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venerdì 16 ottobre 2015

Suburra (2015)

Approfittando della Festa del Cinema mercoledì sono andata a vedere Suburra, film diretto dal regista Stefano Sollima e tratto dall'omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo.


 Trama: a Roma, nel novembre del 2011, si intrecciano i destini del parlamentare corrotto Malgradi, del boss Samurai, del PR Sebastiano e di due famiglie di spicco della malavita romana, il tutto mentre il Papa confida al camerlengo uno sconvolgente segreto...


Non può piovere per sempre, si diceva in un vecchio cult anni '90. Eppure, quel che resta soprattutto del film di Sollima è la visione di un impenetrabile muro di incessante pioggia, mentre nelle nostre orecchie riverbera continuo lo scrosciare di un novello diluvio universale. Sembra quasi che un impietoso giudizio divino sia intenzionato a spazzare via la Capitale dalla faccia della Terra, a mondarla da tutto lo sporco e la corruzione che albergano nella Suburra, naturale evoluzione della sub-urbe dell'antichità e sentina dove allignano malviventi, drogati, codardi, schiavi del potere, prostitute, pervertiti e politici della lega più infima che possiate immaginare. Con tutta quest'acqua, uno pensa, sarebbe naturale mondarsi dallo schifo che Sollima sbatte sul grande schermo, invece no: si esce dalla visione di Suburra sentendosi sporchi, con un gran peso sullo stomaco, il terrore di venire colpiti da atti di violenza gratuita, desiderosi soltanto di respirare aria fresca e purgarsi il cervello. Forse perché è più facile chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie, fingendo che gli orrori raccontati dal regista siano frutto di fantapolitica o pregiudizi sinistroidi e populisti quando la realtà edulcorata ci passa davanti tutti i giorni appena accendiamo la TV e cominciamo a guardare il telegiornale: Tangentopoli, Mafia Capitale, politici di destra che scivolano prima al centro poi a sinistra, PDini che ragionano come i Berlusconiani, gente che muore sulle strade, pedofilia, prostituzione, scandali in Vaticano, chi più ne ha più ne metta, sono cose talmente radicate nella nostra concezione di società che, raccontate con piglio professionale da un mezzobusto, arrivano a sembrarci distanti e quasi accettabili, una terribile, normale amministrazione che ci indigna per un paio di giorni, sì, giusto il tempo di scrivere qualche status su Facebook, prima di dimenticarle per sempre. Eppure ricordo bene quando da bambina avevo un sacro terrore di quella "cosa" chiamata Mafia, capace di renderti orfana o ucciderti senza un perché, magari davanti a membri compiacenti delle forze dell'ordine. Ricordo molto bene il senso d'impotenza provato davanti allo sceneggiato La Piovra, nel quale politici, magistrati e delinquenti cospiravano uniti dall'unico scopo di fare soldi senza preoccuparsi del sangue che avrebbe bagnato le strade. Forse se lo ricorda anche Sollima perché, sfruttando i recenti scandali romani, il regista firma un La Piovra 2.0 capace di suscitarmi lo stesso senso di angoscia ed impotenza provato da bambina.


