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martedì 3 agosto 2010

Toy Story 3 (2010)

Ce l’ho fatta! Ho finito la trilogia, e finalmente posso dire senza ombra di dubbio che quella di Toy Story è una delle più belle che esistano, e farebbe degna figura accanto a quella del Padrino e a quella dei Guerre Stellari originali. Quando sono uscita dal cinema dopo aver visto Toy Story 3 di Lee Unkrich volevo rientrare per rivederlo, e non sto scherzando!

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La trama: sono passati 10 anni dall’ultimo film. Ridendo e scherzando Andy è cresciuto, ha abbandonato i giocattoli di sempre e ora sta per andare al college. Per un errore tutti i giocattoli meno Woody arrivano quasi ad essere buttati nella spazzatura, quindi Buzz e compagnia decidono di fuggire dal padroncino ingrato e di trovare rifugio in un asilo. Naturalmente, anche quello che sembra tutto rose e fiori in realtà nasconde qualcosa di torbido, e starà a Woody aiutare gli amici nella grande fuga…

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Come nel film, anche nella realtà sono passati 10 anni. Ovviamente in questo lasso di tempo la CG è migliorata tantissimo, così che ora non si riesce più a scorgere un solo difetto grafico in Toy Story 3, le cui immagini sono di una bellezza e di una nitidezza incredibili, anche senza l’ausilio del sempre inutile 3D (ma almeno questa volta non viene male agli occhi come davanti all’Alice in Wonderland di Tim Burton…), ma chi pensava che la forma avrebbe superato la “sostanza”, e che dopo 10 anni gli sceneggiatori si sarebbero limitati a cavalcare la nostalgia per i due film precedenti, come spesso accade, si è sbagliato di grosso. Toy Story 3 è un gioiello assolutamente superiore ai primi due, che regala momenti di pura commozione e di devastante ilarità, assieme ad una trama che lascia a bocca aperta ed incerti sul finale in più di un momento.

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Come sempre, quello che adoro di tutti i Toy Story, compreso questo, è che nonostante la storia sia ovviamente di fantasia, la realtà si avverte con tutta la sua spietatezza. L’inizio è un colpo al cuore per tutti i fan. Dopo una splendida sequenza ambientata nel glorioso passato in cui Andy creava incredibili avventure da vivere assieme ai suoi amici giocattoli, ci viene mostrato il bimbo ormai cresciuto, con Woody e compagnia che cercano in tutti i modi di richiamare la sua attenzione e farlo tornare a giocare con loro. Andando avanti si scopre che, col passare degli anni, non tutti i giocattoli “ce l’hanno fatta”, e sono stati buttati via o venduti: il pinguino Wheezy, la pastorella Bo Peep, la lavagna magica, i piccoli trolls. Nessuna concessione alla nostalgia dunque (anche se è vero che sono stati eliminati i personaggi più deboli…), neppure ai sentimenti del povero Woody che nutriva una forte simpatia per la procace pastorella. Vero è che, dal punto di vista pratico, una simile scelta consente agli sceneggiatori di concentrarsi su un ristretto gruppo di personaggi iperaffiatati e sicuramente divertenti e di aggiungerne di nuovi, in grado di non fare assolutamente rimpiangere chi non c’è più: l’orso Lotso è un villain molto più carismatico del debole Stinky Pete, Barbie e Ken sono semplicemente esilaranti e molte delle gag più azzeccate sono quelle che li riguardano, e il gruppetto di giocattoli di Molly è delizioso (il riccio shakespeariano e i pisellini nel baccello in primis, senza contare che il Totoro che la pargola tiene in camera mi ha fatta sbavare d’invidia…).

