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venerdì 19 dicembre 2008

The Addiction - Vampiri a New York (1995)

A volte ritornano, a volte ci provano. Questo è il mio caso… dopo una serie di film tra il trash e il faceto proverò a parlare di una pietra miliare del cinema vampirico e di quello impegnato in generale, senza esserne assolutamente in grado. Sto parlando di The Addiction di Abel Ferrara, un film terribilmente impegnato, morboso ed elegante da un regista che o si ama o si odia (personalmente, lo capisco poco e me ne dispiaccio. Però mi affascina).





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La trama: a New York la laureanda in filosofia Kathleen viene morsa da una splendida e misteriosa vampira. Da quel momento la ragazza si rende conto di essere diventata anch’essa vampira, dipendente dal sangue e desiderosa di sperimentare le teorie filosofiche imparate in un mondo privo di innocenza e governato dal male in ogni sua forma, alla costante ricerca dell’origine del male stesso.

 

Questo è decisamente un horror atipico, che si concentra più su ciò che sta alla base dell’essere umani e alle scelte che ogni individuo compie nella vita rispetto all’orrore in sé, al nutrimento, al sangue, usati invece come scuse per sviscerare il tema portante del film: la natura del male. In fondo Kathleen parla di “fame” ma il suo morso, come quello della vampira Casanova, all’inizio non è dato tanto per fame fisica, quanto per fame di conoscenza, per provare che l’animo umano non è in grado di rifuggire il male neppure quando è palese la sua natura, e per fame di questo male che diventa, appunto, “additcive”, qualcosa che da dipendenza. (indicativa la possibilità di fuga che le due vampire offrono alle vittime: “Ordinami di andare via, ma fallo con convinzione” Inevitabilmente nessuno riesce a farlo, e non perché queste donne abbiano poteri ipnotici, ma solo perché il male è insito nella natura umana e non si può rifiutare). E Kathleen, una volta resasi conto della sua natura malvagia, di qualcosa che, oltre a farle marcire il corpo, le fa marcire soprattutto l’anima, cerca di infettare chi la circonda e portare alla luce il male che chiunque nasconde, persino i suoi migliori amici.





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Tre sono i personaggi chiave del film, che rappresentano le diverse tipologie umane e che, in un modo o nell’altro, influenzeranno la vita della protagonista. La prima è Casanova, che rappresenta il vizio, il male più puro, colei che ride anche davanti ad una strage di persone inermi e che per prima infetta Kathleen. Poi c’è Peina, anche lui vampiro, ma il più umano dei personaggi. Lui rappresenta la normalità dell’uomo che ha guardato in faccia il male e, pur non potendolo eliminare dalla sua vita, ha imparato a conviverci, integrandolo nella quotidianità tanto da poterlo facilmente ignorare. Proverà a “disintossicare” Kathy, ma con scarsi risultati. E poi, in ultimo, c’è il Predicatore interpretato da Michael Imperioli, una presenza di due minuti scarsi ma l’unico che porta rimorso alla protagonista e insinua in lei il dubbio che, forse, il male non è universale, perché c’è un’altra via. Certo, la notizia che “Dio ci ama” non rende felicissima Kathy, che rifiuta di sottomettersi anche se il Predicatore ha fermamente rifiutato il suo invito, e la sanguinosa orgia che diventa la sua festa di laurea ne è la dimostrazione, però la porterà a guardare dentro sé stessa e a desiderare di morire per il disgusto e la consapevolezza di essere schiava del male tanto quanto il Predicatore è schiavo di Dio, almeno secondo lei.





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Per quanto riguarda l’aspetto puramente cinematografico, il bianco e nero usato da Ferrara è pulito ed elegante, ammanta ogni immagine di un fascino particolare. L’intensità della scena della festa di laurea non viene minimamente ridotta dalla mancanza di colore. Splendide le scene in ospedale, quando lo schermo viene idealmente diviso in due dal contemporaneo allontanamento di Casanova, il Male, e l’arrivo del prete, il Bene, in un continuo alternarsi nella vita di Kathleen. E bellissima anche la morte che lei cerca, con il sole lasciato filtrare dalle veneziane che, piano piano, striscia dopo striscia, scende a lambirle il volto.

A questo proposito, il finale può avere due valenze: più prosaica, ovvero Kathleen è effettivamente riuscita a fingere la sua morte, per ricominciare così una nuova vita dopo aver distrutto il suo vecchio ego, oppure più filosofica, nella quale la scena finale è semplicemente un sogno, una metafora dell’animo della protagonista che si lascia alle spalle le proprie vestigia e accoglie finalmente la lezione di Peina, ovvero vivere accettando il male ma senza rinnegare totalmente il bene, in piena libertà, come un essere umano. Come sempre, la verità sta nell’occhio di chi guarda, o più probabilmente la conosce solo il regista di questo splendido film.   



 



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Abel Ferrara, nativo del Bronx, è tra i più particolari registi esistenti, in bilico tra film cult e aberranti ciofeche, che comunque non mancano di fare discutere per la loro controversia. Tra le sue pellicole ricordo L’Angelo della Vendetta, Il cattivo tenente, Ultracorpi – L’invasione continua, Occhi di serpente, lo splendido Fratelli. Ha 57 anni e un film in uscita.





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Lili Taylor interpreta Kathleen. L’attrice americana è una veterana del piccolo e grande schermo, ha recitato in film come Nato il quattro luglio, America oggi,.Four Rooms (nel segmento diretto da Alexandre Rockwell), Haunting, Alta fedeltà. In tv si può vedere in X-Files, Innamorati pazzi e in una splendida sequenza di puntate per Six Feet Under. Ha 41 anni e due film in uscita.





