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venerdì 5 maggio 2017

The Circle (2017)

Dopo due settimane di assenza dalla sala cinematografica ho cercato di rimpinguare un po' le casse del multisala ormai probabilmente sull'orlo del fallimento e sono quindi andata a vedere The Circle, diretto e co-sceneggiato dal regista James Ponsoldt a partire dall'omonimo romanzo di Dave Eggers.


Trama: una ragazza comincia a lavorare per The Circle, azienda impegnata nel campo delle telecomunicazioni. Tra il lavoro al servizio clienti, attività social e telecamere più o meno nascoste, la vita della ragazza e di chi le sta accanto verrà sconvolta dall'onnipresente "occhio" del Grande Fratello...


Facebook, Whatsapp, Istagram, Twitter, Youtube, Linkedin, Swarm, mille altre app social di cui ignoro l'esistenza, la funzione o il nome: al giorno d'oggi, se non sei "connesso" sei fuori dal mondo, se non sei "social" in pratica vuol dire che non stai facendo nulla e io per prima, nonostante le critiche mosse, utilizzo questi strumenti del demonio, sebbene magari non in maniera invasiva come altri. Non so neppure io perché lo faccio, tolte le condivisioni per far conoscere il mio blog. In effetti, perché dovrebbe fregare a qualcuno sapere che sabato sono stata, per dire, a vedere un concerto di Madonna? Perché persone esterne alla mia cerchia più stretta di amici dovrebbero essere interessate a vedere le foto del mio viaggio in Giappone? Eppure si condividono determinate cose perché, di questi tempi strani e misteriosi, persone conosciute proprio sui social, magari mai viste dal vivo, sono diventate in qualche modo importanti e amiche e fa piacere tenere i contatti anche con loro. Potrebbe essere un utilizzo "sano" dei social, come quello di diffondere notizie importanti, avvertire i concittadini relativamente a truffe o furti, cercare il gatto scomparso, ridare il sorriso a chi, per un motivo o per l'altro, è costretto magari a letto oppure ha avuto una giornata del menga e cerca di tirarsi su con qualche lazzo spiritoso dei contatti Facebook più arguti. L'importante è che ogni condivisione parta sempre da una scelta libera (magari responsabile, anche), con l'occhio della mente sempre proiettato verso la realtà vicina e tangibile, soprattutto con la consapevolezza che, magari, all'amico taggato su una foto mentre sta vomitando per strada non farà piacere essere visto da tutti i suoi contatti, quindi sarebbe meglio non violare la privacy altrui. Proprio dal concetto di privacy, ormai apparentemente superato e vetusto in questi tempi digitali, parte il nocciolo della trama di The Circle, in cui un'impiegata comincia a lavorare nell'azienda omonima e si vede inizialmente coinvolta in un turbine di appuntamenti "social" e arricchimenti del proprio profilo ("altrimenti gli altri come fanno a capire chi sei?") al limite del grottesco, per poi ritrovarsi impelagata in qualcosa di ben più serio ed angosciante. La prima parte del film, molto più riuscita della seconda, spinge lo spettatore a porsi domande scomode relative al già citato concetto di privacy e su quale debba essere il limite tra esso e la sicurezza personale o nazionale, riportando in auge l'idea di un "Grande Fratello" che proprio grazie al suo occhio spinge le persone a comportarsi bene nel timore di essere viste e beccate in castagna durante il compimento di crimini più o meno gravi. Nei primi quaranta minuti di film la tensione viene costruita sapientemente, immergendo la protagonista in una realtà "troppo bella per essere vera", circondandola di personaggi ambigui e alzando con un ritmo costante l'asticella dell'invasività delle "regole" che i colleghi le consigliano di seguire, causando nello spettatore un senso di indignazione subito seguito da vergogna, ché la realtà non è poi così diversa, e alimentandone ovviamente le aspettative... e qui risiede l'enorme problema di The Circle.


