martedì 4 settembre 2018

La settima musa (2017)

Mentre ero in Scozia è uscito anche La settima musa (Muse), diretto e co-sceneggiato dal regista Jaume Balagueró partendo dal romanzo La dama numero tredici di José Carlos Somoza. 



Trama: un professore universitario viene perseguitato da un incubo nel quale una donna sconosciuta viene uccisa. Quando l'incubo si traduce in realtà, il professore decide di indagare a incontra Rachael, una donna a sua volta perseguitata dallo stesso sogno...


Mi sono accinta a guardare La settima musa con tutto l'entusiasmo del mondo, approfittando di una serata libera, dopo una sessione di piscina alla fine di una settimana lavorativa intensa, cominciando ahimé alle 22. Il risultato è stato ovviamente quello di addormentarmi dopo i primi, concitati, dieci minuti, durante i quali vengono gettate le basi per una storia che ho perso abbandonandomi presto tra le braccia di Morfeo, giusto per rimanere in ambito mitologico; ho provato a ridestarmi di tanto in tanto e a mandare indietro il video, ricominciando dove il sonno mi aveva vinta, ma nulla, non c'è stato niente da fare e sono stata così costretta a guardare il film a pezzi, durante la colazione. Ora, che una pellicola mi faccia questo effetto non dispone granché bene in suo favore ma c'è anche da dire che quando uno è stanco morto non c'è film che tenga; resta comunque il fatto che La settima musa è oggettivamente un po' soporifero e, a parte un paio di zampate tra lo splatter e il genuinamente inquietante piazzate qui e là, si adagia nell'elegante "sicurezza" di una tranquilla indagine sovrannaturale, intervallata da un paio di sequenze ambientate nel sordido ambiente dei club erotici, dove infidi malviventi tengono prigioniere ragazze straniere costringendole a prostituirsi. L'idea di base è assai intrigante e si fonda su una concezione della Musa intesa come strega/demone che, attraverso la potenza delle parole ispirate ai poeti, reca distruzione nel mondo. Riflettendoci, è anche un'idea un po' pirla, perché seguendo il filo del ragionamento allora ogni poesia ispirata dalle muse dovrebbe causare inenarrabili catastrofi, ma ragionare sul senso di un horror, anche di uno blando come questo, rischia sempre di rendere il film peggiore di quello che effettivamente è. Di fatto, questo "potere della parola" viene sfruttato per condannare i personaggi a subire morti truculente (ma, ahimé, troppo poche) ed inspiegabili, con un manipolo di esseri umani particolarmente colti che si ritrovano in mezzo a una guerra tra mostri, vuoi perché tirati in ballo dai capricci di esseri incomprensibili o perché traditi dalla curiosità e dal desiderio di ficcare il naso nell'ignoto con tutte le conseguenze del caso.


Dunque La settima musa non è un brutto film, affatto, solo poco incisivo, che tenterebbe a un certo punto anche di fare leva su sentimenti importanti come l'amore, di coppia oppure filiale. Peccato, anche lì, che la costruzione dei personaggi non porti lo spettatore ad interessarsi alle loro vicende, tanto che persino i momenti che dovrebbero risultare, almeno sulla carta, molto commoventi (anche grazie all'ausilio di un'ottima colonna sonora) in realtà non vengano espressi al meglio delle loro potenzialità. La cosa di per sé è strana perché ho trovato gli attori tutti molto validi, soprattutto il protagonista maschile, e le guest appearence di Franka Potente e Christopher Lloyd sono interessanti quanto basta per non urlare all'"attore di spessore sprecato", per non parlare poi del sembiante tra l'aristocratico e l'inquietante delle muse (tra le quali spicca un'interessante bambina malvagia). Inoltre, la mano del regista è delicata ma ferma, si avvale di una bella fotografia dai toni freddi per creare un prodotto palesemente raffinato e ricerca la bellezza delle immagini anche e soprattutto nelle sequenze più sanguinolente (il suicidio iniziale l'ho trovato splendido, per esempio) o in quelle dove sono l'oscurità e l'incubo a farla da padroni, tuttavia è proprio la storia che non decolla.  Forse perché un po' troppo ghost story vecchio stampo, forse perché i protagonisti ricadono in molti cliché, forse perché avremmo voluto più muse e meno drammi, chissà. O forse non era proprio il momento giusto per guardarlo, può anche essere. Quindi, non mi sento di sconsigliare La settima musa in quanto film sicuramente pieno di pregi, tuttavia non posso nemmeno dire di essere entusiasmata, né nascondere che da Balaguerò mi sarei aspettata un po' più di un compitino educato.


Del regista e co-sceneggiatore Jaume Balagueró ho già parlato QUI. Franka Potente (Susan Gilard) e Christopher Lloyd (Bernard Rauschen) li trovate invece ai rispettivi link.


8 commenti:

  1. Io, che ne ho letto soltanto peste e corna, ne sono stato invece piacevolmente sorperso. Tanto delicato da risultare poco incisivo, vero, ma mi hanno affascinato tanto i riferimenti letterari e anche quel classico finale agrodolce.

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    1. Come atmosfera non era affatto male ma forse sono io che in quel momento avevo bisogno di qualcosa di più "strong"!

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  2. Se anche Balaguerò fa il compitino, stiamo apposto..

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  3. film bruttissimo. Non sa che strada prendere fin dall'inizio e volendo essere sia dramma familiare, sia thriller sovrannaturale sia horror puro snaglia quasi tutto. E poi è scritto malissimo, trama contorta e confusa e dialoghi risibili. Una delusione su tutta la linea.

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    1. Io non l'ho trovato così contorto ma poco incisivo questo sì. E la parte drammatica non è gestita abbastanza bene.

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  4. Sono andato a vederlo al cinema: non sono il tipo che "rivuole i suoi soldi" quando esce, ma in questo caso, almeno la metà, potrebbero ridarmeli. L'ho trovato televisivo al massimo, ma nel senso negativo del termine, la colonna sonora mi ha abbastanza irritato, la questione viene presentata in maniera molto molto lenta e a un certo punto si capisce abbastanza chiaramente il trucchetto. La parte peggiore è quando tenta di fare il film serio e lì ammorba proprio che è un (dis)piacere...

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    1. Pensa che a me la realizzazione è piaciuta molto invece. E' proprio lo scheletro di trama che hanno imbastito ad avermi lasciata fredda.

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