Pagine

domenica 12 marzo 2017

The Ring (2002)

Siccome il 16 marzo dovrebbe uscire The Ring 3 in tutta Italia e probabilmente anche a Savona, ho deciso di fare un po' di ripasso con i remake americani della saga nipponica dedicata a Samara/Sadako, cominciando proprio con The Ring, diretto nel 2002 dal regista Gore Verbinski.


Trama: dopo la morte della nipote in circostanze misteriose, la giornalista Rachel comincia ad indagare e scopre l'esistenza di una videocassetta che condanna lo spettatore a morire sette giorni dopo averla guardata.


Questo sarà un post strano, diviso tra passato e presente, nel quale cercherò di essere  più sentimentale e allo stesso tempo più obiettiva possibile. Cominciamo per l'appunto con un momento amarcord. Quella sera lontana di ormai quindici anni fa, seduta al cinema e pronta a guardare The Ring, non avevo assolutamente idea del fatto che esistessero i film di Hideo Nakata o, meglio, lo sapevo ma non avendoli mai visti ero assolutamente "vergine" e la storia di Samara e della videocassetta maledetta mi aveva colta impreparata e conseguentemente uccisa di paura. Ricordo in particolare (e come faccio a dimenticarlo) di essere quasi morta durante la sequenza finale, quella che mostra il destino di chi arriva al settimo giorno e si ritrova alla mercé della cattivissima ragazzina; l'immagine della mocciosa dai lunghi capelli neri che, tra scatti, freeze frame e stacchi improvvisi di montaggio, usciva dalla TV pronta a ghermire il malcapitato di turno mi aveva sconvolta al punto che, arrivata a casa, avevo staccato le spine di tutti gli apparecchi televisivi e, per buona misura, li avevo anche coperti con un asciugamano, per la gioia di mia madre che si era finalmente resa conto di avere una figlia scema. Dopo quella volta, ho rivisto The Ring almeno in altre 3/4 occasioni, l'ultima assieme al Bolluomo (visione interrotta da un blackout che ha convinto il povero Mirco, già impaurito di suo, a non proseguire oltre), e non sono mai riuscita a voler male al remake di Verbinski, nonostante risulti, se paragonato all'originale nipponico, la solita pappetta premasticata e sputata nel piatto del pubblico bue occidentale che abbisogna di spiegoni, retroscena, effetti speciali e make-up ben preciso, così da non lasciare nulla al dubbio o all'immaginazione. Col tempo, fortunatamente, si è attenuata un po' la paura di Samara, sebbene sia la sequenza iniziale che la già citata scena finale mi stringano ancora oggi il petto e non possa quindi dire che The Ring sia un film noioso o poco efficace, eppure riguardandolo qualche sera fa ho dovuto constatare che qualcosa è cambiato in me oppure che gli anni non sono stati proprio clementi con questa pellicola.


Rivedendo The Ring per la quinta volta sono stata colpita come un maglio dalla sua aria "finta". La fotografia è piagata da un filtro che rende ogni immagine verdastra (il che ha senso visto il legame tra Samara e l'acqua) e le immagini dell'acero ripreso al tramonto feriscono gli occhi per quanto sono alterate digitalmente; sicuramente è una scelta stilistica, come se i personaggi dopo aver visto la videocassetta maledetta fossero letteralmente entrati in una dimensione "altra", irreale, però credetemi se dico che i quindici anni passati si sentono tutti. Lo stesso vale per il video di Samara, che a differenza dell'originale giapponese sembra davvero "il lavoro di uno studente di cinema" (come viene detto ironicamente nel film), privo di anima e mai davvero inquietante, per non parlare di alcuni elementi tratti direttamente da esso, come la disgustosa scolopendra in CGI che sembra appiccicata allo schermo (a differenza della mosca. Quella è sempre molto realistica). Purtroppo, anche la sequenza incriminata, ovvero quella in cui Samara esce finalmente dallo schermo, sta cominciando a mostrare il fianco, non tanto per quel che riguarda l'atmosfera quanto proprio per l'effetto digitale che sta dietro alla costruzione della stessa: paradossalmente, nonostante la versione giapponese sia più artigianale, Ringu fa molta più paura, anche grazie all'utilizzo di una colonna sonora capace di fare accapponare la pelle, elemento di cui il film di Verbinski difetta. Quello che è ancora oggi molto apprezzabile è invece la scelta della carismatica Naomi Watts come protagonista, costretta a dismettere gradualmente la sua natura pragmatica man mano che la maledizione comincia ad agire sulle sue percezioni e su coloro che le stanno attorno, e anche il bimbetto che interpreta suo figlio continua ad essere inquietante come la prima volta che l'ho visto, oltre che fastidioso come pochi. Comunque, pur con tutti i difetti e la diminuzione progressiva dei pregi, The Ring ha segnato un'epoca particolare dell'horror (se in maniera positiva o negativa non sta a me dirlo ma punterei il dito su di lui se vi siete stufati, come me, dell'ondata di mostre bianchicce e capellone del cosiddetto J-Horror che per un decennio hanno invaso il mercato occidentale) e ad ogni visione non mi lascia mai insoddisfatta quindi ribadisco il mio voler bene alla creatura di Verbinski. Basta che non me lo chiamate "regista visionario" come nei trailer de La cura dal benessere, ecco. Quello proprio no.


