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lunedì 24 novembre 2008

Brain Damage - La maledizione di Elmer (1988)

Incipit:

Impeditemi di vedere film horror in mancanza di Heroes & Nip/Tuck.

 

Detto questo, parlerei di un film che in altri tempi avrei eletto come cult al posto di Eviltoons per il suo grado di trovate trash, ovvero Brain Damage – La maledizione di Elmer, di Frank Henenlotter, già regista dell’altrettanto malato e cult Basket Case. Solo una parola: beware. Non leggete oltre se non volete farvi venire voglia di vedere questo trashissimo oRore.






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La trama è questa: Elmer è una tenia parassita falliforme e pure parlante che, stufo di stare in custodia di due vecchietti, decide di infilarsi in camera di Brian ed instaurare con lui un rapporto di simbiosi. La schifosissima e logorroica tenia inietta nel cervello di Brian un liquido bluastro che ha gli stessi effetti dell’LSD e provoca una dipendenza fortissima, in cambio l’idiota che ha accettato un patto proposto da un simile essere scarrozza il buon Elmer in giro per la città per cercare cervelli umani di cui nutrirsi..





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Allora, questo film è un prodotto degli anni ottanta, quindi si presuppone che gli interpreti siano scialbi e cotonati, che gli effetti speciali siano infimi, e che la tenia parlante abbia gli occhi di Paul Newman, come diceva il Supertelegattone televisivo. Eppure, nonostante tutto, è un film disgustoso e disturbante come pochi. In primis perché comunque gli effetti speciali sono orrendi ma il make up e i cervelli sembrano anche troppo veri. Secondariamente, la discesa agli inferi di Brian è ovviamente un parallelo con la lotta quotidiana di qualsiasi drogato, euforia, dipendenza, astinenza, rinuncia alla lotta, con l’aggravante di questo rapporto morboso e quasi sessuale con la disgustosa tenia, che ha pure una vocetta suadente e cialtrona.






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A questo proposito, c’è un sottotesto sessuale velatamente gaYo nella pellicola. Brian ha la fidanzata, ma alla povera crista preferisce le iniezioni allucinogene della tenia che, in qualche modo, lo “penetra”, anche quando lei va a letto con il fratello del protagonista per disperazione: Brian sdraiato a letto sente i gemiti dei due e preferisce mettersi sulla nuca Elmer, vivendosi le sue fantasie deliranti di fuochi d’artificio e ménage à trois. Altra sequenza “cult” è quella in cui Brian, completamente strafatto, abborda una tizia discintissima in discoteca e se la porta nei sotterranei. Lei, mettendogli la mano sulle parti basse se ne esce con un: “Ah, ma hai un MOSTRO nei pantaloni”. Dopodichè, nel momento in cui cerca di elargirgli il tanto bramato blowjob il mostro spunta davvero, sostituendosi appunto al pene del nostro simpatico protagonista, con risultati immaginabili e una scena che sarebbe l’incubo di ogni attrice porno… Non voglio nemmeno parlare dell’uomo baffuto che viene ripreso senza motivo e completamente nudo mentre si fa la doccia, o di Brian che si trastulla nell’acqua con Elmer.. stendiamo un velo pietoso su queste scene.







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Visto Basket Case, comunque, l’impianto è sempre quello: ospite “scomodo” che in qualche modo è telepaticamente o empaticamente legato al protagonista (la sostanziale differenza è che Muriel non parlava e non creava dipendenza) e delitti a profusione con l’umano che si limita a guardare senza potersi liberare del mostro killer. Però se in Basket Case c’era la motivazione di una vendetta in nome del “povero” fratellino deforme, qui c’è solo l’idiozia irritante del drogato. C’è da dire, in conclusione, che il tasso di gore invidiabile e l’ironia più o meno volontaria rendono questa pellicola consigliabilissima a tutti gli amanti del genere.   







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Elmer sopra, Muriel sotto...


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Frank Henenlotter, regista e sceneggiatore di questa mirabilia, ha creato, come già detto sopra, un altro horror cult degli anni ’80, Basket Case, occupandosi anche dei suoi seguiti, Basket Case 2 e Basket Case 3- The Progeny. Ha 58 anni.






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Rick Hearst interpreta Brian, decisamente un bell’esordio per un attore. La carriera di costui è poi proseguita soprattutto in televisione, con partecipazioni in serie come Beverly Hills 90210, Streghe, Beautiful e General Hospital. Ha 43 anni.







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Gordon MacDonald interpreta il fratello furbo di Brian, Mike. Come attore ha partecipato al complesso Riccardo III – Un uomo, un re, La sottile linea rossa e in tv ha lavorato nella serie Law and Order. E’ padre di due gemelli avuti dalla compagna Holly Hunter, la splendida protagonista di Lezioni di Piano, per cui ha vinto anche un Oscar come migliore attrice protagonista.