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Senza rovinare la sorpresa a chi non ha ancora visto il film, Toy Story 3 riprende tutti i temi accennati nei primi due film (l’amicizia, il senso di appartenenza ad un gruppo, l’inesorabilità del tempo che passa, l’accettazione di sé stessi e dei propri limiti) e tira le somme del discorso, arrivando ad una conclusione logica, per quanto malinconica. Il finale e le immagini che vengono mostrate poco prima, con i giocattoli che si tengono per mano uniti da un comune destino, sono talmente emblematiche ed emozionanti che mi viene il magone ancora adesso a scriverne. Un perfetto circolo che si chiude, e che ci riporta al primo, lontano episodio: spero davvero che a nessuno venga in mente di spezzare questo equilibrio miracoloso con un quarto episodio o partirò personalmente ad inibire eventuali sacrileghi registi o sceneggiatori. Tornando a temi più faceti, invece, vorrei far notare un paio di cose che ho adorato. Innanzitutto l’aspetto horror della pellicola, che veniva giusto accennato nei primi due film, nel terzo esplode con i personaggi della bambolina priva di un occhio che ruota la testa nemmeno fosse posseduta e soprattutto con l’orrenda scimmia urlante che batte i piatti, è identica a quella descritta dal buon Stephen King in uno dei racconti della raccolta Scheletri. Seconda cosa, l’aspetto vintage. Innanzitutto vorrei far notare che la Barbie del film indossa la stessa tutina con cui veniva venduta Barbie Aerobica, la prima che mi hanno comprato, datata 1984, e tutto l’immenso guardaroba dell’ambiguo Ken (Lovin’animal Ken, per la cronaca, figlio di una linea di pupazzi talmente trash che all’epoca non avevo nemmeno chiesto a mamma di comprarmi la Barbie in pendent) è ispirato ad abitini realmente esistiti, alcuni dei quali tra l’altro li ho anche visti di persona e ci ho persino giocato. Tra gli altri giocattoli conosciuti anche da noi segnalo il telefono della Fisher Price doppiato da Jerry Scotti e la Fattoria Parlante (qui genialmente utilizzata come roulette per le scommesse d’azzardo con i soldi del Monopoli) della Mattel con la quale ho giocato fino alla nausea da piccina.

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Toy Story 3 ha anche delle gag che possono venire capite solo da chi ha visto i primi due film. Innanzitutto i piccoli alieni verdi diventano finalmente padroni del “Dio Artiglio” che tanto venerano e riescono anche a salvare il loro “papà” Mr. Potato Head, ricambiando il gesto compiuto dalla patata in Toy Story 2. Buzz viene resettato, e riportato alla condizione di borioso e antipatico Ranger Spaziale che tanto odio aveva causato in Woody nel primo film. A proposito di Buzz, la sua versione spagnola è semplicemente strepitosa (come la canzone Hay un amigo en mi cantata dai Gipsy Kings nei titoli di coda..) e lo rende uno dei personaggi migliori del film, anche se i miei preferiti sono, oltre agli ovvi Barbie, Ken e alieni verdi, un Mr. Potato Head che in questo terzo episodio, assieme alla moglie novella Cassandra, da davvero il bianco (la gag della tortilla e del cetriolo sono da antologia) e le new entry: Chuckles il clown triste, i tre pisellini nel baccello e il riccio teatrante. Uno stuolo di guest star tra i doppiatori italiani; intelligentemente ripescati Fabrizio Frizzi e Massimo D’Apporto, rispettivamente nei panni di Woody e Buzz, al già citato Gerry Scotti si aggiungono Claudia Gerini nel ruolo di Barbie, il mitico Fabio De Luigi nel ruolo di Ken e l’inaspettato Giorgio Faletti nel ruolo del clown triste. Siete ancora qui a leggere?? Andatelo a vedereeee!!!!!

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Di Tom Hanks, che in originale doppia Woody, ho già parlato qui, Tim Allen lo trovate qua; Lee Unkrich, finalmente promosso regista, è stato nominato qui mentre un breve profilo di Joan Cusak, la voce di Jessie, lo trovate qua. Tra le guest star che prestano la voce ai personaggi secondari figura anche Timothy Dalton, di cui ho già parlato qui, in questo caso doppiatore del riccio attore Mr. Pricklepants.

Michael Keaton in originale presta la voce a Ken. Geniale attore americano legatissimo al primo Burton (come dimenticare la sua meravigliosa performance come Beetlejuice in Beetlejuice – Spiritello porcello o come Bruce Wayne in Batman e Batman Returns?), negli ultimi tempi purtroppo la sua carriera è finita un po’ sotto tono. Lo ricordo comunque in film come Quattro pazzi in libertà, My Life – questa mia vita, Mi sdoppio in quattro, Jackie Brown, Out of Sight, Jack Frost, White Noise, Herbie – Il supermaggiolino e telefilm come Frasier. Come doppiatore ha lavorato nei film Porco Rosso, Cars – Motori ruggenti e per la serie I Simpson. Ha 59 anni e un film in uscita.

