martedì 12 ottobre 2021

C'è qualcuno in casa tua (2021)

Nel mese di Ottobre le uscite horror sulle varie piattaforme di streaming online si sprecano. Netflix, per esempio, ha tirato fuori dal cilindro C'è qualcuno in casa tua (There's Someone Inside Your House), diretto dal regista Patrick Brice.



Trama: un killer mascherato comincia a uccidere gli studenti della Osborne High, rivelando alla cittadina tutti i loro oscuri segreti...


Tra le varie novità horror del mese, C'è qualcuno in casa tua spicca perché Netflix ci tiene a sottolineare che la pellicola è prodotta da James Wan e dai produttori di Stranger Things. Comincio col dire che i fan del regista di Malignant e quelli della serie più famosa di Netflix potrebbero anche non trovare quello che cercano nel film diretto da Patrick Brice, privo sia delle atmosfere tanto care a Wan sia di quelle che hanno fatto la fortuna di Stranger Things, quindi cercate di non basarvi sui claim o rischiate di rimanere delusi. Personalmente, partivo già un po' prevenuta, perché devo essere una delle dieci persone in tutto il mondo a cui ha fatto schifo Creep, l'opera che ha dato la fama a Patrick Brice, che ho trovato uno degli horror più noiosi e involontariamente ridicoli degli ultimi decenni, quindi sono rimasta piacevolmente stupita davanti ai primi trenta minuti del film, che omaggiano spudoratamente Scream e mettono addosso una discreta ansia senza ricorrere allo jump scare facile; in questi preziosi trenta minuti, C'è qualcuno in casa tua getta le basi di un thriller-horror a base di adolescenti perfetti che nascondono in realtà i più atroci segreti, e si assiste con gusto alle mattanze perpetrate ai danni di omofobi e razzisti della peggior specie, che nel momento della morte si trovano davanti la loro falsa maschera di perfezione. Addirittura, a un certo punto del film ci si riesce persino a commuovere per la dipartita di uno dei personaggi principali, questo perché, fino a quel momento, il gruppetto di amici che circonda la protagonista (pur con tutti i cliché del caso) erano risultati credibili, sfaccettati e simpatici, un branco di normalissimi adolescenti con tutti i pregi e i difetti del caso, per nulla adombrati dalla presenza preponderante della protagonista, Makani, che di segreti ne ha a pacchi. Purtroppo, è da quel momento di commozione che il film perde tutta la sua potenza. 


C'è qualcuno in casa tua
, a un certo punto, impazzisce. Non nel senso che abbraccia la locura più sfrenata, piuttosto invece fa come la maionese quando rimane moscia, liquida: il killer comincia ad uccidere senza reali motivazioni (l'omofobo violento ci sta, la razzista fautrice della supremazia bianca è pura perfezione, ha senso ovviamente prendersela con chi ha la fedina penale sporca e lo nasconde, ma se io prendo degli antidolorifici a te che caspita deve fregarne? E se i miei genitori sono morti in un incidente d'auto la colpa è mia?), la sceneggiatura si perde in depressioni assortite di ragazzini innamorati, vengono inseriti un paio di personaggi inutili solo per alimentare il whodunnit, il ritmo cala al punto che ho rischiato di addormentarmi e, cosa peggiore, lo speech finale del killer vorrebbe "sconvolgere" come l'inno alla stupidità di Billy e Stu ma fa soltanto cadere i marroni. E la sequenza finale con tanto di poesia motivazionale, di fronte al mio innato cinismo, mi ha fatta alzare e bere uno shot di Basanotto (per la cronaca, ottimo liquore ligure a base di basilico, salvia e chinotto, cercatelo, mi ringrazierete) per riprendermi dall'eccessiva sdolcinatezza. E' un vero peccato, perché C'è qualcuno in casa tua ha un bello stile e una bella regia, almeno all'inizio, ché poi s'ammosciano pure quelli, e dei bravi attori distanti dai soliti cliché degli adolescenti horror con sulla schiena il numero per vedere chi creperà prima, però non decolla mai e si conferma l'ennesimo horror carino ma dimenticabile perso nel substrato degli originali Netflix. Avanti il prossimo!


Del regista Patrick Brice ho già parlato QUI

Sydney Park interpreta Makani Young. Americana, ha partecipato a serie come Raven, Hannah Montana, CSI: NY, Santa Clarita Diet e The Walking Dead. Ha 24 anni e un film in uscita.



7 commenti:

  1. Forse Patrick Brice dovrebbe andare a lezione di locura dal suo produttore, perché per certi versi il suo film è l’anti-Malignant, va spegnendosi seguendo l’andamento contrario al film di Wan. Insensate le motivazioni del killer che diventano sempre più sceme di omicidio in omicidio, a questo punto l’ultima forma di curiosità che ho per questo film, sarà vedere come lo presenterà al pubblico Cassandra Peterson nei panni di Elvira, nei suoi speciali domenicani, la miglior mossa di marketing fatta da Netflix per la “spooky season” ;-) Cheers

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    1. Secondo me vale solo per la presentazione, poi anche Elvira se ne andrà a dormire sconfitta dalla natura soporifera del tutto!

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    2. Mi sembra il caso di citarla allora: "Unpleasant dreams" ;-) Cheers

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  2. Il titolo non ispira fiducia, soprattutto dopo Ve ne dovevate andare..

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    1. Ve ne dovevate andare mi manca. E credo continuerà a farlo!

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  3. Pensavo peggio in realtà, poiché a me tutto sommato ha divertito.
    E' vero, le premesse erano altre, ed in più la protagonista è veramente antipaticissima anche nel modo di nascondere la sua relazione, ed è anche vero che il killer è piuttosto deludente, insomma è pieno di difetti, ma c'è stato qualcosa che non so definire che mi ha comunque avvinto fino alla fine.

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    1. Io, come ho detto, ci ho creduto e molto nella prima parte. Poi boh, sono stata sopraffatta dai tremila difetti che citi e ho rinunciato a salvarlo.

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