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martedì 28 settembre 2021

Dune (2021)

Di ritorno dalla vacanza settembrina, sono corsa a vedere Dune, diretto e co-sceneggiato dal regista Denis Villeneuve a partire dal romanzo omonimo di Frank Herbert


Trama: in un lontano futuro, il pianeta Arrakis è teatro di guerre all'ultimo sangue per il controllo della Spezia, indispensabile elemento per navigare nello spazio. A farne le spese, i membri della casata Atreides, inviati dall'imperatore proprio su Arrakis...


Io sono estasiata. Felice, assolutamente e per una volta, della mia ignoranza crassissima. Credo infatti di essere parte delle pochissime centinaia di persone in tutto il mondo che sono andate a vedere Dune senza sapere nulla non solo di tutto l'universo creato da Frank Herbert, ma anche delle altre due fallimentari (a quanto pare) versioni cinematografiche e televisive che sono state tratte dal primo libro della saga; di conseguenza, penso di essere stata anche una dei pochi spettatori che si sono goduti un racconto completamente nuovo, magico e misterioso, fatto di personaggi complessi e colpi di scena a non finire, a prescindere dall'effettiva bellezza della regia di Villeneuve. Come ho detto al Bolluomo a fine visione, durata due ore e mezza volate in un soffio, "Dune agli ultimi Star Wars, ma anche a quelli vecchi, con tutto il rispetto, spiccia casa". Quella di Dune è una fantascienza adulta, che non vive per il product placement, ma porta sullo schermo personaggi a tutto tondo invischiati in una trama complessa sviscerata a poco a poco, senza spiegazioni al limite del didattico, ma lasciando molto spazio all'intelligenza dello spettatore; non ci sono solo il bianco e il nero, il bene e il male in Dune (tranne forse per la casata Harkonnen, i cui membri sono gli unici connotati come mostri veri), ma moltissime sfumature di grigio, che rendono i protagonisti tridimensionali ed imprevedibili, ricchi di segreti, anche poco piacevoli, da scoprire senza fretta. I fan rideranno a leggere queste parole ma ho particolarmente apprezzato, senza fare troppi spoiler per chi è ignorante come me, le azioni "disonorevoli" (ahimé, anche inutili) compiute da un personaggio che dell'onore aveva fatto la sua bandiera fino a un secondo prima, la vena di profonda e dura oscurità che permea l'animo di chi dovrebbe tradizionalmente essere donna e madre, e in generale tutto il percorso di presa di consapevolezza del protagonista, Paul, legato alla spezia e a qualcosa di assai più grande e pericoloso prima ancora di cominciare il suo cammino di uomo. Le visioni di Paul, oniriche e spesso terrificanti, spingono a volerne sapere di più non solo su ciò che sarà del suo futuro, ma anche su quei Fremen che qui vengono più nominati che visti, incarnati da occhi azzurri che rendono Zendaya ancora più bella di quanto non sia normalmente e da un deserto caldo ed accogliente che contrasta con l'inferno mortale sperimentato nella realtà dai vari personaggi, popolato da creature mostruose ma forse più clementi del sole.


Buona parte di questo incredibile trasporto che ho avuto verso quasi tutti i personaggi è sicuramente da ricercare nella bravura degli attori e del regista che li ha diretti. Fa un po' ridere che Villeneuve si sia unito al gruppo di registi anti-Marvel quando metà del cast di Dune viene dalle ormai sempre più folte scuderie Disney/DC, eppure come si vede la differenza quando anche un "cojone" come Jason Momoa si ritaglia momenti talmente epici da spezzare il cuore (ma non toglietegli mai più la barba, vi prego, che pare Cicciobello!) e Oscar Isaac, dimenticabilissimo nei panni di Dameron Poe, sembra uscito dritto da una tragedia di Shakespeare. Certo, a colpire più di tutti sono due che con la Marvel poco c'entrano, ci mancherebbe. Timothée Chalamet è il perfetto connubio di bellezza "maledetta" e fragilità di ragazzino, due caratteristiche che, a mio avviso, al personaggio di Paul Atreides calzano alla perfezione, ma perdonatemi se darei ogni premio da qui all'eternità ad un attrice che aveva già dimostrato di sapere il fatto suo in Doctor Sleep, quando ha incarnato quell'indimenticabile Rose Cilindro; Rebecca Ferguson è IL motivo per cui chiunque dovrebbe correre a vedere Dune, con quegli occhi profondissimi e nervosi, l'apparenza fragile di chi è abituata a stare sempre un passo indietro che lascia spazio, nel giro di un secondo, alla durezza quasi fanatica di chi rimane sì indietro, ma per tirare i fili nell'ombra e mettertelo nello stoppino. Ripeto, non ho mai letto i libri di Herbert quindi magari questa versione di Lady Atreides è farina del sacco di Villeneuve, ma trovare un personaggio femminile così particolare in un'opera degli anni '60 per me ha del miracoloso e non vedo l'ora di capire come si svilupperà il rapporto tra lei e il figlio, visto il finale sospeso e quello sguardo da suocera del Sud rivolto a Chani.