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Christopher Walken interpreta l’ascetico vampiro Peina. Inutile dire che questo attore è uno dei miei preferiti ed universalmente riconosciuto come uno dei “grandi” (e come non ricordarlo nel video Weapon of a Choice di Fat Boy Slim a ballare e volare in un albergo deserto?). Nella sua filmografia spiccano titoli di culto che ogni cinefilo che si rispetti dovrebbe conoscere e adorare, anche se è vero che, ultimamente, preferisce recitare in film decisamente di dubbio gusto: Io & Annie, Il cacciatore (per il quale ha vinto un Oscar come attore non protagonista), La zona morta, Batman – Il ritorno, Una vita al massimo, Fusi di testa 2 – Waynestock, Pulp Fiction, Cosa fare a Denver quando sei morto, L’ultima profezia (splendido horror di cui un giorno sicuramente parlerò assieme al suo seguito, L’Angelo del male), Fratelli, Ancora vivo, Un topolino sotto sfratto, Il mistero di Sleepy Hollow, I perfetti innamorati, L’intrigo della collana, Prova a prendermi, Giulio Cesare (per la TV), Due single a nozze, Click. Ha 65 anni e 5 film in uscita.





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Annabella Sciorra interpreta la splendida Casanova. Chi è fan dei Soprano come me la ricorda come una delle fidanzate pazze di Tony Soprano per alcune puntate, ma ha recitato anche in film come Cadillac Man, Fratelli, Al di là dei sogni. Per la TV ha lavorato, oltre che per i Soprano, in Law and Order, ER. Ha 48 anni e una serie tv in uscita.






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Menzione d’onore meritano anche altri importantissimi membri del cast de I Sopranos. In primis, Edie Falco, ovvero Carmela Soprano, che nel film interpreta la compagna di corso di Kathleen, Jean e Michael Imperioli alias il nipotino Christopher Moltisanti, che interpreta il predicatore di strada. 






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E ora vi lascio con l'incontro tra Peina e Kathleen... giusto per avere un esempio di come e cosa sia questo capolavoro.... ENJOY!!   






 

giovedì 18 dicembre 2008

Grazie!!

Il titolo del post già dice tutto....


Un'occhiata al counter e scopro che il Bollalmanacco ha superato i 10.000 visitatori!!!


Per un blog normale questo non è certo un gran traguardo, lo ammetto, ma per me è una grande soddisfazione. Non avendo 10.000 parenti da stressare disperatamente e dubitando che anche facendolo clikkerebbero così tanto su questo Horrendo blog ciò significa che qualche pellegrino sconosciuto o meno di tanto in tanto viene a dare un'occhiata, e mi scuso se gli aggiornamenti sono scarsi...  


Tornando al titolo del Post, come direbbe Jean Claude.... mille volte grazie!!


graziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegrazie... mille volte!


Prometto che scriverò ancora, cercando di farlo un pò più spesso! Al prossimo post e...


 Buon Natale!


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lunedì 24 novembre 2008

Brain Damage - La maledizione di Elmer (1988)

Incipit:

Impeditemi di vedere film horror in mancanza di Heroes & Nip/Tuck.

 

Detto questo, parlerei di un film che in altri tempi avrei eletto come cult al posto di Eviltoons per il suo grado di trovate trash, ovvero Brain Damage – La maledizione di Elmer, di Frank Henenlotter, già regista dell’altrettanto malato e cult Basket Case. Solo una parola: beware. Non leggete oltre se non volete farvi venire voglia di vedere questo trashissimo oRore.






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La trama è questa: Elmer è una tenia parassita falliforme e pure parlante che, stufo di stare in custodia di due vecchietti, decide di infilarsi in camera di Brian ed instaurare con lui un rapporto di simbiosi. La schifosissima e logorroica tenia inietta nel cervello di Brian un liquido bluastro che ha gli stessi effetti dell’LSD e provoca una dipendenza fortissima, in cambio l’idiota che ha accettato un patto proposto da un simile essere scarrozza il buon Elmer in giro per la città per cercare cervelli umani di cui nutrirsi..





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Allora, questo film è un prodotto degli anni ottanta, quindi si presuppone che gli interpreti siano scialbi e cotonati, che gli effetti speciali siano infimi, e che la tenia parlante abbia gli occhi di Paul Newman, come diceva il Supertelegattone televisivo. Eppure, nonostante tutto, è un film disgustoso e disturbante come pochi. In primis perché comunque gli effetti speciali sono orrendi ma il make up e i cervelli sembrano anche troppo veri. Secondariamente, la discesa agli inferi di Brian è ovviamente un parallelo con la lotta quotidiana di qualsiasi drogato, euforia, dipendenza, astinenza, rinuncia alla lotta, con l’aggravante di questo rapporto morboso e quasi sessuale con la disgustosa tenia, che ha pure una vocetta suadente e cialtrona.






