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venerdì 13 maggio 2016

The Boy and the Beast (2015)

Il 10 e 11 maggio è arrivato in Italia, ovviamente in pochissime sale, ci mancherebbe, The Boy and the Beast (バケモノの子 - Bakemono no ko), diretto e sceneggiato nel 2015 dal regista Mamoru Hosoda.


Trama: Dopo la morte della madre, divorziata dal padre di cui il bambino non ha più notizie, il piccolo Ren decide di non appoggiarsi alla famiglia materna ma di vivere solitario nelle strade di Shibuya. Proprio lì incontra Kumatetsu, un guerriero orso antropomorfo che vive nella città delle bestie, e decide di seguirlo e diventarne il discepolo...


Mamoru Hosoda dev'essere una bestia reincarnatasi in un essere umano, non c'è dubbio. E' il solo modo in cui mi spiego come il regista giapponese riesca a realizzare delle pellicole pregne di poesia tratteggiando con incredibile delicatezza il compenetrarsi di due mondi così diversi, creando storie in bilico tra la favola, la leggenda e il racconto di formazione. Se in Wolf Children l'attenzione veniva posta, appunto, su due bambini mezzosangue che con la crescita si ritrovavano costretti a scegliere tra la loro parte umana e quella lupina, qui il protagonista Ren è senza dubbio un piccolo essere umano ma coloro che ne determinano la crescita e la maturazione sono degli animali antropomorfi che vivono in una dimensione parallela alla nostra e la sua condizione di incertezza è molto simile a quella dei piccoli Ame e Yuki. Ren è un bambino solitario con il cuore appesantito e svuotato dall'odio nei confronti di un padre assente e una famiglia materna che palesemente lo disprezza, una creatura che rischierebbe di perdersi in quel crogiolo di volti tutti uguali che è la grande metropoli; il suo carattere schivo e la grande rabbia che lo divorano fanno a pugni con la personalità debordante e il temperamento esplosivo del guerriero Kumatetsu, che tuttavia decide di prenderlo sotto la sua ala protettiva e farne il suo discepolo, sotto lo sguardo perplesso degli animali che lo conoscono fin dalla più tenera età. Mano a mano che il loro tempestoso rapporto di discepolo e maestro evolve, la cosa che balza maggiormente all'occhio è che Ren e Kumatetsu sono due facce della stessa medaglia, entrambi reietti, entrambi "forti" quando si tratta di caratteristiche fisiche o mentali ma allo stesso tempo deboli proprio a causa della loro solitudine e dell'atavica incapacità di fidarsi degli altri; la cosa bella di The Boy and the Beast è il modo in cui viene sottolineato che Kumatetsu non potrà mai diventare Gran Maestro perché ha dimenticato ciò che lo aveva spinto a diventare forte, concentrandosi sempre più sul combattimento fine a sé stesso (al punto da non essere neppure capace ad insegnarne le tecniche), mentre Ren è incapace, nonostante lo desideri, di incanalare la propria educazione di "bestia" per diventare un umano migliore e completo.


