martedì 24 agosto 2021

Evangelion: 3.0+1.01 Thrice Upon a Time (2021)

La sorpresa a tutti gli otaku d'Italia l'ha fatta Amazon Prime Video, che è riuscita ad accaparrarsi l'ultimo film della Rebuild of Evangelion, ovvero Evangelion: 3.0 + 1.01 Thrice Upon a Time (シン・エヴァンゲリオン劇場版), dei registi Hideaki Anno (ovviamente anche sceneggiatore), Mahiro Maeda, Katsuichi Nakayama e Kazuya Tsurumaki.


Trama: dopo che il Fourth Impact è stato scongiurato, Shinji, Asuka e Rei vengono salvati e condotti su Neo Tokyo 3, ma le macchinazioni di Gendo Ikari e della Nerv sono ben lontane dall'essersi concluse...


Vi rivelo un segreto, che è anche un po' una vergogna: ho guardato Evangelion: 3.0 + 1.01 Thrice Upon a Time senza aver fatto prima un ripasso generale degli altri tre film della Rebuild of Evangelion e, onestamente, ho rischiato che mi scoppiasse il cranio perché di essi, soprattutto del terzo, ricordavo davvero pochissimo. Ammetto di avere interrotto la visione più volte per andare a recuperare stralci di Wikipedia, soprattutto quando Asuka nominava cose come i Lilin e soprattutto quando hanno cominciato a spuntare fuori lance assortite dotate di svariati poteri. Miracolosamente, comunque, mi è parso di riuscire a capire tutto o quasi e, non vorrei sbagliare, ma mi è sembrato che Thrice Upon a Time fosse il capitolo più "semplice" dell'intera operazione, perlomeno quello più privo di pipponi filosofici. Certo, nonostante lo abbia trovato davvero bellissimo e molto emozionante, per godere appieno di Thrice Upon a Time bisogna superare una prima ora di Shinjitudine all'ennesima potenza, una roba che rischierebbe di far scappare la pazienza a un santo; se negli episodi precedenti Shinji era mollo come un'ameba, in questo lo ritroviamo direttamente catatonico, muto quando va bene, in lacrime ed isterico quando va male, affiancato da una sempre più "vitale" Rei la quale, caruccettissima eh, cerca di capire il senso della vita e dell'umanità, ma all'ennesima domanda pronunciata con quella vocetta fessa e monocorde il desiderio di impiccarmi si faceva sempre più pressante. Onestamente, se Anno rifacesse da capo Evangelion mettendo come protagoniste solo le deliziose, splendide, vivacissime Asuka e Mari, gli unici personaggi adolescenti del franchise dotati di spina dorsale e carisma, sarei molto più felice ma, che ci volete fare, tutto il cucuzzaro è nato come percorso di crescita sia per il vibrione Shinji che per il povero Anno, il quale nel frattempo è riuscito a liberarsi dalla depressione, e si vede.


Finalmente, infatti, nel quarto capitolo della serie si riesce a scorgere un afflato di speranza, la possibilità che la "normale", imperfetta umanità riesca a compiere un miracolo confidando in quella forza d'animo che spesso siamo tentati di ignorare, sopraffatti dalla paura, dall'incertezza, dall'odio e dall'egoismo; troppo facile desiderare di cancellare tutto, oppure di evitare il cambiamento perché "il passato era meglio", ancora più facile lasciarsi cullare dal dolore e sperare che qualcun altro possa fare il lavoro sporco per noi trincerandoci dietro la paura di crescere e assumerci le nostre responsabilità. Certo, amici e famiglia, ce lo dice lo stesso Anno, sono indispensabili, ma noi per primi dobbiamo costruire per loro un ambiente accogliente che li "convinca" a voler restare con noi e a darci una mano nei momenti di difficoltà, altrimenti il rischio è quello di rimanere per sempre soli, disperati e prede di un'oscurità che rischia di farci compiere errori ancora peggiori. Lungi da me apprezzare al 100% il finale deciso da Anno, ovviamente, nonostante la splendida idea di far confluire la realtà con la fantasia e "liberare", idealmente, i suoi bambini nel mondo (nella sua città natale, addirittura, se non ho inteso male). Il concetto di fondo è splendido quanto le animazioni e un paio di sequenze mozzafiato di cui parlerò tra poco, ma affidare tanto splendore e gioia di vivere a Shinji, che meritava soltanto sputi in faccia ed ignominia (ma mai, in effetti, quanto le due pazze isteriche Sakura e Midori, che nei panni di Misato avrei appeso all'arca lasciandole alla mercé di qualunque Eva pronto a sventrarle e mangiarle), mi è parso un po' esagerato nonché svilente per la povera Mari, la quale peraltro si porterà "nella tomba" parecchi misteri, mannaggia a lei.