Dimenticate Quei bravi ragazzi, Casinò, Mean Streets, persino Romanzo criminale. Nella macchina da presa di Sollima non c'è posto per la punta di indulgenza, il rispetto e il glamour scorsesiani e neppure per il carisma di Freddo e compagnia, c'è solo la grandissima, stomachevole consapevolezza del vuoto cosmico incarnato dai figli di mignotta che sfilano sullo schermo. Personaggi patetici che, come diceva Frankie Hi NRG, hanno mani "ipocrite, mani che fan cose che non si raccontano altrimenti le altre mani chissà cosa pensano" e che, come ratti, bisbigliano i loro piani truci lontani da occhi indiscreti. Nonostante la pioggia battente, infatti, buona parte di Suburra è girato in interni (il parlamento, la cafonissima villa degli zingari, il centro commerciale, gli abitacoli delle auto, le camere d'hotel, le discoteche) o comunque dentro pochi ambienti esterni ben delimitati che si ripropongono ciclicamente per tutta la durata della pellicola. La gente comune non ha la facoltà di entrare in questi luoghi di potere e quando lo fa (o quando ne esce, più o meno volontariamente) si fa molto male perché l'insidiosa Suburra romana ha delle zanne potenti ed invisibili, zeppe di un veleno che è sia temporale che spirituale. Avrete notato, nel trailer, la presenza di un Pontefice. Ecco, il Papa che se ne va e se ne lava le mani di tutto, dando inizio di fatto al countdown verso l'apocalisse che coinciderà con la caduta del governo, è la rappresentazione perfetta di come non esistano redenzione o salvezza per nessuno dei protagonisti né tantomeno per i poveracci che si limitano a vivere all'ombra della Capitale; esistono solo piccole, dolorose vittorie (o meglio, vendette) temporanee, patetiche illusioni di un potere eterno, deliri di onnipotenza e la consapevolezza che i cosiddetti "pesci grossi" non sono altro che avannotti ai quali basta un niente per essere dimenticati e sostituiti dai loro simili fatti della stessa, vomitevole pasta. Tutto questo schifo viene "nobilitato" dalla bravura di Sollima e degli attori coinvolti (Favino è la quintessenza del laido, Germano un topo di fogna fatto e finito, Amendola un perfetto "signor nessuno" come il Massimo Carminati a cui si ispira, la coppia di coatti formata da Alessandro Borghi e Greta Scarano subisce un'evoluzione sorprendente e apprezzatissima, Adamo Dionisi incarna spavaldo un personaggio vomitevole al quale non avrei esistato a spaccare la testa con un badile) e da una colonna sonora a dir poco splendida e coinvolgente, elementi indispensabili per rendere la visione di Suburra piacevole senza però mitigare neppure per un istante l'enorme pugno che vi sfonderà lo stomaco mentre state comodamente seduti in poltrona. Io, incurante dell'angoscia che ancora mi attanaglia, aspetto con ansia sia di riguardare Suburra sia l'uscita della serie nel 2017 e intanto ringrazio Sollima per aver completato la tripletta di gioielli italiani usciti nell'anno cinematografico in corso.


 Di Pierfrancesco Favino (Filippo Malgradi), Elio Germano (Sebastiano) e Antonello Fassari (il padre di Sebastiano) ho già parlato ai rispettivi link.

Stefano Sollima è il regista della pellicola. Originario di Roma, ha diretto film come ACAB - All Cops Are Bastards, ed episodi di serie come Un posto al sole, Romanzo Criminale - La serie e Gomorra - La serie. Anche sceneggiatore, ha 49 anni.


Claudio Amendola interpreta il Samurai. Nato a Roma, lo ricordo per film come Vacanze di Natale, Vacanze in America, Soldati - 365 all'alba, Mery per sempre, Ultrà, I mitici - Colpo gobbo a Milano e per serie come Felipe ha gli occhi azzurri e I Cesaroni. Anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 52 anni.


Jean-Hugues Anglade interpreta il Cardinale Berchet. Francese, lo ricordo per film come Nikita, Jona che visse nella balena, Killing Zoe e Identità violate, inoltre ha partecipato a serie come I Soprano. Anche regista e sceneggiatore, ha 60 anni e due film in uscita.


Se Suburra vi fosse piaciuto recuperate ACAB - All Cops Are Bastards e Romanzo Criminale. ENJOY!

25 commenti:

  1. Sono tornato adesso dal cinema.
    Alla fine sono riuscito a vederlo (in un altro cinema, un pochino lontano... ma ce l'ho fatta).
    Premettendo che non ho letto il libro, posso dire che questo film è una bomba!
    E' coinvolgente... è tutto tremendamente vero!
    Magnifico, davvero tanto!