Dopo un inizio scoppiettante e dopo aver intavolato una serie di domande scomode, la pellicola di Ponsoldt si affloscia al punto che non saprei neppure io spiegare cosa diamine sia andato storto senza ricorrere a degli SPOILER. Nella prima parte del film la protagonista accetta di partecipare ad un esperimento social che la priva di qualsiasi tipo di privacy (una sorta di "punizione" per un'infrazione minore, probabilmente il punto di ridicolo più alto toccato dalla sceneggiatura) e, facendo questo, diventa una sorta di guru mondiale, il volto rassicurante di The Circle ma anche la coscienza diabolica che spinge i due fondatori a osare di più, ad obbligare le persone ad iscriversi al social per poter votare e persino a creare un programma capace di scovare chi non ha voglia (in quanto criminale oppure in quanto persona "analogica") di fare parte della comunità dei cosiddetti Circlers, fino ad arrivare alle estreme conseguenze. Scossa da un avvenimento terribile, Mae decide di sbugiardare i due fondatori della compagnia sfruttando i loro stessi mezzi e mostrandoli al mondo per quello che sono, cioé due furboni matricolati interessati solo a fare soldi... e qui il film finisce. Finisce con Mae che, invece di scappare in Scozia con l'amica Annie e fanculizzare internet, abbraccia un mondo fatto di telecamere nascoste, droni invasivi, messaggini sul cellulare e buongiornissimi di prima mattina, col sorriso sulle labbra di chi ha fatto proprio un'opera buona. Ma de che, scusa? Alla fine non è cambiato proprio nulla, probabilmente avranno chiuso in carcere Hanks e socio ma a che è servito il "martirio" del povero falegname sfigato? E perché un genio come Lafitte non si è reso conto che Mae è, in definitiva, una povera psicopatica? FINE SPOILER. In pratica, molto rumore per nulla, in quanto The Circle non solo sceglie l'ignavia evitando di prendere una posizione chiara rispetto ai problemi che solleva (la sceneggiatura in tal senso è stupida ma, effettivamente, può far riflettere l'idea dell'"obbligo morale" di condividere visivamente delle esperienze personali con chi, per problemi fisici, non potrà mai provarle) ma, ancor peggio, toglie la componente thriller da una storia nata anche per essere tale, riducendo la "minaccia" dell'azienda ed imputandola esclusivamente alla stupidità umana, come a dire "il mondo è così, non ci si può fare nulla". Posso accettare, anzi, solitamente apprezzo le distopie che finiscono male ma qui siamo proprio nel territorio della superficialità, del lassismo, del "non ci hanno dato soldi per continuare a girare la pellicola, finiamola un po' come viene viene", del lanciare il sasso e ritirare la mano, lasciando allo spettatore un film insipido come la sua protagonista. Senza nulla togliere ad Emma Watson, per me bravissima e bella da mozzare il fiato ma purtroppo costretta in un personaggio per il quale è impossibile provare la minima empatia, neppure dotandola di un genitore (ciao, Bill, ci mancherai) afflitto da distrofia muscolare, perché la verità è che Mae è scema come un tacco e fa fare bella figura persino allo Steve Jobs de noantri interpretato da Tom Hanks, per una volta tornato ad essere bravo e simpatico, tanto che verrebbe voglia di tifare per lui e vedere l'intero mondo cadere sotto le grinfie della socialità di The Circle per poi andare in pezzi. Non so come sia il libro di Eggers ma se come scrittore e co-sceneggiatore è davvero così miope preferisco lasciare sugli scaffali la sua opera e reimmergermi nelle pagine di Burgess, Orwell, Ballard e di tutti gli altri scrittori che, già decenni fa, sapevano "prevedere" il futuro e riempire davvero d'angoscia il cuore del lettore.


Di Emma Watson (Mae Holland), Glenne Headly (Bonnie Holland), Bill Paxton (Vinnie Holland), Karen Gillan (Annie), Tom Hanks (Bailey) e Patton Oswalt (Tom Stenton) ho già parlato ai rispettivi link.

