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lunedì 23 maggio 2011

Cannes 2011

Anche quest’anno il festival di Cannes si è concluso, con vincitori e vinti. Personalmente, non posso dire di avere vissuto appieno l’edizione 2011, non ero effettivamente troppo interessata, nonostante in giuria ci fossero Uma Thurman e Robert De Niro; in generale, comunque, mi è sembrata un’edizione un po’ sottotono, “vivacizzata” solo (se così si può dire) dall’infelice performance del regista Lars Von Trier durante la conferenza stampa per il suo ultimo film, Melancholia. Un’uscita che ha fatto parlare per almeno tre giorni la stampa mondiale e fatto dichiarare Von Trier “persona non gradita” al Festival, nonostante le parole del regista, se ascoltate con attenzione, suonassero più ironiche e volutamente provocatorie che seri deliri nazisti, come hanno urlato in molti. Tutta pubblicità per un regista più furbo che bravo, che tuttavia ogni volta porta parecchia fortuna alle protagoniste dei suoi film, come vedremo più avanti.

cannes-2011

Cominciamo quindi con l’elenco dei vincitori! La Palma d’Oro come miglior film, nonostante l’accoglienza tiepidissima del pubblico in sala, se l’è portata a casa il film The Tree of Life di Terrence Mallick (che peraltro è uscito la settimana scorsa anche dalle mie parti). Del regista avevo visto solo La sottile linea rossa, trovandolo davvero splendido, e sono convinta che anche The Tree of Life mi potrebbe piacere. Il film infatti racconta la vita di una famiglia americana e soprattutto di uno dei tre figli (interpretato da Sean Penn, mentre il padre è Brad Pitt) il quale sperimenta la graduale perdita dell’innocenza e cerca, in qualche modo, di ritrovarla, assieme al senso della vita, durante l’età adulta. Chi lo ha visto ha parlato come un’opera quasi new age, che accomuna le esperienze umane ai fenomeni naturali, un film sicuramente particolare e non per tutti, che mi incuriosisce parecchio. Cercherò di andarlo a vedere, per poter farmi un’opinione.

Mallick

Il premio per il miglior regista è volato in Danimarca, tra le mani di Nicolas Winding Refn, che personalmente non conosco, per il film Drive, dove uno ad uno stuntman viene messa una taglia sulla testa dopo un furto andato male. Un’americanata, insomma, per un regista che si era già concentrato sulla malavita con una serie di film dal titolo Pusher e che è stato già scritturato per dirigere il remake dello storico La fuga di Logan, un film di fantascienza ambientato in un mondo dove chiunque deve morire a trent’anni. Aiuto! La mia ora è scoccata!

WindingRefn

E’ rimasto in patria, invece, il premio per il miglior attore, che è andato al francese Jean DuJardin per il film The Artist, una storia d’amore ambientata nella Hollywood degli anni ’20, quando l’avvento del sonoro rischiava di mandare in pensione tutte le star del muto. Nel film figurano pezzi da novanta come John Goodman e Malcom McDowell e l’unica cosa che posso fare, non conoscendo ahimé nulla di questo Dujardin, è augurargli una carriera come la loro!

Jean-Dujardin

Conosco invece benissimo la vincitrice del premio come migliore attrice, visto che è una tra le mie preferite. Sto parlando infatti di Kirsten Dunst, che si è portata a casa il premio in virtù del fatto che Von Trier sarà anche stato dichiarato “persona non grata”, ma il suo Melancholia è rimasto in concorso. Il film in questione ci mostra gli ultimi giorni della vita sulla Terra, condannata a venire cancellata dallo scontro con un altro pianeta, Melancholia appunto. La trama si concentra in particolare su come vivono la vicenda una giovane neosposa (la Dunst) preda di una potente malinconia e la sorella di lei (Charlotte Gainsbourg, che ha vinto la palma d’oro come migliore attrice nel 2009, per un altro film di Von Trier, il controverso Antichrist). Siccome seguo Kirsten Dunst dai tempi di Piccole donne e dello splendido Intervista col Vampiro, dove interpretava la piccola vampira Claudia, sono strafelice della sicuramente meritata vittoria e non vedo l’ora che Melancholia esca da noi.

Kirsten-Dunst

Prima di chiudere, vorrei esprimere la mia felicità anche per un’artista che ho avuto modo di apprezzare in due film molto diversi, la francese Maiwenn (Alex in Alta Tensione e l’aliena Diva Plavalaguna de Il quinto elemento), che ha vinto il premio della giuria come regista del film Polisse, un’altra controversa storia d’amore che vede coinvolti una poliziotta sotto copertura e un ragazzo richiuso in riformatorio. L’aMMore quest’anno porta fortuna, pare, e ancora una volta l’Italia ha portato a casa poco o nulla. Ci rifaremo con Venezia? Ai posteri l’ardua sentenza… Nel frattempo vi lascio con il trailer originale di The Tree of Life. ENJOY!

3 commenti:

  1. Il discorso trattato nella trama del film di Malick mi interessa molto e sicuramente lo vedro'. Lars von Trier ha trovato ancora una volta il modo di far parlare di lui e far pubblicità al film e la mia antipatia nei suoi confronti aumenta, ma ammetto di esser stata  vittima di questo tipo di notorietà. I suoi film , va finire che li guardo tutti.

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  2. Guarda, a me Von trier come regista non fa impazzire.
    Mi ha già fregata una volta con Idioti, che tutti hanno decretato un capolavoro e che io ho trovato semplicemente... idiota, appunto.
    Poi mi ha appassionata al suo Riget, o The Kingdom.... e adesso questo Melancholia che vorrei vedere a prescindere da quello che lui ha detto o meno a Cannes.
    Staremo a vedere!!

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  3. Si lo vedro' anch'io sicuramente, ma ci sono delle sue opere che mi fanno innervosire un po', come la sua penultima "Antichrist". Mi son piaciuti "Dogville " e "Dancer in the dark".

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