Pagine

lunedì 30 maggio 2011

The Tree of Life (2011)

Per una volta che, miracolosamente, anche il multisala della mia zona ha ignorato le istanze puramente commerciali che lo spingono a mettere in cartellone solo film di sicuro successo, ne ho approfittato e sono andata a vedere l’ultima fatica di Terrence Malick, The Tree of Life, premiato a Cannes con la palma d’oro come miglior film (o, come ha detto l’impiegata del multisala “è stato premiato al Coso col Coso”).



Trama (anche se parlare di trama in questo caso è molto riduttivo…): attraverso i ricordi di un disilluso uomo d’affari, Jack, assistiamo alla sua vita, dalla propria nascita alla morte del fratello minore, e alla progressiva perdita dell’innocenza e della fede in Dio.



Ora, io proverò a recensire questo bellissimo e particolare film, e lo farò indegnamente, sia per manifesta incapacità, sia perché credo l’interpretazione di The Tree of Life debba essere molto soggettiva, e lasciata alla percezione e all’esperienza del singolo spettatore. Quindi sarò molto breve. L’ultimo film di Malick è Cinema, con la C maiuscola, pura poesia, una commistione praticamente perfetta di immagini e suoni come raramente si può vedere nei tempi moderni. In un’epoca di 3D, di fracasso, di Dolby Surround, Malick ha il coraggio di mettere in scena il Silenzio per buona parte della pellicola, di lasciare che siano le splendide immagini a parlare, talvolta accompagnate dai sussurri della natura, talvolta da musica sacra (delle sequenze talmente belle che mi hanno messo i brividi, e mi hanno lasciata letteralmente a bocca aperta, tanto da impormi di chiuderla per non fare figuracce…). Sì perché, per come l’ho capita io, The Tree of Life è il personalissimo omaggio (o la personalissima riflessione) del regista sul rapporto tra l’uomo e Dio o sulla scelta, come si evince all’inizio, tra la “via” della Natura e quella della Grazia. Una dicotomia che gli spettatori potranno ritrovare nelle due figure che guidano e segnano l’infanzia e la vita di Jack, il dispotico e frustrato padre (un Brad Pitt grandioso) e la dolcissima e triste madre (una splendida Jessica Chastain, attrice che non conoscevo affatto). E non solo.



Al di sopra dei genitori, degli amici e dei fratelli minori, c’è Dio. Un Dio né buono né malvagio, semplicemente il Creatore, che ha dato vita al miracolo dell’esistenza senza pretendere di condizionarla in seguito, lasciando che gli eventi scorressero senza imporre un controllo. E’ una visione assai difficile per un bambino cresciuto in una famiglia profondamente religiosa, nella Grazia appunto. Quando all’innocenza subentra l’esperienza, e Jack nota che le cose brutte accadono anche alle persone buone, che le preghiere non vengono ascoltate, che anche dove dovrebbe esserci sincerità ci sono un’ipocrisia e una cattiveria che non vengono punite, quando arriva la Morte, inaspettata e crudele, subentra il rifiuto della Grazia e la decisione inconsapevole di abbracciare la via della Natura e della disillusione. Alla fine c’è una sorta di riconciliazione con questo Dio così sfuggente ed inconoscibile, ma secondo me non esiste un finale che si possa definire “lieto”. Dipende, come ho detto, tutto dal punto di vista dello spettatore.



E non crediate neppure che la “storia” sia lineare come ve l’ho raccontata. Non esiste una “trama”, perché la vita vera non ne ha una. Siamo abituati a vedere film che riportano ogni singolo dialogo, come se gli eventi ci scorressero davanti in quel preciso momento, ma se ci pensate bene quando noi proviamo a ripensare alla nostra vita, non ricordiamo ogni singolo istante o ogni singolo dialogo, ma sprazzi di immagini, di parole, di suoni, di sensazioni che sono importanti per noi, non per gli altri. Ecco perché Malick ci mostra immagini spesso prive di senso, ininfluenti per quanto riguarda la trama, riprese da un punto di vista soggettivo, straniante, e filtrate da distorsioni che si potrebbero definire quasi oniriche. Del Tree of Life, insomma, ci vengono mostrati i rami, per quanto riguarda la vita di Jack… e ci vengono mostrate anche le radici, indispensabili, ma di cui spesso non ci rendiamo conto nonostante siano sempre intorno a noi: l’intrinseca bellezza della vita, della natura, del mondo, che va avanti incurante delle nostre “piccole” tragedie personali, che è sempre andato avanti, dalla sua Origine, ai dinosauri, a oggi. Un miracolo, il più grande, talmente grande e “scontato” che ormai non ci dona nemmeno più sollievo. Per fortuna, però, ogni tanto arriva qualcuno come Malick a ricordarci di aprire gli occhi, che si sia o meno credenti.