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A questo proposito, c’è un sottotesto sessuale velatamente gaYo nella pellicola. Brian ha la fidanzata, ma alla povera crista preferisce le iniezioni allucinogene della tenia che, in qualche modo, lo “penetra”, anche quando lei va a letto con il fratello del protagonista per disperazione: Brian sdraiato a letto sente i gemiti dei due e preferisce mettersi sulla nuca Elmer, vivendosi le sue fantasie deliranti di fuochi d’artificio e ménage à trois. Altra sequenza “cult” è quella in cui Brian, completamente strafatto, abborda una tizia discintissima in discoteca e se la porta nei sotterranei. Lei, mettendogli la mano sulle parti basse se ne esce con un: “Ah, ma hai un MOSTRO nei pantaloni”. Dopodichè, nel momento in cui cerca di elargirgli il tanto bramato blowjob il mostro spunta davvero, sostituendosi appunto al pene del nostro simpatico protagonista, con risultati immaginabili e una scena che sarebbe l’incubo di ogni attrice porno… Non voglio nemmeno parlare dell’uomo baffuto che viene ripreso senza motivo e completamente nudo mentre si fa la doccia, o di Brian che si trastulla nell’acqua con Elmer.. stendiamo un velo pietoso su queste scene.







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Visto Basket Case, comunque, l’impianto è sempre quello: ospite “scomodo” che in qualche modo è telepaticamente o empaticamente legato al protagonista (la sostanziale differenza è che Muriel non parlava e non creava dipendenza) e delitti a profusione con l’umano che si limita a guardare senza potersi liberare del mostro killer. Però se in Basket Case c’era la motivazione di una vendetta in nome del “povero” fratellino deforme, qui c’è solo l’idiozia irritante del drogato. C’è da dire, in conclusione, che il tasso di gore invidiabile e l’ironia più o meno volontaria rendono questa pellicola consigliabilissima a tutti gli amanti del genere.   







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Elmer sopra, Muriel sotto...


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Frank Henenlotter, regista e sceneggiatore di questa mirabilia, ha creato, come già detto sopra, un altro horror cult degli anni ’80, Basket Case, occupandosi anche dei suoi seguiti, Basket Case 2 e Basket Case 3- The Progeny. Ha 58 anni.






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Rick Hearst interpreta Brian, decisamente un bell’esordio per un attore. La carriera di costui è poi proseguita soprattutto in televisione, con partecipazioni in serie come Beverly Hills 90210, Streghe, Beautiful e General Hospital. Ha 43 anni.







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Gordon MacDonald interpreta il fratello furbo di Brian, Mike. Come attore ha partecipato al complesso Riccardo III – Un uomo, un re, La sottile linea rossa e in tv ha lavorato nella serie Law and Order. E’ padre di due gemelli avuti dalla compagna Holly Hunter, la splendida protagonista di Lezioni di Piano, per cui ha vinto anche un Oscar come migliore attrice protagonista.








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E vi lascio con il trailer del capolawork....  ENJOY!!!



 

  

venerdì 21 novembre 2008

The Orphanage (2007)

Chiusa la parentesi Lovecraftiana, apriamo quella sul cinema spagnolo e cominciamo a parlare di un film uscito nel 2007, già distribuito ovunque in DVD e che, ovviamente, arriva in Italia solo adesso al cinema (viva la distribuzione seguita da caproni e bestie…), ovvero The Orphanage (El Orfanato) di Juan Antonio Bayona, prodotto da Guillermo del Toro.


La trama è questa: Laura e suo marito decidono di trasformare l’edificio che un tempo ospitava l’orfanotrofio dove lei è cresciuta in un residence per bambini dotati di handicap. Assieme ai due c’è anche il figlio, Simon, affetto da HIV e dotato di amici invisibili. L’armonia familiare viene bruscamente distrutta quando Simon, all’improvviso, viene a sapere di essere stato adottato e, proprio il giorno dell’inaugurazione del residence, scompare, lasciando Laura preda della disperazione e afflitta dalla presenza degli strani amichetti invisibili del figlio..


The Orphanage appartiene a quel filone di horror sovrannaturali di cui fanno parte The Others (non a caso di un altro spagnolo, Alejandro Amenabar), fatti di inquietudine appena percepita, atmosfere quasi oniriche e sporadici spaventi per accontentare anche i “puristi” dell’horror. In questo caso, d’effetto è la morte di Benigna, nella quale non viene risparmiato neppure il più piccolo particolare gore, così come decisamente inquietante è la sequenza della medium, ripresa agli infrarossi.


Però la bellezza del film sta nella trama senza difetto, dove tutto torna perfettamente alla fine, senza incoerenze, nella bravura degli attori, soprattutto di Belén Rueda (e qui immagino sia importante il fatto di vederlo in lingua originale, conoscendo il doppiaggio pessimo dei film spagnoli che non siano diretti da Almodovar o che non mostrino attori americani famosi) e nel suo utilizzare l’elemento sovrannaturale per raccontare il dolore di una madre, il legame tra lei ed il figlio, adottati entrambi e quindi in qualche modo parte di un mondo che necessariamente esclude il padre, e anche la paura di crescere ed affrontare le scomode e terribili verità dell’età adulta.


Un horror stranamente commovente, seppure un po’ banale, che comunque consiglio anche per rivalutare il cinema di genere europeo: spagnoli e francesi si stanno facendo largo con pellicole che sfruttano i topoi ormai strasfruttati dagli americani infondendo in essi tutta l’arte e l’innovazione dei registi del vecchio continente.

Juan Antonio Bayona è uno dei giovani registi spagnoli di ultima generazione. Nonostante abbia già girato alcune pellicole, The Orphanage è il suo primo film di ampio successo. Ha 33 anni e un film in uscita, il thriller horror The Hater, sempre prodotto da Guillermo del Toro, la cui trama ricalca molto l’albo Il Male di Dylan Dog.


Belén Rueda interpreta Laura. L’attrice ha recitato (omiodio!) nella versione spagnola di Un Medico in Famiglia (Médico de Familia) e ha partecipato al film Mar Adentro di Alejandro Amenabar. Ha 43 anni e un film in uscita.


