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venerdì 7 novembre 2025

Bugonia (2025)

Ho aspettato tantissimo, per i miei standard, ma fortunatamente il Multisala ha tenuto in programmazione Bugonia, l'ultimo film diretto da Yorgos Lanthimos, abbastanza perché potessi andarlo a vedere.


Trama: Teddy e Don, fermamente convinti che la Terra sia stata invasa da alieni responsabili di ogni male che affligge il pianeta, rapiscono la CEO di una multinazionale farmaceutica...


Cominciamo con un momento culturale, e spieghiamo cosa significa la parola "Bugonia". Il termine deriva da un episodio delle Georgiche di Virgilio e descrive un fenomeno per cui, dalle carcasse di tori, nascono delle api vive. Le api sono molto importanti per il film di Lanthimos, in quanto sono il termometro della salute del nostro pianeta, e la loro estinzione significherebbe l'inizio della sua lenta morte; la "bugonia", inoltre, si collega direttamente al finale del film, ma lì entrerei nel territorio dello spoiler e sarebbe meglio evitare. Torniamo alle api. Sono decenni che questi importantissimi insetti, che assicurano la proliferazione delle piante attraverso l'impollinazione, diminuiscono costantemente, a causa dell'inquinamento, delle malattie, del cambiamento climatico. Il protagonista di Bugonia, Teddy, le alleva ed è quindi dolorosamente consapevole di quanto, col tempo, siano diventate fragili. Questa consapevolezza è un ulteriore tassello atto a comprovare la sua teoria: la Terra è segretamente manipolata da alieni che stanno facendo di tutto per uccidere gli umani e distruggere il pianeta, avvelenando in primis le api. Gli alieni sono anche particolarmente "fissati" con Teddy, la cui vita è un inferno fatto di morte, malattia, povertà e disagio proprio per colpa loro. La forte personalità di Teddy, alimentata da podcast, siti e video a tema complottista, gli consente di convertire alla causa il suo unico amico, il problematico Don, il quale decide di aiutare Teddy a rapire Michelle, CEO di una multinazionale farmaceutica, sospettata di essere un'aliena in incognito. La prima metà di Bugonia è interamente imperniata sullo scontro tra le granitiche, folli convinzioni di Teddy e la pragmaticità arrogante di Michelle, un confronto tra due persone egoriferite e non particolarmente gradevoli, che pongono lo spettatore in una posizione scomoda. Da una parte, Teddy e soprattutto Don fanno pena, sono due animi solitari che cercano dei capri espiatori per una vita orrenda, squallida (di Don non sappiamo nulla ma Teddy ha visto tutti i membri della sua famiglia ammalarsi o morire, e ha subito sevizie durante l'infanzia); razionalmente, non si può dare la colpa della loro condizione a chi, come Michelle, dalla vita ha avuto tutto, ma viene anche il nervoso a pensare che queste persone non facciano comunque niente per aiutare i poveri disgraziati, anzi, fanno soldi sulla pelle di quelli come loro. Dall'altra parte, però, anche Michelle fa pena, perché le accuse che le vengono rivolte non sono razionali, ed è angosciante pensare che la sua logica rischi di condannarla a subire violenze o a morire per mano di chi è perso in un mondo completamente distorto. In seguito, i punti di vista di Bugonia si fanno ancora più estremi e grotteschi, un continuo avvicendarsi di rivelazioni scioccanti che prendono alla sprovvista lo spettatore, il quale si ritrova a dover testimoniare una situazione che precipita senza possibilità di recupero, una serie di casualità tali che ogni lotta razionale per la salvezza dell'umanità risulta non solo inutile, ma anche dannosa.


