mercoledì 25 luglio 2018

Colossal (2016)



Con un bel ritardo di un paio d'anni, qualche settimana fa ho guardato Colossal, film diretto e sceneggiato nel 2016 dal regista Nacho Vigalondo. Il post contiene qualche inevitabile spoiler, siete avvisati.



Trama: Gloria, fancazzista ed ubriacona, viene scaricata dal fidanzato newyorkese e torna a vivere nella cittadina di provincia dov'è nata. Lì rincontra l'amico di infanzia Oscar, comincia a lavorare nel suo bar e, soprattutto, scopre di essere legata a qualcosa di terribile e... colossale!



Non so cosa mi aspettassi da Colossal quando ho cominciato a guardarlo ricordando un paio di blandi consigli da parte di alcuni blogger ma sicuramente non credevo che avrei adorato un film che si presenta come la più grossa cretinata del secolo e si sviluppa come un gioiello, come qualcosa che travalica i generi per prendere lo spettatore e scuoterlo come un pupazzo. Parlo di apparente cretinata perché Colossal inizia abbracciando i toni della commedia surreale, con una protagonista che si ritrova nella più classica delle situazioni da "racconto formativo". Gloria, ragazza afflitta da un serio problema di alcolismo, viene cacciata di casa da un fidanzato che la ama ma non ne può più delle sue amnesie da sbronza e torna a vivere nel paese dov'è nata e cresciuta incontrando Oscar, simpatico amico d'infanzia con una palese cotta per lei che la aiuta a riambientarsi. Logico sarebbe pensare che Gloria ritroverà senno e amore con questo ritorno alle origini... e invece no! Infatti proprio lì, dopo l'ennesima sbronza, Gloria scopre di essere collegata ad un kaiju che compare a Seul ogni volta che lei mette piede in un determinato parco giochi a una determinata ora, compiendo i suoi stessi movimenti; di più, a un certo punto a Seul spunta anche un robot, che si scopre essere mosso da Oscar allo stesso modo. Un simile incipit offrirebbe il fianco a mille svolte demenziali, probabilmente ad una parodia del cinema di mostri, invece Vigalondo la vira a poco a poco nel dramma esistenziale, nel thriller, nella commedia nera che strappa più gemiti di angoscia che risate. Immaginate infatti un'alcolista senza nessun controllo delle proprie azioni, non cattiva, non depressa, semplicemente noncurante e dimentica di ogni cosa accaduta nel momento di massimo picco alcolico, che rischia di causare migliaia di morti in una grande città solo per essere inciampata. C'è ben poco da ridere, nevvero? Ma questo non è l'unico risvolto oscuro di Colossal perché, come ho detto, il regista e sceneggiatore non si limita a mettere in piedi una commedia nera dai risvolti fantastici ma scava anche nella psicologia dei personaggi, mettendo davanti allo spettatore una delle evoluzioni caratteriali più devastanti e plausibili tra quelle viste ultimamente, che porta alla rappresentazione di un legame fatto di dipendenza e sopraffazione, malato eppure terribilmente realistico, angosciante.