E ora il trailer in spagnolo, anche se a "qualcuno" farà storcere il naso.... ENJOY!!!




   

giovedì 20 novembre 2008

Beyond the Wall of Sleep (2006)

Ammazza da quanto non scrivo su questo blog.

No, non è vero… ci sono stati periodi di mesi e mesi e mesi, ma a volte il tempo e la voglia sono pochi.. diciamo che mancano gli stimoli.

Però quando capitano film come Beyond The Wall of Sleep, di Barrett J. Leigh e Thom Maurer, tratto dal racconto di H. P. Lovecraft dall’omonimo titolo non si può fare altro che parlarne.







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La trama… proviamoci. Alla fine del XIX secolo, Joe, un bifolco delle montagne, ultimo frutto di un’incestuosa comunità, viene rinchiuso in un manicomio (dove pazzi e dottori si confondono ampiamente) per aver decapitato la sorella. Lì il Dr. Eischel, un giovane medico fissato con gli esperimenti atti a rivitalizzare attraverso scariche elettriche il cervello di defunti e dementi, scopre che Joe porta sulla schiena i tratti somatici di un presunto gemello mai nato… Un gemello di nome Amducious che, quando Joe dorme, riacquista tutta la sua spaventosa e sanguinaria forza mentale e mostra di non essere poi così umano…



Detta così è semplice. Provate a vedere questo film in inglese, sdraiati sul letto dopo una serata a base di alcool e Caparezza con nanna alle 4 del mattino e poi mi saprete dire cosa capite in un film che è più che altro un esercizio di stile, omaggio ai film tedeschi degli anni 20 (vedi il Gabinetto del Dr. Caligari), continuo susseguirsi di immagini oniriche a colori che si ripetono con un loop quasi infinito e sovrastano un bianco e nero nitido e perfetto.






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Assurdità ce ne sono parecchie, a cominciare dalla recitazione caricaturale della maggior parte degli attori, sebbene Fountain Yount mi abbia detto che queste erano le direttive dalla regia, scelta pessima di quello che lui stesso definisce “a pretty horrible movie” (al di là del Dr. Fenton, che sembra un incrocio tra lo scienziato pazzo perfetto e un bambinetto viziato, il direttore del manicomio scivola, con il proseguire del film, verso un improbabile accento tedesco che all’inizio manca, e lo sbirro/dottore è semplicemente ridicolo, un fascio di nervi e tic, una sorta di Jacopo Ortis di zelighiana memoria), passando per il cadavere in fregola a causa delle scariche elettriche e oggetto delle attenzioni sessuali di almeno due personaggi (!) per arrivare alla frase cult: “Per funzionare un cervello deve aver bisogno di aria”… e certo. Andare in giro con dei buchi in testa è proprio una passeggiata di salute!!






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Al di là di queste discutibili trovate di sceneggiatura e l’arrivo inopportuno del tipico mostro extradimensionale Lovecraftiano comunque sia il film non è malvagio, soprattutto dal punto di vista visivo. Molto particolare e certo non per tutti i gusti, ma un’occhiata la consiglio comunque. Per gli amanti del gore il finale è un trionfo di sangue e delirio. Gli appassionati degli horror più banali, invece, si astengano.





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Barrett J. Leigh è il primo regista del film, che è la sua seconda opera (nonché primo lungometraggio). Solitamente lavora come assistente alla produzione, e in questo ruolo il suo nome si può trovare in film come Il Miglio verde, Pirati dei Caraibi, Skeleton Key. Ha 34 anni. Del suo compare Thom Maurer nulla si sa, tranne per la compartecipazione a The White Room, primo corto dell’amico Leigh.

 

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Il regista Barrett J.Leigh nel backstage...





Fountain Yount, al suo primo film, interpreta il fanatico Dr. Eischel. L’attore Californiano ha 39 anni, attualmente vive a Los Angeles e si occupa di produzione e recitazione per il teatro.







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William Sanderson interpreta Joe Slaader, il “contenitore” di Amducious. Attore assai prolifico ma poco conosciuto, ha recitato in Blade Runner, A volte ritornano, Il cliente. Per la TV ha partecipato a Starsky e Hutch, Hazzard, Supercar, Ai confini della realtà, X-Files, ER, Walker Texas Ranger, Dharma e Greg, ha persino doppiato un episodio dei mitici Angry Beavers. Ha 64 anni e un film in uscita.







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Kurt Hargan interpreta il bieco Dr. Wardlow. Ha partecipato ad alcuni episodi di Giudice Amy e Numb3rs, oltre che al cortometraggio già citato di Maurer e Leigh. Ha 47 anni e non ha film in uscita.

 

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Ultimo, ma non in ordine di importanza, il dio Tom Savini, che interpreta lo sceriffo. Questo attore, regista e abilissimo tecnico degli effetti speciali andrebbe ricordato anche solo per la parte di Sex Machine in Dal tramonto all’alba di Rodriguez, ma sarebbe riduttivo. Andiamo con ordine. Come regista è da ricordare il bellissimo remake/omaggio de La notte dei morti viventi. Come attore segnalo Martin, Zombie, Creepshow, Creepshow 2, Amore all’ultimo morso, L’alba dei morti viventi, Grindhouse, Planet Terror e l’interessantissimo documentario American Nightmare, dove parla del suo lavoro assieme a registi come Romero, Craven e Hooper. Infine il nostro ha curato gli effetti speciali di film storici e meno come Venerdì 13, Il giorno degli zombie, Non aprite quella porta 2, Monkey Shines, Trauma, Killing Zoe. Ha 42 anni e, come attore, cinque film in uscita.