Del regista Gore Verbinski ho già parlato QUI. Naomi Watts (Rachel), Brian Cox (Richard Morgan), Jane Alexander (Dr. Grasnik), Sasha Barrese (una delle due ragazze che fumano con Rachel dopo il funerale di Katie) e Adam Brody (all'epoca solo una comparsa, è il ragazzo che dopo il funerale di Katie racconta a Rachel della cassetta) li trovate invece ai rispettivi link.

Amber Tamblyn interpreta Katie. Figlia di Russ Tamblyn, ovvero il viscido dottor Jacobi di Twin Peaks, ha partecipato a film come The Grudge 2, 127 ore, Django Unchained e a serie quali Buffy l'ammazzavampiri, CSI, Senza traccia, Dr. House e Due uomini e mezzo. Americana, anche produttrice, sceneggiatrice e regista, ha 34 anni e tre film in uscita.


Daveigh Chase interpreta Samara. Americana, ha prestato per anni la voce a Lilo nei film Lilo & Stitch, Stitch! The Movie, Leroy & Stitch e in Lilo & Stitch: La serie e ha doppiato Chihiro nella versione inglese de La città incantata oltre ad essere stata Samantha Darko sia in Donnie Darko che nel sequel S. Darko. Ha partecipato a serie come Sabrina vita da strega, Streghe, ER Medici in prima linea, CSI, Cold Case e Senza traccia. Ha 27 anni.


Il ruolo di Rachel era stato offerto a Jennifer Connelly (che avrebbe poi partecipato al remake di Dark Water) poi a Gwyneth Paltrow, Jennifer Love Hewitt e Kate Beckinsale prima di andare a Naomi Watts mentre Daveigh Chase è diventata Samara dopo che le era stata preferita Kristen Stewart per il ruolo della figlia di Jodie Foster in Panic Room. Altro fatto interessante: Chris Cooper avrebbe dovuto essere presente nel film ed interpretare un killer, probabilmente pedofilo, che all'inizio cerca di convincere Rachel a riabilitare il suo nome mentre sul finale riceve dalla giornalista la copia della videocassetta duplicata dal figlio, un subplot completamente tagliato dalla versione definitiva del film assieme ad un altro finale in cui Rachel nasconde la videocassetta tra i titoli di un videonoleggio. The Ring è stato seguito nel 2005 da The Ring 2 (nel mezzo c'è il corto Rings, girato nello stesso anno, utile ma non indispensabile per capire gli eventi iniziali della pellicola) e tra poco arriverà The Ring 3 mentre per quel che riguarda le versioni giapponesi, The Ring è il remake diretto di Ringu (già remake di un omonimo film  TV), il quale ha dato origine alla serie TV in 12 episodi Ringu - Saishuushou, al sequel Ringu 2 e al prequel Ringu 0: Birthday; in realtà, il "vero" sequel di Ringu, in quanto basato sui romanzi di Kouji Suzuki, sarebbe però Rasen, conosciuto come The Spiral, che ha dato vita a una serie TV omonima e ai sequel Sadako 3D e Sadako 3D 2. Se ancora non vi basta, sappiate che esiste anche un remake coreano dal titolo Ring e, come dimenticarlo, Sadako vs Kayako, dove la saga di The Ring si incrocia con quella di The Grudge. Recuperate tutto e... ENJOY!

