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mercoledì 9 marzo 2016

Lo chiamavano Jeeg Robot (2015)

Ho dovuto aspettare due settimane ma finalmente anche a Savona è arrivato Lo chiamavano Jeeg Robot, film diretto dal regista Gabriele Mainetti. Vi assicuro che è valsa la pena aspettare così tanto!!


Trama: in fuga dai carabinieri, il delinquentello di borgata Enzo Ceccotti cade nel Tevere ed ottiene dei superpoteri. Gli eventi lo porteranno ad incrociare il cammino con Alessia, fan di Jeeg Robot con problemi psichici, e con la banda dello Zingaro, boss di quartiere che vorrebbe "fare il botto"...


Come faccio a spiegare la felicità provata dopo la visione di Lo chiamavano Jeeg Robot? Non è stata solo la gioia di avere visto un film bellissimo che aspettavo da settimane ma soprattutto l'orgoglio di avere visto il "cinecomic" più bello di sempre, nato dalla consapevolezza di avere davanti un prodotto tutto italiano (con un piccolo aiuto del buon Go Nagai, ovviamente). Lo chiamavano Jeeg Robot ha dalla sua quell'unico elemento che manca alle produzioni Marvel e DC ed è una cosa talmente semplice che viene quasi da ridere a pensare a tutto l'hype che si crea di solito davanti all'ultimo Avengers o Batman vs Laqualunque: guardando il film di Mainetti arriva ad importarci davvero qualcosa del supereroe protagonista. Iron Man, Deadpool, Batman, sono tutti tridimensionali quanto volete ma sono intercambiabili e, soprattutto, non sono "nostri", così estranei allo stile di vita e alla piccola società che conosciamo; se il nemico li abbatte noi ci rimaniamo male, è vero, ma sappiamo che qualcun altro raccoglierà lo scettro e tutte le emozioni provate durante la visione del film durano il tempo di una birra, al massimo di una dormita. Enzo o, come lo chiama Alessia, Hiroshi, è un ladruncolo che un giorno si ritrova con dei superpoteri ma non è un simpatico guascone come Ant-Man, anzi. Enzo tira a campare, ai margini di quel covo di tristezza che risponde al nome di Tor Bella Monaca, cercando di confondersi nelle ombre che hanno inghiottito la sua famiglia e i suoi amici, persi nell'anonimato di una società violenta e spietata: de "laGGente" non gli importa nulla, si lascia vivere tra un budino e un porno, mentre attorno a lui le cose si limitano ad accadere. E quando arrivano i superpoteri per un po' non cambia nulla, badate bene, perché d'altronde dovrebbe? Un ladruncolo con i superpoteri rimane sempre un ladruncolo, al limite un po' più fortunato degli altri, non si mette certo a salvare le persone solo perché "da grandi poteri derivano grandi responsabilità" ed è proprio il percorso MOLTO graduale che spinge Enzo a diventare un Jeeg a renderlo incredibilmente umano, credibile e simpatico.


Più Leon che Peter Parker, Enzo matura innanzitutto come persona, POI come supereroe, aprendo lentamente il cuore all'improbabile e tenerissima donna-bambina interpretata magistralmente da Ilenia Pastorelli la quale, con la sua innocenza, lo prende per mano e lo porta ad accorgersi del mondo esterno, quel mondo che Enzo ha sempre cercato disperatamente di chiudere fuori. Se Alessia è una Gwen Stacy atipica, vittima di un passato talmente orribile che la sua mente ha ricreato la realtà modellandola sui cartoni di Jeeg Robot d'acciaio, per completare il quadro manca solamente un Goblin altrettanto particolare. Si dice che un buon racconto di supereroi debba avere un villain in grado di eclissare il protagonista e lo Zingaro, bontà sua, ci riesce alla perfezione, conquistandosi con due battute e almeno una sequenza cult il cuore degli spettatori. Sì perché come Enzo incarna l'essenza dell'italianità per quel che riguarda quel lassismo un po' omertoso di cui ognuno di noi ha dato prova almeno una volta nella vita, lo Zingaro diventa automaticamente portavoce della voglia di successo a tutti i costi, l'insano desiderio di essere "qualcuno" che ci spingerebbe persino a partecipare ad innominabili baracconi televisivi. Al netto delle sue pose da Joker, della follia tarantiniana e delle velleità da Tony Soprano il povero Fabio Cannizzaro detto lo Zingaro è un poveraccio, un "gangster" da operetta che i suoi sottoposti faticano a prendere sul serio però è anche imprevedibile e totalmente sopra le righe e sono proprio queste due caratteristiche a renderlo un villain perfetto nel suo infantile e doloroso desiderio di "sfondare", di fuggire da Tor Bella Monaca e diventare finalmente uno "che conta". Puoi coronarla di canzoni anni '80 quanto vuoi ma la sete di potere è la conditio sine qua non per ogni cattivo che si rispetti e lo Zingaro ne ha a palate, per fortuna nostra.


