Mercoledì sera sono andata a vedere Monuments Men (The Monuments Men), diretto e sceneggiato da George Clooney a partire dal libro The Monuments Men: Allied Heroes, Nazi Thieves, and the Greatest Treasure Hunt in History di Robert M. Edsel.
Trama: sul finire della seconda guerra mondiale un plotone di critici d’arte, architetti, restauratori ecc. si riunisce col nome di Monuments Men per recuperare le opere rubate dai nazisti ed impedire che, al momento della disfatta, quelle già trafugate vengano distrutte…
Dopo aver letto critiche tra il tiepido e il disgustato, mi sono accinta alla visione di Monuments Men a dir poco prevenuta, nonostante la presenza di due beniamini come Bill Murray e John Goodman. Alla fine non è andata male come temevo ma è indubbio che in Monuments Men qualcosa non abbia girato per il verso giusto e me ne sono accorta persino io che il libro di Edsel non l’ho mai letto (ma ho intenzione di farlo). Sulla carta, la storia vera di questi “eroi dell’arte” non è affascinante, di più: immaginatevi un gruppo di esperti che si sono giustamente incaponiti per salvare quanto di più prezioso abbia prodotto l’ingegno umano nel corso dei secoli, quelle opere che dovrebbero renderci orgogliosi e che, senza troppi giri di parole, assieme alle meraviglie della natura possono farci arrivare persino a credere nei miracoli ed elevarci dalle brutture della vita. Immaginatevi non tanto la piccineria di un ometto che voleva queste opere tutte per sé in un museo personale ma l’orrore derivante dalla scellerata decisione di DISTRUGGERE questi inestimabili tesori, patrimonio dell’umanità intera, nel caso l’ometto in questione avesse perso la guerra. La missione dei Monuments Men, lo capirebbe anche un bambino, è giusta, importante e legittima quanto quella di qualsiasi altro soldato, perché a che servirebbe la pace senza la bellezza e la cultura? Il problema però è che, come ha detto meglio di me Andrea Lupia nel suo articolo , sembra quasi che Clooney si scusi di continuo con lo spettatore medio per aver scelto di raccontare la storia di questi eroi poco convenzionali e che cerchi di giustificare la loro esistenza e ogni loro azione attraverso dialoghi, voci fuori campo, postille, lettere strappalacrime e quant'altro. Questi spiegoni giustificativi non solo rallentano mortalmente la prima parte della pellicola, ma dopo un po' suonano forzati e fastidiosi. Ma non è questo l'unico problema del film.
Come già accadeva nel più surreale L'uomo che fissava le capre, non a caso diretto dal produttore e co-sceneggiatore di Monuments Men, Grant Heslov, la pellicola non sa se essere seria o faceta e stenta a trovare un equilibrio tra la sua natura di storia vera e le esigenze di spettacolo. Alcuni momenti sono sinceramente emozionanti, come la sequenza in cui Bill Murray (il più bravo assieme a John Goodman e un inaspettato Bob Balaban) piange nella doccia o le terribili scene in cui i nazisti bruciano alcune tra le più belle opere d'arte esistenti, altri sono ironici al punto giusto, si veda la cena a lume di candela tra Damon e la Blanchett o l'incontro di Murray e Balaban con il giovane soldato tedesco, ma altre cose sono al limite del WTF. Nella fattispecie non capisco perché mai i francesi debbano sempre venire dipinti come dei poveri cretini sentimentali che vivono in un mondo tutto loro: va bene l'inesperienza del plotone, ma non puoi in mezzo alla guerra soffermarti ad ammirare la natura o imitare Chaplin quando ti stanno spianando dei mitra contro! E ci sarebbero tanti altri momenti in cui la simpatica guasconeria o il fine umorismo si trasformano in attentati contro l'intelligenza dello spettatore. A parte questo, comunque, gli attori sono tutti in gran forma e Clooney ci mette del suo, come regista, a non privare splendidi edifici e ancor più meravigliose opere d'arte (per quanto ricostruite) del loro naturale fascino: diciamo che, per quel che riguarda la scenografia, Monuments Men è talmente ben curato che varrebbe la pena vederlo anche solo per questo. Non sarà il film dell'anno, anzi, è stato sicuramente un po' deludente, ma racconta un importante pezzo di storia poco conosciuta... e se vi farà venire la curiosità, com'è successo a me, di leggere il libro da cui è stato tratto, tanto meglio!
Di George Clooney, regista, sceneggiatore della pellicola e interprete di Frank Stokes, ho già parlato qui. Di Matt Damon (James Granger), Bill Murray (Richard Campbell), Cate Blanchett (Claire Simone), John Goodman (Walter Garfield), Jean Dujardin (Jean Claude Clermont), Bob Balaban (Preston Savitz) e Grant Heslov (il dottore) ho già parlato invece ai rispettivi link.
Hugh Bonneville (vero nome Hugh Richard Bonneville Williams) interpreta Donald Jeffries. Inglese, ha partecipato a film come Frankenstein di Mary Shelley, Il domani non muore mai, Notting Hill, Ladri di cadaveri – Burke & Hare e alle serie Doctor Who e Downtown Abbey. Ha 51 anni e due film in uscita.
Nei panni del vecchio Stokes compare nientemeno che Nick Clooney, padre di George. Al posto di Matt Damon, invece, avrebbe dovuto esserci Daniel Craig, che però ha rinunciato per impegni pregressi. Detto questo, se il film vi fosse piaciuto recuperate Il treno e, ovviamente, Inglorious Basterds! ENJOY!
Ah bene!
RispondiEliminaQuesto è uno dei film "seri" del momento che vorrei vedere.
Dico la verità: l'avrei fatto solo Clooney e Murray
Non è nulla di trascendentale ma per Murray val bene un biglietto! :)
EliminaEnnesima conferma che non si tratta certo della miglior prova di Clooney regista.
RispondiEliminaPeccato.
Comunque, non fosse altro che per il cast, lo vedrò.
Effettivamente da lui mi aspettavo qualcosina di più!
EliminaGià sai, no?
RispondiEliminaUn vero peccato che una storia così interessante sia stata realizzata in maniera così approssimativa...
Già so, ma per Murray dovevo provare.
EliminaAdesso appena riesco mi procuro il libro!
L'ho visto pure io mercoledì, dopo aver letto i pareri poco lusinghieri di amici di blog tipo la poison qua sopra. Confermo, è stata una gran delusione, un film per vecchi. Piange il cuore vedere un cast così recitare battute così. Il peggior Clooney di sempre...
RispondiEliminaI vecchi cadono assopiti dopo due minuti con un film simile! :D
EliminaA me ispirava, ma ne leggo male un po' ovunque...
RispondiEliminaRecupera in futuro, al massimo, se non sei convinto :)
EliminaIo non l'ho trovato troppo noioso ma appesantito sì, più che altro insicuro sulla strada da prendere. E' un peccato perché, come hai detto, la storia è interessante ma raccontata così rischia di tenere lontana la maggior parte del pubblico...
RispondiEliminaAaargh!
RispondiEliminaNo, non si fa: a prescindere da quanto sia noioso un film devo vederlo fino alla fine. Per Cosmopolis, mal ne incolga a chi è andato a vederlo pur sapendo che per 2 ore avrebbe avuto la faccia inespressiva di Pattinson su schermo gigante XDXD
Io non ho mai avuto il coraggio di vederlo proprio per la presenza di Pattinson, sono sincera XD
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