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domenica 15 ottobre 2017

Ammore e malavita (2017)

Non credevo sarei mai andata a vedere un musicarello napoletano al cinema ma, tant'è, il tam tam della rete post Venezia ha fatto il suo sporco lavoro e giovedì ho visto Ammore e malavita, diretto e co-sceneggiato dai Manetti Bros.


Trama: Ciro è la guardia del corpo di don Vincenzo, Fatima un'infermiera che un giorno vede qualcosa che nessuno avrebbe dovuto vedere. Ciro dovrebbe ucciderla ma Fatima è l'amore perduto della sua infanzia e i due quindi scappano, lasciandosi alle spalle uno stuolo di cadaveri...


Ammetto con colpevolezza di non avere mai visto un film dei Manetti Bros. Ma nemmeno mezzo, eh. Neppure Zora la vampira, che pure all'epoca aveva fatto notizia. Si vede che io e il cinema italiano andiamo in due direzioni diverse. Probabilmente se gente come Sauro e Lisa non ne avessero parlato benissimo nei loro blog non sarei andata a vedere neppure Ammore e malavita che a me, con tutto il dovuto rispetto, l'ambientazione napoletana irrita non poco, con tutti gli stereotipi partenopei che immagino diano fastidio persino agli abitanti di quelle zone. E ammetto che, magari, due sottotitoli in più avrebbero giovato alla visione del film, ché io il 90% dei dialoghi tra Fatima e Ciro non li ho capiti manco p'o cazz'. Aggiungo infine che io e il musicarello non ci siamo mai incrociati nemmeno per sbaglio, neppure da bambina o ragazzina, nemmeno quando i miei genitori erano padroni del telecomando, perché i veri liguri stundai il musicarello lo schifano, belin, e ai biondi capelli di Nino D'Angelo preferiscono la faccia scazzata di De André, per dire. Concluso questo lungo preambolo, devo dire che inaspettatamente Ammore e malavita mi è piaciuto, non tanto quanto avrei voluto magari, ma ne riconosco la genialità e ammetto che non solo mi ha fatto fare un sacco di risate ma si è rivelato persino più profondo di quanto non pensassi. Quegli inni alla libertà sul finale, il giusto ridimensionamento della figura del "padrone" all'inizio (il padrone deve comunque ricordare le sue origini umili, senza mancare di rispetto a chi sta "sotto") e la celebrazione dell'aMMaure sono cose che allargano il cuore e riconciliano un po' col mondo, aggiungendo una ventata di ottimismo e allegria anche all'interno di una storia dove il bodycount è altissimo e la malavita spadroneggia fin dalle primissime sequenze, tra cadaveri canterini che si chiedono "chi cazz'è stu Don Vincenzo?" e turisti che vengono felicemente rapinati a Scampia. Non ho mai visto Song'e Napule (ne dubitavate?) ma mi è parso di capire che, nonostante siano entrambi romani, i Manetti Bros portino la città partenopea nel cuore e ne riconoscano il fascino a discapito di tutti gli stereotipi e di tutte le brutture che l'hanno fatta assurgere, spesso ingiustamente, agli onori della cronaca nera, al punto da arrivare ad essere internazionalmente considerata come una delle città più pericolose del mondo. Poi oh, io a Napoli non sono mai stata quindi mi viene difficile anche parlarne e capire il sentimento che smuove i Manetti ma, di base, mi è sembrato positivo.


