Pagine

martedì 2 giugno 2015

It Follows (2014)

Ne stanno parlando davvero tutti quindi era solo questione di tempo prima che anche io recuperassi "l'horror dell'anno" It Follows, diretto e sceneggiato nel 2014 dal regista David Robert Mitchell.


Trama: dopo aver fatto sesso col suo ragazzo la giovane Jay comincia ad essere perseguitata da una misteriosa entità e scopre così di essere stata usata per annullare un'inquietante maledizione...



It Follows, come dice il titolo, ti segue. E, come la maledizione che lo caratterizza, passa di persona in persona come se fosse la cosa più naturale del mondo. E come il metodo utilizzato per trasmettere la maledizione può essere più o meno piacevole, tanto da riuscire a portare lo spettatore all'orgasmo. Ecco, io al culmine del piacere non ci sono arrivata purtroppo ma guardare It Follows è stata comunque una gran bella esperienza e più il tempo passa più riesco a trovarci dei lati positivi. Innanzitutto, guardare It Follows significa fare un tuffo negli anni '70/'80, a quando gli horror vivevano di pochi mezzi, tante idee e, soprattutto, tantissima atmosfera: ogni cosa nel film di Mitchell (soprattutto per quel che riguarda ambientazioni e colonna sonora) grida a gran voce "Carpenter!" o "Craven!" ma se It Follows si limitasse solo ad omaggiare i grandi non bisognerebbe nemmeno parlarne. La verità è che It Follows, nonostante apparentemente viva di cliché, in realtà riesce a sovvertirli, superarli e aggiornarli, rendendoli più vicini alla nostra mentalità. Proprio la settimana scorsa parlavo di Tomorrowland, praticamente un film d'avventura anni '80, di quelli che si facevano una volta e che ci inchiodavano davanti alla TV, con quel qualcosa di dissonante incarnato in un lassismo di fondo che è specchio diretto dei nostri tempi: degli scienziati vogliono avvertirci dell'imminente fine del mondo spaventandoci con delle immagini dell'apocalisse? Bene, noi inghiottiamo quelle immagini e alimentiamo la fine non facendo assolutamente nulla per impedirla. E lo stesso vale per i protagonisti di It Follows: perché sbattersi a debellare una maledizione quando ci si può limitare a passarla e procrastinare il momento in cui toccherà a noi essere "seguiti" e morire? Perché affrontare un'entità quando si può semplicemente, permettetemi la volgarità, scopare e scappare? Tanto il male ci seguirà sempre, al limite potrà darci una piccola tregua ma non ci lascerà mai in pace del tutto, non esistono amore o amicizia in grado di debellarlo.


E' questo che mette davvero paura guardando It Follows, la rassegnazione che si legge negli occhi di questi ragazzini che leggono Dostoevskij e che ricordano nostalgici l'infanzia come se da allora fossero passati cinquant'anni. Dei ragazzi che vivono in un sobborgo zeppo di villette dove i vicini o si fanno i fatti loro oppure indulgono in pettegolezzi inutili, assolutamente ininfluenti quando si tratta di salvare la vita a qualcuno, un quartiere "bene" appena fuori dalle zone disagiate, un posto dove gli adulti in generale e le figure genitoriali in particolare sembrano essere stati inghiottiti dallo stesso "nulla" che minaccia di fare fuori i figli in ogni momento (gli steli d'erba sul polso richiamano l'autolesionismo, ma ci sono altre immagini emblematiche che richiamano il suicidio, l'abuso di droghe, i problemi alimentari). Questi ragazzi crescono, vivono, fanno esperienze in perfetta solitudine e altrettanto soli muoiono, ma il fermo desiderio di condividere il cuore, la mente o il corpo è sempre presente, li "segue" fino a diventare un bisogno imperativo e così, a parer mio, nasce la maledizione che, non a caso, "Cercherà di avvicinarsi a te prendendo le sembianze di qualcuno che conosci, qualcuno di cui ti puoi fidare": questo è il meccanismo con cui agisce l'entità maligna di It Follows ed è lo stesso modus operandi seguito dal regista Mitchell, che decide di centellinare l'orrore "visivo"(racchiuso in un paio di sequenze d'effetto da salto sulla sedia) e di privarci del sonno con quella sensazione di tragedia imminente, di ineluttabile e orrendo destino tipica dei tanti horror "cazzuti" che ancora oggi popolano i nostri incubi. Questo per dire che guardando It Follows non mi sono granché spaventata ma la sua potenza si è attivata inesorabile appena ho spento le luci e ho appoggiato la capoccia sul cuscino e ancora dopo giorni diffido di chi mi viene incontro senza dire una parola e con flemmatica lentezza. Se siete come me e amate questi horror d'atmosfera It Follows potrebbe anche diventare il film dell'anno ma in caso contrario rinunciate, ché qui non ci sono né fantasmi spaventevoli né cascate di sangue ma solo del buon vecchio Cinema, come quello che si faceva una volta.

