Ultimo appuntamento con i migliori horror 2018 according to Il giorno degli zombi, si finisce in bellezza con The Endless, diretto nel 2017 dai registi Justin Benson (anche sceneggiatore) e Aaron Moorehead.
Trama: due fratelli tornano nei luoghi d'infanzia, dopo aver abbandonato la setta che li ha cresciuti. Lì scopriranno che le loro fantasie di bambini si sono trasformate in orrore vero.
Justin Benson e Aaron Moorehead si erano già guadagnati tutta la mia attenzione con l'horror "sentimentale" Spring e anche The Endless si è confermato un'opera pregevole, forse più "difficile" ma altrettanto affascinante. Fulcro della vicenda è il rapporto tra due fratelli interpretati dagli stessi registi, che troviamo intenti a vivacchiare, tra un lavoro avvilente e l'altro, dopo aver passato l'infanzia e l'adolescenza in una comune all'interno della quale gli abitanti seguivano un culto non ben precisato. Justin, il fratello maggiore, ha portato via Aaron cercando di proteggerlo da quello che lui percepiva come un covo di pazzi votati al suicidio ma Aaron ha solo dei bellissimi ricordi della comune: persone simpatiche, cibo sano, amicizie ed esperienze di vita che Justin non riesce a fargli fare, cosa che rende il rapporto tra i due fratelli assai problematico. All'inizio del film viene riportata una citazione per cui due fratelli riuscirebbero ad essere sinceri l'uno con l'altro e ad esternare i propri sentimenti solo in punto di morte. Ebbene, in The Endless il punto di morte si ripropone più e più volte, frutto di un orrore cosmico che non si vede quasi mai eppure fa sentire la sua presenza in modo palpabile e decisamente inquietante, mentre attorno a Justin ed Aaron cominciano a succedere cose sempre più strane, che rendono impossibile non provare almeno un po' di diffidenza davanti a questa "setta" all'apparenza così sana e perfetta. Anche qui, però, l'elemento importante del film non è la setta in sé. Che essa celi del marcio è palese ma importa poco a Justin Benson, fondamentale invece vedere come queste dissonanze influiscano sul rapporto tra i due fratelli e come, Kingianamente (anzi, più Lovecraftianamente) l'orrore arrivi a stravolgere la vita normale di persone qualsiasi, con chi sceglie di abbandonarsi e chi di combattere anche quando le speranze di vittoria sono inesistenti.
In virtù di ciò, The Endless rientra in quel novero di film a basso budget dove "non si vede nulla" e tutto viene lasciato all'immaginazione dello spettatore senza per questo costringerlo a un tour de force di sciatteria. Come sempre, anzi, le immagini naturali di Benson e Moorehead sono bellissime anche quando riportano sullo schermo luoghi dove la natura non è molto amichevole con gli incauti umani; inoltre, la presenza nefasta di "qualcosa" viene resa attraverso semplicissimi trucchi del mestiere quali l'uso di una diversa prospettiva, fuoricampo particolarmente sanguinolenti e con suoni raccapriccianti, primi piani di personaggi terrorizzati o, come nelle efficacissime sequenze del lago e del tiro alla fune, mostrando le conseguenze di eventi messi in moto da qualcosa di enorme ed invisibile. Detto molto sinceramente, anzi, il "non visto" è molto meglio dei pochi effetti speciali che punteggiano qui e là il film, soprattutto dell'effetto un po' trash con cui vengono resi varchi e distruzioni della realtà conosciuta. Molto meglio, per toccar con mano follia ed inquietudine, i dialoghi coi diversi personaggi presenti nel film, un campionario di umanità spaventata, disillusa, rassegnata ed arrabbiata che, a un certo punto, scuote The Endless dalle fondamenta rendendolo ancora più coinvolgente rispetto all'inizio, dove il ritmo è lento, introduttivo, un po' sfilacciato. Detto questo, ce ne fossero di film "sfilacciati" così, capaci di far venire una voglia invereconda di riprendere in mano Providence e reimmergersi nelle moderne interpretazioni degli orrori Lovecraftiani. Cercatelo, guardatelo, non ve ne pentirete!
Dei registi Justin Benson (anche sceneggiatore) e Aaron Moorehead, che interpretano rispettivamente Justin e Aaron, ho già parlato QUI. Di Callie Hernandez (Anna) e Lew Temple (Tim) ho parlato invece ai rispettivi link.
Vinny Curran, che interpreta Chris Daniels, ha partecipato anche a Spring e il suo personaggio, assieme a quello di Michael Danube, compare nell'opera prima di Benson e Moorehead, Resolution, che non ho ancora visto e che ora vorrei assolutamente recuperare! ENJOY!
Dalle immagini sembrerebbe qualcosa di semplicemente affascinante, da recuperare assolutamente ;)
RispondiEliminaQuesto e anche il suo "prequel", di cui parlerò domani :)
EliminaIo Benson e Moorhead li amo (non come amo Tree di Happy Death Day eh, in modo diverso). Mi manca inspiegabilmente Spring, ma Resolution e The Endless li ho visti (e anche nel giusto ordine) e sono veramente due piccoli grandi film. Su I 400 Calci c'è un'intervista ai due registi che spiegano come con quattro soldi si possa riuscire a fare buoni film. La scena che più mi è rimasta impressa di The Endless è quella del poveretto nel bungalow che vive un loop di pochi secondi. Agghiacciante.
RispondiEliminaVabbé ma Tree è Tree u.u
EliminaScherzi a parte recupera Spring ASAP perché è davvero bellissimo, io intanto andrò a leggere l'intervista e concordo: quella scena è agghiacciante ma la mia preferita resta quella del tiro alla fune :)
Vero vero, il tiro alla fune con l'oscurità é una chicca, é proprio purissimo Benson+Moorhead
RispondiEliminaAmen!
Elimina