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venerdì 4 febbraio 2022

La fiera delle illusioni - Nightmare Alley (2021)

Con la stessa velocità di un bradipo assonnato, anch'io ho finalmente potuto vedere La fiera delle illusioni (Nightmare Alley), diretto e co-sceneggiato nel 2021 dal regista Guillermo Del Toro e tratto dal libro omonimo di William Lindsay Gresham.


Trama: in fuga da un violento passato, il giovane Stanton si rifugia in un luna park, dove impara i segreti del mentalista Pete e di sua moglie Zeena, che gli consentiranno di diventare una stella nei vari locali di New York. Ma i pericoli dell'ambizione sfrenata sono in agguato...


Sono arrivata all'appuntamento con La fiera delle illusioni ancora frastornata dalla bellezza de La forma dell'acqua e digiuna sia dal romanzo di Gresham sia da La fiera delle illusioni di Edmund Goulding, al punto che le mie aspettative erano cariche a mille pur non sapendo nulla della trama, del cast o dell'accoglienza del pubblico (non ho voluto nemmeno guardare il trailer, giusto per non sbagliare); l'unica cosa che mi è balzata all'occhio, da vecchia porcella qual sono, è stata una notizia in cui si parlava di un nudo frontale di Bradley Cooper del quale, maledetti giornalari e pennivendoli del webbe, nel film non v'è traccia. La mia aspettativa fomentatissima (non dal nudo, non pensate male) è stata un incredibile errore da dilettante, perché, ahimé, la prima cosa che mi è saltato all'occhio guardando La fiera delle illusioni è che non arriva ai livelli dei migliori film di Del Toro, come La forma dell'acqua o Il labirinto del Fauno. La seconda cosa, probabilmente derivante dalla non conoscenza delle opere che hanno preceduto o ispirato il film, è che ho trovato un paio di personaggi, soprattutto, la Dottoressa Lilith di Cate Blanchett, mancanti di motivazioni e nerbo nonostante il loro indubbio fascino e la loro fondamentale funzionalità all'interno della trama, cosa che mi ha lasciata un po' perplessa nel corso del pur formidabile confronto finale tra "mostri". Qui finiscono però, almeno per quanto mi riguarda, i difetti de La fiera delle illusioni, uno spettacolo di cui godere rigorosamente al cinema per non lasciar andare sprecati i meravigliosi colori, le inquadrature, le scenografie e i guizzi gotici e weird di un Autore che non smette di perdere il suo riconoscibile tocco sia quando deve tratteggiare atmosfere a lui più congeniali (la Casa degli Specchi è davvero terrificante, il pre-finale sotto la neve è un capolavoro gotico, in quanto all'ambiente allo stesso tempo straniante e familiare del luna park ci sarebbe da riguardare il film dall'inizio per fare un elenco di tutti i dettagli interessanti che contiene, mostrini sotto vetro in primis) sia quando muove i suoi personaggi all'interno di ambienti elegantissimi e geometrici, rifulgenti di luce dorata eppure ancora più opprimenti della gabbia di un geek (o uomo bestia, chiamatelo come volete).


Quella de La fiera delle illusioni, titolo italiano per una volta stranamente azzeccato, è la storia di un uomo ambiguo che, come Icaro, tenta di volare troppo vicino al sole del potere e del denaro e ne rimane scottato; a differenza di Icaro, però, Stanton non è innocente e il suo fondamentale egoismo sporca le mani di sangue sia a lui sia a coloro che decidono di rimanergli accanto nonostante tutto. Fin dall'inizio, empatizzare con Stanton non è facile. I primi quindici minuti di mutismo ci consegnano un personaggio selvatico, diffidente quanto l'uomo bestia che si ritrova a dover affrontare (forse per questo, in un paio di occasioni, viene spinto da un moto di umana pietà verso quest'ultimo), che a poco a poco prende confidenza nelle sue capacità e diventa, grazie soprattutto al dolce e scafato mentalista Pete, la versione vivente di una delle mie citazioni preferite da Ghostbusters 2: "un venditore di fumo e merda". Mi perdoni chi, nel costante utilizzo della sigaretta, vede un sicuro e dovuto omaggio al genere noir, ma io nell'incalcolabile numero di sigarette fumate da Bradley Cooper nel corso del film ho visto soprattutto una meravigliosa metafora di evanescenza e inconsistenza, la fragile armatura di un uomo che deve mostrarsi misterioso, sicuro di sé e impenetrabile a qualunque difficoltà possa mettergli davanti la vita. Tale dispendio di arroganza lo rende in primis spietato contro chi rischia di provare un dolore indicibile a causa del cosiddetto "spiritismo", e poi cieco, non solo davanti ai chiari avvertimenti di chi si è già messo nei suoi panni o di chi è sinceramente innamorato di lui, come l'angelica ed innocente Molly, ma anche ai segnali inconfondibili di imminente distruzione che lo circondano fin dai primi istanti del film, anche prima dell'arrivo della femme fatale Lilith (nomen omen).


