mercoledì 15 febbraio 2023

Niente di nuovo sul fronte occidentale (2022)

Dopo averlo serenamente snobbato all'uscita su Netflix, è successo che Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues), diretto e co-sceneggiato dal regista Edward Berger a partire dal romanzo omonimo di Erich Maria Remarque, abbia ottenuto ben 9 candidature agli Oscar (Miglior Film, Miglior Film Straniero, Miglior Sceneggiatura Non Originale, Miglior Fotografia, Miglior Scenografia,  Miglior Trucco e Acconciature, Miglior Colonna Sonora Originale, Miglior Sonoro e Migliori Effetti Speciali), quindi è scattato il recupero in automatico.


Trama: il giovane Paul si arruola volontario nell'esercito tedesco e viene mandato sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale. Nel corso di anni terribili e logoranti, il ragazzo e i suoi compagni subiscono tutto l'orrore della guerra...


Siccome non amo particolarmente le opere che hanno la guerra come argomento, posso confessare in tutta serenità non solo di non avere mai letto Niente di nuovo sul fronte occidentale, ma anche di non avere mai guardato i due film tratti dal romanzo. Come ho scritto sopra, avrei saltato tranquillamente anche questo, ma data la mole di nomination ottenute mi sono messa lì col Bolluomo a guardalo, sfruttando l'abbonamento Netflix, e sono contenta di averlo fatto. Certo, ancora non mi spiego la marea di nomination piovute addosso al film, soprattutto la combo Miglior Film e Miglior Film Straniero, ma comunque Niente di nuovo sul fronte occidentale è stata una visione piacevole, ovviamente in senso lato. Non può infatti definirsi tale una pellicola che sottolinea quasi in ogni sequenza l'orrore della guerra, non solo ideologico ma proprio fisico, e che in definitiva mostra per oltre due ore le vite di uomini giovani e speranzosi gettate nel fango, nel sangue e nella sporcizia di una terrificante ed inutile guerra di trincea. Niente di nuovo sul fronte occidentale si focalizza sull'esperienza del giovanissimo Paul Bäumer che, in un impeto di gloria nazionalista fomentata da insegnanti e amici, ha deciso di arruolarsi al fronte nonostante i genitori fossero riusciti a sottrarlo alla leva obbligatoria, convinto di portare lustro alla Germania e, soprattutto, di impegnarsi in una guerra lampo che l'avrebbe vista vittoriosa. La realtà del conflitto sul fronte occidentale esplode in faccia a Paul fin dalle prime sequenze, caratterizzandosi per un'immobilità pressoché totale alternata ad una serie di sanguinosi eccidi per conquistare pochi centimetri di terreno al prezzo di innumerevoli e giovani vite, tanto che i rari intermezzi "politici" del film sembrano quasi una presa in giro o un tentativo di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati.


Niente di nuovo sul fronte occidentale si distingue per una messa in scena quasi "pornografica" della guerra e dei suoi orrori, grazie a scene degne di un film horror che riversano sullo spettatore tutto il dolore fisico a cui, magari, spesso non si pensa; al "uno sparo ed è tutto finito", Edward Berger preferisce la lenta agonia di corpi arsi vivi, schiacciati dal peso dei carri armati, soffocati dalla terra e dal fango delle trincee abbattute, persino dilaniati da armi improprie, e sottolinea (se ancora ce ne fosse bisogno) la stupidità e l'orrore della morte, che non guarda in faccia proprio nessuno. In questo senso, la sequenza più angosciante e grottesca è quella principale, che descrive l'orribile "cerchio della guerra" attraverso gli occhi di un soldato al quale, nel giro di pochissimi minuti, viene tributata la stessa importanza del protagonista, così da colpire ancora di più lo spettatore con la sua inevitabile morte. A proposito del protagonista, stupisce che il giovanissimo Felix Kammerer sia solo alla sua prima prova cinematografica dopo pochi anni di gavetta teatrale, perché l'intensità dello sguardo del suo Paul è qualcosa che rimane impresso a lungo, soprattutto quando la macchina da presa indugia, verso la fine, su quegli occhi privi di vitalità che spiccano su un viso ricoperto di fango e sangue che di umano non ha più nulla. Nel mare magnum delle produzioni Netflix, Niente di nuovo sul fronte occidentale spicca per la qualità e la potenza espressiva nonostante la sua natura "classica", spezzata solo dalla colonna sonora minimalista e particolare, quasi anacronistica; non è uno di quei film per cui farò il tifo a marzo, però merita tutto il mio rispetto e il consiglio che vi do è quello di recuperarlo, se siete titubanti come lo ero io, perché ne vale la pena. 


Di Daniel Brühl, che interpreta Matthias Erzberger, ho già parlato QUI.

Edward Berger è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Tedesco, ha diretto episodi di serie come The Terror. E' anche produttore.


