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venerdì 18 marzo 2016

Ave, Cesare! (2016)

Martedì sono andata a vedere l'ultimo film scritto e diretto da Ethan e Joel Coen, Ave, Cesare! (Hail, Caesar!) e mi rendo conto che scriverci su un post sarà un bel casino!


Trama: durante le riprese del film Ave, Cesare! l'attore protagonista viene rapito e gli ignoti malviventi chiedono anche un riscatto. Ad Eddie Mannix, responsabile degli Studios, non rimane altro da fare che sistemare la faccenda, occupandosi nel mentre di altri mille piccoli problemi legati alle capricciose star.



Ave, Cesare! è una storia ambientata in un'epoca d'oro del Cinema che, per fortuna o purtroppo, non tornerà più. In essa i Coen profondono non solo tutto il loro amore per la Settima Arte ma anche la loro abilità registica e narrativa, realizzando un divertissement ironico, surreale e anche molto interessante, soprattutto nella misura in cui buona parte dei personaggi presenti nel film (o degli eventi di cui essi sono protagonisti) è ispirata a fatti realmente accaduti nella Hollywood degli anni '50. Strutturato in parte come un noir, in parte come una sequenza di scatole cinesi in guisa di pellicole, Ave, Cesare! si concentra sul "risolutore" della Capitol Pictures, Eddie Mannix, il quale oltre a dover mettere una pezza ai comportamenti immorali degli attori letteralmente posseduti dagli Studios deve anche risolvere l'increscioso rapimento della stella della Capitol, quel Baird Withlock che pare un incrocio tra Kirk Douglas e Charlton Heston. Partendo da questo canovaccio di base, i Coen intrecciano una trama che tocca argomenti assai sentiti nell'industria cinematografica dell'epoca, come per esempio la neonata minaccia del comunismo, capace di affascinare anche quegli attori che dalla società capitalista traevano i maggiori profitti, l'apparente inconciliabilità tra cinema d'intrattenimento e religione (il confronto iniziale tra preti, rabbini, pastori e quant'altro è esilarante), il profilarsi dello spettro della televisione come alternativa popolare ai film, soprattutto la necessità di creare per le star un'immagine pubblica che fosse all'altezza dei sogni degli spettatori di tutto il mondo. I Coen si divertono a giocare soprattutto con questo ultimo aspetto, accostando spesso e volentieri sequenze di pellicole che richiamano quelle maggiormente in voga negli anni '50 ad una sorta di backstage che rivela la vera natura degli attori coinvolti, impegnati in un gioco di inganni che si protraeva anche fuori dal set grazie a giornalisti più o meno compiacenti e, ovviamente, a "risolutori" come Eddie Mannix; lo stretto rapporto tra attori e Studios ha dell'inquietante soprattutto per l'esistenza di questa entità potentissima capace di decidere letteralmente della vita e della morte di persone che hanno ancora meno diritti di un qualsiasi manovale, prigioniere di una scala gerarchica che vede produttori e registi in cima, gli attori famosi in mezzo e le comparse all'ultimo gradino della scala sociale.


