venerdì 30 agosto 2019

Il signor Diavolo (2019)

Tripletta, questa settimana. Aspettando It - Capitolo 2 i cinema si riempiono di opere horror e stavolta è toccato a Il signor Diavolo, diretto e co-sceneggiato dal regista Pupi Avati.


Trama: negli anni '50, un funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia viene incaricato di indagare su un caso di omicidio in un paesino del Veneto, dove un ragazzino ne ha ucciso un altro convinto di avere a che fare col demonio...


Il signor Diavolo di Pupi Avati è una lettura che mi ha tenuto compagnia per un paio di giorni estivi, un romanzo breve che cattura il lettore dalla prima all'ultima pagina e lascia di stucco con un finale angosciantissimo (non che ciò che viene prima non lo sia, beninteso). Avevo quindi molte aspettative per il film diretto e co-sceneggiato dallo stesso Avati ma anche parecchi timori, in quanto le critiche verso Il signor Diavolo non erano per nulla positive: si parlava di un horror già vecchio, sciatto, un passo indietro rispetto a ciò che dovrebbe essere la rinascita del genere italiano, ecc. ecc.. A seguito della visione, posso dire di ritrovarmi esattamente nel mezzo tra chi saltella di gioia e chi soffre per il disgusto, perché l'ultimo film di Avati ha sia pregi che, purtroppo, difetti e tutto sta nel mettersi nell'ottica giusta. Il primo pregio, di sicuro, è il modo in cui Il signor Diavolo è radicato nella storia italiana e in una mentalità superstiziosa che in molte zone non si è ancora persa. Il giovane funzionario Furio Momenté viene mandato dal Ministero di Grazia e Giustizia, nel primo dopoguerra italiano governato con pugno di ferro dalla Democrazia Cristiana, a risolvere una questione potenzialmente assai incresciosa per un partito che proprio sulla mentalità bigotta e superstiziosa si appoggia e che non è pronto a subire l'altro lato della medaglia dell'ignoranza facilmente malleabile, soprattutto quando il Diavolo (o meglio, il signor Diavolo) pare metterci lo zampone. In uno sperduto paesino del Veneto, un ragazzino ne ha ucciso un altro sobillato da una suora e da un sagrestano, convinti che il giovane Emilio, nato deforme, altri non sia che un'incarnazione del demonio nonché fonte di tutte le disgrazie che stanno colpendo molti degli abitanti del paese. La madre di Emilio, donna potentissima e un tempo fervente sostenitrice della Democrazia Cristiana, ha deciso di far di tutto, comprensibilmente, perché le magagne della Chiesa vengano alla luce e il compito di Momenté è far sì che né la suora né il sagrestano né nessun altro esponente del clero compaia in un'aula di tribunale. All'interno degli atti secretati del Ministero, che mettono su carta gli interrogatori del piccolo assassino, si snoda quindi la vicenda condensata nella prima parte del film, quella più affascinante, che spazia tra spaccati di vita contadina immersi in uno squallore innaturale, orribili visioni e riti in bilico tra magia nera, religione e superstizione, come se la realtà tangibile e quella nascosta ai nostri occhi andassero costantemente a braccetto, inscindibili l'una dall'altra.


Avati si conferma dunque fine indagatore degli orrori della provincia "ignorante" e antica, oltre che talent scout di volti che restano impressi quasi più delle vicende narrate. Con tutto il rispetto per i poveri attori coinvolti, in quanto io per prima bella non sono, Il signor Diavolo presenta infatti un campionario di gente orrenda da primato, a partire dal convincentissimo protagonista, sfigatello e sudaticcio, passando per il piccolo Carlo, brutto come il peccato, per non parlare poi del cantante Cesare Cremonini, sepolto sotto un make-up che lo rende irriconoscibile e tanto più inquietante per me, ché il padre di Carlo è identico al mio boss, porca miseria. A proposito di make-up, gli effetti speciali di Stivaletti sono pochi ma buoni, degni complementi di immagini scioccanti che riversano incubi ancestrali all'interno delle misere esistenze degli abitanti di Liù Piccolo, e francamente questo ritorno all'horror italiano più "casereccio", fatto di singoli momenti scioccanti incorniciati in una vicenda lenta ed inquietante, persino confusa a tratti, a me non è dispiaciuto. Certo, proprio questa lentezza e confusione, soprattutto nella seconda parte, contribuiscono a rendere Il signor Diavolo un film non proprio riuscitissimo e sì, "vecchio", al quale The Nest (giusto per fare un confronto con un horror italiano recente) riesce a fare le scarpe senza problemi, a livello di regia e fotografia in primis. Forse per conquistare maggiormente la platea cinematografica, che ovviamente ha esigenze diverse da un lettore, Avati e soci hanno puntato molto su un singolo, terrificante evento accorso nel passato del deforme Emilio, infilando storie di fantasmi e presenze anche dove non ce n'era bisogno, e il pre-finale, col protagonista che vaga da un posto all'altro interrogando persone senza cavare un ragno dal buco, è inutilmente dilatato e rende ben poco sullo schermo, soprattutto perde di quella caratteristica allucinata che lo rende così avvincente ed inquietante nel libro. Altra enorme pecca, almeno per me, il finale, che priva di qualsiasi ambiguità quello del romanzo, scodellando un cattivo ad hoc. Insomma, il ritorno all'horror di Pupi Avati poteva essere sicuramente meglio ma poteva anche essere molto peggio. Come ho scritto, io mi pongo nel mezzo ma sono comunque contenta che qualche "vecchio" ancora approdi nelle sale cinematografiche con opere come questa.


