Pagine

martedì 26 maggio 2015

Bollalmanacco On Demand: La Venere d'Ille (1981)

On Demand particolare, quello di oggi. Qualche tempo fa, infatti, Galerius mi aveva chiesto di guardare La Venere d'Ille, ultimo film di Mario Bava, co-diretto col figlio Lamberto che della pellicola è anche co-sceneggiatore. Quello che non avevo capito, però, è che La Venere d'Ille fosse un episodio della serie TV I giochi del Diavolo! Per la cronaca, il prossimo film On Demand sarà... Oggesù... Paganini. ENJOY!


Trama: nei terreni di un nobile spagnolo viene ritrovata la statua di una Venere. Il nobiluomo, orgoglioso del ritrovamento, espone la preziosa opera in giardino ed invita Mathieu, giovane artista e studioso parigino, ad ammirarla, proprio pochi giorni prima del matrimonio tra il figlio e la bella ereditiera Clara...



Per chi, come me, è abituato ad associare il nome Bava al giallo o all'horror gotico la visione de La Venere d'Ille è un'esperienza spiazzante. La definizione di horror gotico, in effetti, gli calzerebbe anche a pennello, non solo per l'ambientazione ma anche per la presenza di un protagonista sensibile e tormentato e per i misteri che circondano l'antica statua della Venere.. se non fosse che, per almeno quaranta minuti, questi elementi vengono messi in secondo piano da quella che, in definitiva, è una storia d'amore platonico nata tra un giovanotto e una donna in procinto di sposarsi. La Venere del titolo sembra quasi fare da cornice all'approfondimento psicologico di personaggi che sarebbero ben delineati anche senza la presenza di questo elemento "perturbante". La famiglia del proprietario terriero, un arricchito con pose da uomo di cultura anche troppo viscerale per nascondere le sue origini, comprende una moglie e un figlio che non fanno alcuno sforzo per dissimulare la loro natura di burini e, ovviamente, nemmeno alcun tentativo di nascondere lo scopo puramente economico del matrimonio tra Clara ed Alfonso; a rompere questo "equilibrio" ci pensa il timido, colto e raffinato Mathieu, che subito si invaghisce (probabilmente ricambiato) di Clara ma è così signore da sfogare il proprio tormento dedicandosi a ritrarre la fantomatica Venere, le cui sembianze sono anche troppo simili a quelle della promessa sposa. Insomma, La Venere d'Ille sarebbe in poche parole il racconto di un ideale triangolo amoroso, di passioni trattenute, di amori calpestati dalla lussuria e dal bieco interesse, con l'aggiunta di un'oscura statua che le superstizioni popolari vorrebbero maledetta e che arriverà a poco a poco a minacciare la vita e le certezze dei protagonisti. Negli ultimi cinque minuti di pellicola, ça va sans dire.


E il tocco del Maestro?, direte voi? Eh, il tocco di Bava padre si vede giusto sul finale e nelle riprese notturne di corridoi e stanze, durante le quali si respira un'atmosfera assai inquietante, alimentata da rumore di passi, riprese di scale e porte chiuse, ombre nascoste da sottili baldacchini e un singolo, minaccioso spruzzo di sangue. Il resto (purtroppo e non me ne voglia Galerius che mi pare assai affezionato all'ultima opera di Mario Bava)  è anche troppo simile a una puntata de Il segreto per essere anche solo lontanamente apprezzabile; considerata la natura di produzione televisiva di La Venere d'Ille, sono stranamente belli i costumi e suggestive le scenografie ma registicamente parlando è la sagra del piattume. Gli attori invece li ho trovati tutti perfettamente calzanti, soprattutto il sanguigno Mario Maranzana nei panni del Signore De Peyrehorade, suo "figlio" Fausto Di Bella ("raffinatissimo" manzone che forse qualcuno ricorderà come fidanzato di Marisol in Un sacco bello, ma nella sua filmografia spuntano anche Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda tutta calda, Emmanuelle Nera: Orient Reportage e Novelle licenziose di vergini vogliose, quindi potete immaginare il genere di attore, perfetto per interpretare un giovane e arrapato porco fedifrago!) e una Daria Nicolodi talmente magra, giovane e graziosa da essere quasi irriconoscibile. Come avrete capito, La Venere d'Ille non mi ha appassionata granché quindi non vi consiglierei di diventare matti per recuperarlo ma se siete dei fan scatenati di Bava, vi piacciono questo genere di miniserie un po' vintage o siete semplicemente curiosi... perché no?


Del co-regista Mario Bava ho già parlato qui, mentre qualche notizia sul co-regista e co-sceneggiatore Lamberto Bava la trovate qua. A queste coordinate, invece, trovate Daria Nicolodi, che interpreta Clara.

Marc Porel (vero nome Marc Landry) interpreta Mathieu. Svizzero, ha partecipato a film come Non si sevizia un paperino, Sette note in nero e Il marchese del Grillo. Anche sceneggiatore, è morto nel 1983, all'età di 34 anni.