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Chi dei due sarà Tom..? Ahah!

 

Vi lascio con il trailer del film.. ENJOY!!



 





P.S. I would like to thank Mr. Fountain Yount for his accessibility and the prompt answer! Best wishes for your theatrical career, this movie was not so bad in my opinion :-)

domenica 28 settembre 2008

Profumo - Storia di un Assassino (2006)

Ieri sera, dopo un pò di tempo, ho finalmente potuto vedere questo pregevole film di Tom Tykwer, tratto dal romanzo Il Profumo di Patrick Süskind, del 1985.


La trama è questa: Nella Parigi pre rivoluzionaria, al mercato del Pesce, nasce un bambino dall'olfatto prodigioso, Jean-Baptiste Grenouille. La sua abilità fuori dal comune è tale da consentirgli di riconoscere odori lontanissimi e mescolati ad altri, e questo gli consente di diventare l'assistente del più grande profumiere di Parigi. La sua ambizione è quella di creare il profumo perfetto, e mantenere in eterno gli odori: peccato che questo lo porterà ad uccidere giovani donne nel tentativo di ricavarne l'Essenza...

L'idea da cui parte il film è decisamente intrigante, l'ossessione di questo ragazzo che a tratti ricorda un pò Hannibal Lecter e la meticolosità con cui ricerca questo profumo perfetto sono rese benissimo nel film. Purtroppo non ho mai letto il libro, e chi lo ha fatto mi assicura che la trasposizione è assai fedele, tranne che per alcune "mancanze" (nel film non viene detto che Jean-Baptiste, a differenza degli altri, è privo di odore, da qui l'ossessione per ricercarne uno che possa essere mantenuto in eterno). Gli attori sono molto bravi, e il film alterna momenti molto lenti ad altri più briosi, senza dimenticare ovviamente la parte più "horror" ed inquietante della pellicola. L'impostazione del film è molto letteraria, con tanto di narratore onnisciente a scandire i momenti della pellicola, ed inizio in medias res.


Il regista porta lo spettatore in un delirio di splendide immagini (leggermente penalizzate da una fotografia troppo scura, soprattutto nell'ambientazione parigina) che vanno dal sudiciume ed oscurità della Città e delle botteghe di Parigi, allo splendore dei Campi di lavanda in Provenza, dove si ambienta la seconda metà del film. Tutto il film può essere definito una splendida opera vista attraverso l'olfatto di Jean-Baptiste. Predominanti sono i primi piani del suo naso, il suono del suo respiro, che conducono a flash di immagini diverse, caotiche come le percezioni perfette dell'olfatto del ragazzo. Il finale, che ovviamente non starò a raccontare per ovvi motivi, è un artistico quadro di corpi presi nell'estasi e nell'amore, qualcosa che raramente si vede al cinema.

Un film decisamente godibile, da vedere. Per poi magari leggere il libro.

Tom Tykwer è un regista tedesco non troppo prolifico che tuttavia ci ha regalato un film culto. Il particolarissimo Lola corre, con la sua ex compagna Franka Potente. Ha 40 anni e un film in uscita.


Ben Whishaw interpreta Jean-Baptiste. Questo attore inglese è un pò sconosciuto nel nostro paese, ma ha un viso molto particolare e secondo me è decisamente bravo. Tra i suoi film, Il mercante di Venezia e The Pusher. Ha 26 anni e due film in uscita.


Dustin Hoffmann interpreta il profumiere Giuseppe Baldini, il primo maestro di Jean-Baptiste. Inutile spiegare chi sia questo famosissimo e bravissimo attore, basta solo nominare alcuni tra i suoi film più belli: Il laureato, Uomo da marciapiede, Piccolo grande uomo, Cane di paglia, Tutti gli uomini del presidente, Il maratoneta, Kramer contro Kramer (per il quale ha vinto un Oscar), Tootsie, Rain Man (per il quale ha vinto un Oscar), Dick Tracy, Hook - Capitan Uncino, Virus letale, Sleepers, Sfera, Giovanna D'Arco, Neverland - un sogno per la vita, Mi presenti i tuoi?, Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi, Kung Fu Panda (dava la voce a Shifu). Ha 71 anni, due film in uscita.


Alan Rickman interpreta Richis, il padre di una delle vittime. Allora, io AMO quest'uomo, in originale ha una voce che incarna in sé lo snobismo e lo scazzo cosmico che nulla potrebbe fare passare. Anche il suo cipiglio è qualcosa di ineguagliato, e tutti i suoi film lo testimoniano: Trappola di cristallo, Robin Hood principe dei ladri, Michael Collins, Dogma, ogni capitolo della saga di Harry Pottter, Sweeney Todd. E' anche regista. Ha 63 anni e 4 film in uscita.


E ora vi lascio con il trailer... molto carino! ENJOY!



giovedì 25 settembre 2008

Buio Omega (1979)

Ci sono quei film che si vedono una volta e non si scordano più, nel bene e nel male. Durante la mia adolescenza, sono incappata in un losco figuro (ora marito di una delle mie migliori amiche) dalla dubbia passione per l'horror italico di peggior fattura. Nomi come Lucio Fulci, Aristide Massaccesi , Riz Ortolani, Sergio Stivaletti, erano per me sconosciuti... ed era con sommo stupore che mi accingevo a vedere pellicole dagli inquietanti nomi come E tu vivrai nel terrore... L'Aldilà, Antropophagus, Buio Omega, Quella Villa Accanto al Cimitero, ecc. ecc...