Cavolo, doveva essere una recensione breve ma mi sono lasciata trasportare, dopo due giorni di riflessione praticamente ininterrotta sul film. Brevemente, concludo dicendo The Tree of Life non è un film facile, affatto, e nemmeno esente da difetti. Francamente, sono rimasta sconcertata dall’arrivo dei dinosauri, lo ammetto. E’ stata un’immagine stridente che mi ha fatto pensare, ahimé, a quei tristissimi documentari che davano alla Macchina del Tempo e che mi ha fatto ingoiare le risate all’interno di una sala silenziosissima (non so se perché gli spettatori erano attentissimi o semplicemente perplessi e timorosi di esternare i loro pensieri più reconditi…!). Nonostante questo e nonostante la complessità, lo consiglio spassionatamente a tutti coloro che vedono il cinema come qualcosa di più che semplice intrattenimento e che non hanno bisogno di vedere per forza un film dal significato lineare, visto che il regista pone mille domande ma non da alcuna risposta. Gli altri si astengano, per il loro stesso bene! Personalmente, credo che vorrò rivederlo tra molto tempo, per capire se altre esperienze personali me ne daranno una visione diversa.



Di Brad Pitt, che interpreta il signor O’Brien, il padre di Jack, ho già parlato in abbondanza qui.

Terrence Malick è il regista della pellicola. Animo schivo, autore che non si mostra in pubblico da anni, tra i suoi film ammetto di avere visto solo il bellissimo La sottile linea rossa. Americano, anche sceneggiatore e produttore, ha 68 anni e un film in progetto.   



Sean Penn interpreta Jack da grande. Uno dei più bravi attori della sua generazione, che per fortuna è stato in grado di staccarsi dalla sua antica fama di rissoso ex marito di famose cantanti e attrici (Madonna e Robin Wright nella fattispecie), lo ricordo per film come Shangai Surprise, Colors: colori di guerra, Non siamo angeli, Carlito’s Way, Dead Man Walking – Condannato a morte, She’s So Lovely – Così carina, The Game – Nessuna regola, Bugie baci bambole e bastardi, La sottile linea rossa, Il mistero dell’acqua, Mi chiamo Sam, il bellissimo Mystic River (che gli è valso l’Oscar come miglior attore protagonista) e Milk, che gli ha portato il secondo Oscar della carriera. Ha partecipato anche alle serie televisive La casa nella prateria, Ellen e Friends. Americano, anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 51 anni e un film in uscita.



Jessica Chastain (vero nome Jessica M. Howard) interpreta la madre di Jack. Americana, ha partecipato a serie come E.R., Veronica Mars, Law & Order e ad alcuni film che non conosco. Ha 30 anni e cinque film in uscita.



E ora un paio di curiosità. Pare che Heath Ledger avrebbe dovuto partecipare al film nel ruolo del sig. O’Brien, ruolo ereditato da Brad Pitt per ovvi motivi, ma anche Colin Farell e Mel Gibson avrebbero dovuto essere della partita, a dimostrazione di quanto sia stato ponderato questo The Tree of Life, che sembra Malick avesse in mente addirittura fin dagli anni ’70. Non penso esista un film che possa consigliarvi per rivivere gli stessi temi o le stesse immagini della pellicola, ma azzarderei forse un Il settimo sigillo o al limite un felliniano 8 ½. Sono comunque film che vale la pena vedere!! E ora vi lascio con il bellissimo trailer... ENJOY!!

4 commenti:

  1. Sono l'unica a cui non è piaciuto per nulla e che l'ha trovato pretenzioso, noioso e artefatto?
    Ok, so che non era il commento che volevi leggere ma io Tree of Life l'ho visto al cinema e mi sono sentita soprattutto presa in giro a fine film ç__ç
    In particolar modo tutta quella roba da National Geographic non c'azzecca proprio nulla con il film, sembra quasi che il proiezionista abbia per sbaglio cambiato "canale" e si sia sintonizzato su un documentario bruttino XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, non sei l'unica. Ricordo che parecchia gente era uscita dal cinema perplessa. Non so, purtroppo adesso sono passati anni ma ricordo distintamente che ero riuscita a meravigliarmi anche davanti alle scene "da documentario" oltre a commuovermi per il film in sé :)

      Elimina