Ciò detto, diamo a Villeneuve quello che è di Villeneuve. Dune è una meraviglia da vedere e ogni fotogramma è pura emozione. La grandiosità delle astronavi davanti alle quali gli uomini sembrano degli infinitesimali granelli di sabbia, l'ingannevole e placida bellezza di un deserto il cui calore pare trasudare dallo schermo, smosso dai mostruosi (e bellissimi) vermi della sabbia pronti a trasformare le dune in onde di un oceano sconfinato, perfetto contraltare del mare reale che circonda le terre della Casata Atreides, la fotografia che cambia con il cambiare dei pianeti, dal grigio-bluastro di quello da dove proviene Paul, ai colori caldi di Arrakis, alla cupezza "nazista" del pianeta degli Harkonnen, le scene d'azione e di corpo a corpo che rimangono fluide, chiare e talvolta angoscianti anche col PG-13, la brillantezza della spezia, tutto concorre a fare di Dune un sogno ad occhi aperti, o un incubo, a seconda dei momenti. Se, infatti,  davanti al pupazzo gnappo dell'imperatore Palpatine al massimo mi veniva da fare un sorrisetto scazzato, tutte le sequenze imperniate sulla casata Harkonnen e i mostri che la popolano mi hanno messo la stessa ansia di un horror e quel maledetto Barone probabilmente popolerà i miei incubi per mesi. E per mesi, probabilmente, ascolterò la colonna sonora di Hans Zimmer, talmente evocativa ed esotica da risultare quasi ipnotica, uno score emozionante come non mi capitava di sentire da tempo in un "blockbuster", per quanto d'autore. Non so se riuscirò ad aspettare anni per avere il seguito di Dune e non so neppure se, nel frattempo, resisterò alla tentazione di sapere (magari guardando il Dune di Lynch o meglio ancora leggendo i libri) quale sarà il destino di Paul, ma se l'attesa verrà ripagata con un film bello come questo, ne sarà valsa la pena. 


Del regista e co-sceneggiatore Denis Villeneuve ho già parlato QUI. Timothée Chalamet (Paul Atreides), Rebecca Ferguson (Lady Jessica Atreides), Oscar Isaac (Duca Leto Atreides), Jason Momoa (Duncan Idaho), Stellan Skarsgård (Barone Vladimir Harkonnen), Stephen McKinley Henderson (Thufir Hawat), Josh Brolin (Gurney Halleck), Javier Bardem (Stilgar), Chen Chang (Dr. Wellington Yueh), Dave Bautista (Rabban Harkonnen), David Dastmalchian (Piter De Vries) e Charlotte Rampling (Reverenda Madre Gaius Helen Mohiam) li trovate invece ai rispettivi link.

Zendaya (vero nome Zendaya Maree Stoermer Coleman) interpreta Chani. Americana, la ricordo per film come Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. Anche produttrice, cantante e sceneggiatrice, ha 25 anni e un film in uscita, Spider-Man: No Way Home.


Nel caso Dune andasse bene al botteghino dovrebbe uscire nei prossimi anni un seguito, sempre diretto da Villeneuve; nell'attesa, se volete sapere (come me!) come va a finire la storia, potete sempre recuperare il Dune di David Lynch o la miniserie televisiva Dune - Il destino dell'universo, anche se nel secondo caso non so onestamente quanto vi convenga! ENJOY!

 

14 commenti:

  1. Ti consiglio il libro (ma non è leggerissimo...), quanto al film di Lynch tanti ne parlano male, per me resta molto bello, certo non può misurarsi con questo. Quanto agli Harkonnen, secondo me Villeneuve ce li ha mostrati un po' poco, magari nel prossimo film avranno più spazio.

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    1. Sei già il secondo stamattina che mi dice di come il libro sia pesantuccio, ma la cosa non mi spaventa, per fortuna :)
      Il film di Lynch lo recupererò nei prossimi mesi (vorrei dire giorni ma già so che sarà impossibile) e spero davvero che gli Harkonnen si vedano ancora di più nel prossimo film!

