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martedì 12 ottobre 2010

13 Beloved (2006)

Da quando ho cominciato a spaziare per la cinematografia mondiale, ho scoperto che, al 99%, i film tailandesi mi ammorbano. Per fortuna non è stato così con il particolarissimo 13 Beloved (13 game sayawng), diretto nel 2006 dal regista Chukiat Sakveerakul.

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Trama: Pusit (che nei sottotitoli inglesi viene chiamato Chit, chissà perché…) è un impiegatucolo che, oltre ad essere senza fidanzata, senza macchina e senza soldi, sta anche per essere licenziato. A “salvarlo” da questa sequenza ininterrotta di sfiga arriva una misteriosa telefonata che gli comunica di essere stato scelto per un gioco: il nostro eroe dovrà superare 13 prove, alla fine delle quali diventerà ricco da far schifo. Fosse così facile…

Beloved

Prendete un qualsiasi Fantozzi della nostra generazione ed unite la commedia e la satira sociale ad una sorta di Saw; riuscirete, forse, a farvi un’idea di cosa sia 13 Beloved. Un film che non può essere definito semplicemente horror e che, nonostante sia legato ad una cultura così diversa dalla nostra, ci è vicino in più di un senso. I problemi di Pusit sono assai simili a quelli di qualsiasi altro suo coetaneo occidentale, almeno all’apparenza. Chi non sarebbe invogliato (almeno dalle prime due prove, ovviamente, poi io personalmente mi sarei arresa…) almeno a provare a vincere quei soldi così facili che, in quanto tali, diventano il miraggio per risolvere tutti i problemi? Purtroppo, a questo mondo, non si fa nulla per nulla e spesso e volentieri per arricchirsi serve una discreta mancanza di scrupoli. Esagerando, si può dire che 13 Beloved è una metafora del mondo in cui viviamo: alienato, prigioniero di miti irraggiungibili, dove le persone “normali” vengono inghiottite fino a sparire, dove vincono i più furbi e dove, soprattutto, chiunque nasconde la sua natura di bestia dietro una facciata di normalità. Il regista ci vuole dire che, se messo alle strette e pressato, toccato nella sua sopravvivenza economica e sociale, chiunque può mettere da parte gli scrupoli e andare avanti come un tir per la sua strada, senza guardare in faccia nessuno. Non è permessa nessuna debolezza, o si viene spazzati via.

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13 Beloved, intelligentemente, lascia la spiegazione “morale” dell’intera vicenda ad un occhio al contempo crudele ed innocente (ovviamente non vi tolgo la sorpresa di sapere chi c’è dietro al gioco), che si contrappone a quello incredulo dell’amica del protagonista, destinata ad essere semplice ed impotente testimone del progressivo degrado di Pusit. Quanto a quest’ultimo, il regista ci aiuta ad entrare nella sua mente, a capire le sue scelte e le sue azioni con pochi flashback ben mirati, che puntano su un’infanzia di sottomissione alla madre iperprotettiva e abusi da parte del padre schifosamente bastardo. Altro aspetto che io, personalmente, ho gradito molto, è l’abbondanza di scene ironiche, soprattutto nella prima metà del film: l’immagine di Pusit che malmena un bullo a colpi di zampa di porco mentre la gente rimane semplicemente a guardare e oppone una blanda resistenza è da antologia, ma ce ne sono mille altre, la maggior parte delle quali imperniata su una visione del popolo tailandese che, a quanto ci mostra un loro connazionale, è composto da gente caciarona, stordita e di un’ignoranza fuori dal comune (i familiari del vecchietto bloccato nel pozzo sono emblematici…). Quanto a ciò che costituisce l’ossatura stessa del film, ovvero le 13 prove, spaziano senza soluzione di continuità dal disgustoso al “normale” al gore; interessante e molto ben fatta quella del filo di metallo teso su una strada trafficata, leggendaria e schifosa quella del ristorante cinese e toccante quella in cui viene chiesto a Pusit di fare piangere almeno tre bambini. Sarà che i pargoletti utilizzati nella scena sono deliziosi, ma quando uno di loro si mette a piangere stringendo nei pugni la gamba dei pantaloni del protagonista sono arrivata a sentirmi merda io per lui. Nonostante si riesca a trovare solo in lingua originale (e purtroppo il tailandese suona davvero come un’ininterrotta e piatta nenia…) con sottotitoli, vi consiglio di provare a guardarlo, perché 13 Beloved è davvero un film interessante.

Chukiat Sakveerakul è regista e sceneggiatore del film. 13 Beloved è il secondo dei suoi quattro film, che spaziano dalla ghost story alla commedia fino ad arrivare al dramma gay. Tailandese, ha 29 anni.

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Krissada Terrence interpreta il protagonista, Pusit. 13 Beloved è stato l’ultimo dei tre film ai quali ha partecipato, il primo dei quali è una commedia musicale dal titolo The Adventures of Iron Pussy (!!), che narra le avventure di un travestito agente segreto. Devo assolutamente trovarlo, nulla può essere più trash. L’attore tailandese, che è anche cantante in una band pop, ha 40 anni.

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Del film esistono due versioni, una delle quali è priva delle scene più gore e di parecchie immagini relative alla disgustosa quinta prova. Riguardo a quest’ultima, il piatto che deve ingerire Pusit è fatto in realtà con durian (un frutto tipico del sudest asiatico che pare puzzi da morire ma abbia un sapore divino), sciroppo e anacardi. Chi ha visto il film provi a ricostruire la scena, mentre chi non l’ha visto cerchi di immaginare il contenuto del piatto in base agli ingredienti! E ora vi lascio col trailer della versione inglese del DVD... ENJOY!!






1 commento:

  1. un film incredibile °_°tralasciando l'assurda lingua (non tanto per il suono, quanto proprio per la piatta intonazione), il film è incredibile  e tu sai... sai che la prova al ristorante è stata per me qualcosa di apocalittico, da premio oscar per le facce del protagonista XDquella poteva essere anche la ghiottoneria più ambita di tutta l'Asia, ma personalmente non riuscirei mai e poi mai a mangiare una cosa che puzza.. e soprattutto, che ha quell'aspetto O.òincredibilmente vero e attuale anche il finale...

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