venerdì 22 ottobre 2021

We Need to Do Something (2021)

Il secondo giorno di ToHorror Film Fest ha portato con sé uno dei migliori horror dell'anno, We Need to Do Something, diretto dal regista Sean King O'Grady.


Trama: bloccati in bagno da una tempesta, i membri di una famiglia disfunzionale devono cercare di sopravvivere ma non è facile quando l'odio sopito a fatica viene a galla...


Da quanto tempo non andavo a letto, dopo aver visto un horror, con i nervi a fior di pelle e il terrore di addormentarmi con la testa scoperta, attenta ad ogni più piccolo rumore all'interno della stanza e fuori. Tale è stato il potere di questo piccolo film, We Need to Do Something, girato in piena pandemia con pochissimi spiccioli, tutti utilizzati per gli splendidi effetti speciali di un paio di scene assai gore, e con una rigorosa unità di spazio, visto che la pellicola è interamente ambientata in un bagno, salvo giusto un paio di concessioni necessarie ai flashback che interessano il personaggio di Melissa. We Need to Do Something è quel genere di film, a me tanto caro, dove viene spiegato giusto lo stretto necessario mentre il resto è lasciato all'intelligenza e alla sensibilità dello spettatore, che si ritrova preso in un vortice di angoscia causato non solo da una situazione esterna che non verrà mai chiarita del tutto, ma soprattutto dalle dinamiche interne a un gruppo di persone costrette in un ambiente ridotto per un tempo indefinito, sottoposte a pericoli fisici e, soprattutto, a molto stress psicologico. La famiglia protagonista del film è disunita, lo capiamo fin dalle primissime inquadrature: il padre si isola già dall'inizio, preferendo la compagnia della "coperta di Linus" alcoolica contenuta in un thermos a quella di moglie e figli, la giovane Melissa vorrebbe solo essere assieme alla fidanzata e non smette di guardare un attimo il cellulare (e il motivo di questa sua ansia verrà chiarito andando avanti), la madre e il figlioletto parrebbero dipendere l'uno dall'altra e formare un mondo a parte rispetto agli altri due, inoltre c'è tutta una serie di cose non dette e rancori legati al passato che metterebbero a dura prova persino la Famiglia Cuore, figuriamoci questa. Su una base di partenza già così esplosiva, Sean King O'Grady e lo sceneggiatore (nonché scrittore del romanzo da cui è tratto il film) Max Booth III aggiungono strati di disagio crescente, iniziando da una situazione di paziente attesa dei soccorsi per arrivare a momenti di terrore e paranoia da togliere il fiato.  


Buona parte del disagio provato dallo spettatore deriva dall'introduzione di un possibile elemento sovrannaturale che rende la situazione della famiglia ancora più precaria. Dico possibile perché We Need to Do Something è interamente presentato dal punto di vista della giovane Melissa, il tipico narratore inaffidabile le cui percezioni potrebbero essere state stravolte non solo dalla situazione terribile in cui viene a trovarsi, tra stress, stanchezza e fame, ma anche dalla forte personalità della fidanzata impelagata in culti necromantici e quant'altro, quindi non è detto che tutto ciò che si vede nel film sia reale. Purtroppo (per le mie coronarie) non importa granché che l'orrore sia reale o immaginario, perché a noi tocca vederlo o, ancor peggio, sentirlo: We Need to Do Something contiene la sequenza più terrificante dell'anno, il riaggiornamento della dannata leggenda metropolitana del cane con l'aggiunta di un elemento totalmente inaspettato e non importa quanto potreste essere preparati all'incoolata, è proprio la convinzione di sapere che vi fregherà com'è successo a me, che ho fatto venti metri di salto sulla poltrona. Non è l'unica sequenza di pregio della pellicola, ci mancherebbe, anche perché We Need to Do Something ci regala innanzitutto un Pat Healy in gran spolvero, più terrificante di tutto quello che potrebbe esserci fuori dal bagno, e poi un finale che rischia di abbracciare idealmente quello del capolavoro di Carpenter, Il seme della follia, e ti lascia lì con la voglia di morire e non uscire mai più dalla sicurezza illusoria data da una copertina sulla testa. Provare per credere, io intanto vado a cercare il racconto di Max Booth III per leggerlo!


Di Sierra McCormick (Melissa) e Pat Healy (Robert) ho già parlato ai rispettivi link.

Sean King O'Grady è il regista della pellicola, al suo primo lungometraggio. Lavora soprattutto come produttore ed è anche attore e sceneggiatore.


Vinessa Shaw
interpreta Diane. Americana, ha partecipato a film come Hocus Pocus, Eyes Wide Shut, Il mistero dell'acqua, Le colline hanno gli occhi e a serie quali La signora in giallo, Dr. House e CSI - NY. Anche regista e produttrice, ha 45 anni. 


Occhio al cammeo vocale di Ozzy Osbourne in un ruolo che non vi spoilero. ENJOY!

8 commenti:

  1. La prima foto del tizio che urla pare Roby Facchinetti mentre fa "Dio Delle Cittuaaaaa" 😜

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    1. Hahaha oddio, povero Pat Healy!!! Un po' hai ragione però!

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  2. Sarà un bagno grande immagino, singolare film.

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    1. Il bagno non è così grande, te lo assicuro, ed è la cosa che rende il film ancora più claustrofobico.

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  3. Ora con questa sequenza mi hai messo una curiosità pazzesca!

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