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    1. Il libro devo ancora leggerlo anche io ma se il Buta l'ha consigliato un motivo c'è :) Appena finisco le millemila altre letture mi ci fiondo anche perché, come hai detto, il film è meraviglioso!!! :D

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    2. Sta mattina mi sono messo a cerca il libro su Amazzon!
      Una cosa così non mi accadeva dai tempi del "Signore degli Anelli" ahaha

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  2. Sono contento di leggere una prima recensione così positiva.
    Ottimo segno!

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    1. Avrei avuto ancora mille cose da dire ma odio i post prolissi, rischiano di diventare ridondanti. E le emozioni suscitate da Suburra sono talmente grezze e primordiali che non è il caso di ricamarci sopra, perderebbero di forza :)

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  3. Sollima mi piace tanto. Di Suburra ho appena comprato il libro. Credo lo leggerò prima e poi vedrò il film che, ammetto, mi incuriosisce parecchio

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    1. io per una volta farei il contrario, giusto per goderselo fino in fondo senza fare i soliti confronti tra libro e film :)

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  4. Amendola a parte, tutti gli attori coinvolti mi piacciono, tanto che Favino mi convince anche quando fa la pubblicità della pasta.
    Mi intriga alquanto, anche se sarei più propenso a cimentarmi prima con il libro, che conto di procurarmi, prima o poi.

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    1. Sai pensavo: "Ma perchè non prendere Michele Placido a posto di Amendola?"
      Ma poi mi sono ricreduto.

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    2. No, Michele Placido assolutamente no!!! Troppo caricato, meglio Amendola. Pirkaf, giuro che non ero convinta nemmeno io per il povero Claudio, invece ripensandoci a mente fredda è perfetto per la parte.

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    3. Infatti! Poi ci ho pensato: Placido avrebbe fatto troppo "effetto già visto"

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  5. Miglior film italiano dell'Anno. Lo metto alto, sul podio dei film belli-belli che però fanno un po' male, insieme a Sicario, Babadook e Gone Girl (non mi odiate).

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    1. Ecco, Sicario alla fine l'ho perso maledizione. Non ti odio, hai tirato giù altri due gioielli (anche se The Babadook è proprio di tutt'altro genere) e Suburra merita davvero tutti gli apprezzamenti che gli si possono fare :D

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  6. Dev'essere un film terribile, in senso buono.

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  7. La prossima settimana volerò al cinema ... ho molte aspettative sul film, confermate dalla tua rece.

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    1. Spero possa piacerti quanto è piaciuto a me :)

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    2. Visto oggi: gran film, scritto e recitato alla grande, con una contestualizzazione storica che è riuscita a pochi in Italia (Leone, Rosi e pochi altri).

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    3. Felicissima che ti sia piaciuto così tanto!! :D

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  8. Io purtroppo durante la settimana del cinema non mi sono mosso di casa... ma questo lo voglio vedere, anche a costo di pagare prezzo pieno!

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    1. Azz, che sfiga!! Comunque Suburra merita anche il prezzo pieno!! :D

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  9. Cara Bolla, ho trovato la tua recensione molto ma molto più bella del film!
    Film che a me è piaciuto a metà: ottimo come confezione, struttura, ritmo e interpretazioni (Amendola e Borghi bravissimi, la Scarano una rivelazione) parecchio meno dal punto di vista dell'analisi socio-politica: paragonare le dimissioni di Berlusconi con l'Apocalisse mi pare un tantino esagerato... per non parlare della plausibilità di certe situazioni (mi riesce difficile immaginare che un boss mafioso arrivi a minacciare di morte un cardinale dentro il Vaticano, così come possa essere così facile per un rozzo criminale irrompere nell'abitazione privata di un parlamentare...)
    Ad ogni modo questo film ha un grosso merito: aver contribuito a rinverdire una tradizione di cinema popolare e militante che da troppo tempo mancava nel nostro paese.

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    1. Mah, io l'Apocalisse l'ho vista in modo più generico, applicata al singolo personaggio, soprattutto a quello di Favino: d'altronde è il giorno in cui ogni cosa va male, per tutti :D
      Per il resto... mah, con quello che si sente io non metto più limiti a nulla, giuro. Tutto ciò che ho visto sullo schermo potrebbe essere vero come no.

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