Sommo stupore che si trasformava in somma incredulità (mia) e sommo disgusto (di mia madre) quando alla tenera età di 14 anni mi trovavo davanti effettacci scabecci, dialoghi al limite del risibile, pilu in bella vista, e soprattutto trame confuse, incomprensibili e inconcludenti.


Due film in particolare ho giurato che non avrei mai più rivisto: uno era Antropophagus di Aristide Massaccesi (fermata la cassetta nella scena del feto) e l'altro era Buio Omega dello stesso regista, di cui mi accingo a parlare perché (e di questo devo ringraziare Samhain) l'ho rivisto, e leggermente rivalutato.


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La trama è questa: in una cittadina di provincia (italiana, parrebbe, anche se le targhe delle automobili raccontano tutta un'altra storia) vive un ragazzo di nome Francesco, con l'hobby della tassidermia. Nonostante sia ricco e belloccio la sua mente è un baratro di perversione, alimentata anche dall'inquietante governante/amante Iris. Quando infatti la sua fidanzata e unico amore Anna muore di malattia (e di Voodoo perpetrato da Iris attraverso una vecchia maga), Francesco decide di trafugarne il cadavere e imbalsamarlo per metterlo nel letto di camera sua. Camera dove porta tutte le malcapitate che decidono di andarci a letto, solo per essere poi trucidate ogni volta che scoprono il perverso segretuccio del giovinetto.




La trama, come vedete, richiama molto Psycho, a partire dall'hobby di Francesco, passando per la presenza dell'ingombrante governante/madre opprimente e ammorbante, fino ad arrivare alla scena finale di Iris con coltellaccio in mano, la cui shilouette ricorda molto l'ombra nella doccia nel film di Hitchcock. Le somiglianze, tuttavia, si fermano qui. Questo è un prodotto nostrano, e lo si vede da parecchie cose, in primis dalla messa in scena e dalla fotografia “grezze” e poi dalla storia decisamente perversa e malata, che fa di questo film una sorta di horror erotico per necrofili (l'apice della perversione è il momento in cui Francesco versa una damigiana di acido nella vasca, mentre Iris smembra il cadavere della turista: la faccia goduta di lui mentre guarda la sua governante, la posizione della damigiana come fosse un enorme fallo e il continuo soffermarsi della telecamera sul liquido che ne esce, sono metafore piuttosto chiare).




Gore ce n'è in abbondanza: dalla preparazione del cadavere di Anna, con tanto di vivisezione e raccolta dei fluidi corporei, alla morte della turista americana e conseguente distruzione del corpo, per concludere con la resa dei conti finale tra Francesco ed Iris, il tutto condito con quel po' di sadico cannibalismo che non guasta mai. Detto questo, gli effetti speciali dovrebbero in effetti essere all'altezza. Alcuni non sono male, la vivisezione è parecchio realistica (anche se a tratti pensavo al mio macellaio che diceva a mia madre: “Signora, fa due etti e mezzo di fegato: lascio?”) e anche il corpo che viene sciolto nell'acido, solo per fare due esempi. Terribili gli occhi di Anna quando vengono scalzati dalle orbite, un pasticcio di ombretto rosso e kajal nero impastati con dell'acqua, e anche la scena in cui Francesco strappa le unghie alla turista con una pinza, in tempi di unghie finte e ricostruzione è palesemente fasulla, anche per colpa della recitazione.


Gli attori, punto dolente del film. Kieran Canter, che interpreta Francesco, è una maschera di cera, un Cicciobello monoespressivo. Quando uccide, quando pensa (?), quando piange, quando è felice, quando è arrapato, ha sempre la stessa espressione, con gli occhioni blu più o meno spalancati. Le procaci donnine che si porta in casa sono la punta trash del film, ciò che conferisce fascino ai miei occhi: l'Americana è doppiata con un accento da fare invidia a Heater Parisi, cicciona e strafatta di Marijuana. Quando lui le strappa le unghie, lei urla e basta, pesa 80 kg più di lui e neppure si dimena... meravigliosa! La donzella dalle smorfiette sessuose incontrata in discoteca, che sotto il vestito a fiori identico a quello di mia nonna non indossa NULLA, e balla credo un merengue mentre i Goblin suonano un brano dance è davvero l'apice del cattivo gusto, e posso dire di amare Massaccesi solo per questo. Franca Stoppi invece è l'anima del film, a mio avviso. La sua Iris è un meraviglioso esempio di donna frustrata, col cipiglio perennemente scazzato della porcona beffata dal destino: prima Francesco non la considera perché infatuato di Anna, liberatasi di quest'ultima ha solo il tempo per una sveltina e per un po' di gioco di mano, prima di ritrovarsi in casa il cadavere della rivale che ha il potere di aizzare sessualmente il ragazzo verso tutte le donne del paese tranne lei. Ricattandolo un po' riuscirebbe anche a farsi sposare, ma considerato che la signora mangia con la grazia di un facocero, è vecchiotta, e ha una famiglia di freaks che comprende anche una donna baffuta e un nonno che lucida la dentiera, è normale che Francesco non ne voglia sapere.


