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giovedì 22 aprile 2010

Sweeney Todd (2007)

Dopo la parentesi “Crocieristica” (tra parentesi, io scherzavo nello scorso post, ma mi hanno assicurato che mi trovavo davvero sulla nave dove hanno girato Natale in Crociera… volevo morire, giuro!!) la Bolla torna a parlare di cinema. Tra gli ultimi film visti, o in questo caso RIvisti spunta lo splendido ed inquietante Sweeney Todd (Sweeney Todd – The Demon Barber of Fleet Street), girato dal buon Tim Burton nel 2007 e tratto non tanto dalle varie e probabilmente anonime opere letterarie inglesi del XIX secolo che trattavano l’argomento, quanto dal musical omonimo di Stephen Sondheim, portato a Broadway a partire dal 1979.


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La trama: dopo essere stato recluso in mezzo all’Oceano per anni, il barbiere Benjamin Barker torna a Londra sotto il nome di Sweeney Todd, deciso a portare avanti la sua vendetta contro il giudice Turpin, reo di averlo incarcerato solo per potere avere finalmente la moglie del barbiere, Lucy. Alleatosi con la sua vicina, Mrs. Lovett, proprietaria di uno scalcinato negozio di pasticci di carne, Todd riapre bottega e decide di vendicarsi a rasoiate non solo del giudice, ma dell’intera Londra, fornendo così alla donna l’ingrediente per creare dei pasticci davvero perfetti…


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Onestamente, non ho mai visto il musical originale, quindi non posso fare paragoni, ma devo dire che lo Sweeney Todd di Burton è veramente affascinante e anche parecchio inquietante. Ambientato in una Londra che il regista ha rappresentato squallida, povera, cupa, fumosa e sporca, specchio dell’animo di tutti gli abitanti che la popolano, questo racconto è il lato oscuro del film precedente del regista, Charlie e la fabbrica di cioccolato. Aprendo Sweeney Todd con una panoramica dei macchinari usati dal diabolico barbiere e seguendo il percorso che porta il sangue dalla sedia dove si adagiano le ignare vittime fino alle fogne, il regista riprende un’immagine simile a quella che apriva Charlie e la fabbrica di cioccolato, con il sangue al posto del cioccolato fuso. E ovviamente anche i valori sono ribaltati, nonostante si canti e si balli in entrambi i film: in Sweeney Todd le canzoni e la musica sono il grottesco contrappunto di una vicenda che di positivo e allegro non ha proprio nulla, tanto meno il protagonista principale.


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Visivamente, anche il look dei personaggi rispecchia la bruttura dei loro animi. Non c’è nessuno che si salvi, Johhny Depp in primis: Benjamin Barker è un uomo che è morto nel momento stesso in cui è stato incarcerato per un capriccio ed allontanato dalla moglie e dalla figlia (l’immagine della culla vuota e piena di ragnatele è emblematica e terribile), e la differenza tra l’uomo che era in passato e quello attuale è ben evidente. Chi torna a Londra è Sweeney Todd, un uomo mosso solo dal desiderio di vendetta, che a differenza però della Sposa di Quentin Tarantino perde di vista il cammino e compie un po’ troppe deviazioni. Il base al ragionamento della Sposa, Mr Todd avrebbe dovuto partire dall’usciere Bamford e arrivare al giudice Turpin (passando ovviamente per Pirelli, che era riuscito a riconoscerlo come Benjamin Barker..), ma la follia del Barbiere, alimentata anche dalle parole di Mrs. Lovett, che è il personaggio più negativo di tutta la storia, lo porta a far ricadere le colpe del suo destino ingrato su tutta Londra, “un buco oscuro e profondo abitato da parassiti”, e ad uccidere chiunque decida di entrare nella sua bottega per farsi radere.


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Ma, come dicevo, al di là del giudice Turpin che è un laido guidato solo dalle sue pulsioni sessuali e al di là dell’usciere che è semplicemente un servile lecchino, il villain del film è la squallidissima Mrs. Lovett (interpretata come al solito magistralmente da Helena Bonham Carter). Fin dalla prima inquadratura rappresentata come una strega più che una donna, meschina, approfittatrice, egoista e soprattutto avida: aiuta Sweeney Todd non per pietà ma per coronare il desiderio di averlo tutto per sé, visto che finalmente la moglie non c’è più. Quindi lo istiga nei suoi intenti omicidi per poter avere gli ingredienti per i suoi pasticci e superare così la concorrenza della maledetta Mrs. Mooney (che peraltro fa i pasticci con i gatti…); infine, come la strega di Hansel e Gretel, rinchiude nel sotterraneo anche il piccolo Toby, che era arrivato a considerarla come una madre ma anche a mettere in pericolo il suo matrimonio con Mr. Todd e la sua nuova e prospera attività, avendo cominciato ad intuire un po’ troppe cose. Gli unici due personaggi positivi, legati da reciproco amore e reciproche speranze, sono Anthony e Johanna, la figlia perduta di Sweeney Todd, anche se il loro destino, nel finale, è incerto.


