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mercoledì 2 agosto 2017

Non bussate a quella porta (2016)

La seconda uscita horror di luglio, sempre ad opera della Midnight Factory, è stata Non bussate a quella porta (Don't Knock Twice), diretto nel 2016 dal regista Caradog W. James.


Trama: Chloe, che da anni vive lontana dalla madre e ospite di una casa famiglia, torna dalla genitrice per fuggire a una presenza che vorrebbe ucciderla...



E' un vero peccato che le uscite video della Midnight Factory non siano sempre a livello di eccellenza superiore come XX- Donne da morire. Dopo la piacevolissima sorpresa di quell'antologia al femminile, la seconda uscita estiva della Fabbrica del Male si è purtroppo rivelata un diludendo della peggior specie, un film soporifero e derivativo come pochi. Seguendo il filone di molti horror psicologici recenti, Non bussate a quella porta (titolo vintage che però altera parecchio il significato di quello originale, dove si sottolinea il "due volte") avrebbe dovuto essere innanzitutto il tentativo di una madre di riappropriarsi della figlia, spedita in una casa famiglia quando la protagonista era troppo drogata per prendersi cura di lei, tentativo reso più facile o difficile, a seconda dei momenti, dall'intrusione dell'elemento sovrannaturale. Il dramma familiare, se così si può chiamare, fa però acqua da tutte le parti e il motivo risiede non tanto nell'interpretazione delle attrici, entrambe bravine ma sacrificate, bensì in una sceneggiatura che fa dell'ermetismo il suo punto di "forza". Sapete bene quanto detesti gli spiegoni ma un minimo di approfondimento psicologico ci vuole o i personaggi risultano semplicemente dei matti umorali: Non bussate a quella porta fa subire allo spettatore, letteralmente, un conflitto tra madre e figlia che non sta né in cielo né in terra, con una madre che all'improvviso rivuole la sua "bambina" dopo averla abbandonata per anni (va bene, eri una tossicodipendente, ma ci hai messo più di dieci anni a disintossicarti? Nel frattempo, perché hai deciso di non sentire né vedere più tua figlia nemmeno per le feste comandate?) e una figlia post-adolescente che corre da una mammà che non vede da decenni appena un mostro cerca di ucciderla, PUR continuando ad odiarla. Davanti a simili presupposti, capite bene che è praticamente impossibile sia percepire come realistico il loro lento riavvicinamento sia arrivare a provare una qualsivoglia forma di empatia verso le due e quando subentra l'elemento sovrannaturale non importa quindi più che le protagoniste sopravvivano. Da qui, la letargia da disinteresse.


La parte "horror" non è migliore ed è gestita in modo talmente raffazzonato che ho dovuto guardare il finale due volte per poi arrendermi e andare su Wikipedia a leggere il riassunto del film onde capire dove volessero andare a parare gli sceneggiatori. E anche così, ve lo giuro, mette davvero male apprezzare il tutto. La sceneggiatura di Non bussate a quella porta a un certo punto va persino a scomodare la figura fiabesca della strega Baba Yaga, ovviamente senza zampe di gallina né mortaio, tanto che avrebbero anche potuto chiamare il mostro Baciocca o Piergigia e il risultato sarebbe stato il medesimo; inquietante mix tra l'Uomo Lungo e Samara, per gentile concessione del sempre valido Javier Botet (unico elemento positivo della pellicola, assieme alla regia molto curata), la Baba Yaga è in soldoni una creatura amante delle ombre, della solitudine e delle porte, tanto che queste ultime compaiono dove meno ce lo si aspetta e anche dopo che le protagoniste, prese da un attacco di demenza, decidono di bruciare tutte quelle presenti in casa, con scarsi risultati. Non paghi di avere un mostro persino meno spaventoso della Fata Dentina o del Bye Bye Man (evocato nel modo più scemo di sempre, aggiungo), gli sceneggiatori hanno deciso di inserire anche dei twist nel vago tentativo di svegliare lo spettatore dall'abbiocco post-dramma familiare, con l'unico risultato di trovarsi a un certo punto tra le mani personaggi che "fanno cose" perché sì. Ma tanto, se la protagonista è così demente da bussare due volte alla porta di una casa dove vive il demone che anni prima s'è portato via uno dei suoi migliori amici, consapevole del fatto che NON BISOGNA bussare due volte alla porta altrimenti il demone s'inquieta, non devo aspettarmi maggiore furbizia dai personaggi secondari, giusto? Giusto. Ed è altrettanto giusto, quindi, che io sconsigli la visione di Non bussate a quella porta, modificandone ulteriormente il titolo e dicendo, molto banalmente, Non guardate questo film.


Di Katee Sackhoff, che interpreta Jess, ho già parlato QUI.

Caradog W. James è il regista della pellicola. Probabilmente inglese, ha diretto film come The Machine. E' anche produttore e sceneggiatore.


Lucy Boynton interpreta Chloe. Americana, ha partecipato a film come Ballet Shoes, February: L'innocenza del male, Sing Street e Sono la bella creatura che vive in quella casa. Ha 23 anni e due film in uscita, tra cui Assassinio sull'Orient Express.


La ricchissima edizione speciale della Midnight Factory, corredata dal libretto redatto da Nocturno Cinema, contiene moltissimi extra interessanti, come il Making Of e le featurette La Storia, Il cast, Cercando Ginger e Gli effetti speciali. Se Non bussate a quella porta vi fosse piaciuto recuperate The Babadook e La madre. ENJOY!


5 commenti:

  1. Del regista ho visto The Machine che, a parte gli attori ed alcuni dettagli, era davvero poca cosa, per cui similmente questo sarà lo stesso, in ogni caso se mai passerà da qualche parte forse un'occhiata la potrei anche dare ;)

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    1. The Machine non lo conosco. Dal making of di Non bussate a quella porta il regista mi è sembrato molto scrupoloso ed entusiasta però mah... probabilmente incappa in soggetti poco interessanti!

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  2. Io capisco che bisognerebbe fare attenzione prima di aprire le porte, ma che ora non si possa più nemmeno bussare, non lo so, signori miei, il futuro non è più quello di una volta!

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    1. Ma bussi una volta va bene, è la seconda che ti frega XD

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  3. Passato un mese non so nemmeno più di cosa diamine stiamo parlando, in effetti XD

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