mercoledì 30 gennaio 2019

La favorita (2018)

Approfittando di una miracolosa uscita savonese, lunedì sono corsa a vedere La favorita (The Favourite), diretto nel 2018 dal regista Yorgos Lanthimos e candidato a dieci Oscar: Miglior Sceneggiatura, Miglior Scenografia, Migliori Costumi, Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attrice Protagonista (Olivia Colman), Miglior Attrice Non Protagonista (Emma Stone e Rachel Weisz), Miglior Fotografia e Miglior Montaggio.


Trama: alla corte della regina Anna d'Inghilterra, due cugine lottano per il potere, coinvolgendo le sorti di un'intera nazione.


Sinceramente non so da che parte cominciare a parlare de La Favorita. Il cinèfilo medio dell'internet direbbe che non posso neanche provarci, poiché non ho visto Kinetta e Kynodontas, ma posso inalberarmi con lo stesso scazzo inglese di Rachel Weisz e dire "chissenefrega", andando per la mia strada con lieta ignoranza. La favorita è l'esaltante scontro tra primedonne, una lotta al potere che ha come epicentro una donna tanto ambita e potente quanto fragile e pittima, la morbida, grassissima, floscia regina Anna, che esercita i suoi diritti di sovrana su una grottesca corte del 1700. Le due contendenti sono Lady Sarah Marlborough, arrogante consigliera ad amante della regina, e l'apparentemente innocente Abigail, ex dama caduta in disgrazia e accolta a corte proprio dalla cugina Sarah. Lo scontro tra le due diventa specchio della lotta tra Whig e Tory per il controllo di una regina incapace di decidere da sola e conseguentemente per le sorti degli abitanti della nazione, fiaccati da una lunga guerra contro la Francia che, nelle intenzioni della favorita Sarah, è indispensabile a dare lustro al nome del marito, con sommo scorno della controparte Tory. Cinico e pessimista, nel raccontare questo scontro Lanthimos si affida ad una sceneggiatura non sua che tuttavia rispecchia le sue convinzioni; non c'è infatti un solo personaggio, all'interno de La Favorita, che affronti i propri sentimenti di petto, in maniera sincera, almeno fino a che non è troppo tardi, e tutti hanno un secondo se non un terzo fine, persi in un intrico di complotti tesi all'autodistruzione. Si ride parecchio guardando La favorita, è vero. Anna è indubbiamente un personaggio caricaturale, gli scambi di battute tra i protagonisti sono il trionfo del wit inglese e della cattiveria gratuita, le smorfie di Emma Stone sono da antologia così come gli schiaffi che da e riceve in egual misura, ma di fondo c'è un disgusto estremo per il marciume nascosto in bella vista all'interno del Palazzo Reale, tra ciccioni colpiti da pomodori e le gambe putrescenti di una sovrana affetta da gotta, specchio delle passioni oscure che agitano cortigiani, ministri e semplici servi; il riso si trasforma quindi spesso in amarezza, in un senso di disagio dato dal fatto di non riuscire a provare empatia o pietà per nessuno dei personaggi coinvolti. All'inizio è inevitabile parteggiare per Abigail, la povera, innocente dama decaduta e vessata dalla cugina stronza, poi si comincia a pensare che, in fondo, la ragazza non è tanto diversa da Sarah, anzi, è persino peggio, e si arriva a sperare che la prima favorita la rivolti come un calzino; infine, la stessa Anna è degna sia di pietà per la sua condizione di pupazzo manipolato, sia di disprezzo per il modo in cui continua testardamente a nascondersi nella sua presunta debolezza, godendo dell'esclusività delle attenzioni altrui con un egoismo senza pari.


In questi personaggi grandi e difficili, le tre attrici ci sguazzano e mai come lunedì ho pianto per non aver potuto godere de La favorita in lingua originale, anche se il doppiaggio mi è sembrato valido. Olivia Colman è semplicemente mostruosa, non c'è altro modo di definirla, in senso positivo e negativo. La sua regina Anna muove a tenerezza e disgusto per il suo essere un grottesco involucro di carne decadente con le emozioni di una bambina, e tanto intriga il suo legame con Sarah quanto mette i brividi quello con Abigail; la scena finale, ulteriore esempio di un montaggio magistrale, con le immagini dello sguardo vuoto di Anna e Sarah che si sovrappongono a quelle dei coniglietti tanto amati dalla sovrana, mi ha fatto tornare in mente le ultime parole di Superheroes (And crawling, on the planet's face/ Some insects, called the human race/Lost in time and lost in space and meaning), causandomi una pelle d'oca non da poco. Tra le due favorite, invece, non saprei davvero chi scegliere. Sia Emma Stone che Rachel Weisz sono meravigliose, entrambe a modo loro. La Stone è grottesca per buona parte del tempo, un "mostro buono giusto per spaventare i bambini", persa tra innocenza, ambiguità, raffinatezza e la grazia di un ronzino, una creatura dalle mille facce capace di spiazzare lo spettatore di continuo; la Weisz, di contro, è algida e malvagia, una nobildonna perfetta che rivela dentro di sé un'inaspettato cuore tenero e la grazia di chi, nonostante la lingua di un portuale, sa perdere con una classe e un aplomb invidiabili. Ah, e il mio topolotto Nicholas Hoult nei panni del ministro inglese effemminato e malvagio è adorabile. Ma la cosa più bella de La favorita, come se non fosse già intrigante e bellissimo di suo, è la fotografia di Robbie Ryan, che sfrutta al 90% la luce naturale data dal sole e dalle candele, un po' come accadeva nell'adorato Barry Lyndon di Kubrick, e che rende l'incredibile location di Hatfield House ancora più suggestiva. Alla fine di questa girandola di intrighi, emozioni, dialoghi al fulmicotone resi ancora più stranianti da una colonna sonora inquietante e dal frequente ricorso di Lanthimos al fisheye, alle carrellate sui corridoi e al montaggio alternato, si rimane con la voglia di ricominciare tutto da capo, per godere di un Cinema sicuramente barocco e "strano" ma incredibilmente soddisfacente. Finalmente ho un film per cui tifare all'Oscar, pur sapendo che non vincerà mai nulla.