Più che la storia in sé, comunque, una sorta di Romeo e Giulietta in salsa mafiosa condita da innumerevoli e consapevoli citazioni cinematografiche che fanno capo nientemeno che a James Bond, colpiscono di Ammore e malavita l'anima musical e il gusto con cui i Manetti mettono in scena non soltanto i vari numeri musicali ma anche le sequenze più "action". Non riesco ad entrare nel merito della musica in sé perché obiettivamente quello di Ammore e malavita non è il mio genere (diciamo che ho riso molto ma è una colonna sonora che non riascolterei) e, benché funzionali alla trama e rispettose del "canone", ho preso le canzoni presenti nel film come una parodia ben realizzata, però ho apprezzato tutte le coreografie e la messinscena che fa loro da contorno, a cominciare dalla Madonnina che s'illumina trasformando un grigio corridoio d'ospedale in una truzzissima sala da ballo, passando per il tizio che canta circondato da cornetti rossi, per arrivare ai cadaveri che tengono il tempo schioccando le dita come un macabro coro greco, giusto per citare un paio di scene che mi hanno colpita più di altre. Bellissima la fotografia "rozza", le inquadrature da poliziottesco, l'esagerazione splatter delle sparatorie e degli innumerevoli atti di violenza che costellano il film, molto interessanti anche i costumi e alcuni dettagli delle scenografie (i cuori "sacri" con in mezzo l'orologio di Johnny Depp in casa di Fatima, la De Lorean! sul finale), tutti aspetti del film che mi spingerebbero a recuperare le precedenti opere dei Manetti Bros perché, davvero, se c'è un film da cui traspare aMMore per tutto il cinema è davvero Ammore e malavita quindi chissà cosa mi sono persa in tutti questi anni. Bravissimi anche gli interpreti, tra l'altro. A dire il vero la Gerini, con quel napoletano parodico e forzato, lì per lì non mi convinceva ma più andavo avanti più mi sono resa conto che questa è la sua migliore interpretazione da anni, mentre Serena Rossi, Carlo Buccirosso, Giampaolo Morelli e tutto il resto del cast si sono conquistati la mia simpatia fin dall'inizio e in particolare Serena Rossi, con quella sua aria un po' motown e la voce bellissima, è stata davvero una sorpresa graditissima. Mi rendo conto che dovrei spendere qualche parola in più ma, ribadisco, non ho le conoscenze per analizzare Ammore e malavita come meriterebbe e mi spiace. Posso solo consigliare chi dovesse leggere il post di andarlo a vedere prima che lo tolgano dalle sale perché un film simile va "vissuto" più che letto. Iamme, ia!


Di Carlo Buccirosso, che interpreta Don Vincenzo Strozzalone, ho già parlato QUI mentre Claudia Gerini, che interpreta Donna Maria, la trovate QUA.

I Manetti Bros, al secolo Marco e Antonio Manetti, sono i registi e co-sceneggiatori del film. Nati entrambi a Roma, hanno diretto film come Zora la vampira, L'arrivo di Wang, Paura 3D, Song'e Napule ed episodi delle serie Il commissario Rex e L'ispettore Coliandro. Anche produttori e attori, Marco ha 49 anni mentre Antonio ne ha 47.


Giampaolo Morelli interpreta Ciro. Nato a Napoli, ha partecipato a film come South Kensington, Paz!, Song'e Napule, Smetto quando voglio: Masterclass e a serie quali Anni 60, Distretto di polizia, Braccialetti rossi e L'ispettore Coliandro. Anche sceneggiatore, regista e produttore, ha 44 anni e un film in uscita.


Serena Rossi interpreta Fatima. Nata a Napoli, ha partecipato a film come Song'e Napule e a serie quali Un posto al sole, Il commissario Montalbano, Che Dio ci aiuti, Il commissario Rex e L'ispettore Coliandro, inoltre ha prestato la voce ad Anna in Frozen - Il regno di ghiaccio. Ha 32 anni e un film in uscita.


Tra gli altri attori che compaiono nella pellicola segnalo il cantante Raiz, al secolo Gennaro Della Volpe, che interpreta Rosario, mentre non so per quale motivo in nessun sito viene riportata la presenza del comico Giovanni Esposito nei panni del boss rivale (accompagnato tra l'altro dal wrestler italiano Giuseppe "King" Danza). Oh ben, c'è e tanto vi deve bastare! ENJOY!

18 commenti:

  1. Visto giovedì. Adoro i Manetti, sempre di più.
    La Gerini e Buccirosso strepitosi, davvero. Mi hanno fatto così tanto ridere che al cinema potevano quasi linciarmi. E le canzoni, ora comiche e ora inaspettatamente toccanti (parlo di quella Bang Bang, prima della strage sul terrazzo), sono belle sì.

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    1. Addirittura? Io mi sono contenuta, lo ammetto, però hai ragione, la Bang Bang inaspettata è stata un toccante colpo di genio!

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  2. A me i Manetti piacciono, i loro film sono superfigi e fatti benissimo, appena sarà disponibile in rete questo film, me lo guarderò :D

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    1. Ma dalle tue parti i film non escono peggio che a Savona? o__O Che peccato!

