martedì 12 giugno 2018

Tito e gli alieni (2018)



Consigliata da più persone, venerdì sono corsa al cinema d'élite per vedere Tito e gli alieni, diretto e co-sceneggiato dalla regista Paola Randi.


Trama: dopo la morte del padre, Tito e la sorella Anita vanno a vivere in America dallo zio, uno scienziato ormai privo della voglia di condurre le sue ricerche che da anni risiede vicino all'Area 51...



La visione di Tito e gli alieni conferma ancora una volta la bontà della scellerata idea di aprire un blog e l'importanza di un confronto con altri appassionati di cinema e spero che dopo aver letto questo post vi fiondiate anche voi in sala a vedere il film di Paola Randi, senza troppi pregiudizi. Ammetto infatti di essere stata a lungo combattuta sul vedere o meno Tito e gli alieni, in primis per la sua natura di lungometraggio italiano, secondariamente per aver visto un servizio al TG zeppo di iperboli, complimenti esagerati, interviste che mi puzzavano di sòla lontano un chilometro, benché effettivamente i pochi spezzoni mostrati nel corso del servizio invogliassero alla visione. Poi è arrivato Mr. Ink e mi ha detto "Vai!" e chi sono io per dire di no a uno dei blogger migliori del web? Accompagnata da un Bolluomo miracolosamente liberatosi degli impegni lavorativi, sono corsa al cinema d'élite e sono uscita dalla visione sfatta di lacrime ma felice, perché Tito e gli alieni è davvero delizioso, un altro piccolo passo verso l'uscita del cinema italiano dal terrificante baratro di polpettoni  autoriali indigeribili e insipide commedie tutte uguali. Fa un po' specie, a dire il vero, che per "liberarsi" da determinate etichette gli autori italiani debbano ambientare le loro storie all'estero (in questo caso l'America e l'Area 51) oppure guardare ad esempi anglofoni (qui si respira aria Andersoniana, Gondryana, Spielberghiana, Littlemissunshineiana e chi più ne ha più ne metta), però in questo caso è interessante e simpatico lo scontro di culture tra due scugnizzi napoletani che sognano un'America fatta di grandi città, piscine e personaggi famosi (DOV'E' LADY GAGAAA????) e si ritrovano invece a vivere in mezzo al deserto con uno zio taciturno, costretto a ricorrere ad un'autista per solcare l'enorme distanza tra il suo laboratorio e il primo avamposto di civiltà. Relegati in una zona "mitica" come l'Area 51, i due ragazzini fanno del loro meglio per superare il dolore della morte del padre dopo aver già subito quella della madre e se Anita, più grandicella, cerca di farsi forza rifugiandosi nella superficialità tipica degli adolescenti, il piccolo Tito abbraccia un mondo di fantasia dove il papà può parlargli attraverso la foto sottratta alla lapide e dove lo zio è un grande scienziato in grado di raggiungere il genitore per riportarlo a casa, dovunque sia andato. In realtà, anche il Professore è una persona distrutta dal dolore della perdita e rifiuta di stabilire una connessione con le persone che lo circondano, preferendo vivere nel ricordo della moglie morta arrivando persino a negare l'attrazione verso Stella, la sua giovane e carinissima autista.


Tito e gli alieni è dunque un film che, attraverso i topoi della fantascienza e del road movie, racconta una toccante storia di perdita ed elaborazione del lutto, con i personaggi che dopo l'iniziale diffidenza reciproca arrivano a riformare una piccola, strampalata famiglia con la benedizione di chi non c'è più. A onor del vero, il film mostra il fianco proprio quando introduce l'elemento fantascientifico, fatto di intelligenze artificiali parlanti e "gombloddi" militari che portano lo spettatore smaliziato a guardare da un'altra parte per l'imbarazzo, mentre vince a man bassa quando abbraccia i toni della commedia e quelli della favola fantastica. I momenti migliori di Tito e gli alieni sono infatti quelli imperniati sullo shock culturale provato da Anita e Tito e sulla spontanea "napoletanità" dei due, sottolineata ancor più dallo scontro con la natura taciturna dello zio, e tutto quello che riguarda il legame tra vivi e morti, dove la fantasia di Tito la fa da padrone e dove la delicatezza della sceneggiatura riesce a toccare altissimi picchi di poesia capaci di spezzare il cuore a un sasso; in tutto questo, benché debitori di una certa commedia indie USA, ho gradito molto anche i tocchi di weird legati ai matrimoni spaziali di Stella e alle idiosincrasie del Professore, uomo che ama dormire su un divano all'aperto nonché dotato di gusti peculiari in materia di arredamento. A fare da cornice a una storia già di per sé deliziosa, c'è la regia di Paola Randi, che non disdegna la ricerca di punti di vista particolari per le riprese e si avvale di un cambio di formato a metà film oltre a realizzare una carinissima sequenza onirica, resa ancor più vivace da una fotografia accattivante, dai colori vivaci come quella della serie Smetto quando voglio. Molto bravi anche gli attori, sui quali spiccano un Valerio Mastandrea goffo e malinconico, perfetta spalla del vivace Tito interpretato dall'esordiente Luca Esposito, dotato di un faccino da schiaffi tutto da mangiare. A proposito però dei piccoli attori partenopei, chiederei pietà e la possibilità, la prossima volta, di avere i sottotitoli non solo per i dialoghi in inglese ma anche per quelli in napoletano, ché noi povere genti del nord non capiamo! Scherzi a parte, date una chance al cinema italiano e correte a vedere Tito e gli alieni, non ve ne pentirete!


Di Valerio Mastandrea, che interpreta il Professore, ho già parlato QUI.

Paola Randi è la regista e co-sceneggiatrice della pellicola. Nata a Milano, ha diretto anche il film Into Paradiso. Anche produttrice, ha 48 anni.


Clémence Poésy interpreta Stella. Francese, ha partecipato a film come Harry Potter e il calice di fuoco, In Bruges - La coscienza dell'assassino, Harry Potter e i doni della morte - Parte I e Harry Potter e i doni della morte - Parte II. Anche regista e sceneggiatrice, ha 36 anni.





6 commenti:

  1. Spero che la scelta from naples non sia dovuta alla moda gomorriana del momento, perché altrimenti basta prendere bambini di qualsiasi altra parte d'Italia, no? E invece usano sempre e solo gli stessi dialetti...
    Comunque, lo avevo già adocchiato e penso proprio possa piacermi: w il cinema italiano!

    Moz-

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    1. Non conosco la regista ma mi pare avesse già lavorato con attori e set napoletani quindi penso la scelta derivi dal fatto che, pur essendo nata a Milano, abbia Napoli nel cuore :)

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  2. Troppo buona! Sono felicissimo che ti sia piaciuto, nemmeno fossi io Paola Randi. Gli ho voluto molto bene e, a sorpresa, lo scorso novembre mi aveva anche commosso.

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    1. Macché, è la verità :)
      Io ho proprio pianto come una fontana XD

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  3. Già volevo vederlo, ora ancor di più. Purtroppo se lo stanno filando in pochi, anche a causa di una distribuzione come al solito scellerata (eppure è arrivato a Savona😉)..
    Spero di farcela, ho troppe cose da recuperare....

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    1. Eh, noi abbiamo il cinema legato al circolo Arci che per fortuna ogni tanto fa i colpacci! *__*

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