La serie I giochi del Diavolo è stata trasmessa su Rai 2 nel maggio del 1981 e constava di sei episodi da un'ora; il tema comune era la letteratura fantastica del diciannovesimo secolo e le opere da cui trarre ispirazione erano state selezionate nientemeno che da Italo Calvino! Gli altri episodi della serie sono L'uomo della sabbia (diretto da Giulio Questi e tratto dall'omonimo racconto di E.T.A. Hoffmann), La presenza perfetta (diretto da Piero Nelli e tratto dal racconto Il fantasma di Edmund Orme di Henry James), La mano indemoniata (diretto da Marcello Aliprandi e tratto dal racconto La mano incantata di Gerard de Nerval), Il diavolo nella bottiglia (diretto da Tomaso Sherman e tratto dall'omonimo racconto di Robert L. Stevenson)e Il sogno dell'altro (diretto da Giovanna Gagliardo e tratto dal racconto Il fu signor Elvesham di H.G.Wells), tutti disponibili sul Tubo nel caso foste curiosi di dargli un'occhiata. ENJOY!

15 commenti:

  1. aaaaaaaah devo recuperare allora, bollicina tesoro sei sempre magnifica nel recensire i film baciottoni ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Recupera, alla fine è un divertissement piacevole :) Grazie cara!!!

      Elimina
  2. Ehm ecco diciamo che con la buona Daria non ho un gran feeling u__U
    Sarai contento di sapere allora che la settimana prossima pubblicherò un post su La maschera del demonio! :D

    RispondiElimina
  3. Credimi... ne ho vaghissimi ricordi.... ma proprio vaghi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Però lo avevi visto! Io non lo avevo mai nemmeno sentito nominare!

      Elimina
  4. Mai sentito, non sembra male. Non sembra neanche incredibilmente bene, ma terrò presente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mah, di Bava guarderei altri film, come La maschera del demonio! :)

      Elimina
  5. Mai visto e sopratutto come hai fatto a recuperarlo? :-O

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Me l'ha chiesto Galerius e su Youtube si trova tutto l'episodio :)

      Elimina
  6. Ehilà, grazie per la recensione, Babol !
    La storia di un amore fatto di sguardi, allusioni, complimenti garbati in effetti c'è, ma direi che tutto sommato non occupa neanche troppo la scena ; c'è più che altro un ritratto d'ambiente e d'epoca che forse richiede un po' di gusto "antiquario" per essere pienamente apprezzato.
    In caso contrario può fare l'effetto di una pizza, come forse avviene con altre pellicole ( I Misteri del Giardino di Compton House, per fare un esempio : se non sei un patito di parrucconi, lumi di candela e musiche di Purcell ti annoi a morte ).

    I momenti horror comunque sono notevoli, ne converrai.

    Una piccola precisazione ( l'angolo della pedanteria ) : Peyrehorade, il padre, non è spagnolo ma francese. Il racconto è ambientato nella regione della Languedoc-Roussillon ; il paese è comunque molto vicino al confine con la Catalogna : di qui i riferimenti alle ragazze del posto definite 'catalane', alla sposa come Venere catalana eccetera, che sono un po' un vezzo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hmmm adesso mi hai fatto venire voglia di cercare I misteri del giardino di Compton House e saprei anche con chi guardarlo visto che citi Purcell! :)
      In effetti Peyrehorade mi ha tratta un po' in inganno, a tratti pensavo fosse francese ma poi quegli atteggiamenti e un paio di dialoghi mi hanno spinta a parteggiare per la Spagna :P

      Elimina
    2. Bene, Babol, spero ti piaccia...fra parentesi, è l'unico tra i film di Greenaway a essermi piaciuto ( anzi, per me è un vero e proprio cult ! ) ; gli altri sono troppo lambiccati e stravaganti per i miei gusti.
      Prima parlavo di Purcell. Devo precisare che l'autore dela colonna sonora è Michael Nyman, ma le musiche che ha creato sono puro Purcell, un 'falso d'autore' di altissima qualità, che contribuisce non poco alla suggestione che il film esercita. E ripaga di certa musica farlocca di tanti film in costume più commerciali.

      P.S. In questa Venere d'Ille c'è un cambiamento 'sessista' di un particolare della trama...qui a non reggere al dolore è la madre ( Adriana Innocenti ), laddove nel racconto a morire pochi mesi dopo il figlio è Peyrehorade. Evidentemente, gli sceneggiatori hanno pensato che morire di crepacuore fosse una cosa che s'addiceva più a una donna ; come urlare nella locandina de La Notte del Demonio...;)

      Elimina
    3. Aaah vedi che devo recuperare anche il racconto originale? Sì, ne La notte del demonio è la donna che urla nel poster ma francamente una protagonista così tosta l'ho vista raramente :)
      A maggior ragione cercherò I misteri del giardino di Compton House proprio per mettere alla prova il mio amico amante di Purcell :P

      Elimina
    4. Se gli piace Purcell non potrà che piacergli anche questa colonna sonora...buona visione a entrambi, in ogni caso ! :)

      Elimina
    5. Grazie... e, ovviamente, grazie ancora per la richiesta e per la segnalazione!

      Elimina