venerdì 11 marzo 2022

I segni del cuore (2021)

Tra in film in lizza per gli Oscar c'è anche I segni del cuore (CODA), diretto e co-sceneggiato nel 2021 dalla regista Sian Heder e candidato a tre Oscar (Miglior Film, Troy Kotsur miglior attore non protagonista e Miglior sceneggiatura non originale).


Trama: Ruby è figlia di genitori non udenti, che hanno un altro figlio anche lui sordo. Come interprete ed unica persona udente, Ruby è di grande aiuto all'intera famiglia, ma tutto rischia di cambiare quando la ragazza scopre di avere un inaspettato talento nel canto...


I segni del cuore
è il remake americano di un film francese che ha avuto un successo enorme ma che io non ho mai visto, La famiglia Bélier. Per quanto ne so, i due film sono praticamente identici salvo l'ambientazione e un paio di dettagli, ma come avrete capito non posso fare confronti (anche se mi sono ripromessa di recuperare al più presto La famiglia Bélier), quindi mi limiterò a parlare solo de I segni del cuore, che, per inciso, mi è piaciuto molto. Quanto a struttura della trama, I segni del cuore è molto "classico", prevedibile dall'inizio alla fine; c'è una protagonista dotata senza saperlo, la quale per inseguire quello che di lì a poco diventerà il sogno della sua vita incontrerà la resistenza della famiglia, rischiando di non farcela per il rotto della cuffia, e la vicenda di solito si conclude col pentimento della famiglia e il riconoscimento universale delle doti della protagonista. I segni del cuore non si sottrae a questo canovaccio, ma il motivo per cui i familiari di Ruby le mettono i bastoni tra le ruote non è il solito, banale, disgusto o disillusione verso un sogno considerato sciocco, quanto piuttosto perché la ragazza è l'unica udente all'interno di una famiglia di persone sorde dalla nascita (il titolo originale del film è l'acronimo di Children of Deaf Adult), che di conseguenza hanno bisogno di Ruby per portare avanti le attività economiche e comunicare con gli altri. Probabilmente queste persone avrebbero meno problemi in una grande città, e penso sia per questo che, molto intelligentemente, I segni del cuore è ambientato in un piccolo villaggio dove la pesca è l'unica attività che prospera, con tutti i problemi che ne conseguono; il padre e il fratello di Ruby non possono stare su una barca da soli a causa del loro handicap, sempre per lo stesso motivo gli abitanti e potenziali colleghi li considerano stupidi, dei fenomeni da baraccone, e raramente intrattengono rapporti con loro, sicuramente non da pari a pari.


La sceneggiatura de I segni del cuore in tal senso è molto equilibrata. Si concentra ovviamente su Ruby e sul suo sogno, sulle sue prime esperienze amorose e sul senso di frustrazione che cozza di continuo con l'amore verso la sua strana famiglia, ma lascia ampio spazio anche all'approfondimento psicologico degli altri membri della famiglia Rossi, tratteggiati all'inizio come un gruppetto di "stramboidi" per poi venire arricchiti con pennellate sempre più malinconiche e delicate. All'interno di una trama così particolare e piacevole, pur nella sua semplicità, anche gli indispensabili numeri canori riescono a non risultare fastidiosi (neppure quelli più melensi) e, anzi, l'esibizione di Ruby sul finale diventa particolarmente toccante senza essere lacrimevole, grazie anche a una buona dose d'ironia che, fortunatamente, permea l'intera pellicola. Da sottolineare, ovviamente, le belle prove di tutti i coinvolti. Ricordo che all'epoca La famiglia Bélier era stato aspramente criticato per aver utilizzato attori udenti per interpretare personaggi sordi, mentre I segni del cuore ha scelto tre attori portatori dello stesso handicap, tra i quali spicca un Troy Kotsur che, a mio avviso, quest'anno si gioca l'Oscar per il miglior attore non protagonista con Ciáran Hinds: sfido chiunque a rimanere impassibile davanti alla scena poco prima del finale, quando Ruby e suo padre condividono un fondamentale, bellissimo momento di intimità durante il quale il rozzo, assurdo Frank, capisce finalmente cosa può fare la figlia con il dono ricevuto. Senza nulla togliere ai grandi in gara, e con tutte le riserve del caso in quanto remake, posso dire senza ombra di dubbio che I segni del cuore è uno dei film che ho più apprezzato durante l'annuale corsa dei recuperi pre-Oscar, e ve lo consiglio caldamente!!


Di Emilia Jones, che interpreta Ruby Rossi, ho già parlato QUI

Sian Heder è la regista e co-sceneggiatrice del film. Americana, ha diretto il film Tallulah ed episodi di serie come GLOW e Orange is the New Black. Anche produttrice e attrice, ha 45 anni.


Amy Forsyth
interpreta Gertie. Canadese, ha partecipato a film come We Summon the Darkness, Beautiful Boy e a serie quali Channel Zero; come doppiatrice ha lavorato in Robot Chicken. Ha 27 anni.


Ferdia Walsh-Peelo
, che interpreta Miles, era il protagonista di Sing Street, mentre Marlee Matlin, che interpreta Jackie Rossi, ha vinto l'Oscar come Miglior Attrice Protagonista per il film Figli di un Dio minore ed è sorda dalla nascita come Troy Kotsur e Daniel Durant, che interpretano rispettivamente il padre e il fratello di Ruby. Ciò detto, se I segni del cuore vi fosse piaciuto recuperate l'originale, La famiglia Bélier. ENJOY!

6 commenti:

  1. Un remake decisamente riuscito.
    Però ti invidio perché non hai mai visto La famiglia Bélier, che secondo me è ancora meglio e il senso di déjà vu nei suoi confronti non mi ha fatto godere del tutto questo.
    Tutto sommato, comunque, se dovesse vincere l'Oscar non mi dispiacerebbe.

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    1. In quanto remake di un film troppo recente non credo vincerà alcunché, salvo forse un Oscar per il miglior attore non protagonista, comunque finiti tutti i recuperi del caso guarderò anche La famiglia Bélier!

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  2. Pure io sono arrivata alla visione con i Belier nel cuore e la magia di questo remake in stile Sundance ha perso di forza.
    Avrei evitato certe storie d'amore che poco aggiungono, per concentrarmi ancora di più sulla famiglia.

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    1. I Bélier prima o poi conquisteranno anche me spero :)

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  3. Come sopra, d'accordo con i commenti già espressi. Inevitabile il paragone con l'originale da cui si scosta per poco, ma ho apprezzato maggiormente le canzoni francesi e il cast originale sebbene abbiano dovuto imparare il linguaggio dei segni tranne il fratello. Resta un film carino ma resto affezionata al primo.

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    1. A questo punto, sono contenta di non avere visto l'originale francese, così riuscirò a godermi due film invece che solo uno :)

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