James Ponsoldt è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come The Spectacular Now. Anche produttore e attore, ha 39 anni e un film in uscita.


John Boyega interpreta Ty Lafitte. Inglese, lo ricordo per film come Attack the Block e Star Wars: Il risveglio della forza. Anche produttore, ha 25 anni e quattro film in uscita, tra i quali i prossimi due episodi di Star Wars e Pacific Rim: Uprising.


Tra gli altri attori, nei panni della senatrice Santos troviamo Judy Reyes, alias la Carla di Scrubs. Il ruolo di Mae era stato offerto ad Alicia Vikander ma l'attrice ha rifiutato per poter partecipare a Jason Bourne, cosa che ha permesso ad Emma Watson di prendere parte al film. Detto questo, se The Circle vi fosse piaciuto recuperate Attacco al potere. ENJOY!

17 commenti:

  1. Peccato, era un film che mi ispirava, ma se me lo smonti così ... cercherò dell'altro (stagione fiacca, almeno dalle mie parti).

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    1. Anche qui si batte molto la fiacca, ahimé! Dicono che il nuovo di Vicari sia molto bello ma a Savona non s'è visto..

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  2. Un po' mi incuriosiva ma ora mi ha spento ogni entusiasmo! :p
    Lo vedrò lo stesso.. ;)

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    1. Mi spiace spegnere gli entusiasmi ma purtroppo secondo me è davvero troppo superficiale e inconcludente. Peccato, speravo in un film molto più incisivo!

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  3. Non leggo lo spoiler perché vedere il film comunque mi interessa, anche se un po' hai spento l'entusiasmo anche a me :D

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    1. Aiuto, mi sento responsabile di troppi spegnimenti di entusiasmo, quindi mettiamola così: se partirete con aspettative basse, per la legge della sfiga cinematografica vi piacerà molto ma molto più di quanto sarebbe stato se non aveste letto il mio post :P

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  4. Condivido il tuo giudizio su Emma Watson! :)
    Sul film invece non so, non l'ho ancora visto, però temo che potrebbe farmi un po' la tua stessa impressione...

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    1. Secondo la mia modesta opinione la Watson non azzecca un ruolo, tranne forse quello di Belle. O, meglio, forse anche per staccarsi da Hermione si è buttata su ruoli da ragazzetta ambigua e odiosa che la rendono più antipatica di quanto non sia (qui sarebbe da prendere a ceffoni per tutto il film) ed è un peccato perché ha un volto così particolare da meritare parti più "positive".

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    2. bravissima e bella da mozzare il fiato vicino ad Emma Watson non si può leggere XD
      Io la trovo soppravalutatissima,e proprio il fatto che ci sìa lei mi fa passare la voglia di vedere questo film,e dalla tua rece mi pare di capire di non perdere molto,nel caso.
      Comunque concordo sul concetto che i social sìano pericolosi quanto l'uso stupido che se ne fa...

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    3. Io non so perché ma la adoro, con quell'espressione perennemente minacciosa... XDXD
      Comunque The Circle non lo consiglio a te e al Khal, non è davvero nulla di che!

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  5. peccato .. mi sembrava interessante e tutti ne parlano male

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    1. Ho notato anche io, dopo aver scritto il mio post, quando sono andata a leggere delle recensioni sparse sul web. Peccato davvero.

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  6. Il libro mi intriga ed è recensito anche abbastanza bene, mi sa che mi butterò su quello.
    Ti dirò che Emma Watson è forse un po' giovincella, ma a me come ragazza non dispiace affatto, certo come attrice c'è molto di meglio. :-P

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    1. Il libro è sulla lista desideri di Amazon e quando ricomincerò ad avere un po' di tempo per leggere sul serio mi ci fionderò.
      La Watson a me piace anche come attrice :)

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