Con un budget ridotto e la possibilità di ricorrere alle sequenze tipiche di un film di mostri giganti solo per pochi minuti, sfruttando giochi di prospettive intelligenti e validi effetti speciali, la genialata di Nacho Vigalondo è stata quella di sfruttare l'elemento fantastico del film per parlare delle pulsioni autodistruttive degli esseri umani e delle emozioni oscure che li muovono. Parallelamente al percorso di Gloria, che fatica a recuperare controllo e dignità per la salvezza di una popolazione, c'è infatti la progressiva discesa nel baratro del simpatico e gioviale Oscar. Costui compare come possibile love interest di Gloria e si conquista le simpatie di lei e degli spettatori nell'arco di un quarto d'ora, durante il quale sono riuscita persino a sfanculizzare la protagonista per le attenzioni dedicate al belloccio della situazione a discapito del povero barista barbuto. In realtà, Oscar è un personaggio oscuro e alcuni suoi comportamenti sembrano fin da subito in contrasto col suo sembiante pacioso. Per esempio, che senso avrebbe affidare un bar a una persona palesemente alcolizzata invece di aiutarla a uscire dalla sua malattia? Oppure, ancora, perché aggredire uno dei propri migliori amici davanti a un innocente tentativo di flirt? Sono tutte domande che mi pongo ora, a ben vedere, perché Oscar è costruito in modo da ingannare non solo i personaggi del film ma anche e soprattutto gli spettatori, e posso assicurarvi che ce n'è voluto perché anche io gettassi la spugna e arrivassi a rinunciare ad una sua redenzione finale, ritrovandomi col cuore spezzato come Gloria. Il che è angosciante, perché la violenza di Oscar esplode solo negli ultimi dieci minuti di film, per il resto il suo è un terrificante gioco di ricatti e subdole catene che vengono strette al collo della protagonista, frutto non tanto di cattiveria quanto piuttosto dell'incapacità di gestire la propria vita e di risalire una volta che si è toccato il fondo, una sorta di perverso "mal comune mezzo gaudio" che fa ancora più paura se si pensa a quante persone sono davvero così. E quante ce ne sono che non riescono a liberarsi di chi le sopraffà in questo modo, tornando a riprendersi la propria libertà. Anne Hathaway è bravissima in questo film, gestisce un personaggio molto difficile, ma la mia intera ammirazione è andata giocoforza a Jason Sudeikis; abituata come sono a vederlo in ruoli sciocchi, questa sua interpretazione mi ha alternativamente spiazzata e affascinata, oltre ad avere contribuito ad aumentare il mio amore per Colossal, diretto e sceneggiato in maniera magistrale. Non capisco come abbia fatto un simile gioiello a non trovare distribuzione ma adesso dovrebbe essere su Netflix, quindi non avete più scuse!


Di Anne Hathaway (Gloria), Jason Sudeikis (Oscar), Tim Blake Nelson (Garth) e Dan Stevens (Tim) ho già parlato ai rispettivi link.

Nacho Vigalondo è il regista e sceneggiatore della pellicola. Spagnolo, ha diretto episodi di film come The ABCs of Death e V/H/S Viral. Anche attore e produttore, ha 41 anni.


Austin Stowell interpreta Joel. Americano, ha partecipato a film come Dietro i candelabri, Whiplash e Il ponte delle spie. Ha 34 anni e un film in uscita.




12 commenti:

  1. è da molto che devo vederlo anche io, lo recupererò spero a breve ^_^

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  2. Un po' pasticciato nel finale, ma mi era piaciuto parecchio. Mi immaginavo risvolti alquanto demenziali, e invece... Loro due, al solito, ottimi.

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    1. Anche io mi sarei aspettata una cosetta divertente, invece quanta angoscia!
      E, sinceramente, tutta questa bravura da Sudeikis non me la sarei aspettata :)

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  3. Lo avevo visto a scatola chiusa, senza sapere bene dove la trama andava a parare, e purtroppo qualche pasticcio e scivolone non glieli ho perdonati, preferendo di gran lunga la prima parte. In ogni caso, l'idea di partenza è geniale a dir poco.

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    1. Guarda, io ero talmente presa dalla storia e dalla bellezza del tutto che scivoloni non ne ho avvertiti. Ma sai che sono di gusti ben più semplici :)

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  4. Strano forte, però vorrei comunque vederlo ;)

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  5. Il cambio di ritmo nel finale è stato molto straniante, ma a me piacque molto.

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    1. A me è piaciuto anche quello. Uno dei film più interessanti e "soddisfacenti" visti quest'anno, senza dubbio.

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  6. Dovrei scriverci qualcosa anche io sullo Spettatore, ma : 1) poi mia moglie si lamenta che vedo film che potrebbero piacere anche a lei da solo, 2) ho una mia idea di questo film che mi sa potrebbe farmi vincere il premio spettatore indisciplinato ed analfabeta funzionale del secolo (in soldoni Gloria e Oscar sono le due metà della stessa persona, di ogni essere umano. Solo che da una parte c'è chi affronta a un certo punto le sue debolezze e chi invece le usa e si fa usare distruggendo quel poco di buono che potrebbe fare).

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    1. Eh, sai quanti ne vedo io che potrebbero piacere anche a Mirco ma mi tocca fare da sola per problemi linguistici e di tempo!
      La tua interpretazione mi piace parecchio :)

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