martedì 14 febbraio 2023

Bussano alla porta (2023)

Siccome neppure questo film è uscito a Savona, sfruttando una giornata di shopping compulsivo all'Ikea ho trascinato il Bolluomo a Genova a vedere Bussano alla porta (Knock at the Cabin), diretto e co-sceneggiato dal regista M. Night Shyamalan a partire dal romanzo La casa alla fine del mondo di Paul Tremblay. Niente spoiler, tranquilli!!


Trama: mentre Wen e i suoi due papà, Eric ed Andrew, sono in vacanza al lago, quattro persone si presentano al loro chalet, armati e con una terribile richiesta...


Toc toc! Chi è? Ussignur, non aprire che c'è Bautista e se gli gira il belino con una schicchera ti scombina le ossa. Ah no, aspetta, peggio ancora: c'è il Ron Weasley di un universo alternativo dove alla magia si sono sostituite le droghe pesanti. Seh, ti piacerebbe: in realtà c'è Shyamalan che vuole venderti la mitica friggitrice ad aria, così poi ti tocca finire su Cucinare Male, e forse questa è la cosa peggiore di tutte. Insomma, chiunque stia bussando alla vostra porta, da che mondo è mondo, se vi trovate in un thriller horror sarebbe meglio non aprire, perché le conseguenze non sono mai belle, soprattutto quando al timone di tutto c'è Shyamalan. Visto che il regista ormai alterna un film decente a un film orribile e che la sua ultima pellicola, Old, era un disastro involontariamente comico, stavolta è andata bene e Bussano alla porta si è rivelato un'opera assai piacevole, almeno fino a un certo punto. Shyamalan si è affiancato ad altri due sceneggiatori per adattare il romanzo La casa alla fine del mondo di Paul Tremblay che, miracolo dei miracoli!, sono riuscita a leggere a gennaio proprio per prepararmi a Bussano alla porta; le due opere sono fondamentalmente identiche salvo per un dettaglio non proprio minuscolo, il quale, tuttavia, non inficia la bontà dell'adattamento filmico che, in sostanza, mantiene il nucleo fondamentale di una home invasion atipica ai danni di una famiglia adorabile, composta dalla splendida, dolcissima Wen e dai suoi due papà. In vacanza, questi ultimi si ritrovano alla porta quattro personaggi armati di oggetti dall'aspetto assai pericoloso, i quali pretendono di entrare in casa e di parlare, costringendo la famigliola a prendere una decisione terribile ma importantissima per il futuro dell'umanità tutta. I quattro, nonostante l'aspetto minacciosissimo, promettono di non usare alcuna forma di violenza su Wen e i suoi papà, il che ovviamente è una svolta straniante per lo spettatore, il quale si aspetta che la decisione venga estorta alla famiglia con la forza, e la convinzione che, prima o poi, i quattro invasori disattenderanno la promessa, è il primo strato di una spessa coltre di inquietudine che permane fino alla fine di Bussano alla porta.


Allo stravolgimento delle dinamiche di base del genere home invasion si aggiunge un progressivo ma costante mutamento dei punti di vista attraverso i quali vengono raccontati gli aspetti fondamentali della vicenda, aspetto che contribuisce ancora di più all'incertezza dello spettatore. Se, all'inizio, i papà di Wen rappresentano la razionalità assoluta contrapposta ai deliri mistici dei quattro invasori, gli sceneggiatori si prefiggono di instillare anche in Eric ed Andrew, a poco a poco, il tarlo del dubbio e lo stesso, con una mossa speculare, avviene verso il finale con i loro aguzzini, in un costante ribaltamento di ruoli che mantiene vivi sia la tensione che l'interesse verso la vicenda; di più, per chi non avesse letto il romanzo c'è anche la questione dell'attesa di un possibile Shyamalan twist a cui il regista ci ha abituati da anni, e l'ovvia conseguenza di questa abitudine è la necessità di non perdersi neppure un dettaglio di ciò che viene mostrato sullo schermo. A tal proposito, Shyamalan sarà anche (almeno per quanto mi riguarda) uno sceneggiatore sopravvalutato, ma come regista c'è da togliersi il cappello. Bussano alla porta è un trionfo di primissimi piani schiaccianti e riprese claustrofobiche, con alcune sequenze ad altezza bambino che rappresentano alla perfezione il senso di sconfortata impotenza di chi si ritrova piccolo ed inerme davanti a qualcosa di incomprensibile (il che vale anche per gli adulti presenti, e l'ho trovata una cosa geniale!), intervallate da allucinati ed allucinanti sguardi al mondo esterno, che si traducono in momenti da incubo. Shyamalan, stavolta, mostra anche di saperci fare col cast e si accaparra un Bautista perfetto per il ruolo di Leonard, che dal romanzo risulta essere un gigantesco capo farlocco, un umanissimo signor nessuno diventato protagonista per caso, il che costringe l'attore ad un'interpretazione misuratissima che non scade mai nel ridicolo, e anche gli altri attori brillano di luce propria. C'è qualcosa, sul finale, che non mi è andato assolutamente giù e ne parlerò dopo la Batista Bomb messa come riga dello spoiler, ma è qualcosa che magari ha dato fastidio solo a me e che non dovrebbe dissuadervi dall'andare in sala a godervi Bussano alla porta, che abbiate o meno letto La casa alla fine del mondo, in quanto merita almeno una visione. Non è uno dei film più felici che vi capiterà di vedere, ma quale film lo è in questo periodo? 