Nonostante quindi i mille difetti che questa pellicola indubbiamente ha, e sfido chiunque a dire il contrario, la visione non mi ha lasciata disgustata e depressa come quando avevo quattordici anni. Innanzitutto è molto meno noioso di quanto ricordassi, e meno confuso. La trama è lineare nella sua semplicità, ha un inizio e, soprattutto, una fine. Si alternano momenti gore a momenti (volontariamente o meno) esilaranti, e l'attenzione non viene mai meno. Rispetto a molti altri filmacci del periodo ha anche una storia stranamente plausibile e la musica dei Goblin, seppur ridondante da morire, non è affatto malvagia, soprattutto nei momenti più “soft” diventa quasi melodica e bella.


Decisamente un film da riscoprire, per chi ancora non lo avesse visto, ma ovviamente NON per tutti i gusti. Per chi volesse cercarlo, ha mille nomi diversi: Buio Omega, In Quella Casa.. Buio Omega, Blue Holocaust o Beyond The Darkness, questi ultimi due per il mercato internazionale.


 Aristide Massaccesi, in arte Joe D’Amato (e mille altri nomi. La domanda è: si vergognava profondamente del suo lavoro oppure era l’unico modo di sdoganare i film all’Estero e/o farseli distribuire in Italia? In realtà, mi si dice che fosse solo per non mischiare i diversi generi di film che girava e non confondere lo spettatore..) è uno dei registi più prolifici del panorama italiano, e anche uno dei peggiori a mio avviso nonostante la marea di estimatori. Tra i suoi film, quasi tutti di genere horror, erotico/porno, o banali e scialbi emuli dei generi e delle serie più famose negli anni ’70 e ’80 (spaghetti western, kung fu, mondo movies), ricordo i più famosi come alcuni episodi del filone Emmanuelle (Emmanuelle Nera: Orient reportage, Emmanuelle in America, Emmanuelle: perché violenza alle donne?, Emmanuelle e gli ultimi cannibali), Antropophagus, Le notti erotiche dei morti viventi. Allego una lista di esilaranti titoli, solo per presa visione, di una filmografia che giunge fino al nuovo millennio (io non li ho mai visti, ma magari qualcuno che si sente particolarmente solo vorrà cercarli!): Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti – Decameron n°69, Novelle licenziose di vergini vogliose, Messalina orgasmo imperiale, The Erotic Adventures of Aladdin X (della serie, come distruggere un film per bambini!), Robin Hood: Thief of Wives, Le porcone volanti, I predatori della verginità perduta.. e la lista potrebbe continuare, ma anche no. Il nostro è mancato nel 1999, all’età di 63 anni, per un attacco cardiaco.


aristide_massaccesi




Kieran Canter interpreta Francesco. Bisogna dire che la capacità recitativa di costui è stata riconosciuta appieno, visto che dopo Buio Omega ha fatto solo qualche porno. Si dice anzi che si debba a lui la scoperta di Moana Pozzi, di cui è stato fidanzato fedifrago, pur essendo impotente (o___O ma soprattutto peeerchéééé?). Purtroppo non riesco a trovare informazioni biografiche su costui, tranne il fatto che probabilmente è di origine turca, trapiantato in America ed emigrato in Italia, ma, se qualcuno ne fosse a conoscenza, mi contatti che aggiorno il blog!




beyondthedarkness


Franca Stoppi interpreta Iris. Per lei vale tutto ciò che ho scritto per Canter: dopo un esordio con Dino Risi e i suoi Telefoni Bianchi, pochi film, e tutti erotici o porno. E anche di lei non si trovano notizie… qualche horrorofilo può aiutarmi?


francastoppicw5


Della nostrana Cinzia Monreale ho già parlato qui.


E ora, ecco il trailer del capolavoro! ENJOY!


 


sabato 20 settembre 2008

Burn After Reading (2008)

Io non so se riuscirò a scrivere un post su quest'ultimo capolavoro dei Fratelli Coen, che definire geniale e strano è dir poco. Ma devo almeno provarci, per amor di critica o semplicemente di questo duo che io amo particolarmente.


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Come dice la locandina, l'intelligenza (gioco di parole con l'Intelligence USA, ovvero i servizi segreti) è relativa. Perché? Beh, perché i personaggi della pellicola sono l'emblema del vuoto e della stupidità, un cumulo di cliché e luoghi comuni in cui non credono neppure loro. Tutto comincia quando Osborne Cox (John Malkovich), un analista della CIA, viene licenziato per un "piccolo problema di alcolismo". Disoccupato, decide di scrivere le sue memorie e la moglie (Tilda Swinton) che già lo tradisce con un'ex guardia del corpo fedifrago, donnaiolo e paranoico (George Clooney), decide di chiedere il divorzio. Su consiglio dell'avvocato si premura di rubare tutti i dati, memorie, estratti conto dal pc di Cox, ma per colpa della distrazione di una segretaria, il cd coi files finisce nelle mani di Chad (Brad Pitt) e Linda (Frances McDormand), che cercano di riccattare Cox convinti di avere trovato prove di cospirazioni internazionali.


Questo è l'incipit del film, all'interno del quale i destini dei personaggi si intrecciano, si allontanano, si perdono in un tale crogiolo di informazioni, nomi e spie che lo spettatore è costretto a perdersi. Non aspettatevi un finale risolutivo perché non ci sarà, e neppure una morale. I protagonisti seguono un percorso illogico da manuale, in perfetto disaccordo con la trama che è invece perfetta nella sua casualità. Ognuno di loro è spinto essenzialmente dai tic e dalle mode che fanno della nostra società un letamaio: alcool, donne, amore facile, denaro, culto della forma fisica, chirurgia estetica, successo a tutti i costi, internet.  Seguiti in maniera stupida, raffazzonata, vuota.


