Pagine

martedì 6 settembre 2016

The Forest (2016)

Qualche sera fa, seguendo il mio solito, discutibile metodo di scelta dei film, mi sono imbattuta in The Forest, diretto dal regista Jason Zada.


Trama: turbata dalla scomparsa della sorella gemella Jesse, Sara decide di andare in Giappone e cercarla. Le indagini la conducono ad Aokigahara, la foresta dei suicidi...



Quest'anno va di moda Aokigahara, che vi devo dire. Però ci sono film e film, ovvio. Se Gus Van Sant, per quanto leggermente sottotono, è riuscito ad utilizzare la foresta giapponese dei suicidi per indurre nello spettatore una riflessione sui sentimenti e sul loro progressivo logoramento, causato dalla routine quotidiana e da una sorta di masochismo innato nell'uomo, Jason Zada e ben tre sceneggiatori si sono limitati invece a scodellare il solito horror a base di mostruosi ed incazzosi fantasmi, vocette e sporadici jump scare, riducendo la foresta ai piedi del monte Fuji a mero scenario esotico di uno scontro tra la saggezza autoctona e la stupidità tipicamente americana. Jessie e Sara sono le solite gemelle "diverse", l'una è bionda quindi buona, l'altra mora quindi psichicamente disturbata e, non sto neanche a dirvelo, sono unite da un legame che si concretizza in un costante rumore di fondo (in pratica, se una delle due comincia a non sentire più un incessante sibilo nelle orecchie, vuol dire che l'altra è morta); tanto basta perché Jesse, venuta a sapere della scomparsa di Sara, si convinca che la sorella non sia morta ma che si sia semplicemente persa ad Aokigahara. Giustamente, Sara parte per il Giappone e fin qui la trama avrebbe anche un senso, se non fosse che la protagonista comincia ad avere mostruose visioni fin dalla partenza, come se la foresta nipponica, con tutti i giapponesi presenti nei dintorni, non avesse di meglio da fare che trarre a sé una che vive in un altro continente. "Non lasciare mai il sentiero, sei triste" è il saggio consiglio che ogni giapponese offre alla ragazza intenzionata ad esplorare la foresta ma se ciò fosse vero allora tutti gli spettatori che guardano The Forest dovrebbero venire rapiti dagli yurei, ovvero i fantasmi giapponesi costantemente nominati nel corso del film, perché la pellicola di Jason Zada è un'ininterrotta fonte di depressione e noia e non bastano un'insipida parentesi thriller o l'attesa di vedere svelato il segreto celato nell'infanzia di Sara (peraltro, sgamabile dalla discrepanza tra quello che lei racconta e ciò che viene mostrato nel flashback) per ravvivare il tutto.


Laddove la foresta di Van Sant era misteriosa ed affascinante, quella di Jason Zada è di una monotonia fuori dal comune nonostante sia popolata da studentesse giapponotte dalla dubbia moralità e mostri cattivissimi, realizzati con una pessima CGI. Il film è talmente moscio che persino Natalie Dormer, che a me è sempre sembrata una figa paurosa e che, diciamolo, è meglio mora che bionda, ne ha assorbito l'inutilità diventando di riflesso sciapa e bruttarella; peraltro, se già avevo alzato un sopracciglio davanti all'apparente immortalità di Matthew McConaughey in La foresta dei sogni, qui mi si è direttamente tatuato un WTF in fronte davanti alle rovinose cadute della protagonista, la quale si rialza ogni volta senza colpo ferire, al limite zoppicando appena e cacciando degli strilli da primato, l'ideale per ridestarsi dal torpore. L'utilizzo degli attori giapponesi come mero tramite per l'inevitabile scontro culturale ("Cosa c'è qui sotto?" "La cantina." vince il premio per lo scambio di battute più cretino del 2016, cosa cavolo vuoi che abbiano i giapponesi al di sotto del piano terra??) o come triste cliché da gettare in pasto agli occidentali vogliosi di divise, kimono e totale divario linguistico sono i colpi di grazia in grado di affossare definitivamente un film che non vale assolutamente il disturbo, neppure se siete fan della Dormer. Tanto non si spoglia, io ve lo dico. Stacce.


Di Natalie Dormer, che interpreta le gemelle Sara e Jesse, ho già parlato QUI.

Jason Zada è il regista della pellicola. Americano, al suo primo lungometraggio, è anche sceneggiatore, produttore e compositore.


Nonostante non sia affatto horror, se l'argomento Aokigahara vi interessa recuperate il film La foresta dei sogni, uscito anche lui quest'anno. ENJOY!


8 commenti:

  1. Una cagatella proprio.
    Fino a un certo punto, manco tanto.
    Ma la Dormer è tanto bella, a modo suo, quanto cagna maledetta.
    Con quel "musino" storto che si ritrova sembra sempre così altezzosa e antipatica. In mezzo alla foresta, poi, l'aria da contessina ci stava assai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente la Dormer ha dalla sua che è gnocca e ha la smorfietta più bella del mondo, beata lei. Per il resto il film è proprio moscio.

      Elimina
  2. A noi non è dispiaciuto,ma non abbiamo visto l'altro!
    Certo che si guarda e si scorda velocemente....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì è un filmettino. L'altro non proporlo nemmeno al Kahl o viene giù in Liguria a darmi fuoco XD

      Elimina
  3. Sembra proprio un po' una stupidaggine, credo lo salterò. L'avevo giusto visto in giro oggi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non val la pena recuperarlo in effetti, con tutti gli horror validi che ci sono :)

      Elimina