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Woopi Goldberg spunta a sorpresa come doppiatrice di un personaggio molto secondario, quasi invisibile, il polpo Stretch. Eppure questa attrice (che definire solo comica è riduttivo...) è una delle più grandi in assoluto e ha persino vinto l’Oscar come migliore attrice non protagonista per il film Ghost. Tra le sue altre pellicole ricordo Il colore viola, Jumpin’ Jack Flash, Il grande cuore di Clara, Sister Act – Una svitata in abito da suora, Palle in canna, sister Act 2 – Più svitata che mai, Una moglie per papà, Bordello of Blood, Bogus – L’amico immaginario, la versione televisiva di Alice nel Paese delle Meraviglie, Ragazze interrotte e Rat Race; ha inoltre partecipato a un episodio de La Tata, doppiato Il re leone, Pagemaster – Un’avventura meravigliosa, Rugrats – Il film e parecchi episodi di Capitan Planet e i Planeteers. Newyorchese, ha 55 anni e due film in uscita.

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Ned Beatty in originale presta la voce all’orsacchiotto Lotso. Americano, lo ricordo per film come l’inquietante Un tranquillo weekend di paura, Nashville, Tutti gli uomini del presidente, Quinto potere (per il quale è stato nominato all’Oscar come Miglior attore non protagonista), L’Esorcista II: L’eretico, Superman, 1941: Allarme a Hollywood, Superman II, Giocattolo a ore e l’esilarante Riposseduta; ha inoltre partecipato ad episodi delle serie Il tenente Kojak, MASH, Hunter, La signora in giallo, Alfred Hitchcock presenta, Pappa e ciccia, e CSI: Scena del crimine. Ha 78 anni e un film in uscita, Rango: un cartone animato di Gore Verbinski doppiato, tra gli altri, da Johnny Depp, che ha per protagonista un camaleonte in crisi d’identità perso per il deserto… mah!

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Jodi Benson in originale presta la voce a Barbie. Mi sembrava carino spendere due parole per questa attrice americana dalla splendida voce, visto che grazie a lei, nel 1989, ha preso vita la Ariel de La Sirenetta, personaggio a cui è rimasta legata per tutti i seguiti e spin – off nati da quel primo film. Inoltre, ha doppiato personaggi di Nausicaa della Valle del vento, Thumbelina – Pollicina, Flubber – Un professore tra le nuvole, A Bug’s Life, Toy Story 2, Giuseppe il re dei sogni e della serie Hercules, inoltre ha recitato in un episodio del telefilm Hunter. Ha 49 anni.

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E ora, siccome il post è particolarmente lungo, vi lascio semplicemente con il trailer del film… ENJOY!



6 commenti:

  1. eccola finalmente la recensione tanto attesa *_*ho visto Toy Story 3 prima dell'1 e 2... ehm, sì non ha molto senso, ma vabbè o.òai tempi lo avevo evitato, mi sono ricreduto con solo una decina d'anni di ritardo... e che sarà mai? XDtra i tre è comunque quello che ho preferito. Vuoi perché graficamente migliore, vuoi perché più complesso ed elaborato.. un pò più adulto anche... ma soprattutto adoro questa strisciante vena horror che si coglie qui e là.. *_*Il Bimbo in primis, ma anche la punizione finale per il cattivone.Abituati ai soliti cartoni in cui si perdona e si diventa tutti amicici, è bello vedere qualcosa di decisamente più realistico... e considerando che i soggetti sono giocattoli dotati di vita propria, la dice lunga O.oun minuto di silenzio per la Fattoria Parlante........ troppa nostalgia ç_ç

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  2. Straordinario! Commovente, divertente ed esilarante!!! La scena dell'inceneritore è già entrata nella storia del cinema secondo me!!

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  3. Grandissima recensione per un grandissimo film!E' la prima analisi che riesce a paragonare la scimmietta malefica a quella della copertina di Scheletri! Grande!Passa da me, se vuoi. C'è da commentare una classifica. CST

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  4. @Ale55andra: mi è tornata in mente leggendo il tuo commento. Non ci sono parole per dire quanto riesca a comunicare quella scena. Semplicemente splendida.@Cineserialteam: Stephen King è il mio scrittore preferito, non potevo esimermi ^^E ora mi hai incuriosito, passo a vedere la classifica!

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  5. Ciao.. Questo film è a dir poco magnifico. E' così divertente, sognante, malinconico e pauroso nello stesso tempo che è impossibile non commuoversi davanti a questi simpaticissimi personaggi. Sono poi così teneri e affettuosi che fanno venir voglia di andare a recuperare i propri giocattoli. 

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  6. O di cercare una versione "reale" di quelli del film *__*Grazie per essere passata, Memole!!

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