Non ho mai visto Save the Green Planet!, di cui questo Bugonia è un remake, quindi non posso fare paragoni, ma il grottesco thriller di Lanthimos è leggermente meno glaciale dei suoi precedenti lavori, veicola una rabbia grezza che probabilmente fallisce nel trovare un vero obiettivo verso cui rivolgersi, e lascia spiazzati perché, a parer mio, si chiude con un tragico afflato di speranza, dopo essersi un po' perso in un prefinale troppo squilibrato sui toni della commedia nera. Pur non essendo il film che preferisco di Lanthimos, è un'opera che affascina, creando un mondo "parallelo" radicato in una realtà tristemente verosimile e conosciuta. Parte di questa alterità si ritrova nello score di Jerskin Fendrix, perfetto per un film di fantascienza, il resto deriva tutto da un allucinante combinazione tra la scelta di girare in Vista Vision, che rende ogni sequenza di Bugonia incredibilmente nitida, e i movimenti di camera e le inquadrature sghembe tipici di Lanthimos, un mix che non solo crea un ironico distacco verso la scenografica violenza spesso mostrata, ma sfida anche le percezioni dello spettatore dando l'illusione che lo schermo si stringa e si allunghi, deformando la realtà. A questa sensazione di avere davanti un warp si unisce la claustrofobia derivante da uno dei due ambienti creati dal geniale scenografo James Price, la cantina di Teddy (l'altro è il delirio rivelatorio di vetro e forme geometriche dove lavora Michelle), dove si svolge buona parte del film. All'interno della cantina, la cinepresa di Lanthimos evita panoramiche troppo ampie e si concentra essenzialmente a riempire l'inquadratura coi volti dei due contendenti, i quali offrono due performance tra le migliori delle loro carriere. Jesse Plemons, ripreso quasi sempre dal basso a sottolinearne l'aggressività, è una bomba pronta a esplodere, un uomo in grado di alternare una lucida follia addomesticata a podcast cretini e una furia che lo rende un mostro bruciato dal sole; Emma Stone, al contrario ripresa dall'alto e quindi messa in una condizione di "sottomissione", sembra davvero un'aliena, con quegli occhioni enormi, il viso pallido e la testa rasata, ma la fredda determinazione che le brucia nello sguardo è la cosa forse più inquietante di tutto il film. Nel mezzo, un attore con reali problemi di autismo, Aidan Delbis, che non si limita a fare da cuscinetto, ma con la sua interpretazione realistica e misurata enfatizza ancora più l'orrore derivante da estremismi egoistici che hanno ben poca attenzione per coloro che dicono di voler difendere. La presenza di Delbis è il valore aggiunto di un film che scava in scomode magagne sociali, meritevole di una visione anche se non siete fan dello stile spesso involuto del regista, perché Bugonia mi è parso una delle sue opere più "accessibili".


Del regista Yorgos Lanthimos ho già parlato QUI. Jesse Plemons (Teddy), Emma Stone (Michelle) e Alicia Silverstone (Sandy) li trovate invece ai rispettivi link.


Il film è il remake di Save the Green Planet!, che ora mi toccherà vedere e che vi consiglio di recuperare, se Bugonia vi è piaciuto. ENJOY!

7 commenti:

  1. Hai confuso le due Emme, Stone non Thompson

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    1. Ma sono pazza. Grazie, correggo subito il refuso!!

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  2. Accessibile come "Povere creature!" ma in continuità con "Kind of kindness", ho il post in rampa di lancio anche io, devo dire che l'ho molto apprezzato. Cheers

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    1. Forse ancora più accessibile di Povere creature... e sicuramente a me è piaciuto di più!

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  3. Ma questo film lo devo assolutamente vedere! Non lo avrei mai scoperto senza di te, grazieeee!! 🤩🤩🤩🤗🤗🤗

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    1. Di nulla! Piuttosto, grazie a te di essere passata!

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  4. Prima o poi troverò il tempo di scrivere la mia, ma sostanzialmente condivido. Certo è un film furbetto, molto ruffiano, ormai lontano dal primo Lanthimos (che non vedremo mai più), però innegabilmente funziona. E il suo misantropismo diverte anche ;)

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