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E vi lascio con il trailer del capolawork....  ENJOY!!!



 

  

venerdì 21 novembre 2008

The Orphanage (2007)

Chiusa la parentesi Lovecraftiana, apriamo quella sul cinema spagnolo e cominciamo a parlare di un film uscito nel 2007, già distribuito ovunque in DVD e che, ovviamente, arriva in Italia solo adesso al cinema (viva la distribuzione seguita da caproni e bestie…), ovvero The Orphanage (El Orfanato) di Juan Antonio Bayona, prodotto da Guillermo del Toro.


La trama è questa: Laura e suo marito decidono di trasformare l’edificio che un tempo ospitava l’orfanotrofio dove lei è cresciuta in un residence per bambini dotati di handicap. Assieme ai due c’è anche il figlio, Simon, affetto da HIV e dotato di amici invisibili. L’armonia familiare viene bruscamente distrutta quando Simon, all’improvviso, viene a sapere di essere stato adottato e, proprio il giorno dell’inaugurazione del residence, scompare, lasciando Laura preda della disperazione e afflitta dalla presenza degli strani amichetti invisibili del figlio..


The Orphanage appartiene a quel filone di horror sovrannaturali di cui fanno parte The Others (non a caso di un altro spagnolo, Alejandro Amenabar), fatti di inquietudine appena percepita, atmosfere quasi oniriche e sporadici spaventi per accontentare anche i “puristi” dell’horror. In questo caso, d’effetto è la morte di Benigna, nella quale non viene risparmiato neppure il più piccolo particolare gore, così come decisamente inquietante è la sequenza della medium, ripresa agli infrarossi.


Però la bellezza del film sta nella trama senza difetto, dove tutto torna perfettamente alla fine, senza incoerenze, nella bravura degli attori, soprattutto di Belén Rueda (e qui immagino sia importante il fatto di vederlo in lingua originale, conoscendo il doppiaggio pessimo dei film spagnoli che non siano diretti da Almodovar o che non mostrino attori americani famosi) e nel suo utilizzare l’elemento sovrannaturale per raccontare il dolore di una madre, il legame tra lei ed il figlio, adottati entrambi e quindi in qualche modo parte di un mondo che necessariamente esclude il padre, e anche la paura di crescere ed affrontare le scomode e terribili verità dell’età adulta.


Un horror stranamente commovente, seppure un po’ banale, che comunque consiglio anche per rivalutare il cinema di genere europeo: spagnoli e francesi si stanno facendo largo con pellicole che sfruttano i topoi ormai strasfruttati dagli americani infondendo in essi tutta l’arte e l’innovazione dei registi del vecchio continente.

Juan Antonio Bayona è uno dei giovani registi spagnoli di ultima generazione. Nonostante abbia già girato alcune pellicole, The Orphanage è il suo primo film di ampio successo. Ha 33 anni e un film in uscita, il thriller horror The Hater, sempre prodotto da Guillermo del Toro, la cui trama ricalca molto l’albo Il Male di Dylan Dog.


Belén Rueda interpreta Laura. L’attrice ha recitato (omiodio!) nella versione spagnola di Un Medico in Famiglia (Médico de Familia) e ha partecipato al film Mar Adentro di Alejandro Amenabar. Ha 43 anni e un film in uscita.


E ora il trailer in spagnolo, anche se a "qualcuno" farà storcere il naso.... ENJOY!!!




   

giovedì 20 novembre 2008

Beyond the Wall of Sleep (2006)

Ammazza da quanto non scrivo su questo blog.

No, non è vero… ci sono stati periodi di mesi e mesi e mesi, ma a volte il tempo e la voglia sono pochi.. diciamo che mancano gli stimoli.

Però quando capitano film come Beyond The Wall of Sleep, di Barrett J. Leigh e Thom Maurer, tratto dal racconto di H. P. Lovecraft dall’omonimo titolo non si può fare altro che parlarne.







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La trama… proviamoci. Alla fine del XIX secolo, Joe, un bifolco delle montagne, ultimo frutto di un’incestuosa comunità, viene rinchiuso in un manicomio (dove pazzi e dottori si confondono ampiamente) per aver decapitato la sorella. Lì il Dr. Eischel, un giovane medico fissato con gli esperimenti atti a rivitalizzare attraverso scariche elettriche il cervello di defunti e dementi, scopre che Joe porta sulla schiena i tratti somatici di un presunto gemello mai nato… Un gemello di nome Amducious che, quando Joe dorme, riacquista tutta la sua spaventosa e sanguinaria forza mentale e mostra di non essere poi così umano…



Detta così è semplice. Provate a vedere questo film in inglese, sdraiati sul letto dopo una serata a base di alcool e Caparezza con nanna alle 4 del mattino e poi mi saprete dire cosa capite in un film che è più che altro un esercizio di stile, omaggio ai film tedeschi degli anni 20 (vedi il Gabinetto del Dr. Caligari), continuo susseguirsi di immagini oniriche a colori che si ripetono con un loop quasi infinito e sovrastano un bianco e nero nitido e perfetto.