Del regista e co-sceneggiatore Pupi Avati ho già parlato QUI mentre Alessandro Haber, che interpreta Padre Amedeo, lo trovate QUA.

Gianni Cavina interpreta il sagrestano. Nato a Bologna, ha partecipato a film come La casa dalle finestre che ridono, Cornetti alla crema, Regalo di Natale, La rivincita di Natale e Benvenuto presidente!. Anche sceneggiatore, ha 78 anni.


Lino Capolicchio interpreta Don Zanini. Nato a Merano, ha partecipato a film come Il giardino dei Finzi Contini, La casa dalle finestre che ridono e a serie come La piovra 3. Anche regista e sceneggiatore, ha 75 anni.


Lorenzo Salvatori, che interpreta Emilio, ha 29 anni ed è affetto dalla sindrome di Noonan. Tra le varie guest star che compaiono nel film segnalo un irriconoscibile Andrea Roncato nei panni dell'anziano dottor Rubei e il già citato cantante Cesare Cremonini in quelli del padre di Carlo. Detto questo, vi consiglio la lettura de Il signor Diavolo, ovviamente. ENJOY!

8 commenti:

  1. Ciao Babol! Come ti dicevo su qualche commento altrove a me è piaciuto tantissimo! 👍🏻👍🏻

    Sarà pur "vecchio stile" e questo è innegabile, ma sicuramente meglio di tanti horror "moderni" fatti con la fotocopiatrice dove esiste solo il maledetto "jump scare" e poi di contenuti zero o prossimi allo zero. Oltretutto con doppiaggi infimi, attori anonimi che interpretano personaggi anonimi di cui dopo due minuti non ti interessa più niente/li vorresti prendere a schiaffi! 😃 Invece qui ogni piccola parte secondo me è interpretata alla grande.
    Cremonini cavolo non l'avevo proprio riconosciuto! Finito il film sono stato a lì a chiedermi chi interpretava...ero giunto alla conclusione che fosse un omonimo! 😂😂

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    1. Anche io sono rimasta fino alla fine come una cretina ad aspettare Cremonini, invece dall'elenco degli attori pare proprio interpreti il papà del ragazzetto... aiuto!! XD
      Io sinceramente non l'ho apprezzato al 100%. Gli riconosco molti pregi ma anche innegabili difetti, in primis una resa che a tratti è quasi televisiva. Puro gusto personale, ovviamente. Il film in sé mi è comunque piaciuto e sono contenta di averlo visto, però ho preferito di gran lunga il romanzo :)

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    2. E' comprensibilissimo il fatto che leggendo prima il libro la maggior parte delle volte ci si fa un'idea tutta propria che è difficile che venga resa su schermo come si desidererebbe! Succede spesso!! 😉😊

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    3. A onor del vero è identico per un buon 90% ma probabilmente l'ultima parte rende più su carta e a video risulta un po' noiosa.

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  2. Sto leggendo il romanzo in questi giorni e vedrò il film quando sarà, senza fretta. Se ne parla a volte benissimo, altre malissimo. Sarà la stima verso Pupi a salvarlo, ogni tanto? Su Mymovies, per esempio, ha addirittura quattro stelle.

    Nel mentre, recupero La casa delle finestre che ridono. ;)

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    1. Io sto nel mezzo. Non sono entusiasta, questo sì, però non è nemmeno l'obbrobrio che vogliono fare credere molti critici. E' un onestissimo "gotico" italiano, a mio avviso ce ne fossero di film così, più d'atmosfera che di paura (non che non metta ansia, eh).

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  3. Non sono riuscito ad andarlo a vedere al cinema settimana scorsa perchè gli ho preferito "The Nest" e non penso di aver fatto malissimo. Questa settimana ho visto ahimè Il re leone - difficile conciliare la passione per l'horror quando mi capita quella volta che non vado al cinema da solo - mentre settimana prossima c'è It e mi sa che alla fine me lo perderò e sarò costretto a recuperarlo in home video.

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    1. Hai fatto più che bene. Il Re Leone l'ho evitato senza problemi mentre It... se non muoio mi aspetta l'anteprima di mezzanotte mercoledì! :)

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