Burn_After_Reading_127505b


In una società di wannabes e stupidi di questa pasta, non è più possibile fare un film di spionaggio come un tempo. Persino i cliché sono impossibili da replicare: i russi, antico spauracchio, ora sono perfettamente integrati nel nostro paese. Da un cellulare si può risalire a qualunque persona, nessuna identità è più "segreta". C'è un tale crogiolo di spie che spiano i controspioni da mandare in palla anche i cervelli dei capi della CIA, che in questo film ci fanno la figura dei cioccolatai. Due "capoccioni" dell'intelligence, come in una tragedia greca, fanno da coro al destino dei due protagonisti. Un coro decisamente anomalo, tant'è che neppure loro capiscono cosa sta succedendo, le motivazioni delle persone coinvolte, gli avvenimenti che sfuggono di mano. Un molto rumore per nulla, si può dire, e la battuta finale dei due: "Cosa abbiamo imparato da tutta questa vicenda? - ... a non farlo più? - Ma cosa? - .. BOH!" rende benissimo il senso del film.


Geniale, come gli attori, perfetti: Malkovich è un modello di nevrosi e su tutti spicca Brad Pitt con il personaggio più stupido e caricaturale della sua carriera. E la regia, con luoghi e scene monotonamente ripetuti, quasi a voler rappresentare un cane che si morde la coda, una vicenda chiusa che, nel mezzo di mille altre quotidiane vicende, sembra venire ripresa dall'occhio satellitare di un Grande Fratello che sta lassù, e si limita a registrare senza dare un senso a nulla. Meraviglioso.


Joel ed Ethan Coen sono tra i miei registi e sceneggiatori preferiti. Il loro nero senso dell'umorismo e l'amore per la provincia americana e i personaggi stupidi e tristi è qualcosa di particolare ed insuperato. Insieme hanno diretto una messe di film splendidi come Fargo, Il Grande Lebowski, Fratello dove sei?, L'uomo che non c'era, The Ladykillers e Non è un paese per vecchi. Joel ha 54 anni, tre film in uscita ed è sposato con Frances McDormand. Ethan ha 51 anni e due film in uscita.


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John Malkovich interpreta Osborne Cox, detto Ozzy, analista alcolista decisamente provato dalla vita e dalla moglie. Un pazzo, eclettico, come l'attore che ha interpretato una miriade di film, indipendenti e non. Tra i suoi titoli amo ricordare Le stagioni del cuore, l'impero del sole, Le relazioni pericolose, Mary Reilly, Ritratto di signora, La maschera di ferro, Essere John Malkovich, Giovanna D'Arco, L'ombra del vampiro, I miserabili, Compagnie pericolose, Con Air, Il gioco di Ripley, Johnny English, The Libertine, Beowulf. Ha tre film in uscita e 55 anni.


john_malkovich


Frances McDormand interpreta Linda, donna sola e decisa a trovare un compagno grazie ad internet e alla chirurgia estetica. Moglie di Joel Coen e bravissima attrice, ha recitato in Hunter, Ai confini della realtà, Mississippi Burning - Le radici dell'odio, Darkman, America oggi, Fargo (dove ha recitato incinta e per il quale ha vinto un meritatissimo Oscar), Madeline - Il diavoletto della scuola, L'uomo che non c'era, Tutto può succedere, e ha dato la voce anche ad un personaggio dei Simpson. Ha 51 anni.


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George Clooney interpreta Harry, l'amante della moglie di Ozzie. Questo attore conosciutissimo, oltre ad essere un gran fico, è anche bravissimo. Ha raggiunto la fama recitando in ER, contribuendo al successo della serie, poi è diventato attore e anche regista indipendente. Tra le sue pellicole come attore Hunter, La signora in giallo, Pappa e ciccia, Friends, Dal Tramonto all'Alba, Un giorno per caso, South Park (Dove interpretava Sparky il cane gay) La sottile linea rossa, South Park: il film, Three Kings, Fratello dove sei?, Spy Kids, Oceans' Eleven - Twelve e Tirteenth, Confessioni di una mente pericolosa, Syriana. Ha 47 anni e tre film in uscita.


george-clooney


Brad Pitt interpreta il Chad, un povero mentecatto fissato sul fitness. La presenza più esilarante del film. Inutile parlare del buon Brad, tra moglie, amanti e figli, chi è che non lo conosce? Tuttavia è meglio menzionare un paio di film pregevoli. Innanzitutto, televisivamente ha partecipato a Dallas, 21 Jump Street e Freddy's Nightmares, Genitori in blue jeans, Friends e Innamorati pazzi. Per il cinema, ha esordito in Thelma & Louise, per poi continuare con Fuga dal mondo dei sogni, In mezzo scorre il fiume, Una vita al massimo, Intervista col vampiro, Vento di passioni, Se7en, L'esercito delle 12 scimmie, Sleepers, L'ombra del diavolo, Sette anni in tibet, Vi presento Joe Black, Snatch, The Mexican, Fight Club, Oceans' Eleven - Twelve e Tirteenth, Confessioni di una mente pericolosa. Ha 45 anni e sei film in uscita.


E vorrei ricordarlo così... brad_pitt_vestido_4


Ultima, ma non per questo inferiore, Tilda Swinton, androgina attrice inglese che interpreta Katie, la moglie di Ozzie. Estremamente elegante ed "eterea", la ricordo nell'intricatissimo Orlando, in Vanilla Sky, Constantine, Broken Flowers e Le cronache di Narnia (e non di Barbia XD). Ha 48 anni, un oscar vinto e quattro film in uscita.


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Ed ecco il trailer originale.... ENJOY!, decisamente!