Del romanzo di Remarque esistono altri due adattamenti, All'ovest niente di nuovo di Lewis Milestone, che ha vinto un Oscar per la Regia e uno come Miglior Film, e il film TV Niente di nuovo sul fronte occidentale, che vanta nel cast attori come Richard Thomas, Ernest Borgnine, Donald Pleasence e Ian Holm. Personalmente non li ho mai visti ma se Niente di nuovo sul fronte occidentale vi fosse piaciuto potreste guardarli e aggiungere 1917, La sottile linea rossa, Salvate il soldato Ryan e persino l'horror Deathwatch - La trincea del male. ENJOY!

13 commenti:

  1. Ha avuto la sfiga di uscire in un momento pieno di titoli, quindi non sono riuscito a vederlo subito e a scriverne, però mi è piaciuto parecchio, molto "teutonico" (ma ci sta) nella forma, tosto, mi è sembrato un buon adattamento, non so se sia all'altezza di tutte le nomination, di sicuro due spanne sopra la media dei film che troviamo di solito sulla piattaforma della "N" rossa. Cheers!

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    1. A mio modestissimo e inutile parere, le nomination sono state date un po' a Schwanz des Hundes ma se non altro sono servite per farmi recuperare un film gradevole che altrimenti avrei snobbato.

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  2. Ero un amante (da giovane, oggi assai meno) dei film di guerra e ricordavo il film americano degli anni '30 tratto dallo stesso libro, per cui non potevo esimermi dal vedere questo nuovo trattamento del medesimo soggetto. Chiaramente, il film fa il suo effetto ma quello degli anni '30 era superiore di una spanna, e per questo non capisco tutte queste nomination agli Oscar.
    Forse qualcuno vuol rilanciare il pacifismo in un momento in cui rischiamo la guerra nucleare come se niente fosse per mettere il naso in Ucraina?

    Due cose, fra le tante, mi sono sembrate poco azzeccate in questo film. La parte politica delle trattative, sostanzialmente scollegata alle vicende dei protagonisti in trincea, non sembra nemmeno rilevante al tema, se non per sottolineare la follia di quei comandanti che volevano continuare il macello pur sapendo di aver perso la guerra. Potrebbe meritare una pellicola a sé, ma è superflua in questo film.

    La seconda cosa è invece l'omissione nel film della licenza di Paul, del confronto, dopo aver visto le cose come stanno, con il professore vuoto e fanfarone che aveva mandato lui e altri ragazzi in guerra. E della cesura netta tra i combattenti e la società che non li può più capire. Un tema importante, che preannunciava i futuri travagli dell'Europa negli anni del dopoguerra.

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    1. Sarei curiosa di vedere il film degli anni '30 ma come al solito manca il tempo. La marea di nomination non la spiego, forse il motivo è proprio quello che sottolinei tu; d'altronde, l'ipocrisia dell'Academy è documentata.
      Per quanto riguarda il film, concordo che la parte "politica" è messa giusto per aggiungere ancora qualcosina ma, in fin dei conti, conta poco, mentre la parte che citi, quella della licenza, avrebbe potuto invece arricchire parecchio la trama. Peccato l'abbiano omessa.

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  3. Bello è bello. Però quello del 1979 è secondo me superiore sotto ogni punto di vista. A parte ovviamente il comparto tecnico, ma stiamo parlando di più di 40 anni fa!

    Leggo che non ami i film di guerra. Se ti capita però restando a tema prima guerra mondiale non posso che consigliarti "Uomini Contro", con un Gian Maria Volontè in grande spolvero.

    Ciao!

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    1. Il film del 1979 non l'ho visto, lo dovrò recuperare. I film di guerra in realtà li apprezzo ancora, quando ne vale la pena, purtroppo spesso tradiscono la realtà storica, o sono vuote esaltazioni del nazionalismo USA. Oppure spendono troppi minuti con bombe e sferragliamenti di carri armati o aeroplani: ovviamente sono ingredienti ci vogliono, ma oggi come oggi per me la storia da raccontare è al primo posto.
      Uomini Contro l'ho visto diverse volte, bellissimo.

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    2. Se tutti e due incensate Uomini contro, me lo segno e prima o poi lo guarderò, promesso! Grazie della segnalazione :)

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  4. Lo avevo snobbato pure io all'uscita, confondendolo con un altro adattamento e un altro scrittore, l'Hemingway che sempre Netflix farà uscire fra poco.
    Le nomination sono state una spinta al recupero e anche se qualcuna suona esagerata, la messa in scena è così ben fatta e il messaggio così forte e chiaro che capisco com'è che non si possa rimanerne indifferenti. Grazie Academy per la dritta.
    Quanto dolore, quante lacrime per scritte finali che ridimensionano ancora una volta tutto.

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    1. Mah sì, in definitiva sono contenta di averlo recuperato. Onestamente, però, spero non vinca nulla, mi sembrerebbe una privazione ai danni di altri titoli più originali e significativi.

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  5. io lo sto guardando proprio adesso su netflix

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  6. Anch'io snobbato e non ho visto i precedenti (ma parecchi simili sicuramente), e diciamo che non mi è dispiaciuto (visto in automatico anch'io), però credevo di più.

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    1. Quest'anno le candidature sono abbastanza "buffe", per non dire di peggio. Ieri sera ho visto Wakanda Forever e, insomma, va bene tutto ma la nomination ad Angela Bassett proprio no.

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