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Al di là dell’innegabile bravura di regista e attori, il film è sorretto principalmente dalle bellissime canzoni. Ovviamente, per motivi di tempi e quant’altro, Burton non ha lasciato intatto tutto il libretto del musical, e ha sforbiciato qua e là, togliendo anche interi pezzi, senza però aggiungerne di nuovi, come era successo per esempio in Evita. I pezzi migliori secondo me sono “The Worst Pies in London”, “My Friends”, “Have a Little Priest”,“Pretty Women”, l’esilarante “By the Sea”, dove Depp e la Bonham Carter indossano degli improbabili costumini da bagno vittoriani, e poi la colonna sonora dell’inquietante macellata finale, la “Final Scene”, appunto. Johnny Depp ed Helena Bonham Carter sono dei cantanti bravissimi e molto azzeccati, ma la sorpresa è sentire innanzitutto Alan Rickman canticchiare un profondissimo “papparappappà” nel duetto di “Pretty Women” e poi anche Sacha Baron Coen improvvisarsi tenore nel pezzo cantato dal personaggio di Pirelli (brutalmente tagliato, ahimé..). Non fatevi ingannare dalla presenza della musica nel film: a differenza de La piccola bottega degli orrori, che nonostante i temi trattati ha tutto sommato delle immagini “soft”, qui il sangue scorre peggio che al Grand Guignol. Sangue rosso vivo sprizza a fiotti dalle carotidi recise, ma poi ci sono anche cervelli spappolati, carne macinata, pezzi di dita nelle pies… insomma, chi si impressiona facilmente si astenga, gli altri si preparino a vedere un film davvero bello!


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Notizie sul regista Tim Burton le trovate qui, di Johnny Depp invece ho parlato qui, Helena Bonham Carter la trovate qua, mentre Alan Rickman è ormai una presenza ricorrente del Bollalmanacco e potete leggere di lui in questi post. Segnalo anche l’apparizione speciale di Anthony Stewart Head (è il signore che dopo la sfida tra Sweeney Todd e Pirelli chiede al vincitore dove ha la bottega), il Signor Giles di Buffy, di cui ho già parlato nel post dedicato a Repo! The Genetic Opera.


Timothy Spall interpreta l’usciere del tribunale, il “beadle” Bamford. Specializzato in ruoli di viscido e servile bastardo, l’attore inglese è diventato universalmente conosciuto per aver interpretato Peter “Codaliscia” Minus nella saga di Harry Potter (di cui sta per uscire il penultimo capitolo, la prima parte del doppio Harry Potter e i doni della morte); tra gli altri suoi film ricordo Il té nel deserto, Hamlet, il particolarissimo Vatel, Vanilla Sky, L’ultimo samurai e Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi. Ha prestato la sua voce per il doppiaggio originale di Galline in fuga e per quello dell’Alice in Wonderland di Tim Burton (era il cane, Bayard), inoltre ha partecipato ad alcuni episodi di Le avventure del giovane Indiana Jones. Ha 53 anni e sette film in uscita, tra cui il già citato Harry Potter e i doni della morte.


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Sacha Baron Coen interpreta il ciarlatano Adolfo Pirelli. Chi mi conosce sa che io non tollero molto quest’attore comico; il suo personaggio più famoso, ovvero il rapper Ali G, mi è sempre stato cordialmente sulle palle, e Borat non l’ho mai voluto guardare, anche se ammetto che il suo Brüno avrebbe potuto essere sufficientemente trash, abbastanza da rientrare nelle mie grazie. L’ho apprezzato però in altri ruoli che esulassero dai suoi personaggi tipici, come quando ha doppiato il mitico re Julien in Madagascar oppure quando ha recitato in Talladega Nights – The Ballad of Ricky Bobby. Ultimamente ha anche doppiato un episodio de I Simpson. Inglese, ha 39 anni e un film in uscita, The Invention of Hugo Cabret, diretto nientemeno che da Martin Scorsese.


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Una curiosità: in origine doveva essere Sam Mendes, il regista di American Beauty, a dirigere il film, con Russell Crowe come protagonista (con tutto il rispetto, temo sarebbe uscito uno schifido e patinato musicarello…). Anne Hathaway, che ha poi comunque recitato in un film di Tim Burton con Alice in Wonderland, avrebbe dovuto essere Johanna, mentre per il ruolo di Mrs. Lovett erano state considerate, tra le altre, la bravissima Meryl Streep (troppo vecchia, secondo me..) e Cindy Lauper, che avrebbe trasformato il film in un cult trash; nel musical di Broadway da cui è stato tratto il film, invece, era nientemeno che la signora in giallo per eccellenza, Angela Lansbury, ad interpretarla! Inoltre, siccome i reduci da Harry Potter presenti nel film non erano abbastanza, sappiate che anche l’interprete di Anthony, Jamie Campbell Bower, è stato “impelagato” negli ultimi due film della saga, ed interpreterà la nemesi giovanile di Silente, Grunwald. Comunque, se vi è piaciuto Sweeney Todd, e adorate le storie di sanguinose vendette, date assolutamente un’occhiata a Kill Bill (anche se non voglio credere che qualcuno non l’abbia ancora visto…). E ora vi lascio con la meravigliosa Angela Lansbury che fa una Mrs Lovett ancora più grottesca e vajassa di quanto non sia quella del film... davvero, ENJOY!!




3 commenti:

  1. io adoro questo film, come adoro l'accoppiata Jhonny Depp & Helena Bonham Carter. Sono semplicemente perfetti insieme, capaci di calarsi nel grottesco e attingervi a piene mani con una naturalezza innata *_*la scena sulla spiaggia è semplicemente spettacolare.. tra l'apatia di lui e quello stato un pò di noia contemplativa di lei XD (e complimenti al costumista, ovviamente...)Inquietantissima Angela Lansbury però... O.o

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  2. Un film che amo dal primo minuto all'ultimo, ingiustamente sottovalutato

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    1. Non capisco perché visto che è uno dei più bei musical recenti e uno dei migliori Burton!

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