Ma chissene di Shinji, via. Alla fine Evangelion è, ed è sempre stato, una gioia per gli occhi e per il cuore, zeppo di scelte coraggiose a livello di animazioni e regia, e anche Thrice upon a time non delude sotto questi aspetti. Come già nei due capitoli precedenti, ogni battaglia di Mari è un capolavoro di azione e colori, accompagnata da una colonna sonora tra l'esaltante e il solenne, e i momenti visionari della seconda parte, con l'enorme (inquietantissima, porca miseria!) testa di Rei a spiccare su realtà completamente stravolte e incubi semoventi, si sprecano. Ciò detto, nel mio cuore probabilmente resterà il progressivo smantellamento dell'opera "Evangelion", nemmeno ci si trovasse dentro un set giunto infine all'ultima rappresentazione teatrale, con tutti gli ambienti più iconici dell'anime fatti a pezzi dalla battaglia tra i due Ikari, assieme, nemmeno a dirlo, agli innumerevoli guizzi horror di cui l'opera di Anno fortunatamente non è mai priva. Che io non sia una superfan della saga è innegabile, perché nonostante sia arrivata alla fine di Thrice Upon a Time provata ed emozionata, non si è mai formato in gola quel magone che avrei sperato davanti ai mille momenti drammatici e persino teneri di cui è infarcito quest'ultimo capitolo, ma sono grata ad Anno per aver creato questo capolavoro di animazione capace di sorprendere ancora oggi dopo 26 anni da quel primo episodio in cui "cane bastonato" Shinji si infilava nel terrificante Eva sotto l'ancor più terrificante sguardo di Gendo "Padre dell'anno" Ikari. Adesso auguro al buon Hideaki di guardare avanti, di crescere ed essere libero dalla sua creatura più famosa e complessa, abbracciando tutta la felicità che merita!


Del co-regista e sceneggiatore Hideaki Anno ho già parlato qui.



Il film è il completamento della Rebuild of Evangelion che comprende Evangelion: You are (not) alone, Evangelion: You can (not) advance ed Evangelion: 3.0 You Can (not) Redo , ai quali consiglierei di aggiungere, se non l'avete mai vista, la serie Neon Genesis Evangelion. ENJOY!!

 

4 commenti:

  1. Speriamo davvero che Anno sia riuscito a lasciarsi dietro le spalle diverse cose. Ora è il momento di essere felice, o di provare ad esserlo.
    Comunque, un'operazione senza precedenti nella storia, per me, checché se ne pensi.

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    1. Ad Anno non possiamo non volere bene. Chissà cosa gli riserverà il futuro, e cosa riserverà di conseguenza a noi a livello di anime e film!

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  2. Lo vedrò a breve perché due ore e mezza me le voglio fare tutte di filato. In effetti anch'io ho ricordi confusi dei precedenti capitoli (mannaggia son passati anni dal terzo) al punto che pensavo di rivedere prima i tre precedenti che tanto stanno li su Prime.

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    1. Se non erro era il 2017, ricordo le pubblicità che passavano in vari negozi a Tokyo (che noatalgia!!). Io ho rinunciato al recupero di quelli precedenti, non avrei mai il tempo, porca misat... ehm, miseria...

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