martedì 7 febbraio 2023

Bolle dall'Abisso: Gli spiriti dell'isola (2022)

Oggi tocca a Vidur di Pellicole dall'Abisso parlare di uno dei film più belli dell'anno, ovvero Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin), diretto e sceneggiato da Martin McDonagh, candidato a ben 9 Oscar: Miglior Attrice Non Protagonista Kerry Condon, Miglior Attore Protagonista Colin Farrell, Miglior Colonna Sonora Originale,  Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attore Non Protagonista Brendan Gleeson e Barry Keoghan, Miglior Sceneggiatura Originale e Miglior Montaggio. ENJOY!



Assoluto outsider, nonché quasi un unicum nella cinematografia mainstream moderna, la nuova opera di Martin McDonagh è un film destinato a mietere premi (candidato a 9 Oscar!), strappare consensi dalla critica e a, quasi fisiologicamente, dividere i gusti del pubblico.



McDonagh aveva già fatto il botto con l’eccellente Tre manifesti a Ebbing, Missouri, dopo un paio di cult passati sottotraccia come In Bruges e 7 Psicopatici, e si conferma essere uno degli autori più coraggiosi e fuori dagli schemi di questi disgraziati decenni.

Gli Spiriti dell’Isola narra una storia apparentemente semplice, se vogliamo banale, di un’amicizia che si interrompe all’improvviso e senza una spiegazione. Il vecchio e introspettivo Colm, un violinista, decide infatti, da un giorno all’altro, di non parlare più al suo migliore amico, Pádraic, un allevatore tanto puro di cuore quanto povero di ingegno. Le conseguenze del gesto di Colm saranno terribili e imprevedibili, accentuate dal fatto che il tutto si svolge in una piccola isola (di fantasia) al largo della costa irlandese, ai tempi della guerra civile.



Dramma con tante punte ironiche, basato quasi esclusivamente sui dialoghi, Gli Spiriti dell’Isola si presenta come un film concettuale, in cui le dinamiche che coinvolgono lo stolido ma gentile Pádraic e il profondo ma spocchioso Colm, fanno da specchio a molteplici interpretazioni. Si può passare da una metafora dei conflitti tra gli uomini che nascono per motivi futili per poi trasformarsi in guerre fratricide, ad una sorta di coming of age del protagonista  - costretto a crescere e a mettersi in discussione per la prima volta nella vita - o ad una contrapposizione di approccio all’esistenza stessa, fino ad arrivare ad una riflessione più terrena sul tema dell'amicizia. Quale che sia il significato che aveva in mente il regista, lo scopo di far nascere nello spettatore più di una riflessione è sicuramente riuscito, così com’è riuscito a rendere interessante una trama teoricamente esile, ma in realtà molto potente.

Certo, non si tratta di un film per tutti: alcuni lo troveranno incredibilmente noioso e senza senso e, d’altronde io stesso, al termine della visione ho provato una certa sensazione di frustrazione per la mancanza del cosiddetto “payoff”, forse retaggio di un cinema che vuole spesso e volentieri un finale netto e definito. 



Dove Gli Spiriti dell’Isola vince a mani basse è in tutto il resto: l’interpretazione dei due protagonisti, Colin Farrell e Brendan Gleeson (padre di Domnhall) è veramente di altissimo livello e se il buon Colin si aggiudicasse davvero l’Oscar non ci sarebbe nulla da dire. Fantastici anche i comprimari, in particolare la sorella di Pádraic, Kerry Condon, e “lo scemo del villaggio”, Dominic, quel Barry Keoghan che aveva già lavorato con Colin Farrell ne Il Sacrificio del Cervo Sacro di Lanthimos.

A livello visivo, il film è un capolavoro senza se senza ma: la maestosa bellezza dei classici paesaggi irlandesi viene immortalata da una fotografia gelida e spietata che fa trasparire tutta la disperazione e la solitudine di una comunità rassegnata ad una vita insignificante, in cui i pettegolezzi risultano l'unica forma di svago. È altresì evidente la grande attenzione ai dettagli, come i vestiti degli abitanti dell'isola (a quanto pare i maglioni di tutti i protagonisti sono stati tessuti a mano dallo stesso sarto) e ad un certo gusto per le inquadrature ad effetto, sempre piazzate per esaltare il momento e non per puro esibizionismo.

Un film d'autore ricercato e intelligente, splendidamente realizzato, magistralmente interpretato, ma anche di difficile lettura e assimilazione. Se vi piace il genere, buttatevi a capofitto, in caso contrario statene alla larga.


Del regista e sceneggiatore Martin McDonagh ho già parlato QUI. Colin Farrell (Pádraic Súilleabháin), Brendan Gleeson (Colm Doherty), Kerry Condon (Siobhán Súilleabháin) e Barry Keoghan (Dominic Kearney) li trovate invece ai rispettivi link.

Se Gli spiriti dell'isola vi fosse piaciuto recuperate In Bruges. ENJOY!

2 commenti:

  1. Sorvoliamo su come abbiano cercato di spacciarlo per una commedia, ma resta un film che ho apprezzato parecchio, una riuscita allegoria sull'Irlanda, con un cast di gran spolvero. Bisogna mettere in conto parecchia malinconia, se non proprio tristezza visto il tema, però ne vale proprio la pena. Cheers!

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    1. Onestamente, ero talmente frustrata e giù di corda che non mi è scesa una lacrima. Tipo dotti lacrimali intasati dal "too much". Però è davvero un film bellissimo.

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