SPOILER:

Mamma mia quanto mi ha urtato lo spiegone finale messo in bocca ad Eric, agnello sacrificale costretto a convincere il compagno ad ucciderlo per salvare l'umanità. La storia dei quattro cavalieri dell'Apocalisse, accompagnata da agili "diapositive" dei quattro invasori, nel caso ce li fossimo già dimenticati dopo 5 minuti dalla loro progressiva dipartita, mi ha fatto scendere i marroni a un livello tale che giusto la commovente sequenza in macchina con Wen e il papà superstite è riuscita a tirarmeli un pochino su. Certo, la spontanea rinuncia alla propria vita per un bene più grande, unita alla fiducia cieca verso l'umanità tutta, è coerente con una sceneggiatura che risparmia allo spettatore la morte di Wen (per fortuna!), là dove il romanzo era di un pessimismo fuori dalla grazia di qualunque divinità, ma lo stesso, secondo me, si poteva trovare un modo meno didascalico di concludere il tutto. Eh, lo so, purtroppo Shyamalan è fatto così e dobbiamo tenercelo e di sicuro meglio il piccolo spiegone di Bussano alla porta che lo spiegone fatto a film che era Old, però che due palle cubiche, Manoj!


Del regista e co-sceneggiatore M. Night Shyamalan, che compare anche come conduttore di televendite, ho già parlato QUI. Dave Bautista (Leonard) e Rupert Grint (Redmond) li trovate invece ai rispettivi link. 

Jonathan Groff interpreta Eric. Americano, ha partecipato a film come American Sniper e a serie quali Mindhunter; come doppiatore ha lavorato in Frozen - Il regno di ghiaccio (è la voce originale di Kristoff), Frozen 2 - Il segreto di Arendelle, Frozen Fever, Frozen - Le avventure di Olaf e I Simpson. Anche produttore, ha 38 anni. 


Nikki Amuka-Bird interpreta Sabrina. Nigeriana, ha partecipato a film come Omen - Il presagio, Coriolanus, Panama Papers, Old e a serie quali Doctor Who. Ha 47 anni. 


Se Bussano alla porta vi fosse piaciuto recuperate The Visit, The Strangers e Noi. ENJOY! 

8 commenti:

  1. Rispetto a "Old" tutto pesche e crema, si notato i compromessi del suo essere tornato a lavorare con la Universal, però il film fila, devo solo capire la fissa di Shy-Guy di prendere dei clamorosi tamarri (Bautista e Leguizamo) per far loro interpretare degli occhialuti professori, magari avessi avuti dei prof così a scuola, almeno avrei imparato a fare la Batista-Bomb ;-) Cheers

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    1. In effetti come professore Bautista è un po' campato in aria, diciamo (Leguizamo l'ho volutamente dimenticato. Era in E venne il giorno, vero? Ho cercato di cancellarlo per intero dalla mia memoria), ma come Leonard è perfetto.

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  2. friggitrice ad aria???? piuttosto divento crudista... :-)
    non lo guarderò ma grande competenza, brava Babol

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    1. Eh già, nel film shyabadà compare in guisa di Mastrota de noantri, e cerca di appioppare friggitrici ad aria. Piuttosto divento crudista anche io!!
      Grazie mille :)

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  3. Shyamalan ha l'incredibile capacità di riuscire sempre a coinvolgerti con le sue storie, anche quando appaiono implausibili o incoerenti fino a scadere nel ridicolo (come in Old). Eppure incredibilmente i suoi film funzionano, sempre. Bussano alla porta è di orse il suo film più catartico: non c'è la sorpresa finale perché non può esserci, perché non c'è possibilità di sfuggire all'Apocalisse. E si esce dal cinema pensando a quello che si è appena visto. Non è poco.

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    1. Per quanto mi riguarda Shyamalan ha toppato di brutto con almeno due o tre film (Old è uno di questi) e ritengo che avere l'ego smorzato da budget un po' più scarsi e storie scritte da altri possa fargli solo che bene, come in questo caso o come quando aveva girato The Visit. Quando riuscirà a liberarsi totalmente del suo desiderio di insegnare attraverso spiegazioni pedanti, allora tornerò ad andare d'accordo con lui al 100%.

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  4. È da tanto, troppo, che M. Night Shyamalan non ne azzecca una. Per i miei gusti. Questo è un briciolino (ino) meno peggio del ridicolo Old. Salvo solo le riprese, buone, perché sono sempre state la sua cifra positiva. La sceneggiatura, libro o no, non ha mordente. La storia non decolla e non coinvolge come dovrebbe. E Shyamalan funziona proprio quando riesce a domare una storia folle e straniante abbastanza con le sue riprese talentuose. Questa poteva essere una buona occasione, peccato. Bautista sprecato.

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    1. A me questo non è dispiaciuto per nulla, salvo per quel didascalismo finale che ho mal sopportato. Certo, il libro è molto più teso e cattivo, ma rispetto agli ultimi Shyamalan, bussano alla porta è tanta roba.

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