David Robert Mitchell è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto solo un altro film, The Myth of the American Sleepover. Anche produttore, ha 41 anni.


Maika Monroe (vero nome Maika Monroe Buckley) interpreta Jay. Americana, ha partecipato a film come Bling Ring, Un giorno come tanti e The Guest. Ha 22 anni e quattro film in uscita, tra cui il sequel di Independence Day.


Jake Weary, che interpreta Hugh, aveva partecipato anche al trashissimo Zombeavers. Il cinema che si vede all'inizio del film, invece, è quello dove è stato proiettato per la prima volta La casa nel 1980. Detto questo, se It Follows vi fosse piaciuto recuperate The Babadook, Nightmare - Dal profondo della notte, Halloween - La notte delle streghe e Oculus - Il riflesso del male. ENJOY!

23 commenti:

  1. Ragazzini che leggono Dostoevskij? Io comincio già a non crederci più tanto...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahaah ma perché? Per una volta sono anche credibili!

      Elimina
  2. bello, fino ad ora l'horror dell'anno...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi è piaciuto sì ma non è scattata la scintilla porca miseria!

      Elimina
  3. Non riuscirò mai a stare dietro a tutte le cose che devo vedere/leggere... T.T

    RispondiElimina
  4. Risposte
    1. Sì, indubbiamente. Anzi, vorrei rivederlo col senno di poi :)

      Elimina
  5. Horror dell'anno, ma definirlo horror comunque è un po' limitativo.
    E' un maledetto sogno a occhi aperti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente non è proprio un horror tout court... è più suggestione che altro :)

      Elimina
  6. Ne stanno parlando tutti...
    E indovina chi non lo vedrà??? Già già XD

    RispondiElimina
  7. Bello, indubbiamente bello...ma per me non memorabile...molto craveniano....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mah, effettivamente anche io pensavo di appassionarmi di più. Forse sono partita con aspettative troppo alte!

      Elimina
  8. Interessante, forse potrei vederlo perfino io. Vedremo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuramente merita molto, fammi sapere se ti è piaciuto :)

      Elimina
  9. Sono prevedibile :P Però pensavo mi sarebbe piaciuto di più!

    RispondiElimina
  10. Per me clamorosamente sopravvalutato, e bello solo tecnicamente.
    Ne parlerò a breve.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Appena mi rimetto in pari con tutto vengo a leggerti!

      Elimina
  11. Alla fine visto e, per quanto non sia drastico come il Ford, penso pure io che sia bello sopravvalutato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come ho detto, dovrei rivederlo senza troppe aspettative. Non nascondo che abbia entusiasmato anche me meno di quanto mi sarei aspettata...

      Elimina
  12. Hola. Neanche con me era scattata la scintilla. Ricordo che non mi aveva particolarmente entusiasmato, perlomeno non come al resto del "globo terracqueo". A distanza di anni posso umilmente ma anche con una irritante spocchia, dire che dei film (ad oggi) di David Robert Mitchell, It Follows è quello che mi è piaciuto di meno. Al secondo posto ci piazzo un solido Under the Silver Lake (che ho adorato) e al primo posto vince a mani basse lo splendido The Myth of the American Sleepover. Film che mi ha letteralmente conquistato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ho visto solo It Follows ma a questi punti segno gli altri, se sono migliori!

      Elimina