E fortunatamente a dare corpo, anima e voce allo Zingaro ci ha pensato Luca Marinelli, un trionfo di romanaccia ambiguità capace di rubare la scena a chiunque abbia la "sventura" di dividerla con lui. Sono sincera, la cosa che temevo di più prima di guardare Lo chiamavano Jeeg Robot erano gli attori e soprattutto il loro modo di parlare ma in questo senso la pellicola di Mainetti è perfetta, un giusto equilibrio di momenti esilaranti dati dall'inflessione dialettale e toni drammatici che mi hanno portata persino a versare un paio di lacrime, cosa mai accaduta durante la visione di un "cinecomic". Marinelli è un piacere da guardare e da ascoltare, la sua esibizione sulle note di Un'emozione da poco (picco di una colonna sonora un po' camp ma piacevolissima e perfettamente calzante) è già candidata a cult duemilasempre, ma anche Santamaria e la già citata Ilenia Pastorelli non scherzano. Santamaria, con la sua aria da pugile suonato, costantemente in bilico tra "duro che non deve chiedere mai" e uomo della strada coinvolto in una cosa più grande di lui, a tratti fa una tenerezza infinita ed è davvero il supereroe che vorrei con me nei momenti di difficoltà, altro che Iron Man, mentre la Pastorelli è dotata di una bellezza incredibile, quel fascino che non risiede nei lineamenti perfetti ma piuttosto nella capacità di suscitare emozioni negli altri, annullandosi completamente in un personaggio difficile ma fondamentale. Lodi sperticate a tutti gli altri caratteristi che partecipano alla pellicola ma anche e soprattutto a Gabriele Mainetti e ai responsabili degli effetti speciali che hanno ovviato agli inevitabili limiti di budget senza sprecare soldi in terrificanti esempi di computer grafica d'accatto, puntando tutto su movimenti di macchina intelligenti, su semplici rappresentazioni degli effettivi poteri di Enzo e, soprattutto, sull'artigianalità per quel che riguarda lo splatter (ce n'è parecchio, eh), portando così avanti la GLORIOSA TRADIZIONE del cinema di genere italiano che, nonostante le parole sprecate da poveri scribacchini, vive e lotta con noi perlomeno fin dagli anni '50. Si può dire che Lo chiamavano Jeeg Robot è il film di supereroi più bello mai girato? Sì, si può dire e non vedo l'ora di avere tra le mani il DVD per riguardarlo ancora, ancora e ancora. Grazie Gabriele, grazie Claudio, grazie Luca, grazie Ilenia, grazie a TUTTI quelli che hanno contribuito a far ri-nascere Jeeg Robot e con lui il Cinema italiano!!


Di Claudio Santamaria, che interpreta Enzo Ceccotti, ho già parlato QUI.

Gabriele Mainetti è il regista della pellicola, al suo primo lungometraggio dopo una serie di corti tra i quali figura l'ormai mitico Basette. Romano, anche attore, compositore e produttore, ha 40 anni.


Luca Marinelli interpreta Fabio Cannizzaro, alias Lo Zingaro. Nato a Roma, ha partecipato a film come La solitudine dei numeri primi, La grande bellezza e Non essere cattivo. Ha 32 anni e due film in uscita.


Dal film è stato tratto anche un fumetto scritto da Roberto Recchioni e disegnato da Giorgio Pontrelli e Stefano Simenone, uscito con la Gazzetta dello Sport a febbraio e che ovviamente, mortacci mia, mi sono persa! Bando alla tristezza: se Lo chiamavano Jeeg Robot vi fosse piaciuto cercatelo e aggiungete anche la visione di Leon. ENJOY!


34 commenti:

  1. Nella mia zona purtroppo non è ancora uscito ... ma l'attendo con ansia (di più dopo il tuo post).

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    1. Per me è splendido. Ho già voglia di rivederlo!

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  2. Come si diceva,dopo questa tua recensione entusiasta mi è passata la voglia di vederlo ;)
    Sento aria de il racconto dei racconti qui XD
    A me piacciono molto i film sui supereroi Marvel,e qui temo lo stesso poracciume che c'era nel ragazzo invisibile....e dissento sull'empatia verso i vari supersuddetti,credo sìa soggettivo,io col Peter Parker di Tobey McGuire ho sofferto alla grande.Per nulla con Andrew Ciocoblocco Garfield,abbastanza con AntMan,molto con Cap.

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    1. Allora, premetto che io Il ragazzo invisibile non l'ho mai guardato quindi non posso fare paragone ma solitamente se vedo poracciume non riesco proprio a farmi piacere il film e, come sai, mi basta sentire un accenno di brutta dizione per smettere di ascoltare i dialoghi e bestemmiare da qui all'eternità. Ne Il racconto dei racconti ho percepito artigianalità, non effetto speciale sborone maffo a tutti i costi e lo stesso vale per Lo chiamavano Jeeg Robot che, tra l'altro, ho amato anche e soprattutto per gli attori, tutti meravigliosi.
      Spero lo guarderai comunque quando riuscirai a recuperarlo e spero ti piacerà anche solo la metà di quanto è piaciuto a me!! :D

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    2. In realtà è in lista,magari 20 minuti alla volta ma mi piacerebbe vederlo!
      Ovvio che il Khal mi ha fatto il dito medio da subito XD ma cmq tenterò.
      Spero sempre di trovare qualcosa di nostrano che meriti,resto sempre delusa ma non mi faccio bloccare dai pregiudizi ;)
      Come anche con Tarantino,so che non mi piace ma insisto sempre XD

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    3. L'importante è insistere! Sinceramente mi spiace sempre non dare una chance al cinema italiano, anche perché ultimamente mi sta dando parecchie soddisfazioni, vedi Suburra e adesso anche Jeeg! :D

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  3. Lo vedo venerdì!
    E, con Marinelli, che è bravissimo, recupero Non essere cattivo.
    Per me, non bello come dicono tutti, ma tra lui e Alessandro Borghi quanta bravura.