I dettagli della trama, ovviamente, ve li lascio tutti da scoprire e vi lascio al parere chi, come per esempio Marika, ha fatto di Del Toro la sua ragione di vita e si è preparata assai più degnamente di me per affrontare La fiera delle illusioni. Spenderò ancora un paio di parole su "colui che, niente, non mi ha mostrato il nudo full frontal promesso" e sui suoi allegri compagni. Seguo Bradley Cooper praticamente dagli esordi, da quando spiccava in bellezza su qualunque altro uomo presente nella serie Alias, e nel tempo l'ho visto azzeccare una serie di ruoli clamorosi, diventando sempre più bravo, ma a mio parere quella di Stanton è la sua interpretazione più bella; grazie ad un timespan assai ampio, Cooper ha potuto fornire al personaggio tutta una serie di sfumature sfruttando sia l'aspetto più fisico della recitazione, come all'inizio, sia "adagiandosi" maggiormente e consapevolmente sul suo aspetto da "contadino con i denti dritti" nel momento di massimo fulgore del personaggio e infine lasciando lo spettatore con uno sguardo allucinato e una risata da brividi, in una perfetta chiusura del cerchio. Se lo nominassero agli Oscar per questo ruolo e ne vincesse anche uno non mi farebbe schifo, lo dico sinceramente. Lo affiancano, assieme ai "feticci" maschili di Del Toro e un Willem Dafoe sempre adorabilmente luciferino, tre donne ognuna a suo modo meravigliosa; se la Blanchett spicca ovviamente nel ruolo di perfetta femme fatale bionda, il musetto di Rooney Mara spezza a tratti il cuore ma è la Zeena di Toni Collette a conquistarlo davvero, con il suo fascino, la sua dignità, la sua tristezza. Insomma, l'ultimo film di Del Toro sarà anche La fiera delle illusioni ma la sua qualità è tangibile e reale, quindi fatevi un favore e non perdetelo.


Del regista e co-sceneggiatore Guillermo Del Toro ho già parlato QUI. Bradley Cooper (Stanton Carlisle), Cate Blanchett (Dr. Lilith Ritter), Toni Collette (Zeena), Willem Dafoe ( Clem Hoatley), Richard Jenkins (Ezra Grindle), Rooney Mara (Molly Cahill), Ron Perlman (Bruno), Mary Steenburgen (Mrs. Kimball), David Strathairn (Pete), Holt McCallany (Anderson), Clifton Collins Jr. (Funhouse Jack) e Tim Blake Nelson (Carny Boss) li trovate invece ai rispettivi link.


Il ruolo di Stanton Carlisle era stato proposto a Leonardo di Caprio, che alla fine ha preferito dedicarsi ad altri progetti mentre per il ruolo di Molly erano stati fatti i nomi di Lady Gaga e Jennifer Lawrence. Occhio alla presenza della nostra Romina Power tra il pubblico, durante l'esibizione in cui Stanton viene "smascherato" da Lilith, un omaggio al padre Tyrone Power, che era il protagonista de La fiera delle illusioni di Edmund Goulding. Io penso che proverò a recuperarlo, voi? ENJOY!

 

13 commenti:

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    1. Davvero davvero. E' un blink and you'll miss it ma c'è!

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  2. Noooo Romina me la sono persa! Il nudo frontale di Bradley no però 😜

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    1. Vabbé ma era un "nudino", dai... meglio Sebastian Stan in Pam & Tommy XD

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  3. Io ho sofferto più che altro la lunghezza, per me ingiustificata (il film originale dura quasi mezz'ora meno ed ha molto più ritmo) e che azzera la suspance, elemento non trascurabile in un noir, però non ci sono dubbi che la confezione è davvero impeccabile. A petto però di vederlo in sala.

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    1. Il film originale vorrei guardarlo, spero di riuscire nonostante il rush oscariano che mi toccherà nei prossimi due mesi.

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  4. Bella recensione! Temo di essermi goduto meno di te il film per la mancanza di motivazioni dei personaggi (che hai menzionato), insieme ad una storia un po' scontata e raccontata però con due ore e mezzo di film che mi hanno sfiancato...

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    1. Grazie mille :)
      Io la durata non l'ho minimamente sentita; alla fine, nonostante la mancanza di alcune motivazioni, il film è un bel viaggio ed ero curiosa di sapere quanto in basso sarebbe caduto il protagonista!

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  5. il film di Guillermo del Toro è praticamente perfetto, anche troppo, ma forse manca un po' di anima.
    certo un bel film, ma non il suo migliore, sono d'accordo con te.

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    1. A "caldo", concordo con te. Spero di riguardarlo tra qualche tempo, magari in lingua originale, per innamorarmi un po' di più.

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  6. Beh, ma io ho parlato di livelli emotivi, non di aspetti tecnici. Da quel punto di vista è un trionfo. Purtroppo, mi ha trasmesso molte meno emozioni rispetto ad altri suoi capolavori.

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