Del regista Yorgos Lanthimos ho già parlato QUI. Olivia Colman (Regina Anna), Rachel Weisz (Sarah), Emma Stone (Abigail) e Nicholas Hoult (Harley) li trovate invece ai rispettivi link.

Mark Gatiss interpreta Lord Marlborough. Inglese, ha partecipato a film come Shaun of the Dead, Victor: La storia segreta del dottor Frankenstein, Il traditore tipo e a serie quali Little Britain, Sherlock, Il trono di spade e Doctor Who; inoltre ha lavorato come doppiatore in Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro. Anche sceneggiatore, produttore e regista, ha 53 anni.


Joe Alwin, che interpreta Masham, era anche nel cast di Maria, regina di Scozia. Kate Winslet era stata scritturata per il ruolo di Sarah ma alla fine ha rinunciato al film. Detto questo, se La favorita vi fosse piaciuto, recuperate Eva contro Eva. ENJOY!


16 commenti:

  1. Con tutte le schifezze uscite tra Natale e gennaio, film così riconciliano col cinema.
    Non a caso per Lanthimos si citano Kubrick e Greenaway. Non è detto che qualche statuetta non la porti a casa...

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    1. Su Greenaway so poco e niente ma diamine, a tratti sembrava davvero di guardare Barry Lyndon.

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    2. Se ti capita "Il mistero del giardino di Compton House" (1982). gran film!

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    3. Sai che c'è? Lo metto negli On Demand! :D

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  2. Un film davvero interessante, ha saputo sorprendermi e catturare la mia attenzione. Questo tipo di intrighi e "lotte" al femminile mi piacciono molto.

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    1. Anche a me. Da un film "in costume" non potevo chiedere di più! *__*

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  3. Purtroppo non l'ho ancora visto, perché vivo un atroce dilemma.
    Vorrei andare in sala, ovviamente, ma ci tengo molto a vederlo in originale. Mi sa che do la precedenza al grande schermo e poi, se queste due ore non mi pesano, mi concedo presto anche i sottotitoli. ;)

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    1. E' talmente bello a livello di regia, montaggio, fotografia e scenografie che non vederlo in sala è un delitto a meno che in casa tu non abbia un cinema XD
      Scherzi a parte, potrebbe essere la soluzione migliore.

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  4. La favorita di nome e di fatto, e a sto punto spero vinca, sempre meglio di A star is born ;)

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    1. O questo o Vice. E rimarranno a bocca asciutta entrambi, ahimé.

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  5. Non mi aspettavo un Lanthimos in costume né una sua commedia, ma anche se sembra non dire niente di nuovo in questi intrighi a palazzo, lo fa così bene che l'applauso e il tifo si fanno doverosi. Un trio di attrici perfette, e sì, un lato tecnico da capogiro.

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    1. Eppure è una commedia talmente amara che sinceramente stento a definirla tale. Per questo l'ho adorato.

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  6. Sì, Olivia Colman è davvero "mostruosa" (in senso buono!). Grandissima attrice in un grandissimo (e furbissimo) film. Meriterebbe l'Oscar alla grande, ma pare che quest'anno lo debba vincere Glenn Close (grandissima attrice in un pessimo film). Pazienza.

    p.s. ma che è 'sta storia di Kinetta e Kynodontas? La leggo da più parti... a me manca il primo, è grave? ;)

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    1. Glenn Close ancora mi manca, nei prossimi giorni potrò parlare con cognizione di causa quindi per ora sospendo il giudizio.
      Quanto al P.S., non so se segui su FB la pagina Il cinèfilo dell'internet, nella quale estrapolano pezzi di recensioni particolarmente ridicole o pretestuose, e in una di quelle si diceva che chi non avesse visto quei due film non avrebbe potuto capire/parlare de La favorita.

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  7. Immenso dal punto di vista delle immagini, invenzioni sceniche grandi, attrici al meglio della forma, buona parabola sul potere, però non è il miglior Lanthimos. Mi pare dica molto bene, prima di me Kris Kelvin: "Olivia Colman è davvero "mostruosa" (in senso buono!). Grandissima attrice in un grandissimo (e furbissimo) film."
    p.s.
    Ma quelle che tiravano all'uomo ignudo erano arance, non pomodori ... o mi sbaglio?

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    1. Sarà che, come ho scritto, di Lanthimos conosco poco ma questo, a differenza di The Lobster che avevo un po' patito, mi è piaciuto tantissimo.
      Io ho visto pomodori ma sicuramente mi sono sbagliata XD

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