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  2. Il libro non l'ho letto, ma il film di Lynch io ero andato a vederlo più che altro per vedere Sting in un film, poiché Quadrophenia non l'avevo ancora visto e Brimstone & Treacle non era mai passato al cinema (forse solo nei cineclub fighi), restando parecchio deluso dalla pomposità delle atmosfere e certi effetti speciali in chromakey visti tipo in Flash Gordon. Belle le scenografie, quelle si, però non bastavano a fare il film. Un'occhiata penso che la darò a questo, più che altro per il regista che finora non mi ha mai deluso.
    P. S.
    Poe Dameron hai ragione è dimenticabilissimo e infatti della nuova trilogia non ricordo che un paio di nomi, e il suo non è uno di quelli, pensa te

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    1. Poe Dameron è uno di quei casi di personaggio che non sai come gestire: sembrava destinato a chissà quali cose nei primi due capitoli, poi nel terzo non lo vedi quasi. Povero Isaac.
      Tornando a Dune, quello di Lynch pensa che l'ho avuto in videocassetta per anni ma non mi ha mai messo voglia di vederlo. Prima o poi lo proverò!

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  3. Io per prepararmi alla visione ho avuto l'infausta idea di vedere quello di Lynch (così assurdo che solo wikipedia è riuscita a spiegarmi certi passaggi) e il documentario sul mai realizzato da Jodorowsky (che secondo me sarebbe stato anche più strano e un altro probabile flop).
    Così quello di Villeneuve mi è sembrato spiegare e immergere bene in questo mondo, ma se devo essere onesta non mi ha coinvolta, del destino dei personaggi poco mi importava.
    Mi sono persa molto più volentieri nella regia sbalorditiva di Villenuve, quelle astronavi, quei pianeti, quei primi piani. Ormai è un fuoriclasse.
    Fun Fact: in sala a Venezia la temperatura era di 15 gradi credo, altro che il caldo di Arrakis!

    Rivisto ieri sera con il giovine, ho patito di più la lunghezza, ma sapendo i risvolti, gli sviluppi, un po' di passione si è fatta sentire.
    In ogni caso, il secondo capitolo è fortemente atteso.

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    1. Io invece ho provato angoscia e dispiacere ad ogni fotogramma che decretava la caduta degli Atreides, e un'ansia palpabile per la fuga disperata di Paul e la madre. Un paio di morti, poi, mi hanno spezzato il cuore.
      Per me, scindere la trama e i personaggi dalla parte "tecnica" è stato davvero impossibile!

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  4. Per una volta sono d'accordo con Lisa:) il nuovo Dune è senz'altro un film d'autore e la regia di Villeneuve è sopraffina, però ammetto che anch'io, all'inizio, ho un po' sofferto la pesantezza di una storia e di una trasposizione letteraria piuttosto difficili da capire se non si è letto (come nel mio caso) i libri di Herbert.
    E comunque ricordiamoci sempre che stiamo parlando di un film "monco" che copre a malapena la prima metà del primo romanzo. Ergo, per quanto mi riguarda il giudizio è sospeso: sarebbe come commentare il risultato di una partita di calcio alla fine del primo tempo...

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    1. Io, come te, non ho letto i libri e neppure ho visto il film di Lynch, eppure l'ho trovato comprensibilissimo e coinvolgente.
      E sì, il film è monco, ma ciò non toglie che lui lo ha girato tenendo anche in conto la possibilità che potesse non esserci un seguito (al momento, per fortuna, la cosa è improbabile), quindi l'apprezzamento per l'impegno e la cura profusi, da parte mia, è anche doppio!

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  5. Ecco, io sono soddisfatto in parte.
    Tutto molto bello... ma sembrava di essere in un freezer anche nel deserto, non so se mi spiego 😅

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    1. Ho capito cosa intendi, certo. Per fortuna, io quella freddezza di cui parlate non l'ho minimamente avvertita!

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  6. L'ho mancato in multisala. E mi spiace. Detesto la saga letteraria (?mah!) e il suo autore. I precedenti film sono pessimi. Ma da quando Villeneuve ha mollato il suo serioso nonchè pallosetto cinema d'arte e ha cominciato a spendere il suo talento nel cinema mainstream ho iniziato ad apprezzarlo.
    Recupererò sicuramente questo Dune, forse per la prima volta riuscirà a piacermi. La tua recensione mi tenta, grazie!

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    1. Come hai letto nel post, parto completamente digiuna da precedenti adattamenti e dalla saga ma qui secondo me lo stile di Villeneuve è davvero calzantissimo, con quel rigore, quella grandeur che lo caratterizza. Spero tu possa vederlo presto e grazie a te per avere letto!

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    2. Ciao e grazie Erica. A proposito, non perdiamoci Titane della Ducournau ! Dalle mie parti non si intravede ancora. Tu che mi dici ? Dopo l'esordio perfetto di Raw ho quasi paura di una delusione, causa alte aspettative. Tu non mancherai , credo. Attendo tua recensione. Ciao !

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    3. Purtroppo anche qui Titane non si è visto. Speriamo nelle prossime settimane, anche io ho aspettative altissime!

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