Quello dei Coen è diventato col tempo un Cinema sempre più autoriale e criptico, più legato alla forma che alla sostanza, eppure anche in questo caso scavando sotto all'incredibile bellezza di una fotografia capace di richiamare i tempi gloriosi del Technicolor e di immagini dal sapore antico e quasi ingenuo, veri e propri omaggi ai generi più in voga all'epoca (il balletto di Channing Tatum è fenomenale, una delle sequenze più azzeccate del film), c'è la possibilità di capire un modo di intendere il cinema e il cosiddetto Stardom che, oggi come oggi, pare quasi alieno. E nonostante Ave, Cesare! mi sia piaciuto molto, assai più di A proposito di Davis, ci sono un paio di cose che rimprovero ai Coen. La prima, molto banalmente, è di avere sfruttato male il cast stellare che avevano a disposizione, relegando grandissimi nomi come Jonah Hill, Scarlett Johansson, Ralph Fiennes, Tilda Swinton e Frances McDonald, solo per citarne alcuni, in ruoli piccolissimi che vanno a formare tante tessere di un mosaico globale che rischia di non calamitare del tutto l'attenzione dello spettatore e di perdersi tra un omaggio e l'altro; molti attori "minori" sono un gradito omaggio per gli amanti del cinema e i protagonisti sono ovviamente bravissimi ma la cosa lascia un po' l'amaro in bocca. Così come lascia l'amaro in bocca la scelta di sorvolare sul lato più oscuro della Golden Age Hollywoodiana, quell'infinita serie di omicidi collegati alla mafia, di storie di droga, violenza e abusi, di carriere nate da "piccoli" favori e di segretucci inconfessabili; se devo essere sincera, la scelta di buttare in caciara il rapimento di Baird Withlock mi ha fatto storcere il naso nonostante abbia molto apprezzato la conclusione surreale del tutto, soprattutto grazie ad un uso perfetto della colonna sonora. Forse i Coen stavolta avrebbero potuto osare un po' di più e richiamare le atmosfere di Fargo non solo con l'ausilio di un rapimento e una valigetta zeppa di soldi, oppure aumentare il carico di ironia nera come già avevano fatto ai tempi di Burn After Reading - A prova di spia o Ladykillers, ma tant'è: la storia di Eddie Mannix e il suo dilemma interiore mi hanno divertita tanto quanto mi ha entusiasmata tutta la bellissima cornice metacinematografica e nostalgica, quindi dichiaro Ave, Cesare! promosso in pieno!


Dei registi e sceneggiatori Joel ed Ethan Coen ho già parlato QUI. Josh Brolin (Eddie Mannix), George Clooney (Baird Whitlock), Ralph Fiennes (Lawrence Laurentz), Scarlett Johansson (DeeAnna Moran), Tilda Swinton (Thora Thacker/Thessaly Thacker), Frances McDormand (C.C. Calhoun), Channing Tatum (Burt Gurney), Jonah Hill (Joseph Silverman), Alison Pill (Mrs. Mannix), Clancy Brown (Gracco), Fisher Stevens (uno degli sceneggiatori comunisti), David Krumholtz (uno degli sceneggiatori comunisti), Michael Gambon (il narratore) e Dolph Lundgren (non accreditato, è il comandante del sottomarino russo e la sua parte doveva essere molto più lunga) li trovate invece ai rispettivi link.

Alden Ehrenreich interpreta Hobie Doyle. Americano, ha partecipato a film come Stoker, Blue Jasmine e a serie come Supernatural e CSI. Ha 27 anni e un film in uscita.


Christopher Lambert (vero nome Christophe Guy Denis Lambert) interpreta Arne Seslum. Americano, lo ricordo per film come Greystoke - La leggenda di Tarzan il signore delle scimmie, Highlander - L'ultimo immortale, Highlander II - Il ritorno, 2013 - La fortezza, Palle in canna, Highlander 3, Mortal Kombat, Nirvana, Highlander: Scontro finale e Ghost Rider - Spirito di vendetta inoltre ha partecipato a serie come Highlander. Anche produttore e sceneggiatore, ha 59 anni e due film in uscita.


Tra le varie guest star segnalo anche la presenza del Dottore di Star Trek: Voyager, Robert Picardo, qui nei panni del rabbino, e di Wayne Knight, la comparsa cicciona. La Capitol Pictures di cui si parla in Ave, Cesare! era già comparsa nel film Barton Fink - E' successo a Hollywood, sempre dei Coen. Passando al protagonista del film, E.J. Mannix è una figura davvero esistita ed effettivamente era conosciuto come "Il risolutore" della Metro Goldwyn Mayer ma non era una figura limpida come quella descritta dai Coen: se andate a leggere la sua pagina su Wikipedia scoprirete un sacco di vicende poco chiare che hanno costellato la vita del produttore. Altre fonti di ispirazione sono state la gravidanza di Loretta Young (che ha avuto una figlia dopo essere stata praticamente stuprata da Clarke Gable e, per evitare che gli studios ne venissero a conoscenza e la facessero abortire, ha finto di essere ammalata per mesi, ha affidato la bambina ad un orfanotrofio subito dopo il parto e dopo qualche tempo l'ha adottata), la giornalista Hedda Hopper, già ritratta in Trumbo (le sorelle Thacker sono un mix della Hopper e delle gemelle Ann Landers ed Abigail Van Buren, giornaliste rivali), Carmen Miranda, Gene Kelly, l'addetta al montaggio Margaret Booth e ovviamente il film Ben Hur, che ha lo stesso sottotitolo di Ave, Cesare! ("Una storia di Cristo"). Detto questo, se Ave, Cesare! vi fosse piaciuto recuperate Fratello, dove sei?, Barton Fink - E' successo a Hollywood, L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo e magari anche il meraviglioso Viale del tramonto. ENJOY!