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    1. Non essere cattivo voglio vederlo anche io, spero di recuperarlo presto! Marinelli per me è pure un bel figliolo (ecco, in Jeeg Robot pare un po' il figlio di Guzzanti ma fuori dal personaggio è tanta roBBa!) ma soprattutto sì è bravissimo :D

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    2. E il ragazzo invisibile, tra l'altro, guardalo.
      Ma con lo spirito giusto, che a te non manca: è un film per bambini e sui bambini molto delicato e pieno di citazioni. :)

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    3. Sei il primo che non me ne parla come se fosse un abominio! Prima o poi recupero anche quello, promesso :)

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    4. Mr Ink,ma per curiosità,il Ragazzo invisivbile tu non hai trovato che fosse recitato davvero male?
      A me i ragazzini sono parsi davvero inascoltabili,a livello di recita delle medie.Me lo ha rovinato sopratutto quello,il film.

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  4. Grazie a te per non aver avuto paura di dire quanto sia superiore come "cinecomic" questo film. Alzarsi dalla poltroncina della sala col sorrisone completo stampato è cosa ormai rara.

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    1. E la soddisfazione di vedere lo stesso sorrisone stampato anche sul volto degli accompagnatori più scettici! :D

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  5. Grazie per esserti unita alla nostra prepotente ggggioia! :D Che film eccezionale... A distanza di settimane ci penso ancora. Vorrà pur dire qualcosa, no?
    Vediti Non essere cattivo. Un gioiello vero.
    Ah, e comunque Marinelli è mio. Capito?

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    1. Eh vabbuò, lasceròttelo!! Sai che io preferisco i vecchi bavosi come Quentin :P
      Comunque, scherzi a parte, tantaGGioya!!!

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  6. Accipicchia, allora devo proprio vederlo!

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    1. Assolutamente. Se hai la fortuna di averlo distribuito vicino a casa fiondati in sala prima che lo tolgano!!

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  7. Eddai anche tu ne parli bene, lo devo guardare assolutamente :)

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    1. Fallo appena riesci, finalmente un film italiano recente che merita davvero!

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  8. Devo vederlo, purtroppo dalle parti mie non ci sono molte sale che lop roiettano (sigh!)

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    1. Male malissimo!! Cerca comunque di trovarne una e guardarlo!

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  9. Sapevo che l'avresti davvero molto apprezzato :D
    E siamo in due! L'altro giorno ho recuperato il fumettino da collezione scritto da Recchioni... Preso singolo non vale molto, ma collegato al film guadagna più significato!

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    1. Il fumetto spero di trovarlo sabato a Cartoomics senza quei bei rincari del 200% tipici di quel genere di fiera altrimenti pazienza, rinuncerò T__T

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  10. I difetti ci sono ma a mio avviso spariscono davanti alla passione e alla professionalità di tutti i coinvolti! Altro che uscire esaltata dalla sala, l'avrei riguardato già un'ora dopo!

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  11. Hype a mille.
    Non vedo l'ora di vederlo, e spero di poterlo fare presto.

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    1. Secondo me ti farà impazzire: prevedo nuovo header per il Saloon!! :D

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  12. Devo assolutamente vederlo, ma la vedo dura sul fatto che venga proiettato quaggiù.

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    1. Magari arriverà in ritardo di qualche settimana ma arriverà, dai... almeno spero!! >.<

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  13. Questo film è stato una resurrezione per il cinema italiano, esattamente quello che il Racconto dei Racconti avrebbe dovuto essere, affogando però nella noia concentrata fin dalle prime scene. La differenza fondamentale, se così si può dire visto che sono ovviamente film del fantastico molto diversi fra loro per un migliaio di aspetti diversi, è che Lo Chiamavano Jeeg Robot ti sa prendere e non ti annoia per un momento.

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    1. A me Il racconto dei racconti era piaciuto moltissimo ma sono due cose diverse non solo per quanto riguarda le tematiche, anche per la realizzazione. Il respiro del film di Garrone è internazionale, è molto difficile, senza conoscerne l'origine, distinguerlo da un film americano o inglese, mentre Lo chiamavano Jeeg Robot è proprio "nostro".

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  14. eh ._. io vorrei vederlo.
    ma anche tu mi dici "tanto splatter".
    e io non so se ce la faccio ;_;

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    1. Eh, ci sono un paio di scene forti, non tantissime ma ci sono. Fossi in te supererei la cosa, anche perché il film in sé merita, eccome se merita!

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