turbo Kid 2.

Da sinistra a destra: Yoann-Karl, François e Anouk
L'edizione DVD della Koch Media contiene degli inserti speciali quali trailer e making of. Munro Chambers, che interpreta Turbo Kid, dovrebbe tornare nell'imminente sequel, attualmente in fase di pre-produzione. Il lungometraggio Turbo Kid deriva dal corto T is for Turbo, una delle opere candidate a entrare nell'antologia ABCs of Death, al quale è stato preferito la grottesca splatterata in claymotion T is for Toilet. Detto questo, se Turbo Kid vi fosse piaciuto recuperate la quadrilogia di Mad Max. ENJOY!


12 commenti:

  1. Ohhh finalmente è uscito in italiano! Eccheccazz, è stato il primo della retrowave e qui di noi non ce lo siam cagati.
    Addirittura il 2... beh, il primo no, ma il due assolutamente è per moda^^

    Moz-

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    1. Mah in verità io me lo sarei anche cagata ma non ho mai tempo per stare dietro a tutto!
      comunque sì, non è uscito al cinema ovviamente, fortuna che la Koch lo ha recuperato per l'home video!

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  2. So che papà lo aveva adorato, qualche anno fa. Non gli avevo dato peso onestamente. Ma leggendo il tuo posto, che sei molto più autorevole del genitore... :)

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    1. Bwahaah ma è il mio idolo tuo papà!! *__*
      Il mio lo metterebbe sotto la categoria: "Strunsata" XD

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  3. A me piacque moltissimo, anche se la sensazione di pellicola " posticcia " era sempre dietro l'angolo.

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    1. A me stavolta non ha fatto questo effetto, lo ammetto. Speriamo che anche il sequel mi risulti gradito!

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  4. Sono una persona "mala" se ammetto di non averlo ancora visto? :(

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    1. Sei "malo" quanto me, che l'ho visto solo l'altroieri :PPP

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  5. Bel film, mi fa piacere sapere che ci sarà un seguito, grazie per la notizia Bolla. Scene con momenti tristi e altri allegri, con cattivoni che anche se irrealistici poi la pensano come certa gente davvero. In alcuni momenti splatter ho riso, non sono l'unico, vero?

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    1. Assolutamente no, ho riso parecchio anche io XD
      Siamo brutte persone!

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  6. All'epoca l'ho apprezzato abbastanza, sono sicuro che tra qualche anno diventerà un cult.

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