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mercoledì 23 luglio 2014

We Are What We Are (2010)

Estate, tempo di sagre ben poco vegetariane e grigliate di carnazza! Quindi va benissimo guardare una pellicola "a tema" come We Are What We Are (Somos lo que hay), diretta e sceneggiata nel 2010 dal regista Jorge Michel Grau.


Trama: quando il patriarca muore improvvisamente, una famiglia di cannibali composta da madre e tre figli deve cercare di sopravvivere...


We Are What We Are è un horror atipico che sfrutta la metafora del cannibalismo per raccontare il disfacimento di una famiglia e la lotta della tradizione contro i cambiamenti della società moderna. Pur non mancando di scene splatter o grottesche, comunque centellinate, la pellicola si concentra soprattutto sui rapporti tra i protagonisti e sulle loro inevitabili diversità nonché sul modo di vivere tipico di una comunità inevitabilmente retrograda e patriarcale dove è l'uomo l'unico a procurare alla famiglia cibo, denaro e sostentamento ma è anche, di solito, la principale causa di danni e scissioni: il padre di famiglia muore (in un centro commerciale tra l'altro, ambiente quasi totalmente estraneo al suo nucleo) a causa della sua insana passione per le prostitute e lascia i figli e la moglie in una situazione a dir poco disperata. Senza lavoro e senza idea di cosa, precisamente, si debba fare per mandare avanti la famiglia, il figlio maggiore Alfredo, debole, privo di nerbo e probabilmente diverso in più di un senso, si ritrova a dover gestire una madre e un fratello minore che lo odiano e una sorella che, palesemente, tra tutti sarebbe la più adatta a diventare il "capotribù", se solo non fosse nata donna. Attorno a questa strana famiglia si svolge una vita sociale fatta di violenza, soprusi, solitudine, corruzione (della polizia, che in We Are What We Are fa davvero una figura pessima), prostituzione e sfruttamento minorile, roba che al confronto il cannibalismo è davvero il male minore.


Ed effettivamente, il male minore di cui sopra viene spesso messo da parte in We Are What We Are, che è più dramma familiar-sociale che horror. Durante tutta la pellicola, infatti, viene costantemente nominato "Il Rito" che, si presuppone, sia il periodico sacrificio di un essere umano da mangiare in famiglia, tuttavia questo Rito viene messo in scena solo alla fine e quasi interamente al di fuori delle inquadrature, dopo che il povero Alfredo e la madre hanno fatto carte false per procurarsi la materia prima. Più che quello e l'accellerata finale, sinceramente, in We Are What We Are è da apprezzare la dinamica dei rapporti tra i membri della famiglia e il difficile passaggio dall'adolescenza all'età adulta, soprattutto grazie alla bravura degli attori coinvolti, a me tutti sconosciuti ma perfettamente in grado di incarnare i loro complessi personaggi. Su tutti, spiccano il "fratello maggiore" Francisco Barreiro e l'inquietante "sorella" Miriam Balderas, mentre il fratello minore sarebbe da prendere a ceffoni in quanto tipico stereotipo di galletto sudamericano tutto violenza e niente cervello, una delle tante ingenuità di una sceneggiatura che, per quanto interessante, mette purtroppo tanta carne al fuoco e soffre spesso e volentieri di pesanti cali di ritmo nei momenti che dovrebbero essere più concitati. Considerando, comunque, che la prima parte è molto interessante e che We Are What We Are è un'opera prima girata in un Paese che, ovviamente, fa Cinema in modo assai diverso da quello a cui molti di noi italiani siamo abituati, non posso fare altro che consigliarne la visione!

Jorge Michel Grau è il regista e sceneggiatore della pellicola. Messicano, ha diretto film come The ABCs of Death (episodio I is for Ingrown). Anche produttore, ha tre film in uscita.


Francisco Barreiro, che interpreta Alfredo, dovrebbe partecipare anche all'imminente ABCs of Death 2 il quale, purtroppo, non annovererà Grau tra i 26 registi coinvolti. Di We Are What We Are esiste anche l'omonimo remake del 2013, diretto da Jim Mickle, che tuttavia non ho ancora visto. Nel caso l'originale di Grau vi fosse piaciuto magari provate a recuperarlo... io sicuramente lo farò! ENJOY!

6 commenti:

  1. Mi è piaciuta la spiegazione che hai dato.
    Lo spavento può lasciare anche da pensare :)

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    1. Grazie :)
      Sì, in questo caso l'horror lascia parecchio spazio al dramma umano..

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  2. we bollicina, ma lo sai che ho beccato il remake americano su letterboxd? Sti americani, sempre a copià i film degli altri paesi eh? Cercherò di recuperarlo :)

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    1. Jim Mickle però non è un americano qualunque, eh :D I suoi film precedenti erano molto particolari, quindi sarei propensa a dar fiducia anche al remake di We are what we are!

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    2. il remake l'ho visto proprio oggi, particolare, all'inizio sembra annoiarti, ma poi decolla, recupererò anche l'originale, solo per curiosità :)

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    3. Bene allora io recupererò il remake :)

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