martedì 11 dicembre 2018

Il Grinch (2018)

Sotto le feste, potevo non andare a vedere Il Grinch (The Grinch), diretto dai registi Yarrow Cheney e Scott Mosier e tratto dal libro omonimo del Dr. Suess?


Trama: dopo una vita all'insegna dell'odio e dell'isolamento, il Grinch decide di rubare il Natale agli abitanti di Chissà.


Alzi la mano chi, sotto Natale, non si sente un po' Grinch, soprattutto quando i panettoni cominciano ad apparire nei negozi già a metà novembre. Non so a voi ma a me sale un'ansia spaventosa e solo dopo l'8 dicembre comincio ad apprezzare l'atmosfera natalizia. Non oso immaginare quindi come dev'essere la vita del Grinch, costretto 365 giorni all'anno a vivere in un paese che ha fatto del Natale la sua ragione di vita, nemmeno stessimo parlando della Christmas Town di The Nightmare Before Christmas. Certo, il Grinch cinematografico un motivo per odiare la tanto osannata festività ce l'ha, sia che si tratti di un cartone animato doppiato da Benedict Cumberbatch/Alessandro Gassman, sia che si tratti di un Jim Carrey ricoperto di pelo verde: in questo caso, abbiamo un povero bambino abbandonato in un orfanotrofio mentre tutti festeggiano, invece nel vecchio live action diretto da Ron Howard avevamo una sorta di "apologia" del diverso e la trama si snodava sull'aspetto inconsueto del Grinch, che qui non viene sottolineato nemmeno una volta. Gli abitanti della vecchia Chinonso (qui ribattezzata Chissà) erano una manica di maledetti materialisti e il Grinch ne aveva ben donde a odiarli ma il cartone animato prodotto dalla Illumination non si apre mai a questa possibilità e offre al pubblico composto da grandi e piccini una città da sogno, dove tutti sono lieti nonostante i mille problemi quotidiani, ognuno è amichevole l'un con l'altro senza ipocrisie (persino col Grinch, che qui non viene visto come il demonio ma come una persona eccentrica) e il Natale è decisamente una bella festa. Il Grinch, in tutto questo, risulta quasi irrazionalmente malvagio, condannato all'isolamento da un singolo trauma infantile che tuttavia non gli impedisce di esercitare il suo fascino sul cagnolino Max, vero mattatore del film, e sulla new entry Fred l'alce i quali, forse in virtù del loro essere bestiole, capiscono in profondità il vero animo del Grinch; aggiungendo la simpatica Cindy Lou, molto migliore di quell'orrore zuccheroso del 2000, mocciosetta assai simile alle tre canagliette che attorniano Gru in Cattivissimo me, il lieto fine è quasi scontato anche se io avrei gradito una svolta "lllove" che purtroppo non c'è stata.


L'approccio degli sceneggiatori Michael LeSieur e Tommy Swerdlow al materiale originale del Dr. Suess è dunque classico che più non si può, si limita a qualche aggiunta divertente qui e là (il "migliore amico" del Grinch è simpatico ma la capretta belante è semplicemente esilarante) e alla decisione di rendere il Grinch ancora più geniale ed inventivo del solito fin dall'inizio, col risultato che questa nuova versione dell'amatissimo racconto punta maggiormente sulle invenzioni visive e su un'animazione eccelsa. Soprattutto, a lasciare a bocca aperta è la bellezza incredibile di Chissà, un trionfo di neve, casette decorate, negozietti che alla bisogna si aprono e richiudono cambiando forma, luci natalizie e tutto ciò che rischia di far scoppiare il cuore nel petto anche di chi non va matto per il Natale; esistesse una città così ci andrei a vivere, tutta bianca e luminosa com'è, con piccoli uccellini che sciano per i pendii innevati e mezzi di trasporto da sogno anche nella loro "normalità" quotidiana. A proposito di mezzi di trasporto e strumenti meccanici in generale, come ho scritto più su il Grinch della Illumination è assai simile a Gru non solo per gli atteggiamenti (confrontate la scena iniziale di Cattivissimo me con quella de Il Grinch, vi sfido a scovare le differenze) ma anche per le "armi" di cui è dotato, per le comodità casalinghe costruite all'interno del tipico antro da villain isolato e ricco da far schifo (c'è persino un lunghissimo tavolo da pranzo oltre all'immancabile organo), per i mezzi tecnologici sfruttati al fine di portare a termine la sua malvagia impresa. Insomma, un vero genio del male, un tesoro di Chi Sa al quale bisognerebbe semplicemente dare un'occasione per fargli rendere Chissà ancora più bella, e un film gradevolissimo come antipasto delle Feste. Unica pecca: le maledette canzoni rap di Tyler the Creator che stanno alla meravigliosa ed evocativa colonna sonora di Danny Elfman (nonché alla splendida God Rest Ye Merry Gentlemen dei Pentatonix) come i cavoli a merenda.


Del co-regista Yarrow Cheney ho già parlato QUI. Benedict Cumberbatch (voce originale del Grinch) e Angela Lansbury (sindaco McGerkle) li trovate invece ai rispettivi link.

Scott Mosier è il co-regista della pellicola. Americano, è conosciuto principalmente come produttore dei film di Kevin Smith ed è al suo primo film come regista. Anche sceneggiatore e attore, ha 47 anni.


Il film è preceduto da un delizioso corto dei Minions in versione Ali della libertà, dinamico e divertente. Nella versione originale, Brad Dourif è stato rimpiazzato da Pharrel Williams come narratore, il che mi perplime notevolmente. Se Il Grinch vi fosse piaciuto recuperate Come il Grinch rubò il Natale di Chuck Jones e il pluricitato Il Grinch del 2000. ENJOY!


8 commenti:

  1. Quello con Jim Carrey è bellissimo, spero almeno che questo non sia troppo peggio.. ;)

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  2. Ho adorato il film con Carrey e penso che vedrò volentieri questo, dopotutto io sono uno di quelli che in questo periodo riscopre il suo lato grinchiano!

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  3. Per essere cattivi bisogna poterselo permettere (economicamente)!

    Ho visto questo film, molto carino... ho adorato Cindy, l'ho trovata davvero graziosa!

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