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Assurdità ce ne sono parecchie, a cominciare dalla recitazione caricaturale della maggior parte degli attori, sebbene Fountain Yount mi abbia detto che queste erano le direttive dalla regia, scelta pessima di quello che lui stesso definisce “a pretty horrible movie” (al di là del Dr. Fenton, che sembra un incrocio tra lo scienziato pazzo perfetto e un bambinetto viziato, il direttore del manicomio scivola, con il proseguire del film, verso un improbabile accento tedesco che all’inizio manca, e lo sbirro/dottore è semplicemente ridicolo, un fascio di nervi e tic, una sorta di Jacopo Ortis di zelighiana memoria), passando per il cadavere in fregola a causa delle scariche elettriche e oggetto delle attenzioni sessuali di almeno due personaggi (!) per arrivare alla frase cult: “Per funzionare un cervello deve aver bisogno di aria”… e certo. Andare in giro con dei buchi in testa è proprio una passeggiata di salute!!






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Al di là di queste discutibili trovate di sceneggiatura e l’arrivo inopportuno del tipico mostro extradimensionale Lovecraftiano comunque sia il film non è malvagio, soprattutto dal punto di vista visivo. Molto particolare e certo non per tutti i gusti, ma un’occhiata la consiglio comunque. Per gli amanti del gore il finale è un trionfo di sangue e delirio. Gli appassionati degli horror più banali, invece, si astengano.





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Barrett J. Leigh è il primo regista del film, che è la sua seconda opera (nonché primo lungometraggio). Solitamente lavora come assistente alla produzione, e in questo ruolo il suo nome si può trovare in film come Il Miglio verde, Pirati dei Caraibi, Skeleton Key. Ha 34 anni. Del suo compare Thom Maurer nulla si sa, tranne per la compartecipazione a The White Room, primo corto dell’amico Leigh.

 

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Il regista Barrett J.Leigh nel backstage...





Fountain Yount, al suo primo film, interpreta il fanatico Dr. Eischel. L’attore Californiano ha 39 anni, attualmente vive a Los Angeles e si occupa di produzione e recitazione per il teatro.







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William Sanderson interpreta Joe Slaader, il “contenitore” di Amducious. Attore assai prolifico ma poco conosciuto, ha recitato in Blade Runner, A volte ritornano, Il cliente. Per la TV ha partecipato a Starsky e Hutch, Hazzard, Supercar, Ai confini della realtà, X-Files, ER, Walker Texas Ranger, Dharma e Greg, ha persino doppiato un episodio dei mitici Angry Beavers. Ha 64 anni e un film in uscita.







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Kurt Hargan interpreta il bieco Dr. Wardlow. Ha partecipato ad alcuni episodi di Giudice Amy e Numb3rs, oltre che al cortometraggio già citato di Maurer e Leigh. Ha 47 anni e non ha film in uscita.

 

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Ultimo, ma non in ordine di importanza, il dio Tom Savini, che interpreta lo sceriffo. Questo attore, regista e abilissimo tecnico degli effetti speciali andrebbe ricordato anche solo per la parte di Sex Machine in Dal tramonto all’alba di Rodriguez, ma sarebbe riduttivo. Andiamo con ordine. Come regista è da ricordare il bellissimo remake/omaggio de La notte dei morti viventi. Come attore segnalo Martin, Zombie, Creepshow, Creepshow 2, Amore all’ultimo morso, L’alba dei morti viventi, Grindhouse, Planet Terror e l’interessantissimo documentario American Nightmare, dove parla del suo lavoro assieme a registi come Romero, Craven e Hooper. Infine il nostro ha curato gli effetti speciali di film storici e meno come Venerdì 13, Il giorno degli zombie, Non aprite quella porta 2, Monkey Shines, Trauma, Killing Zoe. Ha 42 anni e, come attore, cinque film in uscita.








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Chi dei due sarà Tom..? Ahah!

 

Vi lascio con il trailer del film.. ENJOY!!



 





P.S. I would like to thank Mr. Fountain Yount for his accessibility and the prompt answer! Best wishes for your theatrical career, this movie was not so bad in my opinion :-)