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    2. non escono tutti, poi il cinema non me lo posso permettere, per ovvie ragioni, ecco perchè uso la rete xD

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  3. Mi piacciono un sacco i Manetti, e cercheremo di vederlo, perché questo, a naso, mi sembra un autentico scult.

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    1. Io invece cercherò di recuperare quelli vecchi! :)

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  4. Pure per me era la prima volta con i Manetti e ammetto di aver letto spesso e volentieri i sottotitoli inglesi a Venezia, che il napoletano mica è così facile!
    Divertentissimo e come dici bene un gran omaggio a Napoli e al cinema, l'ho trovato un po' troppo lungo e pesante nella parte centrale, ma una gran visione.

    C'ho riprovato poi con Song'e Napule, ma l'amore lì non è scattato, qualche cliché di troppo, qualche "povertà dei mezzi" che non mi ha convinto. Mi sa che ci vuole un po' più sud nell'anima per amarli incondizionatamente.

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    1. Eccoli, i sottotitoli inglesi li avrei apprezzati molto anche io! XD
      Leggendo ciò che dici su Song'e Napule comincio a provare timore, non tanto per la povertà di mezzi che non mi ha mai spaventata ma per il cliché. Vedremo, dai!

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  5. Allora, premettendo che da napoletano non ho mai particolarmente amato i luoghi comuni su Napoli decisamente troppo superflui e scontati, però come ti dissi a suo tempo, "Ammore e Malavita" merita la visione proprio per l'amorevole presa in giro di tutti questi luoghi comuni (e " Song' è Napule" è perfino più divertente sotto questo profilo, proprio perché prende in giro - ma con molte strizzate d'occhio -l'ambiente dei neomelodici, in più si comporta come un vero e proprio poliziottesco, quindi te lo consiglierei). In quanto ai Manetti, avendo visto Coliandro più e più volte credo che il rispetto verso le location sia uno dei loro marchi di fabbrica. In "Coliandro" dimostrano di amare molto Bologna così come nei due film citati fanno lo stesso con Napoli, credo quindi un domani potremmo aspettarci la stessa cosa con film ambientati , magari a Milano o a Genova magari col sottofondo musicale di De Andrè.
    Intanto prova a vedere "Song'è Napule" e poi dimmi cosa ne pensi. ;)

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    1. Beh, se un Napoletano allora conferma l'idea che avevo avuto di presa in giro dettata da aMMore direi che i Manetti hanno fatto centro :)
      E adesso mi hai anche fatto venire voglia di vedere Song' e Napule, in questi giorni ci rifletto e poi mi butto assieme al Bolluomo, sperando gradisca :)

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  6. Credo di essere abbastanza "sudista" (rispetto a te e Lisa :) ) per amare incondizionatamente questo film... malgrado i suoi difetti, che ci sono eccome, a cominciare dalla lunghezza forse eccessiva e la ripetitività di certe situazioni.
    Eppure questo film lo si ama per la sua profonda sincerità d'intenti e il coraggio di due registi nel riproporre, ostinatamente, un cinema di genere che omaggia la tradizione della sceneggiata napoletana unita a quella del musical e del "poliziottesco" anni '70. I Manetti Bros sono da applaudire proprio per la loro versatilità e la capacità di mischiare le carte con gli stili del cinema, come del resto in tutti i loro film precedenti (che a questo punto ti consiglio davvero di recuperare). Insieme a "Gatta Cenerentola", "Ammore e malavita" è il degno corollario di un inzio di stagione decisamente sotto spoglie partenopee!

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    1. Gatta cenerentola avrei tanto voluto vederlo ma qui non è arrivato nemmeno per sbaglio, evidentemente non porta pubblico nemmeno al cinema d'essai... -.-

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  7. Questo è il primo film dei Manetti Bros dove ho pregiudizio. Lo supererò e l'andrò a vedere.

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  8. Mai visto per i tuoi stessi motivi, fra l'altro mi fa molto piacere non essere l'unica a chiedere piangendo sottotitoli per i film in dialetto.

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    1. Diciamo che abitando a Nord qualcosa capisco ma non tutto ed è un peccato. Hanno fatto 30 sottotitolando le canzoni, potevano fare 31 :)

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