16 commenti:

  1. Me sa che t'è sfuggito che l'intera struttura, sia narrativa che recitativa,sia stata appositamente confezionata ad omaggio dello stile dell'epoca. E' si un film che mostra la Golden Age of Hollywood ma è anche fatto come un film dell'epoca. In ogni dettaglio. Ed un personaggio completamente "Farghiano" C'E': Hobie Doyle il cowboy ha la stessa dinamica ed evoluzione nella narrazione di Frances McDormand nel film del '96.

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    1. Veramente non mi è sfuggito, tanto che nel post l'ho anche scritto. Ma più che un omaggio unico m'è sembrato un collage di tanti piccoli omaggi; ovviamente, potrei sbagliare visto che tra i classici della Golden Age che ho recuperato nel tempo non mi è mai capitato di vedere un film interamente simile a quello dei Coen.
      Per quanto riguarda Hobie non posso invece che darti ragione, effettivamente :)

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    2. Mi riferivo ai "nei" che ci hai trovato...nessuno di essi era adatto al pubblico ed alla moraqle di allora.

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    3. Anche questo è sicuramente vero però avrei preferito lo stesso qualcosa di più "realistico" :D

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  2. A me i Coen non piacciono particolarmente, anzi: poco li tollero.
    Però questo, dei loro, è quello che più mi ispira, ultimamente, sarà per le strizzate d'occhio a quei generi lì. Anche A proposito di Davis, ad esempio: non mi è piaciuto chissà quanto, però la colonna sonora è tutta quanta sul mio mp3. Il loro cinema non sempre lo apprezzo, insomma, ma il loro buon gusto sì. ;)

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    1. Vedi, a me invece i Coen piacciono tantissimo ma A proposito di Davis l'avevo mal tollerato perché incentrato su un argomento di cui so davvero poco e che comunque, in generale, non mi interessa: pensa che la colonna sonora non la ricordo neppure!!
      Comunque fossi in te, da cinefilo proverei a dare un'occhiata a questo nuovo!

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  3. Il cinema dell'epoca d'oro era veramente fantastico, sembrano tutti scemi ma non c'erano effetti speciali e gli attori recitavano davvero, è questo quello che ho visto nel trailer, partendo da quel presupposto è interessante da vedere, ecco perché potrebbe piacermi ;)

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    1. A me è piaciuta molto la finzione nella finzione, gli attori che non smettono di recitare neppure in pubblico, fingendo un'eleganza e una finezza che non possedevano XD

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  4. Sei la prima che ne parla bene in questi termini.
    Spero davvero di recuperarlo e ritrovarmi dalla tua parte della barricata.

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    1. Oh, i Coen hanno fatto di meglio, intendiamoci. Però a me è piaciuto :)

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  5. Per ora, lo considero uno dei migliori film dell'anno. Mi ha davvero divertito, ma allo stesso tempo mi ha dato anche da riflettere. Ho dovuto vederlo una seconda volta per comprendere tutti i passaggi. Che di certo è comunque il film meno criptico dei fratelli.
    Mi ha sorpreso anche le tematiche religiose presenti nel film, oltre all'omaggio dell'Hollywood di un tempo.

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    1. Io vorrei rivederlo una seconda volta innanzitutto per apprezzare la lingua originale, poi per capire meglio la question religiosa alla quale, ahimé, non sono riuscita a trovare una collocazione all'interno della storia...

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  6. Più ci penso, e più mi sembra di averlo sognato questo film ... come il precedente, molto bello, per me, A proposito di Davis, e quasi tutti i loro film. Un cinema onirico quello dei Coen, prepotentemente onirico. Sempre di più ... vero, sul cast, si poteva fare di più.

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    1. Sì, quello del cast è davvero l'unico neo di un film bellissimo :)

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