Alla luce di tutto ciò, guardando The Boy and the Beast mi è scappato da ridere per tutto il tempo buttato a guardare ed apprezzare Dragonball, i cui personaggi concentrati solo sull'aumentare la propria forza al fine di diventare "i guerrieri più potenti dell'Universo" vengono proprio parodiati da Kumatetsu, però mi sono ritrovata anche a pensare alla completezza di One Piece, dove in un episodio Zef dai piedi rossi dice a Sanji che "nessuno può spezzare la lancia che una persona nasconde nel cuore"; questo concetto è la base fondante di The Boy and the Beast, dove si sottolinea l'importanza di trovare questa lancia (o spada che dir si voglia), un qualcosa che ci completi e ci spinga a diventare persone migliori, capaci di affrontare non tanto le difficoltà della vita, quanto piuttosto noi stessi. Mamoru Hosoda, attraverso il sapiente uso di un'animazione bellissima, cita a piene mani il capolavoro di Melville, Moby Dick, e ci apre gli occhi dinnanzi al fatto che la bestia peggiore, quella che dovremmo temere di più, è proprio la nostra parte oscura, che ci riempie di terrore, rabbia ed insicurezza, impedendoci di diventare umani a tutti gli effetti. Tanti pensieri profondi sono racchiusi in una storia solo all'apparenza superficiale, fatta sì di molte sequenze divertenti (Kumatetsu e i suoi amici Tatara e Hyakushubo, per non parlare del Gran Maestro Coniglio sono tra i personaggi migliori mai visti in un anime) e combattimenti mozzafiato, ma anche di confronti toccanti e momenti drammatici, che insieme contribuiscono a creare un'opera emozionante e difficile da dimenticare. Sebbene abbia preferito Wolf Children, credo che Mamoru Hosoda sia riuscito a girare un altro capolavoro ed è un peccato che simili film godano nel nostro Paese solo di una distribuzione limitata: se riuscite in qualche modo a recuperare The Boy and the Beast fatelo e innamoratevi anche voi di Kumatestu, Ren e compagnia.


Del regista e sceneggiatore Mamoru Hosoda ho già parlato QUI e se The Boy and the Beast vi fosse piaciuto recuperate ovviamente Wolf Children, sempre scritto e diretto da questo talentuoso autore, e La città incantata. ENJOY!

13 commenti:

  1. Spero di recuperarlo presto: ho adorato Wolf Children, e ho fiducia anche in questo.

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    1. Secondo me è un po' meno bello di Wolf Children ma è comunque una gran goduria e ti piacerà un sacco!!

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  2. A causa della limitatissima distribuzione non posso vederlo subitooooo.. devo aspettare il dvd o bluray... ;_;

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    1. Unisci il verso giapponese del gatto ad un dominio europeo e vedrai che l'attesa si accorcerà notevolmente, peraltro con la stessa qualità di un bluray :D

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    2. uhuhuh... miagolerò come una pazza!!!! Grazie! <3

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  3. Uffff.... peccato che anche da me non lo fanno :(

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  4. Sembra molto interessante, chissà quando riuscirò a guardarlo :)

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  5. Detesto la distribuzione italiana, in quei giorni non potevo e quindi l'ho perso. Proverò a recuperarlo. In Wolf Children qualcosa non mi aveva convinto, questo potrebbe essere più nelle mie corde.

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    1. La distribuzione italiana fa schifo, soprattutto per quel che riguarda questo genere di film. E' inutile fare gli "eventi speciali", quando la loro vera definizione sarebbe eventi casuali/ristretti...

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  6. Bellissimo film, mi è piaciuto moltissimo la scena iniziale dove i personaggi animali e il loro mondo viene spiegato attraverso un gioco di luci fiammeggiatati. Ottima la prova di Pino Insegno su Kumatetsu. Ho trovato la parte finale del film un po' deboluccia, con Kyuuta che se sembra non importi più di tanto di abbandonare quanto appreso o fatto con il proprio maestro.

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    1. Sarei stata curiosa di sentire Pinuccio doppiare Kumatetsu, però la voce originale giapponese è splendida!
      A mio avviso però Kyuuta non abbandona, semplicemente fa suoi gli insegnamenti del suo maestro per vivere al meglio come essere umano!

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    2. Si è vero. Il problema è che tutto il processo che porta Kyuta a riscoprire il proprio mondo e decidere di rimanerci mi è sembrato leggermente forzato(ma comprendo che il tutto è volto come simbolo della maturità del personaggio che abbandona i propri traumi infantili per diventare adulto).

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    3. Non vorrei avere capito male ma i libri, la letteratura, la matematica ecc. nel mondo delle bestie non esistevano quindi forse la fascinazione per qualcosa di "perduto" è stata la molla che ha fatto scattare il processo che dici tu. D'altronde forse era anche normale che Kyuuta volesse tornare tra i suoi simili, prima o poi!

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