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venerdì 31 luglio 2015

La notte delle streghe (1962)

In queste calde noti d'estate prosegue la rassegna Danse Macabre, che oggi ci porta in Inghilterra con La notte delle streghe (Night of the Eagle o Burn, Witch, Burn), diretto nel 1962 dal regista Sidney Hayers e tratto dal romanzo Ombre del male (o Il complotto delle mogli) di Fritz Leiber.


Trama: Norman, professore universitario notoriamente scettico nei confronti di magia e paranormale, scopre un giorno che la moglie Tansy si diletta con la stregoneria e ha nascosto in tutta la casa amuleti e talismani per propiziare la buona sorte...


La notte delle streghe comincia con una lapidaria scritta su una lavagna: "Io non credo". Una roba da far inorridire Mulder e il suo "Io voglio credere". Avete mai provato a ragionare con una persona assolutamente ottusa, qualcuno che non è semplicemente incapace di accettare le vostre parole, bensì non vuole proprio provare a capirle perché sono totalmente avulse da ciò in cui egli crede fermamente? I razionalisti a tutti i costi, che non accettano neppure per un secondo superstizioni, paure o fantasie a mio avviso sono folli quanto quelli che vedono le Madonne nelle crepe del muro o i fascisti che ripetono imperterriti "quando c'era lui i treni arrivavano in orario" perché mancano dell'elasticità mentale per affrontare l'imprevedibile e quando le loro vite vengono stravolte sono i primi ad uscire di testa. Il che è proprio quello che succede a Norman, protagonista di La notte delle streghe. La sua vita, come direbbe Zerocalcare, è "'na crema": ha una bella casa, un lavoro prestigioso all'università e sta per ottenere una promozione, è amato dai suoi studenti nonché rispettato dai colleghi, infine ha una bellissima moglie che morirebbe per lui. Tansy, la moglie in questione, ha un unico, trascurabile difetto, ovvero è MOLTO superstiziosa. Anzi, sembrerebbe quasi che la donna pratichi la stregoneria visto come ha disseminato la casa di talismani per "proteggere il marito dalla malasorte". Siccome Norman, come abbiamo detto all'inizio, non crede e in più sta anche scrivendo un libro sulle nevrosi, la situazione lo porta, da bravo uomo degli anni '60, a liquidare la moglie come pazza e a convincerla a liberarsi di tutti gli ammenicoli ed è proprio qui che scatta ciò che rende La notte delle streghe incredibilmente interessante: vuoi per il caso, vuoi perché davvero Tansy è una strega, da quel giorno Norman comincia ad essere vittima delle sfortune peggiori. E' in questo momento che Sidney Hayers e gli sceneggiatori, tra i quali spicca l'ormai onnipresente Richard Matheson, cominciano il gioco che sta alla base dell'intero film, ovvero il continuo palleggiare tra dubbio e certezza, tra possibilismo nei confronti della magia e scetticismo, tra superstizione e razionalismo, un gioco che non offre risposte chiare allo spettatore ma lo costringe a parteggiare per l'una o l'altra fazione e a farsi continuamente delle domande: d'altronde, come dice uno dei personaggi, la magia trae il suo potere dalla capacità della vittima designata di credere e una volta che il tarlo dell'incertezza si è insinuato nella mente è difficile chiudere gli occhi o non ravvisare una satanica melodia in quello che dovrebbe essere solo un semplice suono.


Il dualismo della pellicola e i tormenti dei protagonisti vengono rappresentati alla perfezione da Sidney Hayers. Se credete che un film in bianco e nero dei primi anni '60 non possa fare paura, sappiate che bastano alcune rapide inquadrature che staccano repentine dagli occhi terrorizzati dei protagonisti e vanno a fissarsi su una porta dalla quale provengono dei colpi fortissimi per mettere l'ansia anche a chi ormai di horror ne ha visti parecchi. Nonostante l'argomento trattato (e forse anche per un budget inevitabilmente limitato) gli effetti speciali sono davvero pochi e si concentrano essenzialmente nel dare un corpo all'Aquila citata in uno dei due titoli con cui è stato distribuito il film ma questo non è un difetto, anzi: la scelta o la necessità di mostrare ambienti borghesi e familiari quasi interamente girati in interni insinua nello spettatore innanzitutto un senso di claustrofobia e sospetto, poi impedisce di dare una spiegazione unilaterale agli eventi narrati, anche quando sembra che l'ago della bilancia penda decisamente verso l'interpretazione "irrazionale". L'eleganza della regia e della fotografia in bianco e nero, che mettono in risalto soprattutto gli occhi e i volti dei protagonisti, sopperiscono ad un cast non proprio di prim'ordine, fatto di visi anche troppo anonimi (tra i quali forse l'unico degno di venire ricordato è quello dell'odiosa Flora interpretata da Margaret Johnston) ma anche questo sono arrivata a non considerarlo un difetto perché probabilmente degli attori più carismatici o particolari avrebbero privato la pellicola di quel taglio "borghese" assolutamente necessario a preservare la sua magia (anche se di magia non si può parlare con certezza, ovvio!). Lo zio King ha colpito ancora, quindi. Se siete in vena di horror d'annata e un po' particolari seguite anche voi il suo consiglio e recuperate La notte delle streghe (sul Tubo si trova. In inglese e senza sottotitoli ma si trova!).

Sidney Hayers è il regista della pellicola. Scozzese, ha diretto film come Il circo degli orrori e episodi delle serie Agente speciale, Ralph supermaxieroe, Magnum P.I., Manimal, Hunter, Supercar, A-Team e Baywatch. Anche produttore, sceneggiatore e attore, è morto nel 2000, all'età di 78 anni.


Peter Wyngarde (vero nome Cyril Louis Goldbert) interpreta Norman Taylor. Francese, ha partecipato a film come Flash Gordon e a serie come Agente speciale, Simon Templar e Doctor Who. Ha 82 anni.


Dal romanzo di Fritz Leiber sono stati tratti altri due film, Weird Woman (del 1944, con Lon Chaney Jr.) e Witches' Brew (del 1980, con la Inga di Frankenstein Jr. Teri Garr e Lana Turner); io non li ho mai visti ma se La notte delle streghe vi fosse piaciuto potreste provare a cercarli! ENJOY!

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