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mercoledì 22 giugno 2016

Kill Your Friends (2015)

Oggi parlerò di un titolo che ho visto spuntare qua e là su vari blog e che mi ha incuriosita, ovvero Kill Your Friends, diretto nel 2015 dal regista Owen Harris e tratto dal romanzo omonimo di John Niven.


Trama: Stelfox è un impiegato della divisione A&R di una casa discografica, pur non essendo assolutamente interessato alla musica. Spinto dal desiderio di successo e denaro, arriverà a superare ogni limite pur di fare carriera...


Nicholas Hoult è comparso nel mio radar cinematografico quasi in sordina, senza farsi notare troppo. Prima un'apparizione come Bestia nei reboot degli X-Men, poi qualche comparsata in altri film che non ricordo, e infine la bellezza del suo personaggio in Mad Max: Fury Road. Adesso, quando leggo il nome di Nicholas Hoult all'interno del cast sorrido e do una chance al film a prescindere, com'è successo a Kill Your Friends che, in pratica, è uno one man show houltiano dove il giovane attore ripercorre un po' i primi passi di colleghi quotatissimi come Ewan McGregor e Christian Bale, per di più con un film ambientato proprio all'epoca in cui questi due talentuosi attori si affermavano con prepotenza sulla scena internazionale. La storia di Kill Your Friends è infatti quella di Steven Stelfox, un "fratello" di Patrick Bateman con l'accento di Renton, che racconta in prima persona vicende di ordinaria depravazione ed ignoranza all'interno di una casa discografica in particolare e nel mondo della musica in generale; con terrificante e lucida ironia, il romanziere John Niven, anche autore della sceneggiatura, delinea l'immagine spietata di un universo fatto di addetti ai lavori al 90% incompetenti o molto fortunati, successi commerciali creati a tavolino, cantanti dall'ego smisurato, terrificanti casi umani convinti di essere degli artisti e spocchiosi sedicenti "esperti" che tengono il mondo in gran dispitto. All'interno di questa galleria degli orrori, dal sapore molto Ellisiano, si muove Stelfox, che all'incompetenza aggiunge anche un pericoloso gusto per il sangue o, meglio, una totale mancanza di moralità che lo porta (complice anche la costante assunzione di droga ed alcool) a seguire i principi del falso libro di auto-affermazione Unleash Your Monster e ad eliminare più o meno fisicamente gli ostacoli verso una luminosa carriera come presidente della casa discografica.


L'umorismo nero viene dosato a piene mani, le sequenze grottesche che rischiano di entrare negli annali di un certo tipo di cinema (Moritz Bleibtreu e il suo "Why don't you suck my dick" ripetuto su una base assai simile a quella della Ding Dong Song di Gunther rasentano l'epicità ma meritano molto anche il sogno ad occhi aperti di Stelfox nel ristorante vegano o lo scontro verbale con Rosanna Arquette) non mancano e ad affiancare Hoult nella sua scriteriata corsa ai piani alti c'è uno stuolo di caratteristi capaci di rendere il film ancora più accattivante e divertente. A differenza di American Psycho il film di Owen Harris si trattiene per quel che riguarda l'aspetto gore, per quanto venga lasciato a tratti libero di sfogarsi, soprattutto sul finale, e calca maggiormente la mano sui dialoghi, sul delirio da droga ed alcool e sulla pochezza del personaggio di Hoult, fondamentalmente uno sfigato di bell'aspetto con manie di grandezza che probabilmente molti spettatori vorrebbero vedere morto dopo dieci minuti dall'inizio del film. Sinceramente, io non sono riuscita ad odiarlo e l'ho trovato spassosissimo, così come ho trovato assai divertente le parodie di gruppi come le Spice Girls, i cosiddetti "indipendenti" pre-hipster, i rapper di colore e il già citato truzzo tedesco e l'idea di mescolare le canzoni di questi personaggi inventati a vere hit come Karma Police dei Radiohead, Beetlebum dei Blur, Smack My Bitch Up dei Prodigy (utilizzata in modo assai appropriato!) o Cigarettes & Alcohol degli Oasis, che mi hanno anche permesso di fare un nostalgico salto indietro ai tempi del liceo. Tutti questi elementi mi hanno probabilmente portata ad essere troppo indulgente nei confronti di Kill Your Friends ma il piacere provato nel guardarlo è stato genuino quindi lo consiglio senza riserve, soprattutto se amate i film con protagonisti immorali e fuori di testa!


Di Nicholas Hoult (Steven Stelfox), James Corden (Roger Waters), Moritz Bleibtreu (Rudy) e Rosanna Arquette (Barbara) ho già parlato ai rispettivi link.

Owen Harris è il regista della pellicola, al suo primo lungometraggio. Inglese, ha diretto anche episodi delle serie Misfits e Black Mirror.


Se Kill Your Friends vi fosse piaciuto recuperate American Psycho e Trainspotting. ENJOY!

8 commenti:

  1. Lo avrei voluto un po' più estremo - più sesso, più sangue: la musica, invece, c'è, ed è bellissima - ma mi è piaciuto comunque.
    Hoult molto bravo!

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    1. Mah, forse più estremo avrebbe perso quel tono giocoso e grottesco che ho tanto apprezzato. Lui è fantastico!

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  2. Dev'essere divertente anche se non è proprio il mio genere. Se mi capita gli darò una possibilità.

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  3. Non è il mio genere ma gli darò una possibilità.

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  4. L'ho visto dopo la segnalazione del Cannibale. E' stranuccio, ma non mi è dispiaciuto.

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  5. Questo me lo ero proprio perso, recupererò per curiosità.

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  6. anche a me è piaciuccchiato, non capisco perchè la critica lo abbia smontato

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    1. Non saprei. Forse si aspettavano qualcosa di diverso, forse patiscono ancora il ricordo di American Psycho...

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