22 commenti:

  1. Io, invece, l'ho sempre trovato molto sopravvalutato. Non mi ha mai fatto paura, eppure al tempo avevo l'età giusta (ma ricordo molto bene e con affetto la prima volta in cui lo vidi). Strano ma vero, penso di preferirgli il seguito. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il seguito l'ho rivisto pochi giorni fa e non ho mai dormito così tanto... e già non mi era piaciuto la prima volta, banalissimo.

      Elimina
  2. Visionario no... estremamente bravo, quello sì. Per me è davvero sprecato a fare i film che goli propinano.
    Pure io ho un ricordo affettuoso di questo ^^' i libri invece sono un delirio...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il primo libro ce l'ho ed effettivamente non ci avevo capito nulla. Però non vorrei che fosse un problema di traduzione...
      Quanto a Verbinski gli voglio bene e aspetto con ansia La cura dal benessere!

      Elimina
  3. Vedo che li hai nominati proprio tutti, incluse le due serie tivù. Ottimo! Ero già pronto a cazziarti nel caso ti fossi dimenticata qualcosa... ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anzi, no. Ti cazzio! Ti sei dimenticata "Ring: Kanzenban" del 1995, antecedente al Ringu di Nakata. In ogni caso hai fatto un ottimo lavoro.

      Elimina
    2. Mai deludere @ Obsidian M per quanto riguarda questo franchise! Li ha visti tutti ! Tutti! ^^

      Elimina
    3. No, ti prego! Non cazziarmi! Non ho citato il nome preciso perché ero convinta che fosse Ringu ma ho scritto così: "The Ring è il remake diretto di Ringu (già remake di un omonimo film TV)" Quindi l'ho nominato!! *__*

      Elimina
    4. Ok, stavolta te la sei cavata ^_^

      Elimina
  4. mi piacque moltissimo
    ma solo questo primo capitolo, che quelli a seguire, decisamente sono stati scarsetti!
    che il ruolo della protagonista principale, fosse stato rifiutato da tanti nomi noti, non lo sapevo proprio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, quello dopo non è nulla di che. Ne parlo proprio oggi :)

      Elimina
  5. La prima volta che l'ho visto nel 2003 mi ha entusiasmato, rivedendolo adesso col senno di poi non posso non notare diverse soluzioni posticce e forzate nell'adattamento della trama.
    Comunque rimane un franchise che ha fatto epoca e che, in un certo senso, ci ha illuso tutti quanti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Più che la trama, sono gli effetti a risultare un po' datati. E' ben più posticcio il seguito, che va davvero a scavare il fondo della banalità.

      Elimina
  6. Amber Tamblyn morta smostrata nell'armadio è la scena migliore del film e dura tipo 0,5 secondi.
    Comunque il 3 lo andrò a vedere sicuramente perché "la ragazzina bianca che cade nei pozzi" (semicit. Da Scary Movie) avrà sempre un posto speciale nel mio cuoricino.
    Q
    Una volta noleggiai un film giapponese di cui non ricordo molto, i protagonisti erano un dottore e suo figlio che venivano perseguitati dai fantasmi e alla fine viene tutto ricollegato alla cassetta maledetta negli ultimi 10 minuti, ne sai niente?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    2. Sì, l'impatto di quella scena è scioccante oggi come allora.
      Il film di cui parli potrebbe essere The Spiral? Guarda un po' se la trama è questa: https://en.wikipedia.org/wiki/Rasen

      Elimina
    3. Di nulla :) L'avevo visto tanto tempo fa ma sinceramente lo ricordo poco, dovrei riguardarlo!

      Elimina
  7. All'epoca mi inquietò tanto, non ti nego che per un paio di notti non riuscivo a chiudere occhio XD

    RispondiElimina
  8. Infatti la questione vhs diventa imbarazzante reiterata nel 2017. Riguardo a Verbinski, non vedo l'ora di andare a vedere La cura dal benessere, perché alla fine come regista mi è sempre piaciuto molto :)

    RispondiElimina